LETTERA APERTA ALL'ON. VELTRONI

Caro onorevole,

jambo!

Penso che il viaggio in Africa e la visita a Korogocho sia stato un evento importante per te personalmente. Ti sarai accorto che vedere con i tuoi occhi e sentire con il tuo naso è tutt'altra cosa che guardare gli esclusi in televisione o leggerli nelle statistiche. Penso che le sofferenze dei poveri hanno cominciato a cambiarti come uomo: in questo ti sento vero e sincero.

Come leader politico ti ringrazio perché stai tentando di mettere l'Africa e la povertà globale al centro del dibattito. Non vorrei però che le sofferenze dei poveri diventassero semplicemente oggetto di manipolazioni, tatticismi e furbizie per ottenere consensi elettorali.

Per questo ho sentito il dovere di scrivere questa lettera aperta in cui esprimo

la mia maniera di guardare alla realtà e ciò che da questo sguardo consegue.

Io guardo il mondo stando dalla parte degli impoveriti, cioè dalla parte dell'80% dell'umanità. Lo faccio come credente perché tutta la tradizione biblica, ebraica e cristiana, da cui provengo sta dalla parte degli esclusi, perché il Dio di Mosè non è il Dio dei faraoni o di Clinton, ma il Dio dei crocefissi.

Per la prima volta nella storia, il mondo è retto da un unico sistema: l'Impero del denaro, il cui cuore è la speculazione finanziaria. Mai nella storia si era visto un impero tanto vittorioso e talmente suadente, grazie alla forza dei mass media, da prenderci tutti nella sua ideologia.

Viviamo in un sistema economico dove il 20% degli uomini si pappa l'82% delle risorse a spese del resto dell'umanità. Il 20% dei più poveri ha a disposizione solo 1,4% dei beni. Per me questo è un sistema di peccato.

E la politica che cosa fa? Oggi la politica è al guinzaglio dell'economia, totalmente asservita ad essa.

Questo sistema di oppressione si regge sullo strapotere delle armi: spendiamo ogni anno 800 miliardi di dollari in armamenti (ma il Muro di Berlino non era crollato?). A che cosa ci servono? Per difendere i nostri privilegi dalla minaccia dei poveri.

Non dimentichiamo che chi vive nell'opulenza e la difende a denti stretti pone anche una gravissima ipoteca ambientale. Molteplici studi ci dicono che abbiamo non più di 50 anni per cambiare: è in ballo la vita del pianeta.

L'Impero del denaro uccide quindi con la fame (30 milioni: un "olocausto" ogni anno), con le armi (conflitti africani, regimi repressivi, guerre stellari), con la distruzione dell'ambiente, con la distruzione delle culture.

È un sistema di morte che ci interpella tutti, credenti e non, perché mina la vita stessa.

Se questa analisi è vera e condivisibile, dobbiamo smetterla di raccontarci la storia di un "sviluppo sostenibile". O cambiamo rotta o cadiamo nel baratro.

Tocca alla politica reinventare la politica e reinventare anche lo stato, perché l'economia ritorni a servire la polis. La politica e il far politica devono rispondere alle esigenze della gente e soprattutto della vita, della vita per tutti.

Caro onorevole, hai il coraggio di un'azione politica alternativa che risponda ai bisogni del paese e del pianeta? Permettimi alcune domande alle quali chiedo una risposta pubblica.

1) Sei d'accordo con questa analisi del sistema economico-politico? E se sì, sei disponibile a tradurla in programma politico concreto?

2) Sei disposto a portare queste istanze al vertice dei G8 a Genova il prossimo anno?

3) In vista dell'imminente vertice di Praga, come giudichi le politiche di aggiustamento strutturale imposte dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale ai paesi impoveriti?

4) Qual è la tua posizione sul Mai (Accordo multilaterale sugli investimenti), sul cosiddetto Nafta per l'Africa e sulle politiche dell'Organizzazione mondiale del commercio?

5) Sei disposto a contrastare i progetti di "guerre stellari", a delegittimare una Nato usata per la politica imperiale? (Nel nostro piccolo, come mai il disegno di legge per controllare produzione ed export delle armi leggere dorme ancora in Parlamento?)

6) È da poco uscito un testo importante. S'intitola "Italia capace di futuro": è frutto del lavoro di ricerca della società civile, è sottoscritto dalla Rete di Lilliput, e ci indica come costruire un domani sostenibile nel nostro paese. Sei disponibile ad assumerlo come programma di partito?

7) Anche se passata al Senato, saresti disponibile a rimettere radicalmente in discussione la legge di riforma della cooperazione allo sviluppo? Così com'è, è inaccettabile. Nasce già strozzata dalle logiche che hanno fatto fallire le precedenti esperienze.

8) Perché non dare un segnale di sensibilità internazionale ai diritti dei lavoratori sostenendo la proposta di legge sulla etichettatura sociale dei prodotti di consumo? (Promossa dalla campagna "Acquisti trasparenti").

Tra qualche giorno ritornerò a Korogocho, nei sotterranei della vita e della storia. Spero che quell'umanità dolente che anche tu hai toccato con mano, quei luoghi di esclusione che mi fanno indignare, portino anche l'uomo politico Veltroni a scelte economico-politiche coraggiose. Perché vinca la vita.

Sijambo.

Alex Zanotelli

settembre 2000

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