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articolo di Eleonora Prayer tratto dal
giornale "LA NAZIONE"
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| CARRARA — Quando le luci della città si spengono, a Colonnata si accendono le «fiaccole» e si vive il «Colonnata by night». Il soffio fresco del vento in faccia, scaturisce dai canaloni di marmo, quasi fosse una attrazione o un' invenzione turistica. Invece è spiffero naturale. «Chi fa da sè, fa per tre»: motto e lezione dei colonnatesi, che da tempi immemorabili sono avvezzi a non chieder niente a nessuno e a farsi «i fatti di lardo propri, nelle conche loro». «Chissà perchè l'esempio autarchico di Colonnata non si estende ad altri paesi lasciati nell'oblio —interrogativo ricorrente di turisti colti— ai magnifici borghi incastonati nelle «Montagne della luna», alias Alpi Apuane, degni di maggior rispetto socio-culturale». «Autarchia, autarchia, a far rima con
anarchia». Il ritornello dei fabbricatori di lardo corre di bocca in bocca: di uomini e donne, vecchi e bambini, che godono del loro dorato isolamento naturale. Geografico: «Geopolitico». Ma, passato Bedizzano verso il «Calagio», ecco la prerogativa: già muta il clima a sgominare la calura ferragostana. Sembra di entrare in un mondo diverso di «popolosa frescura», mentre vedi le luci dei «fuochi» accese della «Colonnata by night», dove tutti i negozi sono spalancati a ricevere cittadini e turisti. Larderie aperte: larderie a gò-gò. Ristoranti e ristoratori affacendati a servir leccornie, strettamente a base di lardo. «Inaudito, sono aperti pure i bar —si meraviglia il turista notturno— persino i tabaccai, i negozi di «souvenir» artigianali. Addirittura il «diurno», per fare i propri...bisognini». Sotto il Cristo Del Cavatore di Alberto Sparapani, nell'aia dinanzi alla chiesa di San Bartolomeo, una piccola orchestra suona musiche celtiche ad allietare le notti colonnatesi. Tutto fatto in casa, sotto il segno della più pura autarchia. Come domenica sera prossima, quando si esibiranno i ragazzi della «Colonnata band». Suoneranno e canteranno in Piazza Palestro, proprio a ridosso del monumento a Giuseppe Mazzini. Suonatori tutti maschi nativi del borgo, tranne il cantante che è una femmina nata altrove, che di nome fa «Lilly». «Fanciulla graziosa —giurano lassù— bella, intonata e già adottata». E' la realtà che vive «Colonnata by night» alla vigilia della Sagra del Lardo, che comincia il 22 agosto alle 18 in punto. Alberto Ambrosini, ottimo «factotum», ha fatto preparare 3000 poster, 8000 tovaglie con stampigliate la immagine del paese, 5000 inviti che mostrano fotografie (di Ilario Bessi) a vecchi cavatori mentre mangiano lardo a grande altezza, piedi a penzoloni sugli abissi. Seicento le gigantografie di cave e protagonisti del lavoro. Tante e nuove le attrazioni alla ventiquattresima sagra, con un gradito ritorno: quello del Maestro Dino Termine, che con la sua orchestra spanderà note di «classica» sotto il cielo di Colonnata. Ma già alla vigilia le torce più illuminescenti rischiarano l'antico campanile della chiesa del Santo Patrono. I bagliori dei «fuochi» esaltano la festa, detta «La pietra d'angolo», in omaggio alla roccia che sostiene il paese del lardo. Sogni, anzi realtà di notti di mezza estate, all'insegna dell'autarchia di
uomini e cose.
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