Banane, sapore al veleno
Per sabato 28 ottobre è stata organizzata la giornata delle banane eque e solidali a Genova, con un convegno internazionale "Banane scatenate! Liberiamo i diritti, regoliamo i mercati" organizzato da Centro nuovo modello di sviluppo, consorzio Ctm altro mercato e AltrEconomia per discutere del problema.
Nella casa del sindacalista la piccola bara bianca è pronta sul letto; accanto, coperto da un lenzuolo, il cadavere del figlio neonato.
In Guatemala i bambini muoiono perché i genitori sono malati: i pesticidi avvelenano il sangue, bruciano la pelle. Le donne diventano sterili, i bambini nascono già morti o si ammalano: i lavoratori delle piantagioni di banane, di proprietà delle più note multinazionali del settore, raccontano le loro condizioni di lavoro disumane a "C'era una volta", il programma di Silvestro Montanaro e Pier Giuseppe Murgia in onda su RaiTre.
Il reportage di Cristiano Barbarossa a Puerto Barrios è un documento sulla violazione dei diritti umani: i piccoli aerei spruzzano una pioggia velenosa che protegge le piante e fa ammalare gli uomini. "Abbiamo girato il reportage tra luglio e agosto" racconta Barbarossa "siamo riusciti a entrare nei campi con l'aiuto dei lavoratori locali".
"Avendo una buccia spessa, come gli ananas, vengono spruzzati pesticidi fortissimi: chi lavora non ha tute né guanti per proteggersi. Il problema non riguarda solo i lavoratori ma anche le famiglie: spesso le case dei contadini sono vicine alle piantagioni".
Una donna mostra le gambe ustionate; molti spiega una dottoressa dell'ospedale hanno complicazioni ai polmoni; un'altra lavoratrice dice che da mesi il suo bambino ha perdite di sangue, ma può solo pregare, perché non ha soldi per curarlo. La paga è di 90 dollari al mese, servono per l'affitto e il cibo.
Le banane sono il quinto prodotto agricolo nel commercio mondiale dopo cereali, zucchero, caffè e cacao. Da noi costano trequattro mila lire: il prezzo di 12 ore di lavoro di un contadino.
I sindacalisti vivono in clandestinità: ci sono stati casi di sequestro. Uno di loro confessa di non essersi sposato, perché non ha i soldi per mettere su casa, per curare i bambini. "Quello che vi ho detto può scatenare una nuova persecuzione, legale e illegale, vi chiedo di stare attenti a quello che può capitarmi".
Le piantagioni sono lì, con i caschi di banane protetti dai sacchi forati che dopo la pioggia di pesticidi si riempiono di polvere gialla.
(da Repubblica del 24 ottobre 2000)