I MEDICI NON SONO UN POTERE AUTONOMO

            LA CONTROVERSIA DEI COBAS CONTRO UN CERTO MODO DI FARE IL MEDICO- 2 ANNI DI DOCUMENTI

 

 
I medici non sono un potere “AUTONOMO”
Dopo la disposizione aziendale che sospendeva l’attività di elezione e tutti gli attac-chi che ha dovuto subire il Cobas ad opera dei sindacati medici, che ci individua-vano come gli artefici della disposizione, nel DEA si continua a svolgere attività di elezione .
Noi abbiamo sempre affermato che utilizzare il DEA per problematiche non emergenziali provoca la congestione della struttura e quindi fenomenologie degradanti e pericolose come i pazienti collocati in barella nei corridoi, un aumento dei costi di degenza, un bypassare le liste d’attesa. Abbiamo insieme ad altri richiesto una riorganizzazione della strut-tura finalizzata ad esaltare la sua missione di strutture dell’emergenza.
La disposizione del Direttore Amministrativo che vietava l’attività di elezione nel DEA noi la condividiamo e la appoggiamo. Per una volta il vertice aziendale ha tentato di svolgere il suo compito di direzione. Il fatto che in maniera autonoma ed unilaterale dei medici del DEA l’ab-biano disattesa è un fatto gravissimo.
Con questo atto ponendosi sopra le disposizioni del potere aziendale, si pongono sopra la legge.
I medici del DEA affermano, con questo atto, che loro hanno il diritto di utilizzare strutture pubbliche a loro esclusivo piacimento, ignorando qualsiasi normativa vigente e disposizioni aziendali. Cade ogni discorso di professionalità . Un professionista è colui che ha un rapporto leale con la propria direzione e si adegua alle direttive aziendali. Nel Cardarelli ciò non accade.
L’argomentazione posta a fondamento della loro azione riguardante la emergenza differita noi non la riteniamo valida e sufficiente. L’ emergenza differita deve essere effettuata nelle normali chirurgie d’elezione, l’utilizzo del DEA per questo tipo di interventi sarebbe ipotizzabile solo nel caso in cui in questo dipartimento non ci fosse il problema drammatico dei pazienti in barella e comunque, in ogni caso, questo uso non può effettuarsi ignorando disposizioni vigenti.
La Direzione Generale e quella Sanitaria non possono ignorare tutto ciò . Non possono continuare a ricevere ordini e non a darli ,ricordiamo le 29 strutture semplici create ,senza senso, in un giorno e pazienti nei corridoi e stanze di degenza trasformate in studi medici. DEVONO intervenire per il ripristino della legalità, ove questo non avvenisse qualsiasi categoria dell’ospedale o qualsiasi lavoratore potrebbe sentirsi in diritto di utilizzare l’ospedale per i pro-pri bisogni e le proprie necessità. Con questo atto gravissimo i medici del DEA si assumono una enorme responsabilità. I sindacati medici stanno conducendo il Cardarelli alla catastrofe
Ribadiamo con forza la nostra richiesta di un intervento della Procura della Repubblica ed invieremo tutta la documentazione in nostro possesso
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Sindacati R.S.U. e sindacati medici:
i buffoni del Cardarelli
I poteri di casta del cardarelli rappresentati dai sindacati dei medici e quelli rappresentati in r.s.u. vedendo i loro privilegi intaccati si scagliano in una lotta incredibile contro il cobas, ma in questa lotta furibonda hanno perso il lume della ragione e producono documenti che smentisono quanto da loro affermato il giorno prima. l’rsu( fials, cisl, cgil, uil, fsi, sanos) alcuni giorni fa ha pubblicato un documento in cui si chiede la sospensione dell’attività programmata nel dipartimento di pronto soccorso. i sindacati medici ( anaao, anpo, fials, cgil, cisl, cimo, fesmed, umsped) in data 28 maggio 27 hanno affisso un documento in azienda in cui chiedono di svolgere l’attività programmata nel dipartimento di pronto soccorso.e’ una farsa indegna ed immorale, questi sindacati stanno prendendo in giro i loro iscritti e tutti i lavoratori nel cardarelli. non è possibile che in uno stesso reparto, es. c.o. della chirurgia d’urgenza gli stessi sindacati( fials-cisl-cgil) abbiano due posizioni differenti e contrapposte a seconda che difendano i medici o gli infermieri. il cobas denuncia questo stato di cose intollerabile, non è consentibile trattare i lavoratori in questo modo, tali atteggiamenti sono un’offesa alla intelligenza altrui, noi non lo accettiamo e non lo consentiamo, non pretendiamo che altri abbiano le nostre stesse posizioni, ma chiediamo un minimo di serietà e coerenza alle altre organizzazioni sindacali. Se le loro posizioni durano lo spazio di un mattino, quale credibilità possono ancora ave-re? i sindacati medici e dell’r.s.u. hanno un solo obiettivo, difendere il loro potere e i loro privilegi di casta, travalicando gli interessi dei lavoratori e di tutti i loro iscritti e non te-nendo minimamente conto degli interessi prioritari dei pazienti. l’amministrazione del cardarelli non deve recedere da questa posizione che è un atto dovuto. ripristinare l’elezione nel dea significa incentivare il fenomeno barelle ed umiliare tutti gli operatori. sosteniamo questa battaglia di civiltà ! debellare l’attivita’ di elezione nel dea la priorita’ assoluta del cobas!!
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Il Cobas Cardarelli pretende dal signor Franzese pubbliche scuse per gli insulti assurdi e immotivati ad un infermiere
Un episodio pazzesco è avvenuto il giorno 28/ 06/07 in XVI chirurgia, personale addetto alla sistemazione degli estintori stava collocando adesivi numerati in vari punti della divisione. Fuori la porta del primario, dott. Franzese era stato collocato il n 29. Il primario, ignaro, aveva attribuito a quella collocazione e quel numero una offesa alla sua eminentissima persona, ed aveva attribuito tale gesto ad un infermiere scelto dalla sua insindacabile logica.


Individuato l’infermiere lo insultava violentemente attribuendogli la qualifica di” STRONZO” e poi minacciava addirittura di picchiarlo.

Tutto questo in pubblico e di fronte ad un infermiere completamente estrefatto da una azione di tale violenza. Naturalmente il primario, una volta chiarito l’equivoco, si è guardato bene dal presentare le sue scuse al dipendente.
Il Cobas Cardarelli ritiene pazzesca, aberrante, ingiustificabile la condotta del dott. Francese.
Chiediamo l’intervento degli organi di vigilanza aziendali, in primis la Direzione Sanitaria. Chiediamo un intervento della Direzione infermieristica per tutelare l’infermiere in oggetto, chiediamo un intervento dei
sindacati medici per ricondurre il processo lavorativo dell’azienda in un ambito di civiltà e rispetto reciproco delle varie figure professionali.
Se ogni dipendente dovesse dare sfogo a tutte le sue fantasie, con atteggiamenti da bullo, il Cardarelli potrebbe diventare un autentico far-west, dove ognuno persegue la sua giustizia privata o anche, in certi casi, la sua follia personale.
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16 E 6 CHIRURGIA
I PAZIENTI CHE VENGONO OPERATI RESTANO ESSERI UMANI ED HANNO DIRITTO A SICUREZZA, PRIVACY E DIGNITA’ ANCHE NELLE CAMERE OPERATORIE DELLA 16 E 6
Le condizioni igienico-ambientali in cui versano le camere operatorie della 16 CHIRURGIA e della 6 CHIRURGIA del Cardarelli sono tali da non rispondere ai criteri minimi di sicurezza, operativita’, rispetto della dignita’ dei pazienti.
Tale attivita’ si svolge in una frenesia e caos organizzativo incredibile. In una moderna società la qualità do-vrebbe essere privilegiata rispetto alla quantita’, invece qui avviene l’esatto opposto.
Un superlavoro provocato da non chiari motivi impedisce un normale e corretto svolgimento della attivita’ operatoria e la messa in atto di tutte quelle azioni che pongano il paziente in una situazione priva di rischi, oltre quella del normale e ineliminabile rischio operatorio.
Una delle situazioni di maggior rischio e’ l’inosservanza dei tempi di sanificazione tra un intervento ed un altro, gli ambienti andrebbero puliti, lavati,bisognerebbe attendere i tempi necessari affinche’ i disinfettanti abbiano un effetto completo ed efficace, ma tutto questo viene considerato una inutile perdita di tempo ed a questo si aggiunge la mancanza di disinfettanti con tempi brevi di azione. Evidentemente qualcuno pensa alle camere operatorie come a delle industrie. Si ha fretta di operare anche a costo di mettere a rischio l’operato perché poi per due giorni a settimana non si lavora. I lavoratori sono sottoposti ad una pressione psicologica continua per venire meno ai loro doveri deontologici mentre l’Amministrazione ha individuato nei primari i preposti alla sicurezza per cautelarsi.
Le piu’ elementari norme di sicurezza vengono disattese, le prove batterilogiche che vengono effettuate periodicamente evidenziano la presenza di varie e prospere flore batteriche che non la prassi lavorativa stanno in un terremo di coltura chiamato:camera operatoria.
Gli impianti per il riciclo dell’aria sono inadeguati per non dire inesistenti, i risultati dei test che pure vengono effettuati ciclicamente non sono portati a conoscenza del personale che lavora in tali ambienti, che quindi non e’ consapevole dei rischi ai quali viene esposto. Le pulizie “a fondo” periodiche non vengono eseguite.
I programmi operatori a volte vengono preparati non tenendo conto di alcune norme basilari e fondamentali , quali quella di mettere a fine lista i pazienti portatori di epatite C-B mettendo quindi a rischio chi viene operato dopo. Stranamente si fa anche attività ambulatoriale in dette camere operatorie con pazienti in borghese che escono ed entrano aumentando l’inquinamento.
In questo complesso viene praticata la terapia chemio-ipertermia intaoperatoria senza che sia dotata dei presidi di protezione esponendo personale sanitario e pazienti a un rischio gravissimo.
La privacy dei pazienti non viene rispettata in alcun modo, ne’ nella fase pre-operatoria,ne’ nella fase intra-operatoria, ne’ nella fase post-operatoria.L’esposizione pubblica del proprio dolore e della propria sofferenza e’ una delle cose piu’ umilianti a cui puo’ essere sottoposta una persona, eppure e’ cio’ che avviene normalmente, i pazienti per raggiungere le stanze di degenza vengono trasportati attraverso percorsi adibiti al pubblico, ascen-sori, corridoi dove sono allocati ambulatori, se poi hanno bisogno di un trattamento di terapia intensiva post-operatoria devono addirittura attraversare i viali dell’ospedale poiche’ tale unita’ operativa e’ posta in un altro padiglione. Questo spostamento puo’ richiedere a volte anche alcune ore per reperire un’autoambulanza disponibile. E’ UNA BARBARIE CHE SOLO AL CARDARELLI VIENE PRATICATA.
Tale situazione e’ stata esposta agli organi preposti alla sicurezza, ma nonostante sia stata effettuata una visita ispettiva che ha constatato quanto esposto non ha portato ad un cambiamento della situazione.
Alcuni operatori sanitari che lavorano in tale complesso che hanno avuto il coraggio e la dignita’ di denunciare questo stato di cose, sono stati sottoposti ad azioni intimidatorie assolutamente inaccettabili .
La Direzione sanitaria ogni tanto emana qualche circolare ma si guarda bene dal verificarne l’applicazione, cosa che fa anche il Capodipartimento che a sua volta ha creato il mostro della Terapia Intensiva Post Operatoria.
Ci chiediamo perché gli organi di Vigilanza Aziendali ed Esterni non agiscano? Tutti sanno che pazienti e lavoratori sono in pericolo ma perché nessuno agisce.
NOI CHIEDIAMO L’INTERVENTO IMMEDIATO DEGLI ORGANI DI VIGILANZA , SOLUZIONI RAPIDE E FRA POCO RENDEREMO PUBBLICHE DOCUMENTAZIONI SU TALI VERGOGNE.

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GLI ALTI INDICI DI ATTRAZIONE
DEL DOTT. MATARAZZO
(PENSIERI SUL PROBELMA BARELLE DEL DIRETTORE SANITARIO)
Il dr. Matarazzo sulle barelle dixit:
(Cronache di Napoli del 27.4.06)
“Il nostro ospedale ha un alto indice di attrazione”
“La domanda finisce per superare l’offerta”
“I pazienti continuano a sceglierci”
“i nuovi assunti sono tutti impegnati nell’assistenza ai malati”
“Non ci sono mai stati inconvenienti per un solo medico per 6 reparti nel turno notturno”
“L’astanteria dalle 8 alle 20 è sufficiente per il fabbisogno del nostro ospedale”
“La condizione in barella è un disagio temporaneo che dura 2 o 3 giorni”
IL COBAS UMILMENTE VORREBBE ANNOTARE :
A queste valutazioni vorremmo che rispondessero le tante persone in barella, gli operatori delle medicine che lavorano in uno stato di estremo disagio.
L’asserzione che i nuovi assunti sono tutti impegnati nell’assistenza diretta la la-sciamo alla responsabilità del Direttore, che tra l’altro ignora completamente le pro-blematiche legate alla questione della privacy, della dignità umana e del rispetto e della sicurezza delle persone.
Un reato rimane tale anche se effettuato in un breve lasso di tempo, 2 o 3 giorni di violazione della privacy e di barella per il Direttore è solo un disagio temporaneo, per un paziente può essere un trauma gravissimo ed un danno incalcolabile.
Apprendiamo con orgoglio che il problema delle barelle è provocato dalla grande professionalità degli operatori del Cardarelli ma forse bisognerebbe mettere queste persone nelle condizioni di bene operare o no dr. Matarazzo ?
In tutta l’Italia le astanterie degli ospedali come il Cardarelli funzionano 24 ore al giorno, ma l’alta professionalità del dr. Matarazzo ha stabilito che invece al Car-darelli bastano solo 12 ore …….
Secondo il dr Matarazzo ogni giorno nel Cardarelli la domanda di assistenza supera l’offerta, nelle società moderne si cerca di rendersi adeguati alla domanda come mai questo nel Cardarelli non avviene? Come mai si lascia inutilizzata un’intera struttura per fini non meglio precisati?

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ANAAO:
L’arroganza del potere!
Con un documento di incredibile arroganza diffuso in azienda l’ANAAO rivela sé stessa e tutti gli interessi che protegge. Noi speriamo che la posizione dell’’ANAAO non rappresenti tutti i medici del Cardarelli, se così fosse sarebbe un fatto gravissimo.
Da tempo i Cobas denunciano che dietro il fenomeno delle barelle vi è un uso improprio delle strutture del DEA. In esso si svolgono attività di intra moenia, di elezione, programmata. Questo uso improprio satura la struttura che non riesce a far fronte in modo degno ed adeguato alle vere situazioni emergenziali.
In seguito alle nostre denuncie il Direttore Amministrativo del Cardarelli Dr. Patrone ha disposto che nel DEA non debbano svolgersi attività di tipo non emergenziale.
La risposta che i medici attraverso L’ANAAO hanno prodotto è incredibile, arrogante, sconcertante , inquietante. L’ANAAO afferma che questo tipo di attività si svolge nel DEA da 70 anni, quindi da quando esiste l’ospedale, e non vede i motivi perché si debba sovvertire questo meccanismo.
Signori dell’ANAAO , i motivi che inducono a sovvertire questo meccanismo sono i pazienti in barella, che vengono umiliati, che cascano, che muoiono.
Inoltre se una struttura è concepita , organizzata, finanziata per fronteggiare situazioni emergenziali, il suo uso improprio non è consentibile, per motivi etici, morali, legali. Il Cobas denuncia, quindi, questo atto di miope ed assurda arroganza,
Signori dell’ANAAO , dovete convincervi che non siete i padroni dell’ospedale, la vostra attività va subordinata alle leggi ed all’interesse generale, di cui siete compartecipi e non
siete i depositari assoluti
Il Cobas investe di tale questione l’Assessore Montemarano, i componenti della commissione Sanità regionale, la Procura della Repubblica, e denuncia questo gravissimo episodio agli organi di informazione e tutti i cittadini.
Un altro aspetto singolare ed inquietante è il silenzio assoluto di tutti i sindacati dell’RSU ( Fials, Cisl, Cgil, Fsi, Uil, Sanos), se nemmeno di fronte ad atti di tale spudorata arroganza avete il coraggio e la forza di reagire allora siete veramente al capolinea, siete alla capitolazione totale.
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Lettera aperta all'ANAAO
La serie di insulti farneticanti con cui l’ANAAO infarcisce la lettera aperta al Cobas non è certamente una premessa valida per aprire un dialogo. Il sindacato medico ANAAO è certamente uno dei principali protagonisti dell’attuale sfascio dell’azienda unitamente ai vertici dirigenziali, coi quali ha condiviso in questi anni politiche clientelari e di sprechi economici senza fine. Accusare il Cobas di cortigianeria e svendita sindacale è davvero assurdo ed infamante. Il Cobas Cardarelli si è posto in questi anni come unico argine alla corruzione ed agli sprechi in questa azienda.
l’ANAAO è il sindacato che ha fatto del servilismo al potere e del connubio con le parti più retrive della società il pilastro fondante della sua esistenza.
Quando L’ANAAO parla di strumentalizzazioni parla evidentemente di pratiche che le sono proprie e che conosce molto bene. Per intessere un confronto bisogna innanzitutto capire che ci sono diverse premesse ideali dalle quali prende le mosse ogni organizzazione, l’assolutizzazione delle proprie porta all’integralismo ed alla svalutazione dispregiativa degli altri.
Noi partiamo dalla premessa che l’Italia è una Repubblica che assicura il diritto alla salute a tutti i suoi cittadini. Il Cardarelli è un ospedale pubblico sia istituzionalmente che economicamente. Il fatto che da un punto di vista giuridico sia un’azienda non muta il suo carattere di servizio pubblico. La gestione aziendalistica mira ad un fine organizzativo che tenga conto dei costi di gestione, della produttività, dei livelli professionali, ma tutto questo non significa che l’ospedale sia una clinica privata, il fine di tutte le attività non può essere il profitto, ma il profitto di alcune attività può essere giustificato solo se inserito in una maggiore efficienza e in un innalzamento del carattere sociale dell’azienda.
Ricordiamo all’ANAAO che tra le ragioni fondanti della legge Bindi sull’attività intra moenia c’era l’ obbligo dell’abbattimento delle liste d’attesa.
Premessa dell’attività intra moenia e’ l’obbligo di una contrazione delle liste d’attesa ordinarie e quindi l’attività a pagamento doveva essere un supporto per l’azzeramento rapido delle liste stesse. Tutto questo non è avvenuto, i cittadini sono costretti ad optare per l’intra moenia da una necessità provocata da una impossibile fruizione di un diritto alla salute che passi per le normali vie. Quindi, i nostri non sono attacchi pregiudiziali verso determinate categorie, sono convincimenti profondi constatabili empiricamente in ospedale e sotto gli occhi di tutti.
Il problema barelle, le liste d’attesa, l’attività intra moenia, gli sprechi clientelari provocati dalla nascita inutile di centinaia di unità semplici e coordinamenti infermieristici sono tutti aspetti riguardanti un sistema che noi riteniamo dannoso per i pazienti, fonte di sprechi per la collettività, lavoro abnorme e pericoloso per tanti lavoratori dell’azienda.
l’ANAAO è disposta a collaborare con i Cobas per eliminare per sempre le barelle ed abbattere le liste d’attesa?
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Il Cardarelli non è una clinica privata
La situazione della camera operatoria della chirurgia d’urgenza è uno degli scandali più incredibili del Cardarelli.
Nonostante il problema delle barelle sia diventato uno scandalo nazionale e nonostante noi denunciamo da ben 2 anni che il Dipartimento delle emergenze sta scoppiando perché in esso si svolgono attività illecite ed illegali si continua incredibilmente e senza alcun controllo ed intervento degli organi di vigilanza in pratiche di una gravità inaudita
.Nella camera operatoria della chirurgia d’urgenza continuano ad essere effettuati interventi chirurgici d’elezione nonché attività chirurgiche d’espianto.
Le equipe mediche di queste strutture continuano, indisturbati, ad utilizzare strutture pubbliche per fini privatistici.
E’ una situazione scandalosa, poiché tutte le tematiche di tipo emergenziale si trovano di fronte ad una situazione di saturazione generale e questo provoca il collocamento in situazioni precarie e pericolosissime come le barelle. Il Cobas denuncia queste cose da anni, ma lo scandalo più grave è che non vi sia alcuna autorità che sappia o voglia porre fine a questa situazione.
L’ANAAO, giorni fa parlava di trasparenza e legalità , non ha niente da dire a questo proposito?
Il Cobas Cardarelli chiede a tutti i dirigenti ospedalieri ed alle autorità istituzionali di intervenire su tale situazione e denuncia a tutti i lavoratori ed all’opinione pubblica questo stato di cose, ci impegniamo coi lavoratori a sostenerli in questa battaglia, ed inoltre denunciamo lo stato di degrado di quasi tutte le strutture operatorie del Cardarelli ed il loro utilizzo poco limpido e cristallino.
Un tale stato di cose va ad incidere su diritti fondamentali dei cittadini, quali il diritto di avere prestazioni di tipo emergenziale, il diritto di rispettare rigorosamente gli impegni assunti con le liste d’attesa. Il Cobas indice lo stato d’agitazione di tutte le camere operatorie del Cardarelli e si impegna ad assumere iniziative a tal riguardo.
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Il "mistero" della XVI chirurgia
Nonostante anche quest'anno la XVI chirurgia chiuda con un passivo di oltre un milione d'euro,continuano a giungere macchinari costosissimi in camera operatoria e nel reparto,oltre i tanti lavori eseguiti per centinaia di migliaia di euro. Ma come e'possibile che una struttura che chiude un bilancio in passivo riesce ed ottiene tutto quanto richiede? E i altri reparti ridotti allo stremo delle forze dove la sopravvivenza è di routine e dove ottenere cose minime come un "termometro" diventano un problema irrisolvibile? Ci chiediamo in base a quali criteri vengono ripartite le risorse dell’azienda, chi decide e in base a quali parametri fa tutto ciò? Chi decide e perché che un reparto,la XVI chirurgia, debba essere un reparto di lusso, con tutti i comfort, con attrezzature superlussuose ed altri reparti debbano essere ridotti in condizioni pietose? Ci riferiamo alla scandalosa situazione di reparti come l’ematologia, oppure i reparti di emergenza su cui si riversa una pressione enorme, ci riferiamo alle chirurgie specialistiche ammassate in condizioni inumane in una sola palazzina, con un solo ascensore tuttofare, dove confluiscono pazienti e bidoni di urina e dove d’estate il caldo rende il fetore assolutamente irrespirabile ad un essere umano. Il superscandalo di una divisione d’urgenza come l’oculistica sprovvista di camera operatoria e di un organico adeguato ad affrontare le emergenze. La legge sulla trasparenza imporrebbe una verifica pubblica dei bilanci delle singole strutture aziendali, in questo modo i lavoratori e i cittadini potrebbero capire i” MISTERI” di queste sperequazioni che appaiono ingiustificate e sospette.
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Dedicato all’ANAAO
Contemporaneamente all’inizio del nostro sciopero c’e’ stata un’iniziativa di un sindacato dei medici, l’ANAO, che ha pubblicato a pagamento un attacco a Montemarano riguardante il suo progetto per combattere il fenomeno barelle. L’iniziativa del’ANAO la troviamo estremamente singolare, i medici che dovrebbero essere la parte più avanzata e propositiva dell’azienda, si comportano, come sempre, la parte più retriva e conservatrice. Indubbiamente le proposte dell’Assessore Montemarano non rappresentano le risoluzione di un problema antichissimo, ma sono tuttavia un tentativo per cambiare, smuovere le acque stagnanti del Cardarelli, sono proposte che andrebbero integrate, sostenute, con l’impegno fattivo di tutti. L’ ANAO invece dimostra ciò che noi sosteniamo da sempre, i medici del Cardarelli non hanno interesse a cambiare nulla, il sistema attuale gli va benissimo, questo sistema rappresenta per i medici il sistema col quale ottengono il massimo dei profitti col minimo sforzo, se il costo di questo sistema sono i pazienti in barelli poco male. Ricordiamo all’ANAO che i medici che rappresenta sono una categoria superprivilegiata, in quanto hanno la possibilità di lavorare in strutture pubbliche e possono lavorare anche in strutture private. I Cobas ritengono questa una delle più gravi storture della sanità in Italia, una società seria imporrebbe di scegliere tra attività pubblica e attività privata, le strutture private se vogliono avere profitti dovrebbero rischiare anche i capitali, tutto questo non accade, i costi sono accollati alla collettività , i profitti vanno nelle tasche di singole persone, questo è davvero un paese perfetto per voi, per questo non volete cambiare nulla, avete paura che svanisca questa enorme cuccagna

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