Osservare le comete


QUALCHE STRUMENTO MIGLIORE DELL'OCCHIO NUDO?

Le comete hanno dato sempre grandi soddisfazioni a coloro che hanno avuto la possibilità di osservarle, anche semplicemente senza l'ausilio di strumenti ottici ma con i soli occhi. Inoltre gli scopritori di molte comete sono stati, e continuano ad essere, dilettanti che scrutano il cielo al tramonto e all'alba. Perchè i dilettanti scoprono molte comete?

Semplice! La passione che guida le osservazioni unita all'uso di un buono strumento più un cielo buio sono le condizioni necessarie alla realizzazione di questa "ricerca". I ricercatori non hanno così tanto tempo come gli astrofili per passare il tempo a scrutare il cielo. Questo è il segreto!


RICERCA DELLE COMETE

Non basta però la passione e la volontà se manca la strumentazione. Per la ricerca delle comete l'ideale è un binocolo con lenti di grandi diametro. Ad esempio un binocolo con lenti di 120 mm di diametro è il meglio che si possa desiderare per la ricerca di comete. Un binocolo, inoltre, è migliore di un telescopio con apertura analoga o anche di poco superiore poichè offre un ampio campo di vista. Infatti il campo di vista è un altro degli elementi essenziali per poter sperare di individuare una nuova cometa. Un telescopio non potrà mai offrire un campo ampio quanto quello di un binocolo e quindi non potrà mai mostrare una zona ampia di cielo con oggetti deboli. Spero che sia chiaro perchè il binocolo è la scelta ideale. In ultima analisi, ma non per importanza, il cielo. Per la ricerca di nuove comete, ed a volte anche per la semplice osservazione delle comete più deboli, è di fondamentale importanza l'oscurità del cielo e la trasparenza. L'inquinamento luminoso deve essere ridotto al minimo o assente per non vanificare gli sforzi della vista alla ricerca visto che la leggera luminosità della cometa sarebbe subito inglobata nella luminosità del fondo cielo. Quindi cielo buio strettamente necessario. Ogni nuova cometa scoperta viene designata con una sigla temporanea comprensiva dell'anno di scoperta. Successivamente assume i nomi degli scopritori che non possono superare il numero di tre unità. Tipico esempio di ciò è la cometa Hale-Bopp scoperta da Hale e Bopp appunto.

Per quel che riguarda la semplice osservazione delle comete (non la ricerca) si può dire che le migliori scelte sono gli occhi o un binocolo. In questo caso un telescopio potrà essere utile per osservare i particolari della chioma e del nucleo ma non permetterà mai di vedere la cometa nella sua interezza. Basti pensare che una cometa può arrivare ad occupare molti gradi di cielo e quindi l'utilizzo di un binocolo permette un visione stupenda di tutta la cometa compresa la coda.

Ad ogni modo, visto che le comete vegono a visitarci di rado, bisogna approfittare di quei pochi momenti per utilizzare tutti i modi possibili per godere della spettacolare visione. In media, le comete ben visibili ad occhio nudo arrivano al ritmo di una ogni 10 anni.

 


CONSIGLI PRATICI - RICERCA VISUALE

L'attività di ricerca delle comete è un'opera di esplorazione sistematica condotta di frequente ed estesa a varie zone di cielo con l'obiettivo di trovare oggetti diffusi sconosciuti. La statistica vuole che il tempo necessario alla scoperta di una cometa con il metodo visuale si aggira intorno alle 600 ore di osservazione. Le condizioni necessarie all'inizio dell'attività sono le ottime condizioni di cielo, lontano da inquinamento luminoso e quindi sicuramente lontano dalle città. È indicato stazionare il telescopio lontano dalla sede stradale per evita interferenze causate da fari di auto in transito e perdite di tempo dovute alla curiosità di eventuali passanti. Durante l'osservazione si può montare uno schermo di cartone in prossimità dell'oculare, per evitare alle luci parassite di ridurre l'acuità visiva e che l'osservatore, impegnato ad esaminare ogni grado di cielo con la massima accuratezza, si distragga. Per consultare le carte di riferimento, rispettando l'adattamento dell'occhio alla visione notturna, si utilizza una torcia rossa di bassa intensità.
Altra variabile fondamentale è il periodo della ricerca che deve essere lontano dalle fasi di Luna piena. Rivestono una particolare importanza due periodi del mese lunare in cui le aree di cielo dove maggiore è la probabilità di scoperta divengono osservabili in condizioni di completa oscurità. L'inizio del periodo senza Luna permette di esplorare zone rimaste precluse per un paio di settimane, durante le quali una cometa potrebbe aver raggiunto la soglia di osservabilità (non di rado il tasso di incremento della luminosità di comete osservabili con telescopi amatoriali raggiunge le 0,5 magnitudini in 10 giorni). Il primo periodo interessa la ricerca serale e inizia 2-5 giorni dopo la Luna Piena, quando si rendono accessibili le zone di cielo a est del Sole. Il secondo riguarda la ricerca mattutina, che si effettua già a partire dall'Ultimo Quarto per rilevare eventuali comete brillanti (mv < 8-8,5), potenzialmente visibili anche con il cielo rischiarato dalla Luna, e si completa con la nuova esplorazione in condizioni di completa oscurità, dopo la Luna Nuova. Le aree controllate al mattino sono situate a ovest del Sole ed è molto importante garantirne l'esplorazione assidua poiché in esse vi è statisticamente la maggiore probabilità di scoperta.
Cacciare comete non significa trascorrere notti intere a osservare, magari concentrate nel week-end, bensì esplorare sistematicamente con la massima frequenza, indipendentemente dal giorno della settimana e da altri impegni contingenti, nelle 2-3 ore serali, dopo il crepuscolo, o mattutine, prima dell'alba. Le orbite delle comete, caratterizzate da elevata eccentricità, le rendono brillanti in vicinanza del Sole, ed è fra 30° e 90° di elongazione dal Sole che si ha il maggior numero di scoperte visuali. Sono zone di cielo sempre prossime agli orizzonti, dove osservare è difficoltoso per la scarsa trasparenza atmosferica e a causa del periodo di tempo limitato in cui rimangono accessibili. In esse, solo raramente si scoprono comete più deboli dell'undicesima magnitudine: nella maggior parte dei casi si rinvengono corpi celesti di nona grandezza. Il telescopio ideale per la caccia in queste aree di cielo dovrà quindi per metterci di vedere comete sino alla nona-decima grandezza (apertura 10 a 20 cm) e disporre di un supporto adatto all'esplorazione in prossimità dell'orizzonte, dove la rotazione terrestre e la necessità di completezza e controllo impongono l'impiego di montature altazimutali.


CONSIGLI PRATICI - LA RICERCA FOTOGRAFICA

 

Esclusa la ricerca fotografica al telescopio, inadatta per i lunghi tempi di posa e i piccoli campi inquadrati, rimangono al dilettante le interessanti possibilità offerte dalle camere Schmidt e dai teleobiettivi.

Le Schmidt di 15-20 cm di apertura, per luminosità, ampiezza del campo inquadrato e qualità delle immagini, sono strumenti idonei; il loro costo è però ragguardevole e la disponibilità di mercato scarsa. Loro tipici difetti sono la limitata praticità e i problemi conseguenti alla macchinosa manipolazione della pellicola; richiedono inoltre montature un po' ingombranti, sempre scomode per chi non dispone di una postazione fissa.

I teleobiettivi fotografici per reflex formato 35 mm offrono la soluzione migliore: sono facilmente reperibili, luminosi, compatti, di buona praticità d'uso e con costi relativamente limitati. Quelli con focale sino a 300-400 mm, se montati su inseguitori automatici, con esposizioni brevi, non richiedono neppure la guida. La tabella qui sotto riporta alcune caratteristiche dei teleobiettivi.

È consigliabile utilizzare pellicole rapide per contenere i tempi di esposizione, ma si dovrà esporre almeno due fotogrammi per ogni campo, meglio se a 30-60m l'uno dall'altro, per eliminare i difetti delle emulsioni, che sono sempre presenti e provocano falsi allarmi in fase di controllo. Il tempo di esposizione sarà il più breve possibile e comunque verrà determinato empiricamente in funzione delle condizioni del cielo e della magnitudine limite che si intende raggiungere.

Per la ripresa di decine di fotogrammi per ogni notte di osservazione si useranno pellicole economiche che forniscono buoni risultati senza richiedere laboriosi processi preliminari (come l'ipersensibilizzazione) e che si possono agevolmente sviluppare in casa, per comprimere i tempi tra la ripresa e l'esame dei fotogrammi. In genere, si impiegano pellicole bianco/nero (tipo la Kodak T-Max 400), ma alcuni cacciatori preferiscono le diapositive a colori (come la Scotch Chrome 400): a parità di sensibilità, queste forniscono immagini da esaminare positive e inoltre con il colore possono aiutare a identificare la natura dei corpi celesti fotografati.


CONSIGLI PRATICI - L'USO DEL CCD

I CCD sono i più moderni ed efficienti rivelatori disponibili in astronomia, oggi anche alla portata degli astrofili. Si comportano come fotocamere estremamente efficienti nel registrare sorgenti celesti deboli, in tempi brevi. Le considerazioni valide per la ricerca fotografica valgono anche per la ricerca con CCD, seppure con qualche significativa distinzione.

I CCD, per l'elevata sensibilità, permettono di riprendere oggetti più deboli e in minor tempo rispetto alla fotografia; sono in grado di mitigare l'effetto dell'inquinamento luminoso e della mediocre trasparenza in prossimità dell'orizzonte, risultando pertanto utilizzabili nelle regioni controllate dai cacciatori visuali. Il problema che tuttora inibisce il passaggio in massa verso la nuova tecnologia è costituito dalle dimensioni ridotte dei sensori disponibili (quelli a prezzi ancora ragionevoli). Il problema non è trascurabile poiché un piccolo CCD significa un piccolo campo visivo e ciò si traduce in una minore probabilità di scoperta.

In attesa di sensori più grandi, che certo non tarderanno a rendersi disponibili, ecco che cosa permettono gli odierni CCD. Iniziamo dal campo inquadrato: con un sensore economico da 6X4 mm di lato e un obiettivo di 50 mm di focale (il "normale" di molte fotocamere) si inquadra un campo di circa 5°x7°; con 20s di posa otteniamo immagini sufficientemente "profonde" per il nostro scopo. Su queste immagini, visualizzabili in certi casi direttamente su un monitor televisivo senza bisogno del computer (non elaborate per non perdere tempo prezioso ed esaminate subito dopo la ripresa), un osservatore allenato è in grado di individuare oggetti diffusi sino alla nona magnitudine a patto che le dimensioni apparenti non siano troppo ridotte. Siamo a livelli di profondità della ricerca leggermente inferiori a quelli visuali con piccoli telescopi (15 cm).

Con un obiettivo di 200 mm di focale si raggiungono già risultati lusinghieri, paragonabili a quelli di un osservatore visuale dotato di telescopi di 35-40 cm di apertura; il tempo di posa passa a circa 1,5m, mentre il campo visivo precipita a 1° x 2°, con prevedibili conseguenze sull'efficacia del sistema.

Già c'è chi immagina l'epoca del monopolio CCD anche nel settore della ricerca di comete; ma non è detto che valga la pena di impegnare oggi ogni energia in un campo che è ancora immaturo e probabilmente non competitivo con i sistemi tradizionali. Può sicuramente intraprendere un programma CCD, l'unico efficace in presenza di inquinamento luminoso, chi non è disposto a recarsi a osservare in luoghi isolati e bui. Se lo si adotta, allora si modifichi la filosofia di ricerca: al posto di controllare ampie aree di cielo, si miri ad approfondire il controllo su zone limitate nella speranza di incrociare una cometa debole non rilevabile con altre tecniche. R.A. Tucker, con una tecnica di questo tipo nell'ambito di un programma di ricerca di asteroidi, ha scoperto la cometa LONEOS-Tucker, P/1998 QP54, in un tempo incredibilmente breve!


Buone osservazioni !


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