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INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA GENERALE DEGLI STUDENTI DI GIURISPRUDENZA DI MARTEDI’ 19 OTTOBRE, ORE 11,00 - AULA COVIELLO VIA PORTA DI MASSA 32, FACOLTA’ NUOVA.

 

Studentesse e studenti,

mi presento: sono Mario del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta", Collettivo nato lo scorso 19 febbraio per contrastare le attuali controriforme in atto nell’Università in generale e nella nostra facoltà in particolare. L’anno scorso il Collettivo, in contemporanea con altre mobilitazioni in facoltà di legge sparse nel nostro paese, è riuscito a spazzare via il famigerato "disegno di legge Folena" (ex responsabile giustizia del PDS) che introduceva lo sbarramento del 102/110 di voto di laurea per chi avesse voluto affrontare i già impegnativi esami per diventare avvocato, magistrato e notaio. Quest’anno una situazione simile è stata riproposta dall’attuale governo D’Alema e compagnia brutta, che oltre a "meritare" il titolo di guerrafondaio successivamente al vergognoso intervento dell’Italia nella guerra in Kosovo, ha aggiunto alla sua bacheca degli orrori politici quello di alfiere delle controriforme universitarie. La più devastante dal punto di vista del cosiddetto diritto allo studio è stata la legge n.264/99, ribattezzata dal "Coordinamento dei Collettivi Universitari Napoletani" (di cui facciamo parte) "la legge "D’Alema-Zecchino". Essa instaura il numero chiuso in tutte le università italiane, annullando le grandi conquiste studentesche del ’68. Un sistema che abbiamo definito selettivo, discriminante e vessatorio per tutti gli studenti, che ancora una volta sono stati relegati a poco più di comparse all’interno dell’università italiana. In una nota di questa legge viene introdotto il numero programmato con lo sbarramento del 10% per i laureati in giurisprudenza per l’accesso alle scuole di specializzazione per le professioni legali, un filtro quasi indispensabile per diventare un giorno avvocati, magistrati, notai. È perciò necessario e indispensabile promuovere un gruppo o un comitato di studenti e studentesse il più allargato possibile che si riconosca in una piattaforma di rivendicazioni alternative al numero chiuso proposto da questo governo. solo così si potrà spazzare via quella logica del numero chiuso che rappresenta il tassello finale della privatizzazione dell’Università e la conferma della subalternità schiacciante degli studenti: tutto sotto l’egida delle rigide direttive dell’Unione Europea. Noi non staremo certo a guardare; tanto che a fine novembre organizzeremo un incontro-confronto con il preside Labruna sui temi generali e specifici della facoltà. Bisogna lottare per una Università pubblica, gratuita e governata dagli studenti e dalle studentesse, obiettivo che si potrà raggiungere soltanto tramite le assemblee generali che faranno perno sul principio della democrazia diretta. E proprio per questo che non siamo d’accordo su come questa assemblea generale sia stata chiamata, senza un minimo di propaganda informativa e con una piattaforma scarna di contenuti e completamente fuorviante e scorretta da un punto di vista politico. In particolare si prende in considerazione persino la "Commissione Didattica", un progetto che come principio di salvaguardia del diritto allo studio può andare anche bene, ma si perde in un baratro nel momento in cui struttura e organizzazione di questo organo sia gestita da quasi soli professori e sia consultiva, non ha parere vincolanti, cioè la facoltà può fregarsene una volta giunto il lavoro finale alle istituzioni universitarie. Noi siamo per una "Commissione di Lavoro Didattica" a maggioranza studentesca con la collaborazione del personale docente e non docente e che abbia poteri vincolanti dalla facoltà e sia eletta in una Assemblea Generale su di un comune documento di rivendicazione votato palesemente dagli studenti e dalle studentesse di Giurisprudenza.

Studenti e studentesse! Veniteci a trovare ogni venerdì alle 16,00 all’aula studenti al piano terra di questa facoltà o prendete contatti ora con noi per combattere affinché gli studenti diventino i legittimi "padroni" dell’Università.

COLLETTIVO "STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA"