Angela & Luciana Giussani |
Non è di Kossiga né di Amerika la prima
kappa sovversiva del lessico italiano. È di Diabolik. Capostipite del
fumetto nero, nato non in un laboratorio di giovani beat, ma in una casa
della buona società milanese ad opera di due tranquille signore di
bell’aspetto, le sorelle Angela e Luciana Giussani. È il 1962, l’Italia sta cominciando a
cambiare pelle, ma alle donne si consiglia ancora il buon matrimonio,
alle scrittrici l’intreccio amoroso in chiave alta, bassa,
sperimentale, realista. Nel fumetto nessuna firma femminile, nessun
protagonista meno che virtuoso, nessun titolo per adulti. Finché non
compaiono le Sorelle; di quel mondo sanno poco, anche se Angela è
moglie di Gino Sansoni, titolare dell’Editrice Astorina; ma con il
loro antieroe colmano tutti e tre i vuoti in una mossa sola. Diabolik
porta fra topolini e Rangers una vampata di fresca malvagità, così ben
accolta che in un anno la testata passa da bimestrale
quindicinale; e alle Sorelle, che finora hanno fatto tutto da
sole, viene il panico. Guardinghe interpellano altri autori, ne
accettano pochi e di qualità; nell'unica stanza dell’Astorina
vagliano e sceneggiano i soggetti, vigilando
che non si snaturi la loro formula, dove gli ingredienti
sanguinosi del feuilleton si inchinano a un’ironica, paradossalmente
lieve fantasia femminile. Diversamente dai suoi ascendenti e
discendenti, Diabolik è bello, tale quale all’attore hollywoodiano
Robert Taylor la cui fotografia spicca in casa editrice; svaligia banche
e musei, fa saettare coltelli e manovra congegni avveniristici,
seminando cadaveri ma per lo più evitando la violenza gratuita; non usa
droghe, non ha superpoteri; domina grazie all’intelligenza e a
prodigiose maschere di sua invenzione. Ma spesso finirebbe male senza
l’amata Eva Kant, specialista nel salvarlo in extremis e incline a
esigere parità assoluta. Il crimine si rivela così un progetto di
coppia, il suo humus è un tenero ménage. La base operativa si
dissimula fra pareti spartane o lussuose ma sempre domestiche, varcate
le quali l’arcicattivo si riconverte in onest’uomo che non tradisce,
non beve, non sporca. non è geloso dell’automobile, riempe la casa
di diamanti. Quale miglior marito all’epoca? Stella dell’Astorina e padre degli altri
superkriminali, Diabolik colleziona sequestri, un film, varie analisi
di costume, conquistando il titolo di spartiacque nella storia del
fumetto. Tipico prodotto anni Sessanta, li oltrepassa con agio: perché
gradatamente le Sorelle lo introducono ai temi della cronaca e della
politica, innanzitutto divorzio, aborto, femminismo; diventate autrici
di culto, si guardano bene dal rinnegare il primato dell’evasione e
della coerenza narrativa. Oggi, spazzati via i rivali di allora dalle
nuove mode e talenti, Diabolik ammicca dalle edicole e si riproduce
negli Oscar. Ha un Fan club e un sito Internet. Una in cielo, una in
terra, le Sorelle hanno di che rallegrarsi. |