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INTERVENTO DI STEFANO ALLA II SESSIONE, "LA RAPPRESENTANZA E LE SFIDE DI OGGI" - TRIESTE 11 NOVEMBRE 2000

 

Studenti e studentesse, sono Stefano e parlo a nome del Collettivo "Studenti di Giurisprudenza in Lotta" di Napoli. Le riforme universitarie, da noi ribattezzate controriforme, si inseriscono in un quadro universitario più ampio, quello europeo che, come si legge dagli accordi di Bologna e Sorbona, "propongono di istituire uno spazio europeo dell'istruzione superiore articolato in due cicli, finalizzati a realizzare la mobilità internazionale degli studenti e la libera circolazione dei professionisti e ad ottenere il libero riconoscimento dei titoli di studio". Tradotto vuol dire che tutto il sistema europeo si "arma" per competere con gli altri sistemi (Usa e Giappone) e per far questo dopo avere riformato il sistema politico, amministrativo e legislativo, deve riformare il tassello più importante: l'istruzione superiore, in un gioco virtuoso in cui ogni potere o istituzione è asservita alle esigenze del mondo produttivo. Con la l.341/90 detta "Ruberti" e con il decreto 537/93 detto "Ciampi-Berlusconi" sono state introdotte l'autonomia finanziaria e amministrativa che hanno dato il via alla privatizzazione dell'Università e l'aumento sconsiderato delle tasse. Nell'importante conferenza stampa tenuta dal Collettivo lo scorso 27 settembre abbiamo detto chiaramente che "l'Università diviene "ancella" del sistema produttivo delle imprese". Ciò vuol dire: meritocrazia, dura selezione, formazione e ricerca adeguate allo sviluppo delle imprese, iperspecializzazione, proliferazione e diversificazione dei titoli di studio secondo il territorio in cui opera l'Università, competizione tra studenti e atenei. Elementi che ritroviamo tutti nella controriforma Zecchino. I principi ispiratori di questa controriforma sono tutti nella "Bozza Martinotti" recepita con alcune modifiche in regolamenti, decreti e circolari. Essa comporta il superamento di un piano di studi nazionale attraverso il riconoscimento agli Atenei del potere di dotarsi di propri ordinamenti didattici nei limiti di una cornice nazionale che prevede: diversi livelli di formazione, l'introduzione dei crediti, aumento del potere dell'università e dei rettori; creazione di classi di lauree (42) e di 100 specializzazione. Gli effetti che l'autonomia didattica produrrà saranno devastanti: proprio l'ispirazione di fondo (avvicinare l'Università al mondo delle imprese) ha comportato una previsione nel regolamento di sbarramenti o test di preselezione per l'accesso ai corsi per le lauree di base e per l'accesso alle lauree specialistiche, funzionali all'ingresso delle professioni più importanti e prestigiose, delegano la maggioranza degli studenti alla laurea triennale che offre sbocchi lavorativi precari e flessibili. La futura classe dirigente si formerà con lauree specialistiche e i titoli ulteriori e riguarderà i pochi che saranno in grado di superare dure selezioni, che sapranno ottenere la compiacenza dei baroni nelle prove di accesso. Insomma il legame che si instaurerà tra università e impresa, comporterà la progressiva scomparsa di ogni forma di controllo democratico della gestione dei saperi e della formazione, a favore del profitto contro gli interessi delle masse studentesche e del popolo. Collegato alla controriforma Zecchino è certamente il decreto 537/99 ossia le scuole di specializzazione per le professioni legali a numero chiuso, a pagamento e obbligatorie per tutti coloro che vorranno accedere ai concorsi di magistratura, avvocatura e notariato, così come dichiarato da Zecchino al "Corriere della Sera" del 14 Aprile scorso. La conferma delle scuole di specializzazione ce la dà l'art.3 comma 5 del Regolamento sull'autonomia didattica che nel definire la laurea specialistica afferma l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l'esercizio di elevata qualificazione in ambiti specifici. E' un tema che ci sta a cuore quello delle Scuole di Specializzazione visto che rappresentano un vero e proprio tagliagambe per il futuro lavorativo degli studenti di legge. A Napoli siamo riusciti a bloccare la loro attivazione con l'importante manifestazione del 5 aprile scorso, dopo che in tutto l'anno vi erano state proteste, sit-in e assemblee per chiedere l'immediato ritiro del decreto n.537/99. su questo fronte abbiamo avuto il sostegno di avvocati e magistrati democratici come l'Associazione Avvocati Europei e il procuratore napoletano Ugo Ricciardi che ha criticato duramente i test di preselezione per il concorso in magistratura. È compito quindi di tutti organizzare una grande manifestazione nazionale a Roma contro le Scuole di Specializzazione per le professioni legali. Il Collettivo invita in primis gli studenti e le studentesse di Giurisprudenza che vogliono riprendere l'esperienza pilota del "Comitato contro le Scuole di Specializzazione" di Napoli chiedendo con fermezza al ministro Zecchino che le Scuole di Specializzazione siano pubbliche, gratuite e ad accesso facoltativo o, ancora meglio, siano inglobate nel titolo di laurea. Grazie.