Come due punte estreme di una quinta scenografica di grande suggestione, Punta Rospo e Punta Moneglia racchiudono un borgo marinaro che fin dall'antichità fu nominto Monilia sia per la sua bellezza sia perchè si configura incastonato fra terra e mare ad assomigliare ad un collier di perle. Abbiammo ripercorso sul filo della memoria e della tradizione quell'itinerario già codificato da alcuni custodi di un vissuto carico di significatività. Fermandoci alle tappe più importanti di questo viaggio che muove da "Cumpà e Cumà" (al confine con Deiva Marina) fina a "Lardea de Vallegrande" (confine con Riva Trigoso), abbiamo riscoperto alcuni stili di vita, in parte scomparsi, e la rispettosoa interazione fra l'elemento naturale e l'uomo. La scoperta di queste valenze suscita il desiderio e la necessità di custodirle e tramandarle. Le tappe del viaggio sono quelle che i pescatori, per la loro attività, identificano come "le poste", cioè le zone dove calare le reti, con riferimenti visivi immediati e di facile comprensione per tutti nella piccola comunità locale. La pesca, praticata quasi escusivamente di notte, era ed è tuttora attuata in località le cui denominazioni tipicamente dialettali, sono nate in funzione dell'aspetto morfologico e antropico dell'ambiente.
Daa Cumpaa e Cumaa
Daa Duganna
Daa Sanitee
Dai blocchi
Daa pria stella
Daa secca du Gallettu
Daa bumbarda
Dau gruppu marsu
A punta du rospu
Dau casellu da levante
In tu cantu da groga