FRASE DEL GIORNO

Per dei ricordini in marmo si consiglia di fermarsi in paese nel negozio 'IL CANTON in via Maffiori ,4 troverete competenza  esperienza e simpatia Souvenir 'IL CANTON

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articolo di Romano Paolini tratto dal giornale "APUANTURISMO 365"

Rivista trimestrale dell'APT di MASSACARRARA

Le cave di marmo di Carrara sono considerate oggi una delle più interessanti attrattive turistiche d'Italia e la loro visita è inserita nei programmi di molti tour operators, spesso come prima tappa degli itinerari nelle città d'arte della Toscana.
Sono stimati in circa cinquantamila i turisti di ogni nazionalità che ogni anno, con un flusso variabile ma ininterrotto, si recano nelle valli di Colonnata e di Fantiscritti per vedere lo spettacolo delle cave. Arrivano con ogni mezzo, bus, auto, moto, camper, alcuni anche in bici, attratti da queste singolari montagne poste in riva al mare che hanno come protagonista il marmo, conosciuto in tutto il mondo, simbolo da secoli di ricchezza e di gloria per i potenti della terra, materia prediletta da scultori e architetti di ogni epoca, esaltato per qualità e bellezza dal genio di Michelangelo.
Incontrandoli lungo le strade, in prossimità dei punti panoramici o nei pochi piazzali di parcheggio, si nota l'atteggiamento diverso da quello dei turisti che affollano le città d'arte. Là sono assorti nella lettura della guida o occupati a fare la foto tradizionale accanto o davanti al monumento celebre; qui prevale l'emozione personale e la meraviglia per il paesaggio inaspettato che li circonda: macchie di verde alternate al grigio delle rocce e al bianco delle pareti delle cave segnate da tagli e da linee rigorosamente geometriche. Uno scenario unico e affascinante per la sua grandiosità ma dove tutto è in ordine e al suo posto, in un felice incontro tra l'opera della natura e il lavoro dell'uomo.
Ciascuno ha reazioni diverse. Molti sono fermi, incantati dal bianco della montagna, che qualcuno da lontano
aveva creduto neve, e si guardano intorno come per abbracciare con lo sguardo quanto più è possibile e imprimerlo nella memoria; altri si spostano continuamente con e la cinepresa o la reflex, in cerca dell'inquadratura più bella e, per la foto da mostrare poi. con orgoglio agli amici; altri ancora si aggirano meravigliati e indecisi tra i variopinti oggetti esposti nei negozi di souvenirs.
A casa, raccontando le loro vacanze, proveranno con entusiasmo a descrivere e a far immaginare ciò che hanno visto, ma non riusciranno a far rivivere le proprie emozioni.
Racconteranno della montagna bianca e delle cave, ammirevoli per la precisione e la simmetria dei piani di lavorazione, simili a gradinate di immensi anfiteatri; delle colate di detriti di marmo (ravaneti), prodotti da secoli di attività, che scendono dalle cave più alte e offrono un gioco suggestivo come di cascate. E poi di potenti camion che percorrono ripide e strette strade sterrate, inaccessibili alle autovetture, e passano poi veloci, carichi di blocchi pesanti decine di tonnellate; di ruspe gigantesche, con pneumatici alti come un uomo, e moderne escavatrici che integrano,potenziano e umanizzano il duro lavoro dei cavatori.
Il divieto di ingresso nelle cave per motivi di sicurezza, ma soprattutto !'impossibilità per il poco tempo disponibile di assistere a tutto il ciclo delle operazioni di taglio e distacco dei blocchi, che richiede giornate di lavoro, lascerà in quasi tutti i turisti soltanto questi ricordi senza soddisfare la naturale curiosità di conoscere come si estrae il marmo staccandolo dal monte con tanta precisione.
Solo pochi, attraverso le spiegazioni di esperte guide, potranno scoprire i segreti del marmo, dalla sua genesi alle caratteristiche strutturali, e conoscere le fasi dell'attuale tecnica di estrazione. Capiranno che lavorare il marmo, più che una professione o !'insieme di nozioni tecniche, è una cultura, che rivive in colorite espressioni dialettali. Anche se il progresso ha fatto scomparire le figure del filista, del tecchiaiolo, del quadratore, il lavoro rimane di squadra, ancora duro e pericoloso, mai di routine, fatto di tecnica complessa ed evo Iuta e di organizzazione, che richiede doti di esperienza ed intelligenza e non solo di sforzo e di resistenza fisica.
Le cave sono il documento vivo, grandioso e drammatico del lavoro attraverso i secoli. Le pieghe dei monti conservano gli eroismi, le fatiche, i sacrifici dei cavatori ma anche la professionalità, la capacità di ricercare e applicare soluzioni, tecniche all'avanguardia o l'attuazione coraggiosa di ardite concezioni come la Ferrovia Marmifera .
La storia dell'estrazione, dai primitivi cunei di legno, al sistema della "tagliata" dei Romani, al rivoluzionario filo "elicoidale", sintesi geniale di efficienza, semplicità e adattabilità, all'attuale filo "diamantato", tanto veloce quanto pericoloso, consentono di capire come la moderna tecnica di estrazione, esempio per il mondo, è il risultato del sovrapporsi di esperienze di generazioni che hanno portato al graduale perfezionamento dei metodi più antichi, secondo uno sviluppo logico aiutato dal progresso tecnologico.
Conoscendolo meglio, il marmo apparirà anche sotto una luce diversa: un materiale nobile, legato a periodi di splendore economico e culturale, al quale è stata affidata la gloria e la potenza di re e imperatori e la memoria di eventi eccezionali, ma anche un materiale umile ed umano perché accompagna l'uomo in ogni momento della sua vita, dal fonte battesimale al tavolo della cucina o al pavimento di una stanza fino alla lapide o a una piccola statua del cimitero. 
Si comprenderà anche perché da duemila anni l'uomo con tenacia e continuità sta demolendo queste montagne di marmo: le taglia, le frantuma, le smonta pezzo a pezzo, in grandi e piccoli blocchi da inviare nel mondo come tanti messaggi di bellezza e di pace:

di Romano Paolini
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 I giorni alla sagra

Cucina tipica colonnatese