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NO
ALLA CONTRORIFORMA ZECCHINO DELL'UNIVERSITA'!
NO
ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE PER L'ACCESSO ALLE PROFESSIONI FORENSI
VOGLIAMO
IL RITIRO IMMEDIATO DEL DECRETO 537/99!
Entro il 2001 le Università dovranno adeguarsi al nuovo sistema formativo
uscito da un lungo processo di "riforma" durato 10 anni che ha
introdotto l'autonomia finanziaria, amministrativa e didattica. Il
risultato è stato l'aumento indiscriminato delle tasse universitarie,
Università di serie A (più ricche) e serie B (più povere) e
introduzione dei "crediti formativi" che costringeranno gli
universitari ad un maggior numero di ore di lezione, nonché alla
frequenza obbligatoria; di conseguenza gli studenti fuorisede, pendolari e
lavoratori saranno inevitabilmente discriminati. Con la controriforma
Zecchino il periodo di studio aumenterà di un anno (da 4 a 5): avremo una
laurea triennale per la formazione di manodopera intellettuale
dequalificata per il mercato del lavoro precario e flessibile; il laureato
di base per passare alla laurea specialistica dovrà affrontare persino
una verifica gestita dai docenti. Solo con la laurea specialistica,
invece, si potrà accedere alle professioni più qualificanti; per quanto
riguarda l'insegnamento, le scuole di specializzazione sono già attive in
Campania tramite le famigerate "SICSI" ("Scuole
Interuniversitarie Campane per la Specializzazione all'Insegnamento")
a numero chiuso che sono abilitanti per l'accesso all'insegnamento; per
magistratura, avvocatura e notariato sarà indispensabile, invece,
l'ingresso nelle scuole di specializzazione per le professioni legali a
numero chiuso, a pagamento e obbligatorie, regolamentate dal decreto
n.537/99. L'ammissione alla scuola avviene tramite concorso annuale, sulla
base di un numero complessivo di posti disponibili determinato anno per
anno da un decreto ministeriale. La prova consisterà nella soluzione di
50 quesiti a risposta multipla, identici in tutto il territorio nazionale,
su argomenti di diritto civile, penale, amministrativo, processuale civile
e penale. Con questa disposizione concorsuale, il valore legale del titolo
di studio sarà, di fatto, abolito, ovvero la laurea in Legge non varrà
più niente. Il corso di specializzazione è biennale, articolato in un
anno comune alle tre professioni e in un secondo anno di approfondimento
nell'indirizzo giudiziario, forense e notarile. Il diploma di
specializzazione è conferito dopo il superamento di una prova finale che
consiste nella predisposizione di una tesina su argomenti
interdisciplinari. Per l'accesso al lavoro il tempo di attesa sarà quindi
"3+2+2" cui si aggiungono due anni (o addirittura tre) di
praticantato, tra l'altro materialmente incompatibili con i tempi e la
frequenza obbligatoria delle scuole di specializzazione imposte dal
decreto. Insomma non si possono accettare questi criteri selettivi e
discriminatori! Da parte nostra chiediamo il ritiro immediato del decreto
n.537/99 sulle Scuole di Specializzazione: la laurea attuale deve
permettere a tutti i laureati di poter accedere liberamente a tutti i
concorsi e professioni. Per questo va costruito un forte e partecipato
comitato universitario per contrastare le scuole di specializzazione per
le professioni legali a numero programmato, obbligatorie e a pagamento che
abbia come obiettivo una grande manifestazione nazionale da tenersi a Roma
sotto il ministero dell'Università. Il Collettivo "Studenti di
Giurisprudenza in Lotta" è già impegnato in questa importante
mobilitazione: uniamo le nostre forze!
COLLETTIVO "STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA"
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