Anna Frank

La storia di Anna non è come quella delle altre donne famose. Per un semplice motivo: a lei non fu concesso di diventare una donna. Nata nel 1929 a Francoforte sul Meno, era una vivace ragazzina tedesca. Come tutti gli ebrei, durante la dittatura nazista dovette subire privazioni e restrizioni: non poteva frequentare le scuole regolari, entrare nei locali pubblici né salire sugli autobus ed era costretta a portare cucita sugli abiti una stella gialla, che distingueva gli appartenenti alla razza ebraica.

Con il tempo, gli assurdi limiti alla libertà degli ebrei si trasformarono in persecuzione. Così Anna, che era figlia di commercianti ebrei rifugiatisi in Olanda all’inizio della guerra, dovette nascondersi. Insieme al padre, la madre e la sorella Margot si rifugiò in una soffitta per sfuggire alla Gestapo, la polizia nazista. Vissero nascosti due anni insieme ad altri perseguitati, la famiglia Van Daanz; in tutto erano in otto.

Anna, che aveva appena tredici anni, iniziò a tenere un diario, nel quale raccontava la sua vita di tutti i giorni, sotto forma di lettere a un’amica immaginaria di nome Kitty. A lei raccontava i momenti allegri e quelli tristi, si arrabbiava per le incomprensioni con i genitori, parlava della sua amicizia con Peter, il ragazzo di quindici anni che viveva con loro nella soffitta. Anna purtroppo non riuscì a finire il suo diario: il 4 agosto 1944 la polizia fece irruzione nel nascondiglio. Il diario di Anna, bruscamente interrotto, rimase nella soffitta.

Lei fu deportata nel lager di Bergen-Belsen, dove morì otto mesi dopo per le privazioni. Alla fine della guerra il padre di Anna, unico sopravvissuto della famiglia Frank, trovò e pubblicò il diario, che fu tradotto in trentadue lingue: cosi tutto il mondo conobbe le vicende e il coraggio di questa ragazzina.

 

Dal diario di Anna Frank :

 “Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura...”

“Se possiamo salvare la vita di qualcuno, tutto il resto è secondario...”

“Ogni giorno sento che la mia mente matura, che la gente attorno a me è buona. Perché dunque dovrei disperarmi?”

“Debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno ancora attuabili...”

 

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