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I
MEDICI NON SONO UN POTERE AUTONOMO
LA CONTROVERSIA DEI COBAS CONTRO UN CERTO MODO DI FARE IL
MEDICO- 2 ANNI DI DOCUMENTI
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I
medici non sono un potere “AUTONOMO” |
Dopo
la disposizione aziendale che sospendeva l’attività di
elezione e tutti gli attac-chi che ha dovuto subire il Cobas
ad opera dei sindacati medici, che ci individua-vano come gli
artefici della disposizione, nel DEA si continua a svolgere
attività di elezione . Noi abbiamo sempre affermato che
utilizzare il DEA per problematiche non emergenziali provoca
la congestione della struttura e quindi fenomenologie
degradanti e pericolose come i pazienti collocati in barella
nei corridoi, un aumento dei costi di degenza, un bypassare le
liste d’attesa. Abbiamo insieme ad altri richiesto una
riorganizzazione della strut-tura finalizzata ad esaltare la
sua missione di strutture dell’emergenza. La
disposizione del Direttore Amministrativo che vietava l’attività
di elezione nel DEA noi la condividiamo e la appoggiamo. Per
una volta il vertice aziendale ha tentato di svolgere il suo
compito di direzione. Il fatto che in maniera autonoma ed
unilaterale dei medici del DEA l’ab-biano disattesa è un
fatto gravissimo. Con questo atto ponendosi sopra le
disposizioni del potere aziendale, si pongono sopra la legge.
I medici del DEA affermano, con questo atto, che loro
hanno il diritto di utilizzare strutture pubbliche a loro
esclusivo piacimento, ignorando qualsiasi normativa vigente e
disposizioni aziendali. Cade ogni discorso di professionalità
. Un professionista è colui che ha un rapporto leale con la
propria direzione e si adegua alle direttive aziendali. Nel
Cardarelli ciò non accade. L’argomentazione posta a
fondamento della loro azione riguardante la emergenza
differita noi non la riteniamo valida e sufficiente. L’
emergenza differita deve essere effettuata nelle normali
chirurgie d’elezione, l’utilizzo del DEA per questo tipo
di interventi sarebbe ipotizzabile solo nel caso in cui in
questo dipartimento non ci fosse il problema drammatico dei
pazienti in barella e comunque, in ogni caso, questo uso non
può effettuarsi ignorando disposizioni vigenti. La
Direzione Generale e quella Sanitaria non possono ignorare
tutto ciò . Non possono continuare a ricevere ordini e non a
darli ,ricordiamo le 29 strutture semplici create ,senza
senso, in un giorno e pazienti nei corridoi e stanze di
degenza trasformate in studi medici. DEVONO intervenire per il
ripristino della legalità, ove questo non avvenisse qualsiasi
categoria dell’ospedale o qualsiasi lavoratore potrebbe
sentirsi in diritto di utilizzare l’ospedale per i pro-pri
bisogni e le proprie necessità. Con questo atto gravissimo i
medici del DEA si assumono una enorme responsabilità. I
sindacati medici stanno conducendo il Cardarelli alla
catastrofe Ribadiamo con forza la nostra richiesta di un
intervento della Procura della Repubblica ed invieremo tutta
la documentazione in nostro possesso |
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Sindacati R.S.U. e sindacati medici: i buffoni
del Cardarelli |
I
poteri di casta del cardarelli rappresentati dai sindacati dei
medici e quelli rappresentati in r.s.u. vedendo i loro
privilegi intaccati si scagliano in una lotta incredibile
contro il cobas, ma in questa lotta furibonda hanno perso il
lume della ragione e producono documenti che smentisono quanto
da loro affermato il giorno prima. l’rsu( fials, cisl, cgil,
uil, fsi, sanos) alcuni giorni fa ha pubblicato un documento
in cui si chiede la sospensione dell’attività programmata
nel dipartimento di pronto soccorso. i sindacati medici (
anaao, anpo, fials, cgil, cisl, cimo, fesmed, umsped) in data
28 maggio 27 hanno affisso un documento in azienda in cui
chiedono di svolgere l’attività programmata nel
dipartimento di pronto soccorso.e’ una farsa indegna ed
immorale, questi sindacati stanno prendendo in giro i loro
iscritti e tutti i lavoratori nel cardarelli. non è possibile
che in uno stesso reparto, es. c.o. della chirurgia d’urgenza
gli stessi sindacati( fials-cisl-cgil) abbiano due posizioni
differenti e contrapposte a seconda che difendano i medici o
gli infermieri. il cobas denuncia questo stato di cose
intollerabile, non è consentibile trattare i lavoratori in
questo modo, tali atteggiamenti sono un’offesa alla
intelligenza altrui, noi non lo accettiamo e non lo
consentiamo, non pretendiamo che altri abbiano le nostre
stesse posizioni, ma chiediamo un minimo di serietà e
coerenza alle altre organizzazioni sindacali. Se le loro
posizioni durano lo spazio di un mattino, quale credibilità
possono ancora ave-re? i sindacati medici e dell’r.s.u.
hanno un solo obiettivo, difendere il loro potere e i loro
privilegi di casta, travalicando gli interessi dei lavoratori
e di tutti i loro iscritti e non te-nendo minimamente conto
degli interessi prioritari dei pazienti. l’amministrazione
del cardarelli non deve recedere da questa posizione che è un
atto dovuto. ripristinare l’elezione nel dea significa
incentivare il fenomeno barelle ed umiliare tutti gli
operatori. sosteniamo questa battaglia di civiltà ! debellare
l’attivita’ di elezione nel dea la priorita’ assoluta
del cobas!! |
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Il
Cobas Cardarelli pretende dal signor Franzese pubbliche scuse
per gli insulti assurdi e immotivati ad un
infermiere |
Un
episodio pazzesco è avvenuto il giorno 28/ 06/07 in XVI
chirurgia, personale addetto alla sistemazione degli estintori
stava collocando adesivi numerati in vari punti della
divisione. Fuori la porta del primario, dott. Franzese era
stato collocato il n 29. Il primario, ignaro, aveva attribuito
a quella collocazione e quel numero una offesa alla sua
eminentissima persona, ed aveva attribuito tale gesto ad un
infermiere scelto dalla sua insindacabile logica.
Individuato l’infermiere lo insultava
violentemente attribuendogli la qualifica di” STRONZO” e poi
minacciava addirittura di picchiarlo.
Tutto questo in
pubblico e di fronte ad un infermiere completamente estrefatto
da una azione di tale violenza. Naturalmente il primario, una
volta chiarito l’equivoco, si è guardato bene dal presentare
le sue scuse al dipendente. Il Cobas Cardarelli ritiene
pazzesca, aberrante, ingiustificabile la condotta del dott.
Francese. Chiediamo l’intervento degli organi di vigilanza
aziendali, in primis la Direzione Sanitaria. Chiediamo un
intervento della Direzione infermieristica per tutelare
l’infermiere in oggetto, chiediamo un intervento dei
sindacati medici per ricondurre il processo lavorativo
dell’azienda in un ambito di civiltà e rispetto reciproco
delle varie figure professionali. Se ogni dipendente
dovesse dare sfogo a tutte le sue fantasie, con atteggiamenti
da bullo, il Cardarelli potrebbe diventare un autentico
far-west, dove ognuno persegue la sua giustizia privata o
anche, in certi casi, la sua follia
personale. |
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I
PAZIENTI CHE VENGONO OPERATI RESTANO ESSERI UMANI ED HANNO
DIRITTO A SICUREZZA, PRIVACY E DIGNITA’ ANCHE NELLE CAMERE
OPERATORIE DELLA 16 E 6 Le condizioni igienico-ambientali
in cui versano le camere operatorie della 16 CHIRURGIA e della
6 CHIRURGIA del Cardarelli sono tali da non rispondere ai
criteri minimi di sicurezza, operativita’, rispetto della
dignita’ dei pazienti. Tale attivita’ si svolge in una
frenesia e caos organizzativo incredibile. In una moderna
società la qualità do-vrebbe essere privilegiata rispetto alla
quantita’, invece qui avviene l’esatto opposto. Un
superlavoro provocato da non chiari motivi impedisce un
normale e corretto svolgimento della attivita’ operatoria e la
messa in atto di tutte quelle azioni che pongano il paziente
in una situazione priva di rischi, oltre quella del normale e
ineliminabile rischio operatorio. Una delle situazioni di
maggior rischio e’ l’inosservanza dei tempi di sanificazione
tra un intervento ed un altro, gli ambienti andrebbero puliti,
lavati,bisognerebbe attendere i tempi necessari affinche’ i
disinfettanti abbiano un effetto completo ed efficace, ma
tutto questo viene considerato una inutile perdita di tempo ed
a questo si aggiunge la mancanza di disinfettanti con tempi
brevi di azione. Evidentemente qualcuno pensa alle camere
operatorie come a delle industrie. Si ha fretta di operare
anche a costo di mettere a rischio l’operato perché poi per
due giorni a settimana non si lavora. I lavoratori sono
sottoposti ad una pressione psicologica continua per venire
meno ai loro doveri deontologici mentre l’Amministrazione ha
individuato nei primari i preposti alla sicurezza per
cautelarsi. Le piu’ elementari norme di sicurezza vengono
disattese, le prove batterilogiche che vengono effettuate
periodicamente evidenziano la presenza di varie e prospere
flore batteriche che non la prassi lavorativa stanno in un
terremo di coltura chiamato:camera operatoria. Gli
impianti per il riciclo dell’aria sono inadeguati per non dire
inesistenti, i risultati dei test che pure vengono effettuati
ciclicamente non sono portati a conoscenza del personale che
lavora in tali ambienti, che quindi non e’ consapevole dei
rischi ai quali viene esposto. Le pulizie “a fondo” periodiche
non vengono eseguite. I programmi operatori a volte
vengono preparati non tenendo conto di alcune norme basilari e
fondamentali , quali quella di mettere a fine lista i pazienti
portatori di epatite C-B mettendo quindi a rischio chi viene
operato dopo. Stranamente si fa anche attività ambulatoriale
in dette camere operatorie con pazienti in borghese che escono
ed entrano aumentando l’inquinamento. In questo complesso
viene praticata la terapia chemio-ipertermia intaoperatoria
senza che sia dotata dei presidi di protezione esponendo
personale sanitario e pazienti a un rischio gravissimo. La
privacy dei pazienti non viene rispettata in alcun modo, ne’
nella fase pre-operatoria,ne’ nella fase intra-operatoria, ne’
nella fase post-operatoria.L’esposizione pubblica del proprio
dolore e della propria sofferenza e’ una delle cose piu’
umilianti a cui puo’ essere sottoposta una persona, eppure e’
cio’ che avviene normalmente, i pazienti per raggiungere le
stanze di degenza vengono trasportati attraverso percorsi
adibiti al pubblico, ascen-sori, corridoi dove sono allocati
ambulatori, se poi hanno bisogno di un trattamento di terapia
intensiva post-operatoria devono addirittura attraversare i
viali dell’ospedale poiche’ tale unita’ operativa e’ posta in
un altro padiglione. Questo spostamento puo’ richiedere a
volte anche alcune ore per reperire un’autoambulanza
disponibile. E’ UNA BARBARIE CHE SOLO AL CARDARELLI VIENE
PRATICATA. Tale situazione e’ stata esposta agli organi
preposti alla sicurezza, ma nonostante sia stata effettuata
una visita ispettiva che ha constatato quanto esposto non ha
portato ad un cambiamento della situazione. Alcuni
operatori sanitari che lavorano in tale complesso che hanno
avuto il coraggio e la dignita’ di denunciare questo stato di
cose, sono stati sottoposti ad azioni intimidatorie
assolutamente inaccettabili . La Direzione sanitaria ogni
tanto emana qualche circolare ma si guarda bene dal
verificarne l’applicazione, cosa che fa anche il
Capodipartimento che a sua volta ha creato il mostro della
Terapia Intensiva Post Operatoria. Ci chiediamo perché gli
organi di Vigilanza Aziendali ed Esterni non agiscano? Tutti
sanno che pazienti e lavoratori sono in pericolo ma perché
nessuno agisce. NOI CHIEDIAMO L’INTERVENTO IMMEDIATO DEGLI
ORGANI DI VIGILANZA , SOLUZIONI RAPIDE E FRA POCO RENDEREMO
PUBBLICHE DOCUMENTAZIONI SU TALI
VERGOGNE. |
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Qu
GLI ALTI INDICI DI ATTRAZIONE DEL DOTT.
MATARAZZO |
(PENSIERI SUL PROBELMA BARELLE DEL DIRETTORE SANITARIO)
Il dr. Matarazzo sulle barelle dixit: (Cronache di
Napoli del 27.4.06) “Il nostro ospedale ha un alto indice
di attrazione” “La domanda finisce per superare l’offerta”
“I pazienti continuano a sceglierci” “i nuovi assunti
sono tutti impegnati nell’assistenza ai malati” “Non ci
sono mai stati inconvenienti per un solo medico per 6 reparti
nel turno notturno” “L’astanteria dalle 8 alle 20 è
sufficiente per il fabbisogno del nostro ospedale” “La
condizione in barella è un disagio temporaneo che dura 2 o 3
giorni” IL COBAS UMILMENTE VORREBBE ANNOTARE : A
queste valutazioni vorremmo che rispondessero le tante persone
in barella, gli operatori delle medicine che lavorano in uno
stato di estremo disagio. L’asserzione che i nuovi assunti
sono tutti impegnati nell’assistenza diretta la la-sciamo alla
responsabilità del Direttore, che tra l’altro ignora
completamente le pro-blematiche legate alla questione della
privacy, della dignità umana e del rispetto e della sicurezza
delle persone. Un reato rimane tale anche se effettuato in
un breve lasso di tempo, 2 o 3 giorni di violazione della
privacy e di barella per il Direttore è solo un disagio
temporaneo, per un paziente può essere un trauma gravissimo ed
un danno incalcolabile. Apprendiamo con orgoglio che il
problema delle barelle è provocato dalla grande
professionalità degli operatori del Cardarelli ma forse
bisognerebbe mettere queste persone nelle condizioni di bene
operare o no dr. Matarazzo ? In tutta l’Italia le
astanterie degli ospedali come il Cardarelli funzionano 24 ore
al giorno, ma l’alta professionalità del dr. Matarazzo ha
stabilito che invece al Car-darelli bastano solo 12 ore …….
Secondo il dr Matarazzo ogni giorno nel Cardarelli la
domanda di assistenza supera l’offerta, nelle società moderne
si cerca di rendersi adeguati alla domanda come mai questo nel
Cardarelli non avviene? Come mai si lascia inutilizzata
un’intera struttura per fini non meglio
precisati? |
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ANAAO: L’arroganza del potere! |
Con
un documento di incredibile arroganza diffuso in azienda l’ANAAO
rivela sé stessa e tutti gli interessi che protegge. Noi
speriamo che la posizione dell’’ANAAO non rappresenti
tutti i medici del Cardarelli, se così fosse sarebbe un fatto
gravissimo. Da tempo i Cobas denunciano che dietro il
fenomeno delle barelle vi è un uso improprio delle strutture
del DEA. In esso si svolgono attività di intra moenia, di
elezione, programmata. Questo uso improprio satura la
struttura che non riesce a far fronte in modo degno ed
adeguato alle vere situazioni emergenziali. In seguito
alle nostre denuncie il Direttore Amministrativo del
Cardarelli Dr. Patrone ha disposto che nel DEA non debbano
svolgersi attività di tipo non emergenziale. La risposta
che i medici attraverso L’ANAAO hanno prodotto è
incredibile, arrogante, sconcertante , inquietante. L’ANAAO
afferma che questo tipo di attività si svolge nel DEA da 70
anni, quindi da quando esiste l’ospedale, e non vede i
motivi perché si debba sovvertire questo meccanismo. Signori
dell’ANAAO , i motivi che inducono a sovvertire questo
meccanismo sono i pazienti in barella, che vengono umiliati,
che cascano, che muoiono. Inoltre se una struttura è
concepita , organizzata, finanziata per fronteggiare
situazioni emergenziali, il suo uso improprio non è
consentibile, per motivi etici, morali, legali. Il Cobas
denuncia, quindi, questo atto di miope ed assurda arroganza, Signori
dell’ANAAO , dovete convincervi che non siete i padroni dell’ospedale,
la vostra attività va subordinata alle leggi ed all’interesse
generale, di cui siete compartecipi e non
siete i depositari assoluti Il Cobas investe di tale
questione l’Assessore Montemarano, i componenti della
commissione Sanità regionale, la Procura della Repubblica, e
denuncia questo gravissimo episodio agli organi di
informazione e tutti i cittadini. Un altro aspetto
singolare ed inquietante è il silenzio assoluto di tutti i
sindacati dell’RSU ( Fials, Cisl, Cgil, Fsi, Uil, Sanos), se
nemmeno di fronte ad atti di tale spudorata arroganza avete il
coraggio e la forza di reagire allora siete veramente al
capolinea, siete alla capitolazione totale. |
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La
serie di insulti farneticanti con cui l’ANAAO infarcisce la
lettera aperta al Cobas non è certamente una premessa valida
per aprire un dialogo. Il sindacato medico ANAAO è certamente
uno dei principali protagonisti dell’attuale sfascio dell’azienda
unitamente ai vertici dirigenziali, coi quali ha condiviso in
questi anni politiche clientelari e di sprechi economici senza
fine. Accusare il Cobas di cortigianeria e svendita sindacale
è davvero assurdo ed infamante. Il Cobas Cardarelli si è
posto in questi anni come unico argine alla corruzione ed agli
sprechi in questa azienda. l’ANAAO è il sindacato che
ha fatto del servilismo al potere e del connubio con le parti
più retrive della società il pilastro fondante della sua
esistenza. Quando L’ANAAO parla di strumentalizzazioni
parla evidentemente di pratiche che le sono proprie e che
conosce molto bene. Per intessere un confronto bisogna
innanzitutto capire che ci sono diverse premesse ideali dalle
quali prende le mosse ogni organizzazione, l’assolutizzazione
delle proprie porta all’integralismo ed alla svalutazione
dispregiativa degli altri. Noi partiamo dalla premessa che
l’Italia è una Repubblica che assicura il diritto alla
salute a tutti i suoi cittadini. Il Cardarelli è un ospedale
pubblico sia istituzionalmente che economicamente. Il fatto
che da un punto di vista giuridico sia un’azienda non muta
il suo carattere di servizio pubblico. La gestione
aziendalistica mira ad un fine organizzativo che tenga conto
dei costi di gestione, della produttività, dei livelli
professionali, ma tutto questo non significa che l’ospedale
sia una clinica privata, il fine di tutte le attività non
può essere il profitto, ma il profitto di alcune attività
può essere giustificato solo se inserito in una maggiore
efficienza e in un innalzamento del carattere sociale dell’azienda. Ricordiamo
all’ANAAO che tra le ragioni fondanti della legge Bindi sull’attività
intra moenia c’era l’ obbligo dell’abbattimento delle
liste d’attesa.
Premessa dell’attività intra moenia e’ l’obbligo di
una contrazione delle liste d’attesa ordinarie e quindi l’attività
a pagamento doveva essere un supporto per l’azzeramento
rapido delle liste stesse. Tutto questo non è avvenuto, i
cittadini sono costretti ad optare per l’intra moenia da una
necessità provocata da una impossibile fruizione di un
diritto alla salute che passi per le normali vie. Quindi, i
nostri non sono attacchi pregiudiziali verso determinate
categorie, sono convincimenti profondi constatabili
empiricamente in ospedale e sotto gli occhi di tutti. Il
problema barelle, le liste d’attesa, l’attività intra
moenia, gli sprechi clientelari provocati dalla nascita
inutile di centinaia di unità semplici e coordinamenti
infermieristici sono tutti aspetti riguardanti un sistema che
noi riteniamo dannoso per i pazienti, fonte di sprechi per la
collettività, lavoro abnorme e pericoloso per tanti
lavoratori dell’azienda. l’ANAAO è disposta a
collaborare con i Cobas per eliminare per sempre le barelle ed
abbattere le liste d’attesa? |
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Il
Cardarelli non è una clinica
privata |
La
situazione della camera operatoria della chirurgia d’urgenza
è uno degli scandali più incredibili del Cardarelli.
Nonostante il problema delle barelle sia diventato uno
scandalo nazionale e nonostante noi denunciamo da ben 2 anni
che il Dipartimento delle emergenze sta scoppiando perché in
esso si svolgono attività illecite ed illegali si continua
incredibilmente e senza alcun controllo ed intervento degli
organi di vigilanza in pratiche di una gravità inaudita
.Nella camera operatoria della chirurgia d’urgenza
continuano ad essere effettuati interventi chirurgici d’elezione
nonché attività chirurgiche d’espianto. Le equipe
mediche di queste strutture continuano, indisturbati, ad
utilizzare strutture pubbliche per fini privatistici.
E’ una situazione scandalosa, poiché tutte le tematiche
di tipo emergenziale si trovano di fronte ad una situazione di
saturazione generale e questo provoca il collocamento in
situazioni precarie e pericolosissime come le barelle. Il
Cobas denuncia queste cose da anni, ma lo scandalo più grave
è che non vi sia alcuna autorità che sappia o voglia porre
fine a questa situazione. L’ANAAO, giorni fa parlava di
trasparenza e legalità , non ha niente da dire a questo
proposito? Il Cobas Cardarelli chiede a tutti i dirigenti
ospedalieri ed alle autorità istituzionali di intervenire su
tale situazione e denuncia a tutti i lavoratori ed all’opinione
pubblica questo stato di cose, ci impegniamo coi lavoratori a
sostenerli in questa battaglia, ed inoltre denunciamo lo stato
di degrado di quasi tutte le strutture operatorie del
Cardarelli ed il loro utilizzo poco limpido e cristallino. Un
tale stato di cose va ad incidere su diritti fondamentali dei
cittadini, quali il diritto di avere prestazioni di tipo
emergenziale, il diritto di rispettare rigorosamente gli
impegni assunti con le liste d’attesa. Il Cobas indice lo
stato d’agitazione di tutte le camere operatorie del
Cardarelli e si impegna ad assumere iniziative a tal riguardo. |
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Il
"mistero" della XVI chirurgia |
Nonostante anche quest'anno la XVI chirurgia chiuda con
un passivo di oltre un milione d'euro,continuano a giungere
macchinari costosissimi in camera operatoria e nel
reparto,oltre i tanti lavori eseguiti per centinaia di
migliaia di euro. Ma come e'possibile che una struttura che
chiude un bilancio in passivo riesce ed ottiene tutto quanto
richiede? E i altri reparti ridotti allo stremo delle forze
dove la sopravvivenza è di routine e dove ottenere cose minime
come un "termometro" diventano un problema irrisolvibile? Ci
chiediamo in base a quali criteri vengono ripartite le risorse
dell’azienda, chi decide e in base a quali parametri fa tutto
ciò? Chi decide e perché che un reparto,la XVI chirurgia,
debba essere un reparto di lusso, con tutti i comfort, con
attrezzature superlussuose ed altri reparti debbano essere
ridotti in condizioni pietose? Ci riferiamo alla scandalosa
situazione di reparti come l’ematologia, oppure i reparti di
emergenza su cui si riversa una pressione enorme, ci riferiamo
alle chirurgie specialistiche ammassate in condizioni inumane
in una sola palazzina, con un solo ascensore tuttofare, dove
confluiscono pazienti e bidoni di urina e dove d’estate il
caldo rende il fetore assolutamente irrespirabile ad un essere
umano. Il superscandalo di una divisione d’urgenza come
l’oculistica sprovvista di camera operatoria e di un organico
adeguato ad affrontare le emergenze. La legge sulla
trasparenza imporrebbe una verifica pubblica dei bilanci delle
singole strutture aziendali, in questo modo i lavoratori e i
cittadini potrebbero capire i” MISTERI” di queste
sperequazioni che appaiono ingiustificate e
sospette. | Qui p
Contemporaneamente all’inizio del nostro sciopero c’e’
stata un’iniziativa di un sindacato dei medici, l’ANAO, che ha
pubblicato a pagamento un attacco a Montemarano riguardante il
suo progetto per combattere il fenomeno barelle. L’iniziativa
del’ANAO la troviamo estremamente singolare, i medici che
dovrebbero essere la parte più avanzata e propositiva
dell’azienda, si comportano, come sempre, la parte più retriva
e conservatrice. Indubbiamente le proposte dell’Assessore
Montemarano non rappresentano le risoluzione di un problema
antichissimo, ma sono tuttavia un tentativo per cambiare,
smuovere le acque stagnanti del Cardarelli, sono proposte che
andrebbero integrate, sostenute, con l’impegno fattivo di
tutti. L’ ANAO invece dimostra ciò che noi sosteniamo da
sempre, i medici del Cardarelli non hanno interesse a cambiare
nulla, il sistema attuale gli va benissimo, questo sistema
rappresenta per i medici il sistema col quale ottengono il
massimo dei profitti col minimo sforzo, se il costo di questo
sistema sono i pazienti in barelli poco male. Ricordiamo
all’ANAO che i medici che rappresenta sono una categoria
superprivilegiata, in quanto hanno la possibilità di lavorare
in strutture pubbliche e possono lavorare anche in strutture
private. I Cobas ritengono questa una delle più gravi storture
della sanità in Italia, una società seria imporrebbe di
scegliere tra attività pubblica e attività privata, le
strutture private se vogliono avere profitti dovrebbero
rischiare anche i capitali, tutto questo non accade, i costi
sono accollati alla collettività , i profitti vanno nelle
tasche di singole persone, questo è davvero un paese perfetto
per voi, per questo non volete cambiare nulla, avete paura che
svanisca questa enorme cuccagna |
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