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Intervento all'assemblea generale del 19 dic. 2000. SUL DIRITTO ALLO STUDIO.

 

Studentesse e studenti, quest'assemblea è un momento molto importante per tutti gli studenti e per tutti quelli che come noi credono negli strumenti della democrazia diretta. Questo per noi è un primo passo verso una grande mobilitazione per la rivendicazione dei nostri diritti; perciò domani andremo tutti alla manifestazione e chiederemo di essere ricevuti dalla giunta regionale. È venuto il momento di far sentire la nostra voce perché le condizioni materiali di vita degli studenti napoletani e soprattutto dei fuorisede è diventata insostenibile. Prendere casa a Napoli per studiare all'università sta diventando un privilegio per pochi. La ristrutturazione del centro storico della città unita alla riforma delle locazioni private (che dà più potere ai padroni di case) ha provocato l'aumento generale dei canoni di affitto e principalmente di quelli degli studenti a causa della mancanza di studentati. In questa situazione infatti lo studente è un soggetto debole, disposto ad accontentarsi di sistemazioni precarie e a volte decisamente pietose, pagando prezzi altissimi per restare nelle vicinanze dell'università. Ovviamente la maggior parte di loro non ha un contratto registrato e non può chiederlo per paura di essere cacciato di casa. 293 posti-letto su circa 130.000 studenti sono una cifra ridicola! Chiediamo che la Regione e gli EDISU individuino al più presto nuovi edifici da adibire a Case dello Studente, nella zona del centro, e non in località periferiche. Su questo chiediamo impegni precisi e stanziamenti adeguati nel bilancio regionale, altrimenti gli studenti resteranno sottoposti al ricatto di affittuari strozzini che aumentano i prezzi ogni anno!! Siamo stufi dei continui rinvii e dello "scaricabarile" cui siamo stati sottoposti negli ultimi anni da parte delle varie giunte regionali: la giunta Rastrelli, la giunta Losco e il suo assessore competente al Diritto allo Studio Emidio Gallo. Perciò chiederemo che l'assessorato competente si impegni a darci risposte concrete riguardo agli edifici in cui realizzare gli studentati e ai relativi stanziamenti entro un termine preciso. Anche per quanto riguarda le mense c'è poco da essere allegri (e molto da essere incazzati). La mensa centrale che dovrebbe servire tutte le facoltà della Federico II del centro è chiaramente insufficiente e lo dimostrano le file chilometriche che ogni giorno bisogna affrontare prima di mangiare. Inoltre forniscono cibi scadenti in locali squallidi e fatiscenti che spingono molti studenti a rinunciare alla mensa, che del resto non è gratuita! Per di più le mense di Napoli forniscono un solo pasto al giorno e solo dal lunedì al venerdì. Come se gli studenti non mangiassero di sera e di sabato e domenica! Quando in passato abbiamo protestato più volte per questo, arrivando fino all'occupazione simbolica degli uffici di via de Gasperi, la dirigenza Ente ha sostenuto che la causa della scarsità dell'utenza. Oggi quest'affermazione è contraddetta dai fatti! La verità è che sono scarse le risorse destinate al servizio mensa: mancano investimenti per una espansione del servizio e per il miglioramento della qualità; la mensa dell'IUO, gestita dall'EDISU2, ha chiuso il turno serale per mancanza di personale! I lavoratori della mensa hanno denunciato questa situazione minacciando lo sciopero contro la prospettiva di chiusura della struttura e chiedendo nuove assunzioni; noi siamo stati e siamo solidali con loro e crediamo che mai come in questo caso gli studenti e i lavoratori abbiano gli stessi interessi e debbano unire le loro lotte. Alla regione e ai dirigenti dell'Ente chiediamo di dirci con chiarezza quali sono le loro intenzioni riguardo alle mense: non vogliamo che il servizio sia dato in appalto a privati ma sappiamo che questa ipotesi è già stata seriamente avanzata. Tanto è vero che già è stato attivata una convenzione con il ristorante "pizza e contorni" di via Sanfelice che fornisce un centinaio di pasti al giorno agli studenti;su questa faccenda vorremo vederci più chiaro, visto che la mensa non è stata ancora chiusa e da un paio di mesi funzionano contemporaneamente entrambi i servizi (peraltro sul sito dell'EDISU non abbiamo trovato riferimenti alla gara d'appalto per questa convenzione)! Per quanto riguarda le borse di studio noi crediamo che le somme erogate non siano sufficienti per le esigenze reali di uno studente fuorisede che prende nel migliore dei casi poco più di sei milioni e mezzo (meno le decurtazioni per la mensa) e spende mediamente fra affitto,bollette,libri e tasse universitarie almeno un milione al mese per vivere appena degnamente, come molti di noi sanno bene. Soprattutto abbiamo già contestato in passato che il numero di borse pagate è ridicolmente basso rispetto al totale degli studenti (circa 8000 su oltre 100000 iscritti) in questo modo essa diventa un privilegio per pochi e non certo uno strumento che realmente permette a chi è privo di mezzi di raggiungere i livelli più alti degli studi. E questo è ancora più grave se poi gran parte delle borse viene erogato a chi i soldi ce li ha ma non li dichiara per non pagare le tasse e si approfitta della scarsità dei controlli (si effettuano su un campione del 5%).Al problema della evasione fiscale si deve rimediare prevedendo controlli a tappeto della Guardia di Finanze e non escludendo a priori chi dichiara un reddito troppo basso, come ha fatto Pasquino che nell'ultimo bando ha inserito una clausola che non permette di ottenere la Borsa di Studio a chi dichiara un reddito inferiore a £10.800.000. Purtroppo ciò è previsto anche dal DPCM 30/4/97 (e per quello che ci risulta anche dal nuovo DPCM in discussione in questi giorni). In questo modo si rischia soltanto di negare la borsa ha chi ne ha disperatamente bisogno! Su questi problemi il nostro collettivo è da tempo impegnato. Noi vogliamo che l'ente per il diritto allo studio funzioni veramente e disponga di risorse adeguate per venire incontro alle esigenze reali degli studenti. Perciò nella nostra piattaforma sul diritto allo studio abbiamo proposto di rinnovare e potenziare il servizio di prestito libri perché sappiamo bene che il costo dei libri di testo è diventato ormai veramente proibitivo per molti studenti ed è questa una delle vie attraverso cui si pratica la selezione di classe all'università! Spendere 200-2500000 lire per un solo esame è veramente troppo, specialmente quando è il professore-barone che pretende l'acquisto del libro (che magari ha scritto lui…). Vogliamo che nelle biblioteche EDISU ci siano tutti i libri di testo, in edizioni aggiornate e in quantità adeguata per il prestito e le fotocopie, in modo che gli studenti possano veramente evitare di doverli acquistare. Abbiamo anche proposto che tramite una convenzione fra EDISU e università si obblighino i signori professori a produrre delle dispense che riassumono le lezioni da loro tenute durante i corsi di mattina; le dispense verrebbero stampate a spese degli EDISU e distribuite gratuitamente agli studenti che ne fanno richiesta. In questo modo si favorirebbero gli studenti che per motivi di lavoro o altro non possono frequentare e in più si obbligherebbe il professore a fare lezione "sul serio" spiegando tutto il programma e attenendosi in sede di esame a quello che ha effettivamente detto e spiegato; in questo modo l'università sarebbe un po' meno esamificio e un po' più un luogo di trasmissione del sapere. Inoltre chiediamo che convenzioni fra gli EDISU e gli enti locali permettano di mettere a disposizione abbonamenti gratuiti per i trasporti urbani ed extraurbani per i pendolari e per tutti gli studenti. Chiediamo che risorse vengano impiegate per offrire agli studenti tariffe agevolate per l'ingresso nei musei, nei cinema e teatro e per ogni altra forma di attività culturale. Chiediamo che i viaggi di istruzione e le visite guidate organizzate dai docenti, anche su proposta degli studenti, siano finanziate dalle università o dagli EDISU. Chiediamo che i viaggi ERASMUS non siano più un privilegio per i ricchi che possono permettersi una vacanza co-finanziata dall'università: perciò chiediamo l'aumento dell'ammontare delle borse e del loro numero. Per realizzare tutto ciò è necessario che lo stato, le regioni e le università decidano di cominciare a investire risorse consistenti per un diritto allo studio reale e concreto, per migliorare sul serio le condizioni di vita degli studenti. Purtroppo la realtà è che lo stato e gli enti locali perseguono una politica totalmente diversa che di fatto aumenta le discriminazioni esistenti. La nuova università è destinata ad accogliere soltanto delle "élites" che riescono ad avere dei voto altissimi o hanno abbastanza soldi per permettersi molti anni di studi. Lo stesso ministro Zecchino si vanta del fatto che con la sua riforma viene sostanzialmente eliminata l'università di massa, che poi in realtà non è stata mai realizzata se è vero che i laureati figli di operai sono meno del 5%. Che senso ha parlare di diritto allo studio per tutti se si pretende che l'università sia finanziata con le tasse degli studenti che oggi raggiungono livelli altissimi in alcune facoltà, tali da impedire veramente l'accesso ai meno abbienti. Anche per questa via si inseriscono sbarramenti, non solo attraverso i famigerati numeri chiusi, che fino a due anni fa erano delle eccezioni incostituzionali e che fra poco diventeranno la regola generale in tutte le università. Questa tendenza è confermata dal nuovo DPCM sul diritto allo studio che disciplina le modalità e requisiti per l'accesso ai servizi non destinati alla generalità degli studenti. Grazie ai compagni del coordinamento dei collettivi delle case romane, che si sono mobilitati e hanno iniziato un confronto su questi temi con il MURST, siamo venuti a conoscenza del testo del nuovo decreto che dovrebbe essere approvato entro gennaio. Si prevedono nuovi sistemi di calcolo dei requisiti per borse di studio e posti alloggio ancora più selettivi per merito di quelli precedenti perché basati sul sistema dei crediti e calcolati in modo da escludere dai benefici gli studenti che non riusciranno a conseguire i crediti necessari entro i tempi rigidamente previsti. Inoltre le borse verranno concesse al primo anno e mantenute negli anni successivi sulla base dei soli requisiti di merito senza ulteriori controlli del reddito. Insomma le borse sono concepite come premi per i meno ricchi fra gli studenti che hanno voti alti e non come un aiuto per permettere ai più bisognosi di essere anche meritevoli. Per di più si prevede esplicitamente che le regioni possano non stanziare somme sufficienti per pagare tutte le borse e viene quindi istituzionalizzata la figura dello studente non assegnatario (cioè di quello che pur avendone diritto non prenderà i soldi). Noi crediamo che le borse debbano essere pagate a tutti sulla base delle sole condizioni di reddito e che vengano mantenute negli anni a condizione del conseguimento di condizioni minime di merito che dimostrino la continuità degli studi e dell'impegno personale. Le somme necessarie per pagare le borse a tutti devono essere predisposte dallo stato che non può lavarsi le mani scaricando tutto sulle regioni. Perciò chiediamo anche l'abolizione della tassa regionale sul diritto allo studio, che attualmente in Campania è di 120000 lire ma probabilmente aumenterà fino a raggiungere i livelli di altre regioni in cui si paga più di 200000lire. È assurdo che le spese che dovrebbero rendere meno dispendioso lo studio universitario vengano addossate proprio agli studenti. Insomma la direzione in cui si muove il governo centrale e si è mossa finora la regione Campania è esattamente opposta a quella che va verso un diritto allo studio reale e concreto. Il diritto allo studio è attaccato ogni giorno da più parti ed esiste solo sulla carta. Siamo consapevoli che non sarà facile farci ascoltare ma non possiamo più aspettare e affidarci alle promesse. I diritti non li regala nessuno, bisogna lottare per conquistarli. Perciò dobbiamo iniziare domani una grande mobilitazione per aprire una vertenza per il diritto allo studio cominciando dal livello regionale per arrivare insieme agli studenti di tutta Italia a far sentire la nostra voce anche a Roma. Quanto più forti saranno le nostre richieste, quanto più determinata sarà la nostra lotta, tanto maggiori saranno i risultati che otterremo. Dipende da noi: è il momento di essere protagonisti!

COLLETTIVO STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA.