Cerro: Il comune però si è attivato subito
consentendo il collegamento delle aziende all’acquedotto
Veleni nell’acqua delle cascine
Stop a 8 pozzi privati, risorse d’emergenza nelle
case
Acqua contaminata nelle cascine. Otto pozzi privati su 12 sono stati chiusi con
un’ordinanza del sindaco venerdì scorso: le analisi dell’Asl hanno rilevato la
presenza di ammine aromatiche. Anche se in percentuale bassa, dello 0, 01 per
cento, l’acqua è stata chiusa. Il sindaco Dario Signorini ha convocato subito
gli agricoltori e insieme hanno deciso di collegarsi all’acquedotto del Cap.
Nelle aziende agricole si è vissuta una settimana di panico. Ora la situazione è
più tranquilla: lunedì ci sarà una conferenza dei servizi, presso la direzione
regionale sanità. In quell’occasione si farà il punto della situazione e le
associazioni di categoria, Coldiretti in testa, chiederanno il risarcimento dei
danni arrecati all’attività. «In questi anni gli agricoltori non ne sapevano
nulla - commenta uno di loro che per fortuna fa parte del gruppo dei cinque che
non sono stati colpiti dal problema -, abbiamo sempre fatto controllare i pozzi
privati, ma commissionando solo analisi batteriologiche. Questa primavera,
invece, l’Asl ha fatto il controllo anche sulle ammine. L’ex Saronio è
chiusa dal ‘65. In questi anni chissà che cosa ci siamo bevuti. In questo
frangente, sindaco, Cap e regione hanno affrontato subito la questione con
grande determinazione». Anche le cascine che avevano l’acqua pulita hanno
deciso, per evitare di essere coinvolti successivamente, di collegarsi
all’acquedotto pubblico. «Venerdì sono arrivati gli esiti delle analisi dell’Asl
effettuate in seguito ai problemi dell’inquinamento ex Saronio - spiega
il sindaco -; allora si è scoperto che nei pozzi privati c’era lo 0,05 per cento
di ammine. Abbiamo emesso l’ordinanza di chiusura dei pozzi, mentre il Cap ha
fornito immediatamente dei sacchetti con l’acqua potabile anche per il
sostentamento degli animali. Sono stati individuati poi quattro punti di attacco
al condotto dell’acqua potabile, con tubi certificati per uso alimentare e
l’operazione dovrebbe essere quasi conclusa. Entro 20, 30 giorni, invece,
arriverà il collegamento definitivo delle cascine alla rete idrica del Cap. In
questa settimana, il prefetto di Milano ci è stato molto vicino e la regione ha
fatto sentire il suo impegno. L’assessorato all’ambiente di Marco Pagnoncelli ha
già assicurato che si accollerà il costo degli interventi di emergenza.
Ringrazio anche tutti gli operatori del comune, perché questa settimana non sono
mai andati a casa prima delle 21.30 per far fronte alla situazione. Anche fare
il collegamento provvisorio non è stato facile: alcune aziende distavano dal
dorsale dell’acquedotto oltre 800 metri. E poi c’erano dei fossi di mezzo da
attraversare. È andato tutto molto meglio di quanto pensassi. Sabato mattina
c’erano già i sacchi per le emergenze. A marzo, quando la provincia, al tavolo
di lavoro sull’ex Saronio ha comunicato che le analisi davano l’acqua
contaminata e che le ammine si muovevano, abbiamo chiesto all’Asl e all’ente
gestore di estendere il range delle analisi. La presenza di ammine è risultata
solo dalla seconda campagna di analisi». L’acquedotto però, commenta Signorini,
fornisce acqua sicura. «Quando siamo arrivati nel 2001 erano stati trovati dei
colibatteri nei pozzi - spiega - allora abbiamo installato dei filtri a carbone
attivo, che ora vengono periodicamente controllati». C. V.
(tratto da "il Cittadino" del 27
ottobre 2007)