Iniziative di quest'anno
Le fonti normative
Controriforme universitarie
Diritto allo studio
Globalizzazione
Storia del collettivo
Coordinamento dei Collettivi Universitari
Comitato Antifascista Enzo De Waure

Link

Newsletter

Scrivici!

HOME

 

 

 

 

PERCHE’ E’ GIUSTO LOTTARE PER IL RITIRO DELLA RIFORMA ZECCHINO.

 

Con l’emanazione dei decreti sulle classi di lauree triennali e specialistiche puo’dirsi compiuto il processo di riforma dell’Universita’, iniziato nel 1989 con la l. Ruberti e articolatosi in una miriade di provvedimenti, regolamenti, decreti, circolari. Non, quindi, un progetto organico di riforma, ne’ discussioni approfondite tra i protagonisti del mondo universitario (in primis gli studenti), ma il tentativo (riuscito) di imporre, mediante la delegificazione e l’adozione di provvedimenti “balneari”(deliberati ad Agosto), un nuovo sistema universitario, ispirato al modello anglosassone, antistudentesco ed antipopolare. Questo è la riforma Zecchino. Gli architetti della riforma ( governi degli ultimi 11 anni) non sono improvvisamente impazziti, ne’ sono stati ispirati da istanze riformatrici nel lodevole tentativo di migliorare il sistema vigente. Tutt’altro. Siamo in presenza  dell’attuazione di intese internazionali, come quelle di Bologna, in cui i paesi europei aderenti hanno delineato un “modello europeo universitario” con propri obiettivi e finalità. L’Università deve aprirsi alla società, cioè alle imprese, superare le rigidità del passato, attraverso il libero ingresso dei privati nel finanziamento delle attività disciplinari e nella determinazione della didattica e degli indirizzi della ricerca. L’Università non avrà più il compito di garantire una istruzione di buon livello a tutti, di fornire strumenti culturali e tecnici per interpretare, capire e indirizzare per finalità generali la società attuale, ma di fornire una formazione professionalizzante ad un numero relativamente elevato di studenti per soddisfare le esigenze delle imprese del territorio in cui opera l’università, per un verso; per l’altro avrà il compito di preparare un numero ridotto di studenti da destinare all’esercizio delle professioni importanti, da inserire nella Pubblica Amministrazione o nelle società multinazionali. La controriforma Zecchino si ispira a questi principi e traduce in maniera limpida il nuovo compito che le imprese e lo stato hanno assegnato alle università italiane. Da qui l’introduzione di verifiche per l’accesso alle lauree triennali (professionalizzanti), del “numero chiuso” per l’accesso alle lauree specialistiche, alle scuole di specializzazione, ai master, destinati all’alta formazione (di questi giorni è la notizia dell’introduzione della Scuola Universitaria Superiore per l’Alta Formazione della “Federico II”, con la partecipazione dell’Unione industriali della Provincia di Napoli, la ELASIS Fiat, la TIM). Si introducono i crediti, cioè dei valori numerici associati ai singoli insegnamenti che misurano il tempo di studio necessario per apprendere le attività richieste e che limitano la libertà degli studenti e dei docenti. L’applicazione dei crediti potrebbe comportare la previsione dell’obbligo di frequenza che penalizzerebbe gli studenti-lavoratori. Infatti questi sarebbero costretti a prendere un titolo specifico, dequalificato rispetto agli altri perché marchiato della condizione di part-time (senza considerare le difficoltà degli studenti-lavoratori di certificare il loro status in un territorio, come il nostro, in cui impera il lavoro nero).

In questo quadro l’occupazione dell’aula 29 della facoltà di Giurisprudenza ha una valenza grandissima: permette, attraverso le assemblee, di controinformare gli studenti sul processo in atto, di evidenziare il carattere classista della riforma, e di progettare, con la partecipazione diretta degli studenti, una Università diversa, basata sulla creazione di nuovi organi di governo, di nuovi sistemi di valutazione del lavoro individuale e collettivo, nella ridefinizione dei rapporti tra docenti e studenti. Ma non solo. L’aula 29 occupata dovrà rappresentare un rinnovato spirito di protagonismo degli studenti nella elaborazione di attività culturali (cineforum, convegni, dibattiti), nella denuncia delle disfunzione dei servizi offerti o di quelli negati (diritto allo studio), e di quant’altro sarà necessario per cambiare il sistema universitario attuale.

 

Napoli 20/4/2001

 

   COLLETTIVO”STUDENTI DI GIURISPRUDENZA IN LOTTA”