"Super
Brat" e "Super Mac". Questi erano i due soprannomi
affibbiati a John McEnroe nel corso della sua carriera di tennista;
comunque lo si voglia considerare, con disprezzo, quindi 'grande peste',
o con ammirazione e allora 'grande mac', il newyorkese nato a Weisbaden
in Germania è sicuramente il mio Campione di Tennis preferito, da molti
considerato il più puro talento che abbia calpestato un campo da
tennis.
Il suo modo di interpretare il gioco è rimasto e rimarrà assolutamente
unico ed inimitabile, i suoi colpi sono lontanissimi da quelli spiegati
in un manuale di tecnica, ma non per questo risultavano meno efficaci,
anzi.
Il suo palmares contiene 7 trofei del Grande Slam nel singolare, cioè 3
Wimbledon (1981, 1983, 1984) e 4 US Open (1979, 1980, 1981, 1984), per
un totale di 77 titoli vinti in singolare e 77 in doppio, la maggior
parte di questi ottenuti con l'affiatatissimo Fleming.
Nato
nel 1959, McEnroe diventò professionista nel 1978; in questi anni si
apre un'epoca tennistica che, grazie agli entusiasmanti confronti
diretti tra John e altri giocatori del calibro di Bjorn Borg, Jimmy
Connors e Ivan Lendl, è stata probabilmente la più avvincente: in
campo, nelle sfide decisive per i tornei più blasonati, si trovavano
quasi sempre di fronte questi straordinari giocatori, tutti
titolatissimi, ma con stili di gioco, personalità e temperamenti molto
contrastanti; la popolarità del tennis deve molto a loro.
Per
raccontare alcune pagine della carriera di John McEnroe, iniziamo dal
1977, quando, allora diciottenne, vince il doppio misto al Roland Garros,
in coppia con Mary Carrillo.
Lo stesso anno, non ancora professionista, raggiunse le semifinali del
torneo di Wimbledon partendo dalle qualificazioni, unico nella storia a
compiere quest'impresa.
La sua ineguagliata corsa fu fermata dal già affermato Jimmy Connors,
che lo batté in 4 sets col punteggio di 63-63-46-64.
L'anno successivo, il suo primo nel professionismo, raggiunse le
semifinali degli US Open, anche in questa occasione eliminato da Connors,
questa volta per 62-62-75.
Nel 1979 si apre l'era McEnroe agli US Open: la semifinale è ancora tra
i due giocatori statunitensi, il punteggio è ancora molto netto,
63-63-75, ma ad uscire vincitore dal confronto è in questa occasione
McEnroe; è la prima finale nei tornei dello Slam per Super Mac, che va
a vincere il titolo superando nella partita decisiva un altro americano,
Vitas Gerulaitis, praticamente con un identico punteggio, 75-63-63.
L'edizione di Wimbledon del 1980 è forse la più famosa nella storia:
in semifinale McEnroe si prende un'altra rivincita su Connors,
superandolo per 63-36-63-64, raggiungendo la sua prima finale dei
Championships.
Lo aspetta Bjorn Borg, che aveva vinto le 4 precedenti edizioni di
Wimbledon, dal 1976 al 1979; i due danno vita ad una partita che è
considerata dagli esperti un vero classico da cineteca del tennis, match
che apre una delle più entusiasmanti rivalità di questo sport.
Per vincere la partita, e quindi il suo quinto titolo consecutivo, Borg
deve lottare per 5 incredibili sets; punteggio 16-75-63-67-86; in
particolare rimane memorabile il tie-break del quarto set durato 22
minuti chiuso sul punteggio di 18-16 per McEnroe, dopo
un'emozionantissima alternanza di set-points per l'americano e
match-points per lo svedese di ghiaccio.
Nel successivo torneo dello Slam, a New York, McEnroe si presenta come
detentore del titolo; riconquista il trofeo giocando superbe partite:
nei quarti di finale batte Lendl per 46-63-62-75, in semifinale supera
Connors al tie-break del quinto set; la finale è l'attesissima replica
della partita di Wimbledon, tra McEnroe e Borg; anche in questa
occasione si giocano 5 splendidi sets, ma il vincitore è l'americano
per 76-61-67-57-64.
Nel 1981 Super Mac e IceBorg rigiocano le stesse finali a Wimbledon e
agli US Open: l'americano riesce nell'impresa di fermare la corsa di
Borg al sesto titolo consecutivo ai Championships inglesi, superandolo
con il punteggio di 46-76-76-64.
Anche sul cemento americano trionfa McEnroe, negando ancora una volta il
successo a Borg agli US Open, e vincendo per 46-62-64-63 il suo terzo
titolo consecutivo negli States; furono proprio queste sconfitte a
segnare il declino della carriera dello svedese e ad avvicinarlo al
ritiro dal tennis; il confronto diretto tra McEnroe e Borg si chiude sul
7 a 7.
Nel 1982 il favorito per la vittoria a Wimbledon sembra essere proprio
John McEnroe, ma un redivivo Jimmy Connors conquista il suo secondo
titolo sull'erba inglese; inutile a dirlo, i due americani giocano un
match di altissimo livello, si trovano di fronte due campionissimi, due
caratteri forti a confronto, il più grande talento contro il più
determinato giocatore del circuito.
Sotto di due sets a uno, Connors riesce a vincere il tie-break del
quarto set, per poi chiudere il quinto set in suo favore; punteggio
36-63-67-76-64.
Agli US Open McEnroe è invece superato in semifinale da Ivan Lendl per
64-64-76; questi a sua volta sarà sconfitto in finale da Jimmy Connors.
L'edizione di Wimbledon del 1983 è dominata da McEnroe che in
semifinale sconfigge Lendl con un punteggio molto simile, 76-64-64; la
finale è una vera e propria formalità per l'americano che nasconde la
pallina al neozelandese Lewis, superandolo con un triplo 62.
Nel corso del 1984, il confronto tra McEnroe e Connors si ripropone in 3
tornei del Grande Slam; ad uscirne vincitore è sempre McEnroe: la prima
volta al Roland Garros in semifinale con una vittoria per 75-61-62; in
finale John affronta Ivan Lendl, e dopo essere stato in vantaggio per
due sets a zero, viene raggiunto e battuto al quinto set; è la prima
vittoria in tornei dello Slam per il cecoslovacco, ed è anche la più
cocente delusione nella carriera di McEnroe, mai vincitore sulla terra
parigina.
Un mese più tardi McEnroe e Connors si giocano il titolo sul Centre
Court di Wimbledon; in questa occasione John riesce a confondere come
non mai il suo rivale e lo umilia con un 61-61-62 dopo nemmeno un'ora e
mezza di gioco, conquistando il suo terzo ed ultimo trofeo dei
Championships; più volte McEnroe dichiarò che questa fu per lui la
vittoria più appagante.
I due americani si ritrovano di fronte anche in semifinale agli US Open;
McEnroe vince ancora, anche se dopo una battaglia di 5 sets; punteggio
di 64-46-75-46-63.
In finale McEnroe può vendicarsi della sconfitta subita al Roland
Garros, sconfiggendo Lendl per 63-64-61; è questa la sua quarta
vittoria agli US Open e l'ultimo titolo dello Slam conquistato in
singolare.
Il 1984 è dunque un'annata strepitosa per il tennista americano; in
totale disputò 85 partite vincendone 82, con una percentuale di
vittorie dello 0.965, la più alta dell'era Open.
L'anno successivo raggiunge una nuova finale agli Open degli Stati
Uniti, ma stavolta Lendl lo batte, spodestandolo così dalla prima
posizione della classifica Atp; da questo momento McEnroe mostrerà
ancora sprazzi del suo tennis geniale, ma comincerà la sua fase di
declino.
Il bilancio dei confronti diretti con Ivan Lendl si chiuderà sul 15 a
21 in favore del cecoslovacco, mentre quello con Jimmy Connors sul 20 a
13 per McEnroe.
Raggiunse
per la prima volta la vetta della classifica Atp il 3 marzo 1980,
diventando così il più giovane numero 1 della storia; nel corso degli
anni si è alternato al vertice del ranking prima con Borg, poi con
Connors e Lendl; a fine carriera vanta 170 settimane trascorse al top
della classifica e quattro anni consecutivi terminati al numero 1, dal
1981 al 1984.
Inoltre per alcuni periodi è stato contemporaneamente numero 1 in
singolare e in doppio; in quest'ultima classifica detiene il record di
257 settimane come top-ranked.
Nel suo bottino rientrano anche 10 titoli del Grande Slam in doppio: il
primo, già citato, nel 1977 nel doppio misto al Roland Garros in coppia
con Mary Carrillo, l'ultimo a Wimbledon 1992 con Michael Stich; gli
altri li ha conquistati con Fleming, a Wimbledon nel 1979, 1981, 1983,
1984, agli US Open nel 1979, 1981, 1983 e con Woodforde nel 1989.
Tra i vari record appartenenti a McEnroe c'è anche quello del più
lungo incontro giocato, ossia quello contro Mats Wilander nel 1982 a
St.Louis, nei quarti di finale di Coppa Davis, durato 6 ore e 22 minuti
e vinto dall'americano col punteggio di 97-62-1517-36-86.
Ha sempre partecipato con entusiasmo alla Coppa Davis; fu convocato per
la prima volta nel 1978, quando contribuì a sconfiggere la Gran
Bretagna in finale, e fu determinante nelle edizioni vinte dagli Stati
Uniti nel 1979, 1981, 1982 quando giocò da leader in singolare e spesso
anche nel doppio in coppia con Peter Fleming.
In totale ha disputato 69 incontri con la maglia a stelle e strisce,
vincendone 59.
Di
questo giocatore rimane indelebile nella memoria il temperamento
irascibile e il carattere ribelle; si guadagnò il nomignolo di 'Super
Brat' proprio a causa dei numerosi litigi con arbitri, giudici di linea,
che credeva formassero un complotto contro di lui e con i quali aveva un
rapporto a dir poco turbolento.
L'irripetibile mix di talento e cattiveria di cui disponeva, lo rendeva
spesso letale per gli avversari, come dimostrano le tante situazioni
nelle quali, dopo una discussione con l'arbitro, ad essere turbato era
spesso l'avversario di turno, sovrastato dal carisma di McEnroe, mentre
John aveva la capacità di recuperare quasi sempre la concentrazione per
poi trasferire la sua rabbia nei colpi.
Dall'altro lato della medaglia pesano invece le troppe multe e
sospensioni nelle quali è incorso, che gli fecero perdere importanti
occasioni per arricchire ulteriormente il suo bottino di vittorie.
Altrettanto indimenticabile è lo stile di gioco; i suoi colpi mancini
ricchi di talento ed improvvisazione avevano l'effetto di confondere gli
avversari, il suo servizio era un'arma efficacissima e John lo giocava
con un movimento assolutamente personale, praticamente spalle alla rete,
per poi scendere immediatamente a rete dove disponeva di soluzioni
perfette, grazie ad una sensibilità di braccio che lo rese un vero e
proprio artista sul campo da tennis.
Non è un caso che sia sempre stato appassionato di arte, tanto che
alcuni anni fa ha aperto a New York la McEnroe Art Gallery.
Grazie al modo diretto di esprimersi e al naturale umorismo, è anche
stato un apprezzato commentatore di tennis per la televisione americana.
Mac è anche diventato capitano della squadra statunitense di Coppa
Davis; un ruolo perfetto per un campione di tale carisma, che meglio di
ogni altro può riuscire a gestire i rapporti non sempre facili con
stelle del calibro di Sampras e Agassi. |