La società aveva sollecitato la sospensiva dell’ordinanza del sindaco di Cerro che imponeva al privato la bonifica dell’area
Saronio, no del Tar alla richiesta Edison
La proprietà ora dovrà depurare le acque inquinate a sue spese

Il Tar dà ragione ai comuni sull’ex Saronio. Il Tribunale amministrativo non ha concesso alla Edison, proprietaria dell’area della storica azienda, la sospensiva dell’ordinanza dell’8 ottobre del sindaco di Cerro. Il primo cittadino, infatti, aveva chiesto alla Edison di realizzare a sue spese la depurazione delle acque inquinate. La Edison era ricorsa al Tar il 14 novembre, chiedendo di sospendere l’ordinanza di Cerro e di bocciarla. Ma, con una ordinanza d’urgenza, il 18 dicembre, il Tar non ha concesso la sospensiva. A breve si andrà al giudizio di merito.
Il Tar parla di «aggravamento della situazione di inquinamento rispetto alle rilevazioni effettuate negli anni precedenti», e di «emergenza derivante dal rischio di inquinamento delle falde idriche da sostanze pericolose per la salute». Secondo il tribunale il soggetto ritenuto successore a titolo universale delle aree stesse (
la Edison, ndr) è in grado di approntare i necessari rimedi tecnici atti alla messa in sicurezza delle falde idriche destinate al consumo umano».

Sulla vicenda interviene Nicola Borzi, esponente del Partito democratico che da mesi sta conducendo una battaglia sulla questione Saronio. Borzi attacca il sindaco di Melegnano Vito Bellomo, il quale però respinge le accuse dichiarandole false. «C’è una doppia contraddizione nell’atteggiamento del sindaco Bellomo, della sua giunta e della maggioranza che la sostiene - dice Borzi -. La prima è l’incredibile voltafaccia del centrodestra: da sindaco, Bellomo avalla e concretizza l’intervento urbanistico sull’ex Saronio che tra ottobre 2001 e febbraio 2002, quand’era all’opposizione, contestava ferocemente. La seconda contraddizione riguarda l’acqua potabile. Per due mesi il sindaco ha sminuito i rischi di inquinamento, continuando a insistere che l’acqua era potabile quando già le analisi dell’Asl avevano dimostrato la presenza di ammine nei pozzi. Ora Bellomo riconosce l’inquinamento e chiede con una ordinanza alla Edison di risanarlo a sue spese. Il tutto dopo aver decantato sulla stampa la disponibilità di 20 milioni di euro della regione, che abbiamo scoperto essersi ridotti a 500mila euro. Nonostante tutto ciò, però, Bellomo manda avanti la costruzione di case per 450 persone che dovrebbero vivere su una vera discarica chimica. Poiché il sindaco continua a tergiversare sui rischi dell’inquinamento, al più presto saranno i magistrati a fare luce su tutte le responsabilità di questa vicenda e a bloccare il cantiere finché non sarà dimostrata l’assoluta salubrità dell’area».

Bellomo non ci sta. «Non possiamo bloccare nessuna lottizzazione ora - commenta - altrimenti i privati ci fanno causa. C’è stato il piano di caratterizzazione, quello di bonifica, la bonifica e il collaudo. Ora abbiamo mandato all’Arpa il piano di lottizzazione per verificare se si può costruire. Aspettiamo una risposta. La procedura è arrivata nella fase conclusiva. Regione, provincia, Arpa e Asl hanno avallato la bonifica. È tutto in regola. Io sto a quello che dicono gli organi competenti. Ho già invitato Borzi, durante il consiglio comunale aperto a farci avere per iscritto i motivi giuridici per i quali devo bloccare la lottizzazione. Ho un documento della direzione centrale risorse ambientali, rifiuti e bonifiche della provincia, organo preposto a certificare l’avvenuta bonifica che attesta la regolarità delle operazioni». E poi, aggiunge, «la barriera idraulica verrà probabilmente realizzata lungo via per Carpiano e Repubblica, nel perimetro dell’area inquinata, non dove costruisce Altea. Non ho nemmeno detto che tutta l’acqua era buona. Ho detto solo che lo era quella dei pozzi in funzione, non di quelli chiusi. 500 mila euro è solo la prima tranche già accantonata per la barriera e per completare il piano di caratterizzazione. Quest’ultimo delimita l’area, classifica gli inquinanti e la loro tossicità e individua gli strumenti per risolvere il problema. Se non è chiuso questo non posso sapere quanti soldi servono. È falso che Bellomo non fa nulla. Da quando sono arrivato ho avviato i campionamenti dell’aria e sono andato a casa dei cittadini mettendoci la faccia per chiedere il permesso di fare le analisi in casa. Se c’è qualcuno che ha fatto qualcosa quello sono io. Mi piacerebbe sapere, invece, sulla vicenda Altea, la posizione ufficiale del Pd a Melegnano, da parte del capogruppo Sabella e del coordinatore Ninfo». C.V.

(tratto da "il Cittadino" del 28 dicembre 2007)