Lamette da barba: Lamettofilia

Un articolo di Serafino Pisanu, responsabile del settore dedicato alle lamette di Collezionismo sa Lolla.

  

Qualunque collezionista sa bene quanto sia difficile spiegare il perchè si sia tanto appassionato a ciò che costituisce l'oggetto della propria raccolta. Forse è questione di cromosomi, forse si tratta di una sorta di malattia... l'effetto è comunque che, in breve, ci si ritrova talmente coinvolti da dedicare tutto il tempo libero possibile alla ricerca, alla  catalogazione, allo studio e all'esposizione in bella mostra della propria collezione.

Le lamette da barba credo siano uno dei tipi di collezionismo più coinvolgenti. La ragione? Forse, con tutti quei colori, quelle illustrazioni un po' fuori moda, inconsciamente riportano ai tempi dell'infanzia, alle prime raccolte di figurine o francobolli, alle ingenue pubblicità anni '50.  

E in realtà, della loro realizzazione grafica si sono occupati importanti artisti come lo stesso Gino Boccasile, famoso illustratore.

        

Un'altra delle molle che spingono ad appassionarsi così fortemente a questo genere di collezionismo (considerato a torto "minore") potrebbe consistere anche nella possibilità di dare, attraverso queste piccole ma affascinanti immagini, un'occhiata anticonvenzionale e molto viva alla nostra storia e a personaggi e miti del nostro recente passato, che perdono in questo modo i contorni e i significati a volte tristi e dolorosi (per esempio quelli legati alla guerra) e curiosamente assumono il morbido e variopinto aspetto di un qualche libro illustrato per bambini. 

Ancora: attraverso le lamette da barba è possibile studiare come si sia evoluta in pochi decenni la proposta pubblicitaria in Italia. 

Oggi alcune immagini ci possono far sorridere, ma per la mentalità dell'epoca doveva essere  una mossa dirompente ricorrere all'immagine di qualche affascinante "bellezza" per strappare acquirenti alla concorrenza.

In tempo di guerra ci si appellava al patriottismo , poi alla passione sportiva e persino alla dea bendata (che avrebbe dovuto favorire il fortunato giocatore della schedina abbinata a una determinata marca).

Certo possono sembrare approcci un tantino infantili, ma si tratta comunque dei primi passi del moderno marketing, diventato oggi ben più smaliziato e soffocante. 

E infine c'è il fascino della "caccia al tesoro", che accomuna un po' tutti i collezionisti, ma in modo particolare quelli appassionati di lamette. Sono un genere di oggetto ormai passato in disuso, quindi difficile da trovare. E poi c'è la ricerca del fantomatico "pezzo unico", quello che si conosce solo per sentito dire, diventato quasi una leggenda. 

Un tempo era relativamente facile trovarne, nei vecchi negozietti di paese o nei cassetti del nonno pieni di cianfrusaglie. Oggi non rimane che aggirarsi speranzosi nei mercatini della domenica, pieni di meraviglie sbeccate e polverose, oggi rivalutate per la necessità si sfuggire all'anonima standardizzazione industriale. Oppure ci si tuffa nella rete, nuova grande possibilità per contattare collezionisti in tute le parti del mondo e ritrovare magari il magico pezzo raro, sparito dalla circolazione e finito (chissà perchè) oltre oceano.

Serafino Pisanu

Un ringraziamento al signor Sergio Crippa, che con la sua stupenda collezione ha reso possibile  l'illustrazione dell'articolo.