Il sito di Riozzo della Saronio, in cui si produceva materiale chimico per uso bellico, continua a destare allarme
«Il ministero tace sull’ex area militare»
Denuncia del sindaco Signorini davanti al silenzio romano

«Vogliamo bonificare l’ex area militare di Riozzo, ma il ministero della Difesa non risponde alle nostre richieste». A parlare è Dario Signorini, sindaco di Cerro al Lambro, che comprende anche la frazione di Riozzo. Tutto ha avuto inizio a gennaio quando Pietro Mezzi, ex primo cittadino di Melegnano ed oggi assessore al territorio in provincia, ha sollevato il caso investendo della questione il ministro della Difesa Ignazio La Russa, dal momento che l’area fa tuttora parte del demanio militare: «Stiamo parlando - ha chiarito Mezzi - di un impianto industriale che produceva materiale chimico per usi bellici, si sospetta gas nervino». Perché nei primi anni Quaranta la chimica Saronio, che a Melegnano produceva già materie coloranti in grande quantità, ha dato vita a Riozzo ad un impianto per scopi bellici, finalizzato a rifornire l’esercito di Benito Mussolini. «Perciò - ha ripreso Mezzi -, ho chiesto al ministro di attivare un tavolo istituzionale per l’eventuale bonifica e il recupero dell’area». «Anche perché - gli ha fatto eco Edoardo Bai, chimico dell’Asl - abbiamo svolto una serie di indagini sulle lavorazioni industriali dell’ex chimica Saronio, da cui sono emersi dati decisamente allarmanti. Ma nell’area del demanio militare non ci abbiamo mai messo piede».Sta di fatto che, dopo le aperture di La Russa e Massimo Ponzoni, assessore regionale all’ambiente, Signorini ha inviato una formale richiesta al ministero: «Chiedo - ha fatto sapere in quell’occasione - che sia concesso ai tecnici di Asl e Arpa di metter piede nell’ex impianto militare per compiere tutte le verifiche del caso. Del resto, si tratta di un’area da 50mila metri quadrati dismessa ormai dal 2001, che si trova nel bel mezzo del centro abitato di Riozzo, attigua ad una serie di abitazioni private e della zona industriale». Signorini ha posto come termine il 31 marzo per la risposta del ministero, che tuttavia non è mai arrivata. In questi giorni, dunque, è tornato alla carica: «Perché - ha incalzato il sindaco di Cerro - sinora il ministero non ha dato alcun tipo di risposta alle nostre richieste. Ma i cittadini di Riozzo hanno il diritto di conoscere la verità sui terreni dell’ex impianto militare, che peraltro si trovano in prossimità del centro abitato».D’altra parte, nel libro «I gas di Mussolini», elencando le varie industrie private italiane produttrici di gas bellici nel novembre 1940, lo storico Angelo Del Boca riporta al primo posto proprio Melegnano. «Pertanto - ha ribadito in conclusione Signorini -, rinnovo al ministero la richiesta di entrare nell’ex impianto militare».

(tratto da "il Cittadino" del 4 aprile 2009)