ACQUA GIALLA AL CIPES,MEA SOTTO ACCUSA
MA SECONDO L’ASL IL PROBLEMA SAREBBE DA RICERCARE NEL COLLEGAMENTO DELLE TUBATURE ALLA RETE ANTINCENDIO DEI CONDOMINI

PESANTI BORDATE DEI RESIDENTI CONTRO LA SOCIETÀ DI DISTRIBUZIONE

Acqua gialla nella zona ovest di Melegnano: botta e risposta tra i residenti e l’Azienda sanitaria locale.
Attraverso una lettera, in questi giorni una trentina di abitanti del Cipes, quartiere residenziale nella periferia ovest di Melegnano, hanno nuovamente sollevato la questione che li affligge da diverso tempo.
«Sono ormai alcuni mesi che soprattutto nella giornata di sabato l’acqua cosiddetta “potabile” distribuita dalla società Mea al Cipes, nelle villette di via Togliatti e nei condomini di via Benini, risulta contaminata da ruggine, ammesso che solo di questo si tratti. Sinora a nulla sono valsi i contatti con gli enti competenti. Peccato proseguono allarmati gli abitanti del quartiere Cipes che gli unici due campioni di acqua ad oggi analizzati siano stati prelevati alla stessa ora e il medesimo giorno, oltretutto in un momento in cui l’acqua è risultata perfettamente pulita. Perché l’Asl non può fare prelievi su chiamata e in particolare non il sabato, giorno in cui i tecnici Asl non sono in servizio. Ma la Mea si rende conto che sta pesantemente violando la legge? Le specifiche dell’acqua non contemplano infatti solo l’assenza di eventuali inquinanti, bensì anche l’assenza di colore».

Di diverso avviso una relazione resa nota in questi giorni dall’Asl. «Sabato 22 aprile si legge nella nota diffusa dall’azienda che cura la sanità dei cittadini tecnici dell’Asl sono intervenuti in un condominio di via Togliatti a causa dell’ennesimo episodio di acqua gialla. Mediante un prelievo presso il pozzetto di collocamento del contatore condominiale, abbiamo notato come l’acqua proveniente dall’acquedotto comunale fosse limpida e trasparente. Per contro, abbiamo rilevato la presenza di una tubazione per l’antincendio collegata direttamente alla rete condominiale e senza alcun dispositivo di intercettazione che garantisse il non ritorno dell’acqua dal condotto antincendio a quello dell’acqua potabile».

Secondo i dati dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente), l’acqua prelevata prima della “miscelazione” con quella antincendio risulta conforme ai requisiti di potabilità, mentre il campione prelevato dal condotto antincendio presenta non conformità legata sia all’abbondanza di residui in sospensione sia alla quota solubile analizzata. «Ma allora come mai non abbiamo notizia di interventi dell’amministrazione condominiale, che dovrebbe invece essere la prima interpellata in casi del genere? D’altra parte, compete al gestore della rete di distribuzione interna all’edificio il mantenimento dei requisiti di qualità dell’acqua potabile tra il punto di consegna (contatore, ndr) e il punto d’uso (rubinetto, ndr)». Insomma, nonostante i controlli, si è ancora in attesa di una soluzione del problema.

(tratto da "il Cittadino" del 24 maggio 2006)