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BARELLOPOLI :
2
ANNI DI LOTTA
DEI COBAS A.O.R.N. CARDARELLI
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LAVORATORI IN AGITAZIONE, DIREZIONE AZIENDALE INERTE,
OSPEDALE AL COLLASSO. |
La
durissima battaglia che il Cobas Cardarelli ha intrapreso sul
problema dei pazienti collocati in barella ci ha portati ad
assumere una decisione estrema: lo sciopero della fame e della
sete. Siamo giunti a questa decisione per scuotere le
coscienze della classe dirigente, dell’opinione pubblica, dei
cittadini. La città di Napoli vive una crisi sociale,
economica, morale, etica in forme estreme e permanenti,
qualsiasi problematica viene elusa e scaricata in forma
razzistica sulla incapacità dei suoi cittadini di essere
all’altezza della modernità e della civiltà. Questo è quanto
avviene per quanto riguarda la criminalità organizzata, questo
avviene con il problema dei rifiuti, questo avviene con il
problema barelle. Nella nostra lunga lotta contro questo
fenomeno l’unica risposta che le classi dirigenti, a tutti i
livelli, hanno saputo elaborare è stata che la colpa di tutto
è dei cittadini che preferiscono questo tipo di condizione.
Per le nostre classi dirigenti la colpa della criminalità a
Napoli è dei napoletani che non vogliono lavorare, la colpa
della spazzatura è dei napoletani che sono sporchi, la colpa
delle barelle è dei napoletani che preferiscono ricoveri di
fortuna ad un letto. Il Cobas Cardarelli rifiuta questa
ideologia della miseria e della rassegnazione, nell’ultimo
anno abbiamo elaborato numerosissime proposte per eliminare
tale fenomeno, ma ci siamo scontrati con una classe dirigente
assolutamente sorda incapace e impotente , le loro priorità
sono il potere e gli affari, l’interesse pubblico e gli
interessi generali sono assolutamente fuori dai loro
orizzonti, il gesto estremo dei militanti del Cobas Cardarelli
vuole porre questa classe dirigente davanti alle sue
responsabilità, se non sanno risolvere i problemi, se non
sanno governare abbiano almeno la dignità di
dimettersi. |
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URGENTE UN INTERVENTO
REGIONALE |
I
lavoratori dei reparti di medicina, del Centro ustioni, delle
camere operatorie dell’oncologia sono in subbuglio….
protestano per condizioni di lavoro assurde, per mancanza di
sicurezza, per un ospedale che va alla deriva. Dove
l’assistenza viene costretta a disconoscere la dignità umana
dell’ammalato…. Sono state denunciate le violazioni continue
della privacy, la mancanza di sicurezza, i disagi sul lavoro
senza che la direzione riesca a dare delle risposte idonee LE
MEDICINE SONO IL RISULTATO DI TUTTE LE DISFUNZIONI DEL
CARDARELLI. UN’ASTANTERIA CHE FUNZIONA SOLO UNA DECINA DI ORE
REALI AL GIORNO,CARENZE INGIUSTIFICATE DI PERSONALE NELLE
VARIE STRUTTURE. COORDINATORI DIPARTIMENTALI CHE SONO SOLO UN
AGGRAVIO DI SPESA. STRUTTURA COME LA PALAZZINA ALPI
INUTILIZZATA PER FINI PRIVATISTICI , PAZIENTI TRATTATI COME
ANIMALI IN CORRIDOI ALLA MERCE’ DI TUTTI. CENTRO GRANDI
USTIONI: Centro di emergenza regionale che raccoglie pazienti
da tutte le regioni meridionali. E’ ridotto ai minimi termini:
mancanza di personale infermieristico per assicurare livelli
minimi assistenziali , situazioni igieniche scabrose che non
garantiscono la dovuta asepsi ecc. Questo CER fu imposto
all’azienda e questa ha sempre adottato una gestione della
struttura non idonea all’importanza della stessa . Il reparto
è allo sbando fra il silenzio complice di tutti a danno di
pazienti in condizioni estremamente critiche e il personale
portato all’esasperazione . ONCOLOGIA : Vi sono situazioni
come il DH oncologico ed onco-ematologico dove a fronte di un
formale rispetto delle leggi vi sono situazioni reali assurde
di lavoro con gravi rischi persino a livello genetico per i
dipendenti. Si effettuano trapianti midollari senza
autorizzazioni regionali e in ambienti non sterili con gravi
rischi per i malati.. In questa azienda ognuno si gestisce la
struttura come gli aggrada senza attenersi ad una direzione
che dirige. ASTANTERIA: E’ un reparto bluff. I lavoratori
lavorano allo stremo in un contesto di disordine con un
servizio che non sappiamo veramente a che serve… E’ VENUTO IL
MOMENTO DI METTERE UN PUNTO A TUTTE QUESTE SITUAZIONI, LA
DIRIGENZA SEMBRA ORMAI IN GROSSE DIFFICOLTA’ E FATICA A
TROVARE RISPOSTE. NOI CHIEDIAMO: UN RIORDINO DELLE DOTAZIONI
ORGANICHE NELLE VARIE STRUTTURE. APERTURA PALAZZINA ALPI AL
FINE DI NON SATURARE STRUTTURE COME QUELLE DELLE MEDICINE CHE
NON POSSONO OSPITARE PAZIENTI IN BARELLA. CONTROLLO SANITARIO
IDONEO DEL PROPRIO PERSONALE E DOTAZIONI ORGANICHE CHE NON
METTANO A RISCHIO PAZIENTI E LAVORATORI. UNA DIREZIONE CHE
CONTROLLI I SERVIZI ATTIVI E NON LASCI APRIRE “NEGOZI” A
CHIUNQUE AGGRAVANDO LA CARENZA DI PERSONALE. LE VARIE
STRUTTURE SEMPLICI E COMPLESSE A DOPPIONI DEVONO AVERE UNA
REALE VERIFICA CON UNA DRASTICA RIDUZIONE E NON ESSERE
ELARGITE A LIVELLO CLIENTELARE CHE L’EMERGENZA SIA L’ATTIVITA’
PRORITARIA DELL’OSPEDALE CON UNA RIDEFINIZIONE DELLE SUE
FINALITA’, DELLA SUA MISSIONE ORMAI PERSA. CHE LA COMMISSIONE
REGIONALE DI CONTROLLO VENGA E SVOLGA IL SUO LAVORO QUI AL
CARDARELLI, VE N’E’ BISOGNO! |
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Cardarelli al collasso, emergenza sanitaria a
Napoli |
Con
la chiusura del complesso operatorio di Ortopedia del
Cardarelli, la già catastrofica situazione delle camere
operatorie dell’azienda si aggrava ancora di più. Adesso,
escludendo il dipartimento dell’emergenza e quello dei
trapianti, in tutto l’ospedale vi sono solo tre camere
operatorie agibili.Siamo giunti alla paralisi quasi
completa.Tutte le chiururgie d’elezione dovranno turnare in
sole tre camere operatorie, le liste d’attesa già enormi,
adesso inevitabilmente si gonfieranno ancora di più.
L’emergenza rifiuti con i suoi risvolti igienico-sanitari ha
già provocato un aumento per qualità e quantità di numerose
patologie. Tutto questo in un ospedale che vive
quotidianamente il problema storico ed irrisolto delle
barelle. Se a questo si aggiunge le difficoltà poste dalle
nuove norme di pagamento del ticket di pronto soccorso, la
situazione non può che essere definita allarmante. Se il
Cardarelli è l’ospedale che deve far fronte a tutte le
emergenze di Napoli ed è la più grossa struttura sanitaria del
mezzogiorno e si trova in questa condizione, la situazione è
davvero drammatica. Napoli vive una situazione di vera
emergenza sanitaria. Come si è arrivati a tutto questo? Con
una assurda ristrutturazione iniziata senza avere predisposto
un piano strategico che ne accompagnasse il corso. Centinaia e
centinaia di milioni di euro che vengono continuamente
inghiottiti coi quali non si ottiene nessun risultato anzi
fanno precipitare l’azienda ogni giorno di più nel caos e in
una catastrofe sempre più accentuata. In una situazione di
emergenza così grave, in cui nel Cardarelli non vi sono quasi
più camere operatorie, a nessuno viene in mente di aprire la
palazzina Alpi che con due camere operatorie disponibili
potrebbe attenuare la situazione catastrofica attuale. La
situazione attuale del Cardarelli chiama in causa tutta la
classe dirigente della nostra città, dai dirigenti
ospedalieri, alla classe medica, dall’assessore alla Sanità
alla giunta regionale. Se il Cardarelli è il simbolo della
Sanità campana allora può anche essere assunto come il simbolo
del fallimento storico di una classe
dirigente. | Qui
Palazzina A.L.P.I. la proposta del
Cobas |
Nei
giorni scorsi l’Assessore alla Sanità della Campania si
impegnò con i Cobas ad emanare una disposizione per l’apertura
della palazzina ALPI per le necessità e le urgenze del
Cardarelli. Aspettiamo fiduciosi che ciò avvenga, anche se non
vediamo alcun impegno concreto per rendere operativa tale
disposizione. Ciò che stiamo osservando è solo l’assalto a
questa palazzina da parte dei peggiori figuri dell’azienda, di
coloro che hanno portato alla catastrofe attuale e che adesso
vorrebbero accaparrarsi anche questo ulteriore bottino. Il
Cobas Cardarelli ritiene che tra le situazioni più scandalose
dell’azienda vi siano gli ammalati in barella , specialmente
nei reparti di Medicina, e i reparti Oculistico e Otorino
sprovvisti da 3 anni di camere operatorie e costretti per
operare a trasportare quotidianamente i paziente per
l’ospedale con disagi immensi per ammalati e lavoratori.
Quindi proponiamo di utilizzare i reparti della palazzina ALPI
e relative camere operatorie per i reparti di Oculistica e
Otorino, i relativi reparti attualmente occupati da queste
specialistiche potrebbero essere utilizzati come reparti di
Medicina ed accogliere i pazienti barellati in soprannumero.
Crediamo che questa sia la proposta più giusta e razionale da
fare in questo momento, lo scopo dell’utilizzo straordinario
dell’ALPI è quello di affrontare le problematiche più urgenti
del Cardarelli, ogni altro utilizzo non servirebbe a niente,
accontentare i potenti di turno aggraverebbe soltanto la
situazione, la priorità assoluta è dei pazienti e dei
lavoratori. |
p
Il
Direttore Generale Iovino sta rottamando completamente
il Cardarelli |
Il
Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo
un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro
di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto
che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel
Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo
Italiano. Lo strumento attraverso il quale si sta attuando
questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia,
costosissimi e infiniti. Questi lavori hanno perseguito
solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del
Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica
stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina
Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i
necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono
costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I
posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della
metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state
smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in
un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia
infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI
chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi
operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di
sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura
un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per
predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di
ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6
camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di
ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma
Center. In questi anni si è avuta un abnorme e
ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di
Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai
senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad
alcun vantaggio organizzativo e assistenziale. Per i
cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste
d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte
a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è
utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo
emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati
pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il
Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie
esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici
concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che
procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori
precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale
sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo
figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie,
tecnici, personale medico. La quantità enorme di fondi per
lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato
per coprire carenze di organico e costringere lavoratori
obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne
umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con
turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei
pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico
parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di
personale inoccupato e nullafacente. Le migliori
professionalità dell’ospedale ( sia mediche che
infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni
umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il
Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria
di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla
Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si
arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli. Il
Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo
progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla
sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche
di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute
dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli,
comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado
della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non
si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un
annichilimento totale e
irreversibile. |
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Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!! |
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in
essere un bando di gara per la ristrutturazione della
Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta ,
viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo
ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a
pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del
Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla
Rianimazione. Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno
prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di
sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto
non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle
da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora
e di chi è costretto a ricoverarsi. Le condizioni di
degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo. Nella
medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per
ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie
d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di
areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo
continuare con una serie infinita di denunce già fatte.
Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi
di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né
l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non
essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi
poniamo il seguente quesito: I tanti casi di meningite
rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e
trasmessi alle autorità sanitarie preposte? Se anche nel
Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica
come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone
potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle?
Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in
Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della
Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate,
chiediamo un piano strategico serio che accompagni le
ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo
sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei
medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di
occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di
ulteriori e inutili unità semplici Ci appelliamo ai
lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema
insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per
addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro
gennaio su queste tematiche |
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ASSEMBLEA COBAS CONTRO LE BARELLE E OCCUPAZIONE
DELLA DIREZIONE SANITARIA |
Il
16/05/07 si è svolta l’assemblea indetta dal Cobas Cardarelli
contro le barelle e alla fine si è proceduto alla occupazione
della Direzione Sanitaria per l’esposizione delle nostre tesi
e delle problematiche dei lavoratori che svolgono il loro
servizio nei reparti dove più acuto è il problema delle
barelle.Al Direttore Sanitario Dott. Paradiso e al Dott.
Coppola abbiamo esposto e ribadito tutto quello che sosteniamo
da tempo. Le barelle sono un reato in quanto violano la
privacy, sono un oggettivo pericolo poiché per la loro
instabilità mettono a serio pericolo l’incolumità e a volte la
vita stessa. Abbiamo contestato il fatto che pur condividendo
che non tutto è attribuibile alla Direzione , non vediamo
alcun segnale che comporti un’inversione di tendenza di un
malcostume ormai decennale e nemmeno dei minimi segnali che
indichino una volontà reale di affrontare tale problematica.Il
Cobas e i lavoratori contestano . in particolare, le seguenti
questioni. L’astanteria del Cardarelli ,nonostante impegni
presi, non viene attivata nell’arco delle 24 ore e rimane
aperta solo 12 ore , l’ambulanza fornita all’ospedale
dall’assessorato per trasportare i pazienti in altri ospedali
è stata adibita ad usi interni, la direttiva dell’assessore
Montemarano di non far stazionare il paziente oltre le 6 ore
in barella non viene attuata. I lavoratori delle urgenze ,
inoltre , contestano il fatto che non si fa alcun serio filtro
e che ci si ritrova ricoverati anche pazienti con patologie
minime o banalissime che non necessitano di un ricovero
ospedaliero. Inoltre abbiamo ricordato che da anni in pronto
soccorso c’ e’ una rianimazione d’urgenza mai attivata. Il
dipartimento del DEA ,per stessa ammissione dei dirigenti, ha
una percentuale altissima di posti letto destinati agli
interventi di elezione. Inoltre riteniamo pericolosissimo
avere un solo medico di guardia per padiglione nei turni
notturni. Abbiamo richiesto di ampliare gli spazi da destinare
all’urgenza nel Cardarelli riducendo quelli destinati
all’elezione. Inoltre abbiamo contestato l’acquisto di barelle
numerate, che di fatto potrebbero istituzionalizzare questo
fenomeno e che comportando un aggravio di lavoro per gli
infermieri potrebbero essere la causa di un aumento di
pericolo da parte dei pazienti .Il Cobas ritiene insostenibile
la situazione intende sostenere la lotta che i lavoratori
metterano in atto tra pochi giorni, l’autoconsegna in medicina
d’urgenza e nelle medicine generali. I lavoratori, coscienti
del fatto che i pazienti non sono in condizioni di sicurezza
protrarranno il loro lavoro oltre i regolari turni lavorativi,
allo scopo di denuncia e di salvaguardia dei pazienti. Inoltre
il Cobas chiede un incontro con l’Assessore Montemarano per
discutere delle discrasie riscontrate tra le tesi della
dirigenza del Cardarelli e L’assessore stesso.Lo scarico di
responsabilità tra queste due istituzioni sul problema barelle
deve arrivare ad una risoluzione, dopo tanti morti crediamo
che si debba dire basta alle barelle una volta per
sempre | Q
Un
altro paziente cade in X medicina d’urgenza, continua il
massacro: Basta!!!!!! |
Nel
pomeriggio del 17/09/07 un paziente cade da una barella in X
medicina d’urgenza, ritrovandosi in un lago di sangue
riportando la frattura della mandibola e ferite tamponate con
punti di sutura al mento, al naso, alla fronte. Continua il
massacro, inarrestabile, ineluttabile. E continua nella più
totale indifferenza, nella più totale apatia di tutte le
autorità e gli organi istituzionali cittadini ed aziendali.
Le denunce dei Cobas hanno ampiamente dimostrato che la X
medicina d’urgenza è un vero inferno, sia per i pazienti che
per i lavoratori. I lavoratori svolgono la loro attività
in un contesto pericoloso, dove non è possibile attuare i
normali presidi di sicurezza e le normali procedure sanitarie,
c’è una mancanza totale degli spazi minimi operativi, non è
possibile attuare normali procedure operative per evitare
pericolose punture d’aghi, normali cautele per evitare contagi
da eventuali malattie infettive, si deve svolgere l’attività
in un contesto caotico ed affollato che impedisce
l’espletamento delle attività sanitarie con la dovuta
concentrazione e tranquillità. La X medicina d’urgenza
rappresenta per i lavoratori che vi operano uno standard di
pericolosità che va ben oltre il consentito per coloro che
lavorano in un ospedale, mettendo in pericolo costante ed in
maniera violenta e inaudita la salute di coloro che vi
lavorano. Le leggi sulla sicurezza del lavoro in Italia non
consentono tutto ciò. In questo contesto si mette in grave
pericolo la salute e a volte la vita dei pazienti. I numerosi
morti per caduta da barella e le ormai infinite cadute
dimostrano in maniera indiscutibile tutto ciò. Il paziente in
barella non può stare. Viene violata la dignità umana, si
violano le leggi sulla privacy, non ha un campanello
salvavita, se non ha un parente a sorvegliarlo è una persona
sola e completamente abbandonata, in un reparto con trenta
pazienti allettati e una ventina di pazienti in barella 4-5
infermieri non sono umanamente in condizione di assistere e
sorvegliare tutte le evenienze. Mancano le misure minime di
sicurezza, le vie di fuga e le uscite di emergenze sono
intasate di barelle e non osiamo pensare il massacro che
potrebbe generarsi in una situazione di emergenza. Ultimamente
i Nas hanno prescritto lavori di adeguamento della struttura
che non sono mai stati effettuati. Per salvaguardare la salute
e la vita di pazienti e lavoratori i Cobas chiedono:
L’ immediata chiusura della X Medicina d’urgenza.
Inoltre denunciamo la totale latitanza di tutti gli organi
dirigenziali ospedalieri, la mancanza di vigilanza che hanno
portato la situazione alla putrefazione e al degrado attuale,
giungendo ad una situazione non più tollerabile che ha
superato ogni limite consentibile. |
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PAZIENTI IN BARELLA NEL DEA: TUTELA DEI PAZIENTI
E DEI LAVORATORI |
LE
BARELLE AL CARDARELLI SONO UN FENOMENO ANTICO E , NOI
CREDIAMO, VOLUTO. IL DEA E’ LA MANIFESTAZIONE LAMPANTE DI
TUTTO CIO’. IN QUESTA STRUTTURA SI CONTINUA A FARE
ATTIVITA’ D’ELEZIONE, CHE COMPORTANO INEVITABILMENTE UN
RESTRINGIMENTO DI POSTI PER LE URGENZE ED AGGRAVI DI SPESE
ILLEGGITTIME, E TUTTO QUESTO SENZA CHE L’AMMINISTAZIONE FACCIA
NULLA PER TUTELARE PAZIENTI E LAVORATORI. SI E’ COSTITUITA
UNA COMMISSIONE RSU-AMMINISTRAZIONE SU QUESTA QUESTIONE, MA I
COBAS NON INTRAVEDONO UNA REALE VOLONTA’ DI AFFRONTARE E
RISOLVERE IL PROBLEMA. L’ONLUS HA DENUNCIATO LA VIOLAZIONE
DELLA PRIVACY SISTEMICA IN TUTTO QUESTO, E RITIENE PRIORITARIO
METTERE GLI OPERATORI SANITARI NELLE CONDIZIONI IDONEE A NON
VIOLARE QUOTIDIANAMENTE LE LEGGI. I COBAS CONCORDANDO SU
CIO’ E AGGIUNGONO:
IL PROBLEMA BARELLE VA SUPERATO IN
OGNI MODO PERCHE’: 1 QUANDO IN REPARTI COME LA MEDICINA
D’URGENZA , L’OSSERVAZIONE POLISPECIALISTICA, , L’UTIC,
L’ASTANTERIA VI SONO STANZONI E CORRIDOI RIPIENI DI PAZIENTI
SALTANO I LIVELLI MINIMI ASSISTENZIALI, PER TALE SITUAZIONE
L’AMMINISTAZIONE PUO’ ANCHE ESSERE ACCUSATA DI MANCANZA DI
ASSISTENZA O DI INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO. 2 IN
TALI SITUAZIONI SALTANO TUTTI I PARAMETRI SUL CALCOLO DELLA
CUBATURA E NUMERO DI PAZIENTI OSPITABILI. LE BARELLE NON SONO
LAVATE E DISINFETTATE, LE INFEZIONI CROCIATE SONO ALL’ORDINE
DEL GIORNO. NEGLI ULTIMI GIORNI VI E’ STATA L’INSORGENZA
DI GRAVI PATOLOGIE RESPIRATORIE IN ALCUNI OPERATORI DELLA
MEDICINA D’URGENZA, VI SONO CONTROLLI SANITARI ADEGUATI PER IL
PERSONALE? I SISTEMI DI VENTILAZIONE HANNO UNA ADEGUATA
MANUTENZIONE? NEL DEA MENTRE SI FA ATTIVITA’ DI ELEZIONE,
PAZIENTI E LAVORATORI RISCHIANO LA VITA. IL PROBLEMA
BARELLE E’ SUPERABILE,MA C’E’ BISOGNO CHE I LAVORATORI SI
ATTIVINO IN PRIMA PERSONA, NON DELEGANDO TERZI CHE PRENDONO
DECISIONI SULLA LORO PELLE. I COBAS , QUINDI CHIEDONO AI
LAVORATORI DI ATTIVARSI E DI CONTATTARCI, E RITENIAMO
NECESSARIO, ORMAI, INVESTIRE DEL PROBLEMA TUTTI GLI ORGANI
ISTITUZIONALI ESISTENTI, RITENIAMO NECESSARIO UNA SISTEMATICA,
COSTANTE DETERMINATA OPERA DI DENUNCIA ALLE
AUTORITA’. |
Barelle al Cardarelli: 100 infermieri si
autodenunciano! |
Il
27/04/07 si è svolta nella sede del Cobas Cardarelli la
conferenza stampa dei lavoratori che si sono autodenunciati
sulla situazione della mancanza di sicurezza dei pazienti
collocati in barella. Al termine della riunione il Cobas
Cardarelli ha emesso il seguente comunicato:Il Cobas
Cardarelli sostiene ed appoggia l’azione di lotta dei 100
infermieri che si sono autodenunciati riguardo la
impossibilità di ottemperare ai loro obblighi di tutela e
sicurezza nei confronti dei pazienti barellati. Tale
situazione pone un problema gravissimo di legalità , cui le
autorità istituzionali, a tutti i livelli, sono obbligati a
dare delle risposte precise. La legalità viene violata sia per
quanto riguarda il diritto alla privacy dei pazienti, sia
perché lo stazionamento in barella pone in pericolo la vita
stessa dei barellati. Inoltre I Cobas e gli autodenunciati
pongono il problema dei profili professionali e dell’autonomia
professionale che ne consegue in vigore in Italia dal 1994 e
che sono inapplicati, anche per gravissime responsabilità dei
sindacati tradizionali (CGIL, CISL, UIL, FIALS) che non ne
hanno mai chiesto l’applicazione. La situazione sta diventando
insostenibile, FACCIAMO APPELLO al Presidente della
Repubblica, che sta sostenendo con vigore la questione della
sicurezza sul lavoro, chiedendo un suo intervento, e
sottoponiamo tali problematiche all’attenzione del Ministro
della Sanità, della Giunta Regionale, l’Assessore alla Sanità,
oltre che naturalmente il Direttore Generale del Cardarelli,
il Direttore Sanitario, il Garante e il referente della
Privacy. Su tali quesiti attendiamo delle risposte, che le
autorità istituzionali competenti sono obbligate a
dare | Q
6
marzo 2007 Il Cobas Cardarelli preannuncia lo sciopero
della fame e della sete contro le
barelle |
Ormai
da più di un anno i Cobas sono impegnati a combattere
l’incivile, illegale, assurdo fenomeno dei pazienti collocati
in barella nei corridoi del nostro ospedale, grazie alla
nostra azione di denuncia questo problema si è posto
all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. Siamo
riusciti a farlo diventare il problema fondamentale della
nostra azienda. In questi mesi, abbiamo ottenuto risultati
parziali, ci sono stai andamenti altalenanti, ci siamo resi
conto che quanto più alta è l’attenzione dell’opinione
pubblica tanto più diminuisce il fenomeno e naturalmente
viceversa. Abbiamo formulato numerosissime proposte, di tutti
i tipi, abbiamo individuato i le disfunzioni esistenti, ma ci
siamo scontrati col muro di gomma della direzione aziendale,
assolutamente incapace di accogliere nessuna nostra richiesta,
anche le proposte più facilmente applicabili, misure minime
senza alcun costo, nulla, non abbiamo intravisto la minima
volontà né di affrontare né di risolvere il problema. I
pazienti in barella sono il simbolo del’inefficienza degli
sprechi, della disorganizzazione del Cardarelli. Per questi
motivi un gruppo di militanti dei Cobas ha deciso come azione
estrema di fare uno sciopero della fame e della sete ad
oltranza per combattere il fenomeno. Quelle azioni che
l’azienda mette in atto solo in casi eccezionali noi vogliamo
che diventino azioni di normale gestione del Cardarelli. I
pazienti hanno diritto ad essere curati in condizioni umane e
legali, i lavoratori hanno diritto a lavorare in condizioni
dignitose e di sicurezza . I Cobas vogliono raggiungere
l’obiettivo che gli interessi prioritari che si devono
tutelare in azienda siano quelli dei pazienti e dei
lavoratori, che siano eliminati gli spechi e il clientelismo.
Con la nostra azione vogliamo mettere definitivamente di
fronte alle loro responsabilità le strutture dirigenti ed
amministrative, vogliamo che il Cardarelli sia un ospedale di
vita e non un pericolo di morte. |
ui
Il
Direttore Generale Iovino sta rottamando completamente
il Cardarelli |
Il
Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo
un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro
di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto
che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel
Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo
Italiano. Lo strumento attraverso il quale si sta attuando
questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia,
costosissimi e infiniti. Questi lavori hanno perseguito
solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del
Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica
stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina
Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i
necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono
costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I
posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della
metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state
smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in
un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia
infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI
chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi
operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di
sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura
un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per
predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di
ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6
camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di
ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma
Center. In questi anni si è avuta un abnorme e
ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di
Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai
senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad
alcun vantaggio organizzativo e assistenziale. Per i
cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste
d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte
a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è
utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo
emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati
pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il
Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie
esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici
concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che
procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori
precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale
sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo
figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie,
tecnici, personale medico. La quantità enorme di fondi per
lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato
per coprire carenze di organico e costringere lavoratori
obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne
umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con
turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei
pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico
parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di
personale inoccupato e nullafacente. Le migliori
professionalità dell’ospedale ( sia mediche che
infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni
umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il
Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria
di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla
Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si
arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli. Il
Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo
progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla
sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche
di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute
dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli,
comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado
della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non
si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un
annichilimento totale e
irreversibile. |
Qui puoi inserire una descrizione per la tua
pagina. |
Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!! |
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in
essere un bando di gara per la ristrutturazione della
Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta ,
viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo
ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a
pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del
Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla
Rianimazione. Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno
prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di
sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto
non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle
da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora
e di chi è costretto a ricoverarsi. Le condizioni di
degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo. Nella
medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per
ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie
d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di
areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo
continuare con una serie infinita di denunce già fatte.
Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi
di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né
l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non
essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi
poniamo il seguente quesito: I tanti casi di meningite
rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e
trasmessi alle autorità sanitarie preposte? Se anche nel
Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica
come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone
potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle?
Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in
Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della
Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate,
chiediamo un piano strategico serio che accompagni le
ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo
sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei
medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di
occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di
ulteriori e inutili unità semplici Ci appelliamo ai
lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema
insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per
addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro
gennaio su queste tematiche
Emergenza barelle: Le proposte dei
Cobas |
La
situazione degli ultimi anni dei pazienti collocati in barella
, aggravatasi in maniera drammatica nel mese di Agosto impone
di affrontare il problema in maniera forte, chi in questi anni
si è sottratto ai suoi compiti istituzionali deve essere
inchiodato alle sue responsabilità. Le proposte del Cobas
Cardarelli sono le seguenti: 1. Attivazione reale e seria
del servizio C.O.R.E. 118, per la ricerca della disponibilità
di posti letto liberi sul territorio della Campania e di
Napoli in particolare. 2. Attivazione reale dei terminali
informatici di tutte le strutture sanitarie della Campania,
deputate a far affluire alla Centrale Regionale i dati
relativi ai posti letto e alle emergenze, istituzione di un
servizio ispettivo regionale che controlli l’attivazione
costante e quotidiana di tali terminali e la veridicità dei
dati trasmessi. 3. L’affluenza di ambulanze , pubbliche e
private, al Cardarelli non deve avvenire in modo arbitrario,
ma deve essere richiesta e concessa , previa disponibilità di
posti letto e verifica di disponibilità in altre strutture
sanitarie. 4. Attivazione dell’astanteria di Pronto
Soccorso del Cardarelli sull’arco delle 24 ore, invece delle
12 ore attuali. 5. Abolizione totale di tutte le attività
di intra moenia e di elezione nel D.E.A. del Cardarelli,
utilizzare questa struttura in modo esclusivo per le attività
di tipo emergenziale 6. Ampliare all’interno del
Cardarelli il numero di posti letto destinati alle situazioni
di emergenza. 7. Aumento dei posti letto del Cardarelli
istituendo almeno altre 2 unità operative di Medicina
generale. 8. Istituzione di una struttura di sub-intensiva
nella Medicina d’urgenza. 9. Aumento della dotazione di
ambulanze per il trasporto dei pazienti sia all’interno
dell’azienda sia verso altre strutture. 10. Rafforzare il
numero di unità infermieristiche operative destinate
all’assistenza diretta dei pazienti recuperando personale
collocato in maniera improduttiva ed impropria 11.
Massiccio aumento di personale OSS con nuove assunzioni, tale
figura professionale è importantissima ed essenziale
nell’assistenza dei pazienti ed il Cardarelli ne è quasi
completamente sprovvisto. 12. Utilizzare le barelle per il
loro scopo naturale, vale a dire il trasporto dei pazienti da
un luogo all’altro, disporre il divieto assoluto dello
stazionamento prolungato ed incustodito dei pazienti su una
barella, in quanto tale stato risulta essere pericolosissimo
per l’incolumità fisica ed è lesivo della dignità umana
13. Calcolare il fabbisogno di dotazioni organiche sul
bacino di utenza e non sui posti letto in quanto tutto
l’ospedale è una struttura di emergenza 14. Istituzione di
una vigilanza costante e continua nell’arco delle 24 ore per i
reparti a maggiore rischio di aggressioni esterne. 15.
Individuare i punti di saturazione dei vari reparti, oltre il
quale non è possibile ricoverare pazienti,oltre il quale non
si garantisce assistenza e sicurezza, tenendo presente:
carichi di lavoro, dotazione organica, diritto alla privacy ,
ri-spetto norme di sicurezza per pazienti e lavoratori
Tali proposte sono integralmente compatibili con le
risorse economiche della Regione Campania e con il bilancio
dell’A.O.R.N. Cardarelli e sono le proposte che in questi anni
il Cobas Cardarelli ha indicato per la risoluzione del
problema barelle. Ma queste proposte sono state ignorate,
disattese, boicottate, denigrate dai poteri pubblici deputati
ad intervenire, ci siamo trovati di fronte ad un muro fatto di
omertà, indifferenza, apatia, cinismo, demagogia che ha
affossato sistematicamente tutti i nostri sforzi, sottraendo
alle loro responsabilità gli amministratori pubblici del
Cardarelli e delle istituzioni Regionali. Facciamo appello
a tutti i lavoratori, ai cittadini, all’opinione pubblica, ai
mezzi di informazione, alle forze politiche che ancora credono
in un servizio sanitario pubblico ed efficiente di sostenerci
in questa battaglia, per inchiodare una volta per sempre i
poteri pubblici alle loro
responsabilità. |
Qui puoi inserire una descrizione per la tua
pagina. |
L’apocalisse del
Cardarelli |
Dopo
mesi di denunce e di battaglie con cui i Cobas hanno coinvolto
tutti i mezzi possibili e le istituzioni responsabili, la
situazione del Cardarelli già drammatica è ulteriormente
peggiorata. I reparti esplodono di barelle e di situazioni
rischiose e pericolose, per i pazienti lo stazionamento in
ospedale non rappresenta la risoluzione di un problema di
salute, ma rappresenta un aggravio di rischio e a volte
addirittura un pericolo per la vita. Il mese di Agosto ha
rappresentato un vero inferno sia per i pazienti costretti a
ricoverarsi, sia per i pochi lavoratori che hanno presidiato
l’azienda. Quest’anno c’e’ stato un aumento della domanda di
prestazioni sanitarie e questo può avere la sua origine nella
drammatica crisi economica che investe la nostra città come
d’altronde tutto il paese. La mancanza di risorse
economiche disponibili da parte dei cittadini li spinge sempre
più verso le strutture pubbliche, ma il processo di
privatizzazione in atto riduce sempre di più la possibilità di
usufruire di prestazioni sanitarie anche minime. Le
ingenti risorse economiche che pur affluiscono al Cardarelli
non vengono finalizzate al miglioramento delle prestazioni
sanitarie né tantomeno vengono utilizzate per migliorare le
condizioni di lavoro degli operatori all’assistenza. Nel
Cardarelli tutti i reparti sono sott’organico o addirittura
sprovvisti di personale, si tira avanti sobbarcando tutto il
lavoro su una o due unità di infermieri e su qualche sporadica
unità di OTA, si utilizza una quantità enorme di straordinario
sovraccaricando oltre il lecito alcune fasce di lavoratori
aumentando a dismisura i pericoli per i pazienti e i
lavoratori stessi. Stanno aumentando i pericoli per i
lavoratori sottoposti sempre più spesso a minacce e ritorsioni
da parte di un’utenza sempre più insoddisfatta ed esasperata.
La maggior parte delle risorse economiche dell’azienda si
disperdono in situazioni che non hanno niente a che che fare
con la produttività, l’efficienza, l’economicità. Esiste un
sistema di potere clientelare e parassitario che assorbe
risorse distruggendo l’ospedale e la finanza pubblica. Il
nostro ospedale e’ il simbolo più evidente di una classe
dirigente al potere in Campania da vent’anni che è ormai
giunta al capolinea, una classe dirigente che ha arricchito
ristrette elitè massacrando la città, distruggendo i beni
pubblici e creando dei veri e propri inferni come il
Cardarel | |
Il
Direttore Generale Iovino sta rottamando completamente
il Cardarelli |
Il
Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo
un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro
di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto
che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel
Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo
Italiano. Lo strumento attraverso il quale si sta attuando
questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia,
costosissimi e infiniti. Questi lavori hanno perseguito
solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del
Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica
stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina
Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i
necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono
costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I
posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della
metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state
smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in
un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia
infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI
chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi
operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di
sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura
un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per
predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di
ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6
camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di
ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma
Center. In questi anni si è avuta un abnorme e
ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di
Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai
senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad
alcun vantaggio organizzativo e assistenziale. Per i
cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste
d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte
a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è
utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo
emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati
pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il
Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie
esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici
concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che
procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori
precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale
sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo
figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie,
tecnici, personale medico. La quantità enorme di fondi per
lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato
per coprire carenze di organico e costringere lavoratori
obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne
umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con
turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei
pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico
parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di
personale inoccupato e nullafacente. Le migliori
professionalità dell’ospedale ( sia mediche che
infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni
umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il
Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria
di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla
Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si
arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli. Il
Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo
progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla
sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche
di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute
dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli,
comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado
della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non
si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un
annichilimento totale e
irreversibile. |
Q
Il
Direttore Generale Iovino sta rottamando completamente
il Cardarelli |
Il
Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo
un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro
di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto
che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel
Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo
Italiano. Lo strumento attraverso il quale si sta attuando
questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia,
costosissimi e infiniti. Questi lavori hanno perseguito
solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del
Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica
stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina
Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i
necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono
costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I
posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della
metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state
smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in
un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia
infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI
chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi
operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di
sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura
un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per
predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di
ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6
camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di
ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma
Center. In questi anni si è avuta un abnorme e
ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di
Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai
senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad
alcun vantaggio organizzativo e assistenziale. Per i
cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste
d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte
a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è
utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo
emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati
pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il
Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie
esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici
concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che
procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori
precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale
sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo
figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie,
tecnici, personale medico. La quantità enorme di fondi per
lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato
per coprire carenze di organico e costringere lavoratori
obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne
umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con
turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei
pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico
parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di
personale inoccupato e nullafacente. Le migliori
professionalità dell’ospedale ( sia mediche che
infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni
umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il
Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria
di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla
Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si
arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli. Il
Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo
progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla
sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche
di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute
dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli,
comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado
della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non
si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un
annichilimento totale e
irreversibile. |
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Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!! |
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in
essere un bando di gara per la ristrutturazione della
Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta ,
viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo
ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a
pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del
Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla
Rianimazione. Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno
prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di
sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto
non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle
da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora
e di chi è costretto a ricoverarsi. Le condizioni di
degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo. Nella
medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per
ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie
d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di
areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo
continuare con una serie infinita di denunce già fatte.
Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi
di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né
l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non
essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi
poniamo il seguente quesito: I tanti casi di meningite
rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e
trasmessi alle autorità sanitarie preposte? Se anche nel
Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica
come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone
potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle?
Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in
Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della
Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate,
chiediamo un piano strategico serio che accompagni le
ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo
sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei
medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di
occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di
ulteriori e inutili unità semplici Ci appelliamo ai
lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema
insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per
addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro
gennaio su queste tematiche |
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|
Q
Sospeso sciopero della fame e sete Il Cobas
Sanità incontra l’Assessore
Montemarano |
Al
secondo giorno dello sciopero della fame e della sete, 7.3.07
il Cobas Cardarelli ha ricevuto un invito per un incontro da
parte dell’Assessore alla Sanità della Regione Campania
Montemarano. Il Cobas Cardarelli ha aderito all’invito che si
è svolto negli uffici dell’assessorato presso la seda della
Giunta Regionale della Campania. Abbiamo esposto le ragioni
della nostra lotta ribadendo l’assoluta contrarietà ad
accettare il fenomeno incivile dei pazienti in barella,
ritenendolo un reato in quanto viola la dignità umana e il
diritto alla privacy, un fenomeno pericoloso per i pazienti
come recenti episodi di caduta o di morte confermano, e poi
riteniamo sia anche fonte di stress, superlavoro per coloro
che lavorano in reparti sovraffollati dove medici, ma
soprattutto infermieri non possono espletare in maniera
consona e dignitosa il loro lavoro, le loro competenze, la
loro professionalità. Abbiamo inoltre ribadito che riteniamo
insufficiente un solo medico di guardia per padiglione per i
turni notturni, abbiamo ribadito la nostra richiesta di
apertura della palazzina ALPI per le emergenze del
Cardarelli.Inoltre abbiamo fatto presente all’assessore che
tutti i provvedimenti che la Regione ha emanato per combattere
il fenomeno barelle nel Cardarelli vengono disattese e in
alcuni casi addirittura boicottate.L’Assessore Montemarano ha
affermato di condividere la finalità delle nostre lotte, ha
illustrato il nuovo piano regionale sanitario per la Campania,
ammettendo però che il problema barelle ha una sua specifica
urgenza che non può aspettare tempi lunghi e che quindi
servono misure immediate. Ha inoltre auspicato, viste le
rilevantissime risorse economiche di cui dispone il Cardarelli
un’ampliamento della pianta organica in particolare per quelle
figure professionali che sono a più stretto contatto con i
pazienti. Le misure urgenti che l’Assessore ha preso impegno
ad attuare sono un più puntuale servizio ispettivo e di
controllo sul Cardarelli per verificare se norme quali quelle
di spostare i pazienti in esubero vengano realmente mandati in
altre strutture che hanno dato la loro disponibilità, e poi si
è impegnato entro pochi giorni a firmare una direttiva per
l’utilizzo immediato della palazzina ALPI per le emergenze del
Cardarelli.Di fronte a questi impegni il Cobas Cardarelli ha
deciso la sospensione temporanea dello sciopero della fame e
della sete, il nostro impegno adesso è quello di realizzare
concretamente tali progetti |
ui pu
I
sindacati di Stato in difesa del Direttore
Iovino |
In
data odierna le segreterie provinciali dei sindacati
CGIL-CISL-UIL-FSI-FIALS-SANOS hanno emesso un comunicato
riguardante il fenomeno delle barelle al Cardarelli che
sostanzialmente è una difesa totale della Direzione
dell’ospedale, una chiusura totale, che rende impossibile
qualsiasi azione immediata per la risoluzione di questo
problema. Questi sindacati in sintonia con la Direzione
affermano che il fenomeno barelle è causato da: l’enorme
pressione di urgenza che si riversa sul Cardarelli. La
mancanza di un piano regionale e di un servizio integrato per
l’emegenza sanitaria. LE TESI DEI SINDACATI COINCIDONO CON
QUELLE DELLA DIREZIONE I Cobas denunciano invece
inefficienze ed incapacità interne all’azienda. Se c’e’
una pressione di utenza di tipo emergenziale cosa impedisce
alla Direzione di destinare un numero di posti letto
sufficienti a fronteggiare questa necessita? Se la
disponibilità di posti letto del Cardarelli si aggira intorno
alle 1000 unità e se il fabbisogno per il pronto soccorso e
l’emergenza si aggira su Circa 400 posti letto quotidiani,
cosa impedisce all’ospedale di organizzarsi in tal senso?
Il Cardarelli deve produrre profitti o assistenza di tipo
emergenziale? Perché nonostante il clamore mediatico nel
dipartimento dell’emergenza vengono ancora tenute strutture e
reparti non di emergenza? ( intramoenia, elezione) Cosa
impedisce l’apertura della palazzina alpi inutilizzata da 2
anni contenente 2 camere operatorie e circa 40 posti letto?
Una ordinanza regionale impone di tenere il paziente in
barella non piò di 6 ore, per quale motivo i sindacati si
scagliano contro questa semplice ed elementare direttiva?
La verità è che nel Cardarelli c’e’ un blocco di potere
che non vuole smuovere una foglia, perché questo intaccherebbe
i suoi interessi, la spartizione di tipo feudale impedisce una
più razionale riorganizzazione e per i pazienti non rimangono
che le barelle |
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|
IL
CARDARELLI E' L'OSPEDALE
DELL'EMERGENZA |
La
nostra azienda si trova in una situazione di assoluta
drammaticita’, situazioni che si trascinano irrisolte da
decenni sono diventate esplosive perche’ aggravate da fattori
contingenti che rendono ingestibile ed insostenibile il tutto.
C’e’ una situazione storica riguardante il DEA e il padiglione
della medicina interna. Il DEA affronta ogni giorno un flusso
di utenti ormai fuori controllo, le chirurgie che affrontano
l’urgenza non riescono a far fronte alle esigenze, cardiologie
sovraffollate, reparti di medicina con un numero di barelle
che supera di gran lunga ogni limite minimo di sicurezza e di
decenza. E’ ormai chiaro che i reparti preposti all’urgenza
non sono in grado di far fronte a questo stato di cose IL
CARDARELLI E’ VICINO AL COLLASSO! La situazione non é
affrontabile con misure palliative misure minime di
riorganizzazione non servirebbero a nulla. Vi è bisogno di una
svolta radicale. BISOGNA CAMBIARE L’INDIRIZZO
POLITICO-SANITARIO DELL’AZIENDA L’emergenza deve essere
l’unica attivita’ dell’ospedale.Ogni struttura deve essere
utilizzata per ’emergenza.. Le camere operatorie di tutto
l’ospedale (eccetto i CER) devono effettuare attivita’ di
urgenza. L’elezione in questo contesto puo’ essere svolta solo
come attivita’ marginale o residuale. Le strutture
dell’emergenza devono essere utilizzate per l’emergenza.Ad
esempio l’osservazione Polispecialistica deve funzionare come
tale( con una degenza del paziente che non superi le 48 ore
come da vecchi protocolli operativi) e non funga da supplenza
della Chirurgia d’urgenza( ospitando pazienti operati). Non e’
accettabile che al DEA si faccia elezione con sedute
operatorie addirittura prefissate in determinati giorni
sottraendo cosi strutture operatorie e posti letto
all’urgenza….oppure che vi siano allocati reparti che non
rivestono il carattere dell’urgenza come la ginecologia. Tutti
i reparti devo farsi carico in egual misura del problema
barelle e devono avere una dotazione organica di medici ed
infermieri adeguata agli standard dell’emergenza ( anche da un
punto di vista economico). L’utilizzo della palazzina ALPI
per l’attivita’ istituzionale deve essere immediata per sanare
le situazioni scabrose del padiglione delle chirurgie
specialistiche. L’ attivita’ libero-professionale deve
essere dirottata presso strutture convenzionate .Tale proposta
la facciamo a malincuore ma purtroppo non possiamo accettare
che interessi di categoria abbiano la meglio su interessi di
carattere sociale. UNA COSA DEVE ESSERE CHIARA A TUTTI:
OGNI AMMALATO HA DIRITTO A UN POSTO LETTO! Ricordando
che alla sua venuta il dr.Iovino diede come una delle sue
priorita’ la lotta al fenomeno barelle e che un anno fa si é
detto incapace di combatterlo chiediamo ad horas
l’insediamento della Commissione regionale di controllo sul
Cardarelli gia’ deliberata a livello regionale su nostra
iniziativa. |
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Barelle al Cardarelli: La morte
continua! |
Ancora una volta un paziente precipita dalla barella su
cui era depositato in X medicina d’urgenza e dopo 3 ore muore.
E tutto questo accade in un ospedale dove questa questione è
stata da noi denunciata e ripresa da centinaia di articoli
giornalistici, trasmissioni televisive, un nostro sciopero
della fame, una autodenuncia di 100 infermieri che segnalavano
la mancanza di sicurezza solo pochi giorni fa. In un anno e
mezzo che stiamo monitorando la situazione abbiano constatato
e denunciato la morte di 3 pazienti avvenuta dopo una caduta
di barella e decine di cadute fortunatamente risoltesi in
maniera meno drammatica. E’ una situazione che definire
scandalosa è poco. Una persona malata collocata in barella è
un crimine! Su tale constatazione ormai non vi può essere
alcun dubbio, noi Cobas lo denunciamo da tempo e lo ribadiamo
ancora una volta, non si tratta di malasanità, non si tratta
di semplice disorganizzazione, non si può accettare che nei
confronti dei barellati vi sia una semplicistica umana pietà,
non si può più accettare la demagogica affermazione che i
malati di Napoli preferiscono le barelle, non siamo di fronte
ad episodi di una cattiva o pessima assistenza sanitaria, qui
ci troviamo di fronte ad una questione in cui viene lesa la
dignità umana, ci troviamo di fronte a persone malate che
invece di ricevere assistenza vengono messe in pericolo di
vita.Ormai non ci troviamo più di fronte ad un’emergenza
sanitaria, ma ad una vera e propria emergenza civile e
giudiziaria, se le autorità preposte e responsabili
dell’azienda e della Sanità Campana non sono in grado di
affrontare la questione che diano le dimissioni e vadano via.
Le inutili commissioni d’inchiesta interne non servono più,
come pure le puerili giustificazioni dei nostri dirigenti,
l’Assessorato alla Sanità deve prendere decisioni immediate,
drastiche, coercitive.Si deve porre fine a questo massacro.Si
imponga in maniera autoritaria all’ospedale Cardarelli di non
accettare più barelle. Sulle barelle si rischia la vita, un
servizio pubblico di assistenza sanitaria non può essere
organizzato in maniera tale da mettere a rischio il bene
supremo di una persona, la vita stessa, non ci possono essere
scopi più alti e nobili da raggiungere. Ogni giorno il
Cardarelli ha tra gli 80 e 100 pazienti in barella, ogni
giorno al Cardarelli 80 -100 pazienti rischiano la propria
vita. E’ giunto il momento di dire basta a tutto
cio’ | Qui puoi inserire una descrizione per la tua
pagina. |
Il
Cardarelli sta scoppiando di
barelle |
E’
bastato che noi abbassassimo un attimo la guardia , che i
mezzi di informazione ne parlassero un po’ meno ed i
produttori di barelle sono tornati all’opera. Il Cardarelli
sta letteralmente scoppiando di barelle: la Medicina d’Urgenza
ha le barelle fino fuori al reparto, le varie medicine sono
piene di barelle nei corridoi. Le disposizioni dell’Assessore
alla sanità sulla permanenza in barella per 6 ore sono lettera
morta. Le persone vengono messe sulle barelle e trasferite nei
vari reparti molte volte senza un minimo di informazione sulla
possibilità di essere trasferiti altrove dove c’è posto. Non
esiste nessun controllo da parte della Direzione sui tempi di
degenza nelle strutture di emergenza. ORAMAI ABBIAMO LA
CERTEZZA CHE LE BARELLE SONO UN FENOMENO VOLUTO ! Il Cobas
denuncia con forza tutto questo! Denunciamo che quando ci
sono pazienti in barella nei corridoi: 1)Viene sospesa
l’attività assistenziale, L’equipe sanitaria non è in grado di
assicurare adeguata assistenza alle decine di degenti nei
corridoi. Ogni parametro minimo di sicurezza viene eliminato.
Fare il ricovero risulta più pericoloso di dire al paziente
che non c’è posto. In questo momento nella medicina
d’Urgenza con decine di ricoverati nei corridoi non viene più
erogata assistenza. Il paziente in barella nel corridoio
subisce la violazione della sua dignità umana e del suo
diritto alla privacy. Dopo un anno di morti, denunce ed
altro la Direzione Sanitaria di questo ospedale non ha fatto
assolutamente nulla. CHIIEDIAMO CHE L’ASSESSORE MANTENGA I
SUOI IMPEGNI E CHE SI ATTIVI IN PRIMA PERSONA PER AFFRONTARE
IL PROBLEMA CHE DIVENTA PERSINO DI ORDINE PUBBLICO
Chiediamo che la palazzina ALPI sia attivata
immediatamente per far fronte a situazioni di emergenza.
Chiediamo che la Direzione Sanitaria sia effettivamente
presente nel DEA e che controlli l’attività delle strutture in
modo da attivarsi, gestire le strutture e debellare il
fenomeno barelle. In questo momento il Cobas sta attivando
altre iniziative per denunciare la completa mancanza di
controllo e gestione dell’ospedale. CHIEDIAMO A TUTTI I
LAVORATORI DI MOBILITARSI PERCHE’ IL LORO SILENZIO IN TALE
PROBLEMATICA LI RENDE OMISSIVI DEI LORO COMPITI PROFESSIONALI-
COMPLICI DELLA SOSPENSIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA A DECINE
DI PAZIENTI(CODICE DEONTOLOGICO E PROFILO PROFESSIONALE) –
CORRESPONSABILI DEL FATTO CHE DOVE LAVORANO LE MISURE DI
SICUREZZA E DI TUTELA DELLA PRIVACY SONO ABROGATE (dlgs 626/94
e legislazione sulla privacy) I LAVORATORI INSIEME AI
PAZIENTI SONO LE VITTIME PRINCIPALI DELLO SFASCIO DI
BARELLOPOLI.E’ VENUTO IL MOMENTO CHE ANCHE ESSI TUTELINO LA
PROPRIA DIGNITA’ UMANA E PROFESSIONALE.NON SI PUO’ PIU’ ANDARE
AVANTI DI QUESTO PASSO | Q
Il
Direttore Generale Iovino sta rottamando completamente
il Cardarelli |
Il
Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo
un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro
di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto
che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel
Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo
Italiano. Lo strumento attraverso il quale si sta attuando
questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia,
costosissimi e infiniti. Questi lavori hanno perseguito
solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del
Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica
stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina
Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i
necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono
costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I
posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della
metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state
smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in
un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia
infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI
chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi
operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di
sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura
un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per
predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di
ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6
camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di
ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma
Center. In questi anni si è avuta un abnorme e
ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di
Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai
senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad
alcun vantaggio organizzativo e assistenziale. Per i
cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste
d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte
a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è
utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo
emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati
pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il
Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie
esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici
concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che
procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori
precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale
sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo
figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie,
tecnici, personale medico. La quantità enorme di fondi per
lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato
per coprire carenze di organico e costringere lavoratori
obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne
umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con
turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei
pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico
parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di
personale inoccupato e nullafacente. Le migliori
professionalità dell’ospedale ( sia mediche che
infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni
umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il
Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria
di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla
Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si
arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli. Il
Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo
progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla
sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche
di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute
dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli,
comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado
della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non
si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un
annichilimento totale e
irreversibile. |
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