Cu
ti vo' bbeni ti fa ciànciri,
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COMISO E COMISANI
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COMISO E COMISANI
SARTE
Nel periodo tra le due
guerre mondiali in via S. Biagio aveva il suo
laboratorio a mascia Seminara, una
sarta molto brava ed apprezzata.
Tra le sue lavoranti cerano
alcune signorine, che in seguito sarebbero state
tra le più brave sarte del paese: Mariannina
Coppa, Giuseppina Puglisi (Pippina a
Buggisa) e Stella Cappello (Stella a
Cappieddu).
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SIDDUNARINel periodo tra le due
guerre mondiali, e anche prima, fiorente era lattività
di fabbricante di carretti (carradore), di
pittore di carretti (molto noto era mastru
Pippinu Sampieri), di maniscalco e di sellaio (siddunaru).
Nella centrale via san Biagio, in meno di 100
metri, operavano tre siddunari:
- don Vanninu La Ferla, che aveva la
bottega di fronte alla sagrestia della Chiesa
Madre; questi, quando nel dopoguerra capì che le
automobili e i camion stavano per sostituire i
carretti come mezzi di trasporto, cambiò
mestiere e si diede a produrre e vendere, nel
locale di prima, bibite gassate (acqua di seltz,
bibite e gazzose); inoltre, mediante un
carrettino, riforniva di gazzose alcuni negozi di
generi alimentari;
- don Suzzu La Ferla, fratello maggiore
di don Vanninu, che aveva la bottega di
fronte al Palazzo Mingoia;
- don Pippinu (detto luorvu
poiché era cieco), che aveva bottega due porte
più sotto a quella di don Suzzu La
Ferla; don Pippinu nel lavoro veniva
aiutato dalla moglie, soprattutto quando doveva
prendere le misure agli animali per confezionare larmiggi
e poi quando doveva fare le prove sugli animali.
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Si
ricordano alcuni artigiani, negozianti e
personaggi del periodo tra le due guerre mondiali.
Tutte queste notizie ci sono state date dal sig.
Giovanni La Ferla.
ARTIGIANI
-
don Manueli Ciarcià, alias 'u firraru,
faceva 'u ballacchieri e abitava ô
vadduni 'a Cucca;
- don Raffeli Garzieri, alias 'u tuppittaru,
aveva un tornio per la lavorazione del legno;
- mastru Suzzu Guccione, alias ciappedda
'u mulinaru, aveva un mulino ad acqua;
- don Turi La Ferla, alias sardazza,
aveva bottega di varvieri vicino alla
Chiesa Madre;
- don Turi La Perna, alias 'u
battituri, batteva e pettinava la lana;
- don Jaquinu Marziano aveva bottega di vuttaru
na strata 'a lumi (via Umberto I);
- don Cicciu, alias 'u pisciatu, vicino
alla Chiesa Madre aveva bottega di caliaru (la
sua specialità erano caramelle di zucchero e
miele) e faceva il cirnituri (cerneva
cereali e legumi);
- 'u zi' Turi, alias tabaccu, faceva 'u
gnuri ri ciazza; abitava nel corso Vittorio
Emanuele, ô puostu 'i tavuli.
NEGOZIANTI
-
don Franciscu Bombace, alias spruvieri,
aveva negozio in via San Biagio n. 3, dove
vendeva generi alimentari salati (sardi,
anciuovi, baccalà, scurmu, tunnu...)
- don Giuvanninu Demostene, alias 'u funciutu,
aveva negozio in via San Biagio n. 17, dove
vendeva chiodi, fil di ferro e ferramenta varia;
- don Micheli Di Nicola, alias nasuni,
aveva bottega di vuccieri 'nta ciazza nova ('a
Vucciria).
PERSONAGGI
-
don Tatò Difranco, alias Spiritinu,
abitava in via Cimarosa e faceva 'u sunaturi (suonatore,
musicista); era stato in America dove, si diceva,
vivesse suonando per le strade;
- 'u zi' Turi Meli, alias 'u piu, faceva
il carrettiere; abitava nel quattieri 'a
Razzia, era un uomo molto forte (si dice che
sulle sue spalle riusciva a portare 5 persone) e
si vociferava che avesse 'a cura (la
coda era segno di forza animalesca, straordinaria);
- don Currau, alias 'u crivaru, abitava
in via Calogero, andava in giro a riparare criva
(crivelli) e si diceva che mangiasse una
sola volta al giorno: il suo pasto era composto
da 1 Kg di pasta, pane e una bottiglia di vino;
- ronna Catirina, alias 'a mirdusa, era
moglie di un carradore (fabbricante di carretti);
essendo ardente fascista, in ogni festa si
vestiva di tricolore.
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LE
SUORE ORSOLINENel dopoguerra nel
quartiere dell'Immacolata, in un palazzo che
aveva due ingressi, uno da via Bellini (il più
utilizzato) ed uno dalla via Ippari (oggi via
Morso), si trovava l'asilo delle suore Orsoline.
Al piano terra c'era la cucina, ove quasi
ininterrottamente stava suor Filomena,
assistita dalla coadiuvante laica Lucia,
che portava una treccina avvolta attorno alla
testa.
Al piano primo, preceduta da una stanzetta ov'era
un pianoforte, si trovava la cappella, nella
quale andava a celebrare la messa il can.
Giuseppe Lauretta, che abitava all'inizio di via
Bellini.
Al piano secondo c'erano diverse stanze, tra cui
uno stanzone ove le suore accudivano i bambini e
davano loro i primi rudimenti di scrittura e
lettura.
Oltre alla superiora, c'erano suor Maria,
suor Diodata ed una giovanissima
suora (di nome, forse, suor Iolanda)
a cui i bambini erano molto affezionati.
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ATLETI
Nei primi anni 50 la scena
sportiva agonistica comisana aveva unindiscussa
protagonista: la squadra di pallacanestro della
Diana Comiso (guidata dal capitano Neli Chessari),
che giocava le partite casalinghe nella palestra
della Scuola dArte, in via Fonte Diana.
Per quanto riguarda gli altri sport, un
posto di rilievo avevano nel cuore dei comisani il
pugile Alfredo Angelieri e il ciclista Sebastiano
Canzonieri(?), più conosciuto come Vistianu
u cuticcieri.
Nel calcio amatoriale si distinguevano i
giovani Giovanni Gianna per leleganza dei
movimenti e Giovanni Ingrao (noto come Ggiuvanni
u furnaru, perché apparteneva ad una
famiglia di panettieri) per la velocità ed il
fiuto del gol.
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TIFOSI
Nei primi anni 50 piuttosto focosa,
anche se non molto numerosa, era la schiera dei
tifosi. Questi s'incontravano in piazza Fonte
Diana, davanti alledicola dei fratelli
Ernesto e Roberto DAmato, soprattutto la
domenica sera, dopo aver ascoltato in casa (non cerano
ancora le radioline a transistor né la
televisione) la radiocronaca di Nicolò Carosio o
di Mario Ferretti.
Capitava, però, che un tifoso di una squadra
perdente, per sottrarsi ai commenti sarcastici
degli altri tifosi, per diversi giorni non si
facesse vedere in piazza.
Il più appassionato tra tutti i tifosi
era don Biagio Sciortino, interessato a tutti gli
sport, ma soprattutto a quelli praticati da
atleti comisani.
Si ricordano, inoltre,
Biagio Intorrella e Pinò Schembari (tifosi del Torino), Gianni Molè, Nunzio
Fiaccavento e Carmelo De Petro (tifosi della Juventus), Totò Zingaro (tifoso del Milan) e Sparapaulu (un simpatico calzolaio
che abitava nel quartiere Salacitu).
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