Da domenica riprendono le visite guidate dai volontari all’interno dell’oasi
Porte aperte al parco delle Noci: individuati picchio rosso e ghiri

Riapre il parco delle Noci con nuovi esemplari di animali. «A partire dal 31 agosto e per tutte le domeniche di settembre - fa sapere infatti Massimo Gori, presidente del comitato Ovest -, sarà riaperto al pubblico il parco delle Noci, che si trova in fondo a via don Minzoni. L’apertura dell’oasi, che avverrà come sempre dalle 16 alle 19, è resa possibile grazie ad un gruppo di volontari coordinati dal nostro comitato, che raduna i residenti della periferia ovest cittadina. Per più di un mese, quindi, gli abitanti di Melegnano e dell’intero Sudmilano avranno l’opportunità di visitare uno dei pochi angoli verdi rimasti sul territorio». Disposta su circa 3 ettari, l’oasi può contare su diverse specie di animali, alcune delle quali davvero particolari. «Recentemente, ad esempio - rivela Luciana Poggiato, storica volontaria del parco -, abbiamo avvistato addirittura il picchio rosso maggiore». Lungo circa 30 centimetri, si tratta di un uccello nero con le parti inferiori, le spalle ed alcune zone del capo bianche. Diffuso in tutta Europa tranne che in Irlanda e nelle regioni più settentrionali della penisola scandinava e della Russia, in Italia è frequente sia nei boschi delle pianure che in quelli montani. «Ma nel parco delle Noci - confida ancora la volontaria - ci sono anche i ghiri, che si muovono soprattutto di notte». Mammifero roditore, lungo 30 centimetri di cui 13 di coda, il ghiro possiede una pelliccia di colore grigio o castano sul dorso e bianco-gialla sul ventre. Diffuso ovunque nell’Europa centro-meridionale, la durata massima della sua esistenza in natura è intorno ai sei anni, mentre vive preferibilmente nei boschi luminosi di latifoglie e in quelli di conifere. «Senza contare - riprende Poggiato - gli aironi e i pendolini, le anatre e le gallinelle. Per quanto riguarda le piante, invece, abbiamo tutte quelle tipiche della Pianura padana. Mi riferisco in particolare ai pioppi e ai salici, alle querce e agli olmi». Certo, nell’oasi non mancano neppure gli animali e le piante indesiderati, con cui però col tempo i volontari hanno imparato a convivere: «All’interno del parco - afferma Poggiato -, abbiamo rilevato la presenza dell’ambrosia, pianta che provoca fastidiose allergie. Ma ci sono anche le temibili nutrie, roditori peraltro diffusi sull’intero territorio».

(tratto da "il Cittadino" del 27 agosto 2008)