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INTERVENTO DEL COLLETTIVO "STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA" ALL’INCONTRO PUBBLICO "LA SOCIETA’ DEI MINORI, LA SOCIETA’ DEI DEBOLI" - NAPOLI, LUNEDI’ 10 MAGGIO, ORE 10 - ISTITUTO UNIVERSITARIO ORIENTALE, AULA B PALAZZO SFORZA 1° PIANO, VIA S.G.M. PIGNATELLI, 15.

Presenti al dibattito,

mi presento, sono Mauro Buono, portavoce del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta", nato il 19 febbraio scorso dopo più di un anno di lotte studentesche contro le riforme (ma si dovrebbe dire controriforme) universitarie. Il Collettivo si propone, e lo ha ribadito nel dibattito pubblico del 13 aprile da esso stesso organizzato, di combattere per un’Università pubblica, gratuita e governata dagli studenti e dalle studentesse, chiedendo quindi l’abolizione degli organi collegiali. Il Collettivo è qui oggi per ribadire il suo "No" alla riforma "Folena", una delle peggiore riforme che siano state varate negli ultimi dieci anni e, cioè, da quando è entrata in vigore la controriforma Ruberti (l.341/90) che ha introdotto la privatizzazione e l’aziendalizzazione all’interno degli Atenei italiani. La proposta di legge cosiddetta "Folena", così denominata perché tra i firmatari di spicco (tutti del PDS, tranne Altea dei "Comunisti Unitari") c’è l’ex responsabile giustizia del PDS Folena, nonché i qui presenti Siniscalchi, anch’esso eletto nelle liste di sinistra, e Lucidi dei "Cristiano Sociali". Una proposta di legge osteggiata non poco dal movimento degli "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" che l’anno scorso, un po’ per il fallimento della Bicamerale, un po’ per le continue proteste e sit-in di facoltà, sono riusciti a bloccarla. La "Folena" (presentata il 21 marzo 1997) consiste, cito testualmente l’introduzione, nella "istituzione di una Scuola Nazionale di Giustizia per la formazione di avvocati e magistrati" per frenare "il crescente numero di iscritti negli albi degli avvocati". All’art.5 i firmatari non si fanno scrupoli asserendo che alla "Scuola nazionale di giustizia possono accedere i laureati in giurisprudenza (....) che abbiano conseguito la laurea con votazione non inferiore a 102/110". E all’art.6 la proposta introduce il numero programmato con la sbarramento del 5% di coloro che riescono a superare l’esame di ammissione. Una vergogna. La "proposta Folena" è attualmente in discussione in Commissione giustizia in sede referente: l’approvazione può avere luogo da un momento all’altro, anche se la sottosegretaria al ministero di Grazia e Giustizia Maretta Scoca, in un dibattito del 17 aprile organizzato a Napoli dall’Euripe, ha affermato che tutte le proposte sulla giustizia e sull’Università "verranno discusse dopo la guerra". Questa "riformaccia" in fieri va quindi bloccata ed è dovere dei firmatari ravvedersi sui criteri meritocratici, selettivi e antidemocratici che costituiscono l’ideologia ben chiara della "Folena", aprendo un confronto con i diretti interessati sui temi dell’Università pubblica e gratuita, perché non si può accettare la privatizzazione dell’istruzione sotto qualsiasi forma né le preclusive "Scuole di Specializzazioni", obbligatorie, a numero programmato e a pagamento. L’Università deve essere concepita come servizio sociale e non come fonte di introiti per lo Stato e di profitto per l’imprenditore di turno; va quindi abrogata la legge n.537/93 che introduce il sistema di fasciazione: non tasse specifiche, quindi, ma imposte ordinarie!

Approfittiamo qui per ribadire tutto il nostro disgusto per il disegno di legge presentato lo scorso 7 maggio alla Camera sulla legittimità del numero chiuso da parte del ministro Zecchino. Su questo governo quindi pende la spada di Damocle della protesta universitaria e studentesca: in caso di approvazione di questi disegni o proposte discriminatorie, il nostro Collettivo (e non credo solo il nostro) non se ne starà impassibile, anzi. Lo abbiamo dimostrato con i fuorisede che hanno respinto gli arroganti provvedimenti dell’Edisu e di Gallo, Assessore alla Formazione e all’Istruzione della Regione Campania, sulla decurtazione delle già basse borse di studio e dello spostamento della sede degli studenti a Portici. Lo dimostreremo ancora se questo governo che si dice di "sinistra" farà orecchie da mercante con gli studenti e delle studentesse del Sud, già martoriati dalle condizioni sociali di abbandono e, soprattutto, dalla disoccupazione che solo a Napoli, tocca quasi il 30% (esattamente, secondo i dati ISTAT, il 28,7%). Grazie.