ILARIA  ALPI

Chi era Ilaria Alpi? Una domanda come questa e il ricordo di molti va alla vicenda di quel tragico 20 marzo 1994 che ha messo fine alla sua vita e a quella dell'operatore Miran Hrovatin, in una strada centrale di Mogadiscio. Ma vale la pena non fermarsi a questo dato cronologico, dietro la sua freddezza e crudeltà resta una vita e una morte su cui non è inutile interrogarsi domandandosi fino in fondo chi era Ilaria Alpi e che cosa l'aveva spinta ad interessarsi alla Somalia fino a trovarvi la morte.

Ilaria Alpi era una giornalista, una giornalista coraggiosa con la mente in Europa e il cuore in Africa. Aveva studiato a Roma dove si era laureata in lingue straniere, poi dal 1986 il soggiorno in Egitto per ben tre anni, infine nel 1989 l'ingresso in RAI nella redazione esteri del TG3. Queste sicuramente le tappe più importanti della sua formazione caratterizzata da un grande interesse per l'Africa e le culture africane, che la conoscenza della lingua araba le aveva permesso di approfondire. Una formazione controcorrente se paragonata a quella di molti giovani della sua e di altre generazioni più interessati a ciò che accade in occidente e sempre piuttosto distratti su quanto avviene nei paesi del Sud del mondo.

Ilaria criticava severamente un certo tipo di atteggiamento, un errore storico degli occidentali sempre pronti a giudicare l'oriente con i propri parametri, partendo dal presupposto che la cultura dell'ovest sia necessariamente migliore e più giusta. Di loro diceva: "Visitano questi paesi come se andassero allo zoo, rifiutandosi di capire". Per lei invece capire era essenziale, anche le forme più estreme di quelle culture, come l'integralismo islamico, che negli ultimi tempi della sua vita aveva studiato per comprendere che cosa vi fosse alla radice di quel movimento.

Di Ilaria Alpi giornalista resta un immagine simbolo, una mano che regge il microfono e intervista nei luoghi più svariati le persone più diverse. Tutti i primi piani sono dedicati agli intervistati, di lei neanche un immagine. Spesso i genitori la rimproveravano: "Fatti vedere, così vediamo come stai", ma la sua risposta era sempre la stessa "La TV non è fatta per me, ma per le persone che intervisto". Uno stile nitido fatto di pudore e antidivismo, proprio nell'epoca dell'immagine veicolata dalla TV spettacolo, ma che non rinuncia ad andare in fondo alle cose e ai problemi toccando le corde nascoste e spesso pericolose della verità.

Proprio in nome della verità Ilaria si reca in Somalia nella primavera del 1994 . Di Somalia era un esperta, vi era già stata diverse volte come corrispondente del TG3, per seguire l'operazione "Restore hope". Ma per l'ultima spedizione l'obiettivo è diverso: Ilaria stava indagando sui misteri della cooperazione italiana in Somalia e aveva scoperto un buco di centinaia di miliardi. In uno dei suoi taccuini si legge un annotazione: " Che fine hanno fatto i 1400 miliardi della cooperazione italiana in Somalia?" Per scoprirlo Ilaria vola a Mogadiscio con il cameraman Miran Hrovatin. La pista che segue la porta a Bosaso dove intervista il sultano Moussa Bagor, poi il ritorno a Mogadiscio per un ultimo appuntamento, quello fatale con la morte. Un gruppo armato nel centro della città circonda la macchina su cui viaggiano Ilaria e Miran; Miran siede davanti è colpito subito a morte, Ilaria incolume dopo il primo attacco si copre la testa con le mani in un disperato tentativo di proteggersi, un colpo sparato a bruciapelo la uccide.

Come la vita così anche la morte di Ilaria Alpi sollecita numerosi interrogativi. Perché è stata uccisa ? Che cosa aveva scoperto?  Perché i servizi segreti e le autorità militari hanno detto il falso e ostacolato le indagini? L'unica cosa chiara è che Ilaria Alpi ha trovato la morte in un attentato organizzato per impedire che divulgasse quanto aveva scoperto. Purtroppo fino ad ora è questa l'unica certezza di tutta la vicenda, la verità dell'attentato giace ancora in fondo al mare torbido della cooperazione italiana. Le domande si moltiplicano ma ancora oggi sono senza risposta. I nomi di chi ha ordito la trama del complotto restano un incognita, una X senza volto. La storia dell'uccisione di Ilaria e Miran è un altro muro di gomma all'italiana contro cui rimbalza ogni tentativo di raggiungere la verità. Amaro destino per chi come Ilaria amava la verità e di essa aveva fatto la ragione principale del proprio lavoro e della propria vita.

Eppure la vita e la morte di Ilaria Alpi non sono passate invano, ci ricordano che non tutte le forme di cooperazione sono positive, alcune non sono altro che corruzione e malaffare. Tutta la vita di Ilaria esprime un invito: liberarsi dai pregiudizi, saper guardare lontano, proprio come faceva lei in quella bella immagine filmata di nascosto da Miran sulla spiaggia di Bosaso, intenta ad osservare il mare forse alla ricerca di quella verità che oggi dopo anni  dalla sua morte è ancora doveroso continuare a cercare.

 

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