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INTERVENTO ALL'INCONTRO CON LE MATRICOLE DI GIURISPRUDENZA DEL COLLETTIVO "STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA" NAPOLI, GIOVEDI' 19 OTTOBRE 2000 ORE 11 FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA, VIA PORTA DI MASSA 32. Studenti e studentesse, docenti e intervenuti a questa assemblea, sono Mauro Buono, portavoce del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta". Volevo subito ringraziare il preside della facoltà di Giurisprudenza, il professore Luigi Labruna, per aver accettato la nostra richiesta di poter intervenire in questa importante giornata e poter esprimere le nostre idee. Agli studenti e alle studentesse voglio dire subito che inizierà per voi un percorso difficile, nel quale dovrete affrontare ostacoli di qualsiasi genere rappresentati dalla "riforma" Zecchino, da noi battezzata controriforma, visto che non è affatto a favore degli universitari, dalla mancanza di un diritto allo studio, e di una didattica che in questa facoltà non è a misura di studente. La controriforma Zecchino si inserisce in un quadro più ampio, quello europeo; importanti sono gli accordi di Bologna e Sorbona che "propongono di istituire uno spazio europeo dell'istruzione superiore articolato in due cicli finalizzati a realizzare la mobilità internazionale degli studenti e la libera circolazione dei professionisti e ad ottenere il libero riconoscimento dei titoli di studio". Tradotto vuol dire che tutto il sistema europeo "si arma" per competere con altri sistemi (Usa e Giappone) e per far questo dopo aver riformato il sistema politico, amministrativo e legislativo, deve riformare il tassello più importante, l'istruzione superiore, in un gioco virtuoso in cui ogni potere o istituzione è asservita alle esigenze del mondo produttivo. Il modello europeo è competitivo se ogni ente, istituzione, potere, è concepito, organizzato secondo le esigenze delle imprese operanti nel mercato globalizzato. L'abbiamo detto alla conferenza stampa del 27 settembre: l'Università diviene "ancella" del sistema produttivo delle imprese, cioè meritocrazia, dura selezione e formazione e ricerca adeguate allo sviluppo delle imprese. Elementi che ritroviamo tutti nella controriforma Zecchino. "Ora i laureati saranno competitivi sul mercato del lavoro" con questo slogan neoliberista ha esultato il capo del governo Amato. "I ragazzi studieranno di notte - ha aggiunto Zecchino - non andranno a ballare, ma se vogliono hanno una chance…Per quanto riguarda l'accesso al biennio per conseguire la laurea di secondo livello - continua Zecchino - ci saranno altre prove più rigide e selettive: il filtro sarà netto e definitivo, senza possibilità di trascinarsi i debiti formativi". Tessitore non è da meno: "è compito dell'università formare - dice il Rettore della "Federico II" - un laureato flessibile, di buona qualità, un buon prodotto per il mercato del lavoro". Non siamo più studenti, ma prodotti! La controriforma consiste nel superamento di un piano di studi nazionale attraverso il riconoscimento agli Atenei del potere di dotarsi di propri ordinamenti didattici nei limiti di una cornice nazionale che prevede: diversi livelli di formazione; l'introduzione dei crediti; aumento del potere delle università e dei Rettori; creazione di 42 classi di lauree e di 100 specializzazioni. Gli effetti che l'autonomia didattica produrrà saranno devastanti: proprio l'ispirazione di fondo (avvicinare l'università al mondo delle imprese) ha comportato la previsione nel regolamento di sbarramenti o test di preselezione per l'acceso ai corsi per le lauree di base e alle lauree specialistiche, funzionali all'ingresso delle professioni più importanti e prestigiose, relegando la maggioranza degli studenti alla laurea triennale che offre sbocchi lavorativi precari e flessibili. La futura classe dirigente si formerà con la lauree specialistiche e i titoli ulteriori e riguarderà i pochi che saranno in grado di superare dure selezioni, che sapranno ottenere la compiacenza dei docenti nelle prove di accesso. Insomma il legame che si instaurerà tra Università e impresa comporterà la progressiva scomparsa di ogni forma di controllo democratico della gestione dei saperi e della formazione, a favore del profitto contro gli interessi degli studenti e delle studentesse e del popolo: la controriforma Zecchino è vecchia di 30 anni e riporterà la condizione degli universitari ad una situazione pre-sessantottina! Collegato alla controriforma Zecchino è certamente il decreto n.537/99, ossia le scuole di specializzazione per le professioni legali a numero chiuso, a pagamento e obbligatorie per tutti coloro che vorranno accedere ai concorsi di magistratura, avvocatura e notariato, così come dichiarato da Zecchino al "Corriere della Sera" del 14 aprile scorso e confermato dall'art.3 comma 5 del regolamento sull'autonomia didattica che nel definire la laurea specialistica afferma l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l'esercizio di elevata qualificazione in ambiti specifici. Nostro compito sarà quello di riprendere le lotte dello scorso anno con il "Comitato contro le Scuole di Specializzazione" affinché esse siano o inglobate nel titolo di laurea o siano pubbliche, gratuite e ad accesso facoltativo. Ai ragazzi del primo anno rivolgiamo un invito a lottare e mobilitarsi per un reale e concreto diritto allo studio, perché attualmente esso è soltanto un diritto sulla carta, mentre nella pratica è inesistente. Il quotidiano "La Repubblica" ritiene che l'Università "Federico II" sia tra le migliori allo stesso modo in cui i dirigenti dell'Edisu ritengono che l'Ente per il diritto allo studio fornisca più servizi rispetto agli altri. La realtà è un'altra: si informatizza l'università e malgrado ciò migliaia di laureati si ammassano presso le segreterie per presentare le domande di accesso per le Scuole di specializzazione per l'Insegnamento, in balia dei ritardi e dell'inefficienze della burocrazia; si sbandierano le sorti "progressive" della "riforma" Zecchino mentre è prevista la chiusura di mense e studentati (i già miseri 293 posti letto per una platea di 100mila studenti). Il Collettivo si è già mobilitato in giugno assieme agli altri collettivi universitari, riuniti nel "Coordinamento dei Collettivi Universitari Napoletani", protestando a più riprese contro l'Edisu, il cui responsabile è Adolfo Maiello. In mancanza di posto alloggio, i fuorisede dovranno fare i conti con l'aumento del 15% dei fitti, contro la vergognosa chiusura delle residenze universitarie per due anni senza valide alternative, portata avanti dalla nuova giunta di Bassolino e di Luigi Nicolais, assessore alla Formazione e all'Istruzione; la prossima chiusura della mensa a tempo indeterminato. Ci dobbiamo battere per la costruzione di nuovi studentati, l'ammodernamento di quelli esistenti, per trasporti pubblici e gratuiti per gli studenti napoletani, fuorisede e pendolari, per alloggi gratuiti e vivibili. Chiediamo una drastica riduzione dei costi dei libri (fino a 230mila per un solo esame), un immediato potenziamento delle biblioteche, a partire dalla riapertura immediata di quella di facoltà, l'installazione di computer in numero sufficiente e proporzionale agli iscritti di facoltà e di università, nonché la connessione a Internet nei computer. Lo chiediamo, perché tutti questi servizi sono negati o non sono previsti. Adesso vorremmo approfittare dell'occasione che abbiamo per affrontare con voi l'argomento che più direttamente interessa gli studenti di questa facoltà: la didattica. Chi si è appena iscritto certamente non sa che nella nostra facoltà era stata istituita una commissione per la didattica composta di rappresentanti di docenti e studenti che avrebbe dovuto proporre miglioramenti e aggiornamenti dei programmi di esame, spesso troppo lunghi e dispersivi, difficili e inutili per gli studenti. Questa commissione in un anno di attività ha prodotto un documento (firmato da Pietropinto ed Esposito, rappresentanti degli studenti) vago e talmente insoddisfacente che nemmeno il presidente di quella commissione ha voluto sottoscriverlo: questo documento è uno scritto di omertà che nasconde diverse e gravi situazioni in cui versa la didattica. In sostanza un anno sprecato e nessun miglioramento per gli studenti. Il Collettivo chiede ancora una volta e lo fa pubblicamente di poter entrare assieme alle associazioni di facoltà, nella "Commissione Didattica". Dal quindicinale "Ateneapoli", da diversi interventi in Consiglio di Facoltà e da colloqui che il Collettivo e le associazioni hanno avuto con questi docenti, emerge che i professori Sclafani e Jossa, quest'ultimo presidente della Commissione, hanno lanciato un chiaro appello: far entrare Collettivo e associazioni nella Commissione per far finalmente sentire la voce degli studenti. Cos'è che non va nella didattica? Le maggiori proteste vanno dall'assegnazione delle tesi di laurea e l'atteggiamento a volte addirittura vessatorio di alcuni docenti agli esami. Noi studenti siamo esausti. Non vorremmo più che alle critiche degli studenti che esprimono il loro disagio e le loro idee si risponda come fa il professore di Diritto del Lavoro, Rusciano, che afferma "gli studenti vogliono la lezione liceale". Tra le denunce da noi raccolte va sottolineato la difficoltà nell'assegnazione delle tesi di laurea. Va detto agli studenti che esiste un regolamento di facoltà che vieta che si fissino limiti di voto all'assegnazione, come ad esempio il limite della media del 28/30 praticato da alcuni docenti. Questo comportamento sarebbe al limite dell'illecito e comunque sicuramente antistudentesco, visto che per laurearsi è necessaria la tesi. A proposito degli esami vi accorgerete subito purtroppo a vostre spese che a volte non basta studiare molto per avere un buon voto; perciò denunciamo la pratica della visione del libretto prima e dopo l'esame, cosicché chi ha voti alti ai primi esami viene sempre favorito e chi ha avuto problemi al primo anno non riesce, nonostante gli sforzi, a migliorare la propria situazione. Veramente non riusciamo a capire quale sia l'utilità didattica di un tale controllo e di questa discriminazione. Studenti e studentesse! E' necessario mobilitarsi contro la cosiddetta "riforma" Zecchino, le scuole di specializzazioni per le professioni legali, contro una didattica ingiusta e non a misura di studente, per un diritto allo studio reale e concreto. Costruiamo Comitati di Lotta unitari che riuniscano su questi temi tutti gli studenti e le studentesse di facoltà e universitari, nella obiettivo finale di una Università pubblica, gratuita e governata dagli studenti e dalle studentesse!
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