BARELLOPOLI :

2 ANNI DI  LOTTA DEI COBAS  A.O.R.N. CARDARELLI

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LAVORATORI IN AGITAZIONE, DIREZIONE AZIENDALE INERTE, OSPEDALE AL COLLASSO.
Una battaglia di civiltà
La durissima battaglia che il Cobas Cardarelli ha intrapreso sul problema dei pazienti collocati in barella ci ha portati ad assumere una decisione estrema: lo sciopero della fame e della sete. Siamo giunti a questa decisione per scuotere le coscienze della classe dirigente, dell’opinione pubblica, dei cittadini. La città di Napoli vive una crisi sociale, economica, morale, etica in forme estreme e permanenti, qualsiasi problematica viene elusa e scaricata in forma razzistica sulla incapacità dei suoi cittadini di essere all’altezza della modernità e della civiltà. Questo è quanto avviene per quanto riguarda la criminalità organizzata, questo avviene con il problema dei rifiuti, questo avviene con il problema barelle. Nella nostra lunga lotta contro questo fenomeno l’unica risposta che le classi dirigenti, a tutti i livelli, hanno saputo elaborare è stata che la colpa di tutto è dei cittadini che preferiscono questo tipo di condizione. Per le nostre classi dirigenti la colpa della criminalità a Napoli è dei napoletani che non vogliono lavorare, la colpa della spazzatura è dei napoletani che sono sporchi, la colpa delle barelle è dei napoletani che preferiscono ricoveri di fortuna ad un letto. Il Cobas Cardarelli rifiuta questa ideologia della miseria e della rassegnazione, nell’ultimo anno abbiamo elaborato numerosissime proposte per eliminare tale fenomeno, ma ci siamo scontrati con una classe dirigente assolutamente sorda incapace e impotente , le loro priorità sono il potere e gli affari, l’interesse pubblico e gli interessi generali sono assolutamente fuori dai loro orizzonti, il gesto estremo dei militanti del Cobas Cardarelli vuole porre questa classe dirigente davanti alle sue responsabilità, se non sanno risolvere i problemi, se non sanno governare abbiano almeno la dignità di dimettersi.
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URGENTE UN INTERVENTO REGIONALE
I lavoratori dei reparti di medicina, del Centro ustioni, delle camere operatorie dell’oncologia sono in subbuglio…. protestano per condizioni di lavoro assurde, per mancanza di sicurezza, per un ospedale che va alla deriva. Dove l’assistenza viene costretta a disconoscere la dignità umana dell’ammalato…. Sono state denunciate le violazioni continue della privacy, la mancanza di sicurezza, i disagi sul lavoro senza che la direzione riesca a dare delle risposte idonee LE MEDICINE SONO IL RISULTATO DI TUTTE LE DISFUNZIONI DEL CARDARELLI. UN’ASTANTERIA CHE FUNZIONA SOLO UNA DECINA DI ORE REALI AL GIORNO,CARENZE INGIUSTIFICATE DI PERSONALE NELLE VARIE STRUTTURE. COORDINATORI DIPARTIMENTALI CHE SONO SOLO UN AGGRAVIO DI SPESA. STRUTTURA COME LA PALAZZINA ALPI INUTILIZZATA PER FINI PRIVATISTICI , PAZIENTI TRATTATI COME ANIMALI IN CORRIDOI ALLA MERCE’ DI TUTTI. CENTRO GRANDI USTIONI: Centro di emergenza regionale che raccoglie pazienti da tutte le regioni meridionali. E’ ridotto ai minimi termini: mancanza di personale infermieristico per assicurare livelli minimi assistenziali , situazioni igieniche scabrose che non garantiscono la dovuta asepsi ecc. Questo CER fu imposto all’azienda e questa ha sempre adottato una gestione della struttura non idonea all’importanza della stessa . Il reparto è allo sbando fra il silenzio complice di tutti a danno di pazienti in condizioni estremamente critiche e il personale portato all’esasperazione . ONCOLOGIA : Vi sono situazioni come il DH oncologico ed onco-ematologico dove a fronte di un formale rispetto delle leggi vi sono situazioni reali assurde di lavoro con gravi rischi persino a livello genetico per i dipendenti. Si effettuano trapianti midollari senza autorizzazioni regionali e in ambienti non sterili con gravi rischi per i malati.. In questa azienda ognuno si gestisce la struttura come gli aggrada senza attenersi ad una direzione che dirige. ASTANTERIA: E’ un reparto bluff. I lavoratori lavorano allo stremo in un contesto di disordine con un servizio che non sappiamo veramente a che serve… E’ VENUTO IL MOMENTO DI METTERE UN PUNTO A TUTTE QUESTE SITUAZIONI, LA DIRIGENZA SEMBRA ORMAI IN GROSSE DIFFICOLTA’ E FATICA A TROVARE RISPOSTE. NOI CHIEDIAMO: UN RIORDINO DELLE DOTAZIONI ORGANICHE NELLE VARIE STRUTTURE. APERTURA PALAZZINA ALPI AL FINE DI NON SATURARE STRUTTURE COME QUELLE DELLE MEDICINE CHE NON POSSONO OSPITARE PAZIENTI IN BARELLA. CONTROLLO SANITARIO IDONEO DEL PROPRIO PERSONALE E DOTAZIONI ORGANICHE CHE NON METTANO A RISCHIO PAZIENTI E LAVORATORI. UNA DIREZIONE CHE CONTROLLI I SERVIZI ATTIVI E NON LASCI APRIRE “NEGOZI” A CHIUNQUE AGGRAVANDO LA CARENZA DI PERSONALE. LE VARIE STRUTTURE SEMPLICI E COMPLESSE A DOPPIONI DEVONO AVERE UNA REALE VERIFICA CON UNA DRASTICA RIDUZIONE E NON ESSERE ELARGITE A LIVELLO CLIENTELARE CHE L’EMERGENZA SIA L’ATTIVITA’ PRORITARIA DELL’OSPEDALE CON UNA RIDEFINIZIONE DELLE SUE FINALITA’, DELLA SUA MISSIONE ORMAI PERSA. CHE LA COMMISSIONE REGIONALE DI CONTROLLO VENGA E SVOLGA IL SUO LAVORO QUI AL CARDARELLI, VE N’E’ BISOGNO!
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Cardarelli al collasso,
emergenza sanitaria a Napoli
Con la chiusura del complesso operatorio di Ortopedia del Cardarelli, la già catastrofica situazione delle camere operatorie dell’azienda si aggrava ancora di più. Adesso, escludendo il dipartimento dell’emergenza e quello dei trapianti, in tutto l’ospedale vi sono solo tre camere operatorie agibili.Siamo giunti alla paralisi quasi completa.Tutte le chiururgie d’elezione dovranno turnare in sole tre camere operatorie, le liste d’attesa già enormi, adesso inevitabilmente si gonfieranno ancora di più. L’emergenza rifiuti con i suoi risvolti igienico-sanitari ha già provocato un aumento per qualità e quantità di numerose patologie. Tutto questo in un ospedale che vive quotidianamente il problema storico ed irrisolto delle barelle. Se a questo si aggiunge le difficoltà poste dalle nuove norme di pagamento del ticket di pronto soccorso, la situazione non può che essere definita allarmante. Se il Cardarelli è l’ospedale che deve far fronte a tutte le emergenze di Napoli ed è la più grossa struttura sanitaria del mezzogiorno e si trova in questa condizione, la situazione è davvero drammatica. Napoli vive una situazione di vera emergenza sanitaria. Come si è arrivati a tutto questo? Con una assurda ristrutturazione iniziata senza avere predisposto un piano strategico che ne accompagnasse il corso. Centinaia e centinaia di milioni di euro che vengono continuamente inghiottiti coi quali non si ottiene nessun risultato anzi fanno precipitare l’azienda ogni giorno di più nel caos e in una catastrofe sempre più accentuata. In una situazione di emergenza così grave, in cui nel Cardarelli non vi sono quasi più camere operatorie, a nessuno viene in mente di aprire la palazzina Alpi che con due camere operatorie disponibili potrebbe attenuare la situazione catastrofica attuale. La situazione attuale del Cardarelli chiama in causa tutta la classe dirigente della nostra città, dai dirigenti ospedalieri, alla classe medica, dall’assessore alla Sanità alla giunta regionale. Se il Cardarelli è il simbolo della Sanità campana allora può anche essere assunto come il simbolo del fallimento storico di una classe dirigente.
Qui 
Palazzina A.L.P.I. la proposta del Cobas
Nei giorni scorsi l’Assessore alla Sanità della Campania si impegnò con i Cobas ad emanare una disposizione per l’apertura della palazzina ALPI per le necessità e le urgenze del Cardarelli. Aspettiamo fiduciosi che ciò avvenga, anche se non vediamo alcun impegno concreto per rendere operativa tale disposizione. Ciò che stiamo osservando è solo l’assalto a questa palazzina da parte dei peggiori figuri dell’azienda, di coloro che hanno portato alla catastrofe attuale e che adesso vorrebbero accaparrarsi anche questo ulteriore bottino. Il Cobas Cardarelli ritiene che tra le situazioni più scandalose dell’azienda vi siano gli ammalati in barella , specialmente nei reparti di Medicina, e i reparti Oculistico e Otorino sprovvisti da 3 anni di camere operatorie e costretti per operare a trasportare quotidianamente i paziente per l’ospedale con disagi immensi per ammalati e lavoratori. Quindi proponiamo di utilizzare i reparti della palazzina ALPI e relative camere operatorie per i reparti di Oculistica e Otorino, i relativi reparti attualmente occupati da queste specialistiche potrebbero essere utilizzati come reparti di Medicina ed accogliere i pazienti barellati in soprannumero. Crediamo che questa sia la proposta più giusta e razionale da fare in questo momento, lo scopo dell’utilizzo straordinario dell’ALPI è quello di affrontare le problematiche più urgenti del Cardarelli, ogni altro utilizzo non servirebbe a niente, accontentare i potenti di turno aggraverebbe soltanto la situazione, la priorità assoluta è dei pazienti e dei lavoratori.

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Il Direttore Generale Iovino
sta rottamando completamente
il Cardarelli
Il Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo Italiano.
Lo strumento attraverso il quale si sta attuando questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia, costosissimi e infiniti.
Questi lavori hanno perseguito solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6 camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma Center.
In questi anni si è avuta un abnorme e ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad alcun vantaggio organizzativo e assistenziale.
Per i cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie, tecnici, personale medico.
La quantità enorme di fondi per lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato per coprire carenze di organico e costringere lavoratori obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di personale inoccupato e nullafacente.
Le migliori professionalità dell’ospedale ( sia mediche che infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli.
Il Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli, comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un annichilimento totale e irreversibile.
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Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!!
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in essere un bando di gara per la ristrutturazione della Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta , viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla Rianimazione.
Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora e di chi è costretto a ricoverarsi.
Le condizioni di degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo.
Nella medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo continuare con una serie infinita di denunce già fatte. Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi poniamo il seguente quesito:
I tanti casi di meningite rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e trasmessi alle autorità sanitarie preposte?
Se anche nel Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle? Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate, chiediamo un piano strategico serio che accompagni le ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di ulteriori e inutili unità semplici
Ci appelliamo ai lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro gennaio su queste tematiche

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ASSEMBLEA COBAS CONTRO LE BARELLE E OCCUPAZIONE DELLA DIREZIONE SANITARIA
Il 16/05/07 si è svolta l’assemblea indetta dal Cobas Cardarelli contro le barelle e alla fine si è proceduto alla occupazione della Direzione Sanitaria per l’esposizione delle nostre tesi e delle problematiche dei lavoratori che svolgono il loro servizio nei reparti dove più acuto è il problema delle barelle.Al Direttore Sanitario Dott. Paradiso e al Dott. Coppola abbiamo esposto e ribadito tutto quello che sosteniamo da tempo. Le barelle sono un reato in quanto violano la privacy, sono un oggettivo pericolo poiché per la loro instabilità mettono a serio pericolo l’incolumità e a volte la vita stessa. Abbiamo contestato il fatto che pur condividendo che non tutto è attribuibile alla Direzione , non vediamo alcun segnale che comporti un’inversione di tendenza di un malcostume ormai decennale e nemmeno dei minimi segnali che indichino una volontà reale di affrontare tale problematica.Il Cobas e i lavoratori contestano . in particolare, le seguenti questioni. L’astanteria del Cardarelli ,nonostante impegni presi, non viene attivata nell’arco delle 24 ore e rimane aperta solo 12 ore , l’ambulanza fornita all’ospedale dall’assessorato per trasportare i pazienti in altri ospedali è stata adibita ad usi interni, la direttiva dell’assessore Montemarano di non far stazionare il paziente oltre le 6 ore in barella non viene attuata. I lavoratori delle urgenze , inoltre , contestano il fatto che non si fa alcun serio filtro e che ci si ritrova ricoverati anche pazienti con patologie minime o banalissime che non necessitano di un ricovero ospedaliero. Inoltre abbiamo ricordato che da anni in pronto soccorso c’ e’ una rianimazione d’urgenza mai attivata. Il dipartimento del DEA ,per stessa ammissione dei dirigenti, ha una percentuale altissima di posti letto destinati agli interventi di elezione. Inoltre riteniamo pericolosissimo avere un solo medico di guardia per padiglione nei turni notturni. Abbiamo richiesto di ampliare gli spazi da destinare all’urgenza nel Cardarelli riducendo quelli destinati all’elezione. Inoltre abbiamo contestato l’acquisto di barelle numerate, che di fatto potrebbero istituzionalizzare questo fenomeno e che comportando un aggravio di lavoro per gli infermieri potrebbero essere la causa di un aumento di pericolo da parte dei pazienti .Il Cobas ritiene insostenibile la situazione intende sostenere la lotta che i lavoratori metterano in atto tra pochi giorni, l’autoconsegna in medicina d’urgenza e nelle medicine generali. I lavoratori, coscienti del fatto che i pazienti non sono in condizioni di sicurezza protrarranno il loro lavoro oltre i regolari turni lavorativi, allo scopo di denuncia e di salvaguardia dei pazienti. Inoltre il Cobas chiede un incontro con l’Assessore Montemarano per discutere delle discrasie riscontrate tra le tesi della dirigenza del Cardarelli e L’assessore stesso.Lo scarico di responsabilità tra queste due istituzioni sul problema barelle deve arrivare ad una risoluzione, dopo tanti morti crediamo che si debba dire basta alle barelle una volta per sempre
Q
Un altro paziente cade in X medicina d’urgenza,
continua il massacro:
Basta!!!!!!
Nel pomeriggio del 17/09/07 un paziente cade da una barella in X medicina d’urgenza, ritrovandosi in un lago di sangue riportando la frattura della mandibola e ferite tamponate con punti di sutura al mento, al naso, alla fronte. Continua il massacro, inarrestabile, ineluttabile. E continua nella più totale indifferenza, nella più totale apatia di tutte le autorità e gli organi istituzionali cittadini ed aziendali.
Le denunce dei Cobas hanno ampiamente dimostrato che la X medicina d’urgenza è un vero inferno, sia per i pazienti che per i lavoratori.
I lavoratori svolgono la loro attività in un contesto pericoloso, dove non è possibile attuare i normali presidi di sicurezza e le normali procedure sanitarie, c’è una mancanza totale degli spazi minimi operativi, non è possibile attuare normali procedure operative per evitare pericolose punture d’aghi, normali cautele per evitare contagi da eventuali malattie infettive, si deve svolgere l’attività in un contesto caotico ed affollato che impedisce l’espletamento delle attività sanitarie con la dovuta concentrazione e tranquillità.
La X medicina d’urgenza rappresenta per i lavoratori che vi operano uno standard di pericolosità che va ben oltre il consentito per coloro che lavorano in un ospedale, mettendo in pericolo costante ed in maniera violenta e inaudita la salute di coloro che vi lavorano. Le leggi sulla sicurezza del lavoro in Italia non consentono tutto ciò.
In questo contesto si mette in grave pericolo la salute e a volte la vita dei pazienti. I numerosi morti per caduta da barella e le ormai infinite cadute dimostrano in maniera indiscutibile tutto ciò. Il paziente in barella non può stare. Viene violata la dignità umana, si violano le leggi sulla privacy, non ha un campanello salvavita, se non ha un parente a sorvegliarlo è una persona sola e completamente abbandonata, in un reparto con trenta pazienti allettati e una ventina di pazienti in barella 4-5 infermieri non sono umanamente in condizione di assistere e sorvegliare tutte le evenienze. Mancano le misure minime di sicurezza, le vie di fuga e le uscite di emergenze sono intasate di barelle e non osiamo pensare il massacro che potrebbe generarsi in una situazione di emergenza. Ultimamente i Nas hanno prescritto lavori di adeguamento della struttura che non sono mai stati effettuati. Per salvaguardare la salute e la vita di pazienti e lavoratori
i Cobas chiedono:
L’ immediata chiusura della X Medicina d’urgenza.
Inoltre denunciamo la totale latitanza di tutti gli organi dirigenziali ospedalieri, la mancanza di vigilanza che hanno portato la situazione alla putrefazione e al degrado attuale, giungendo ad una situazione non più tollerabile che ha superato ogni limite consentibile.

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PAZIENTI IN BARELLA NEL DEA:
TUTELA DEI PAZIENTI E DEI LAVORATORI
LE BARELLE AL CARDARELLI SONO UN FENOMENO ANTICO E , NOI CREDIAMO, VOLUTO. IL DEA E’ LA MANIFESTAZIONE LAMPANTE DI TUTTO CIO’.
IN QUESTA STRUTTURA SI CONTINUA A FARE ATTIVITA’ D’ELEZIONE, CHE COMPORTANO INEVITABILMENTE UN RESTRINGIMENTO DI POSTI PER LE URGENZE ED AGGRAVI DI SPESE ILLEGGITTIME, E TUTTO QUESTO SENZA CHE L’AMMINISTAZIONE FACCIA NULLA PER TUTELARE PAZIENTI E LAVORATORI.
SI E’ COSTITUITA UNA COMMISSIONE RSU-AMMINISTRAZIONE SU QUESTA QUESTIONE, MA I COBAS NON INTRAVEDONO UNA REALE VOLONTA’ DI AFFRONTARE E RISOLVERE IL PROBLEMA.
L’ONLUS HA DENUNCIATO LA VIOLAZIONE DELLA PRIVACY SISTEMICA IN TUTTO QUESTO, E RITIENE PRIORITARIO METTERE GLI OPERATORI SANITARI NELLE CONDIZIONI IDONEE A NON VIOLARE QUOTIDIANAMENTE LE LEGGI.
I COBAS CONCORDANDO SU CIO’ E AGGIUNGONO:

IL PROBLEMA BARELLE VA SUPERATO IN OGNI MODO PERCHE’:
1 QUANDO IN REPARTI COME LA MEDICINA D’URGENZA , L’OSSERVAZIONE POLISPECIALISTICA, , L’UTIC, L’ASTANTERIA VI SONO STANZONI E CORRIDOI RIPIENI DI PAZIENTI SALTANO I LIVELLI MINIMI ASSISTENZIALI, PER TALE SITUAZIONE L’AMMINISTAZIONE PUO’ ANCHE ESSERE ACCUSATA DI MANCANZA
DI ASSISTENZA O DI INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO.
2 IN TALI SITUAZIONI SALTANO TUTTI I PARAMETRI SUL CALCOLO DELLA CUBATURA E NUMERO DI PAZIENTI OSPITABILI. LE BARELLE NON SONO LAVATE E DISINFETTATE, LE INFEZIONI CROCIATE SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO.
NEGLI ULTIMI GIORNI VI E’ STATA L’INSORGENZA DI GRAVI PATOLOGIE RESPIRATORIE IN ALCUNI OPERATORI DELLA MEDICINA D’URGENZA, VI SONO CONTROLLI SANITARI ADEGUATI PER IL PERSONALE? I SISTEMI DI VENTILAZIONE HANNO UNA ADEGUATA MANUTENZIONE?
NEL DEA MENTRE SI FA ATTIVITA’ DI ELEZIONE, PAZIENTI E LAVORATORI RISCHIANO LA VITA.
IL PROBLEMA BARELLE E’ SUPERABILE,MA C’E’ BISOGNO CHE I LAVORATORI SI ATTIVINO IN PRIMA PERSONA, NON DELEGANDO TERZI CHE PRENDONO DECISIONI SULLA LORO PELLE. I COBAS , QUINDI CHIEDONO AI LAVORATORI DI ATTIVARSI E DI CONTATTARCI, E RITENIAMO NECESSARIO, ORMAI, INVESTIRE DEL PROBLEMA
TUTTI GLI ORGANI ISTITUZIONALI ESISTENTI, RITENIAMO NECESSARIO UNA SISTEMATICA, COSTANTE DETERMINATA OPERA DI DENUNCIA ALLE AUTORITA’.
Barelle al Cardarelli:
100 infermieri si autodenunciano!
Il 27/04/07 si è svolta nella sede del Cobas Cardarelli la conferenza stampa dei lavoratori che si sono autodenunciati sulla situazione della mancanza di sicurezza dei pazienti collocati in barella. Al termine della riunione il Cobas Cardarelli ha emesso il seguente comunicato:Il Cobas Cardarelli sostiene ed appoggia l’azione di lotta dei 100 infermieri che si sono autodenunciati riguardo la impossibilità di ottemperare ai loro obblighi di tutela e sicurezza nei confronti dei pazienti barellati. Tale situazione pone un problema gravissimo di legalità , cui le autorità istituzionali, a tutti i livelli, sono obbligati a dare delle risposte precise. La legalità viene violata sia per quanto riguarda il diritto alla privacy dei pazienti, sia perché lo stazionamento in barella pone in pericolo la vita stessa dei barellati. Inoltre I Cobas e gli autodenunciati pongono il problema dei profili professionali e dell’autonomia professionale che ne consegue in vigore in Italia dal 1994 e che sono inapplicati, anche per gravissime responsabilità dei sindacati tradizionali (CGIL, CISL, UIL, FIALS) che non ne hanno mai chiesto l’applicazione. La situazione sta diventando insostenibile, FACCIAMO APPELLO al Presidente della Repubblica, che sta sostenendo con vigore la questione della sicurezza sul lavoro, chiedendo un suo intervento, e sottoponiamo tali problematiche all’attenzione del Ministro della Sanità, della Giunta Regionale, l’Assessore alla Sanità, oltre che naturalmente il Direttore Generale del Cardarelli, il Direttore Sanitario, il Garante e il referente della Privacy. Su tali quesiti attendiamo delle risposte, che le autorità istituzionali competenti sono obbligate a dare
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6 marzo 2007
Il Cobas Cardarelli preannuncia lo sciopero della fame e della sete contro le barelle
Ormai da più di un anno i Cobas sono impegnati a combattere l’incivile, illegale, assurdo fenomeno dei pazienti collocati in barella nei corridoi del nostro ospedale, grazie alla nostra azione di denuncia questo problema si è posto all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. Siamo riusciti a farlo diventare il problema fondamentale della nostra azienda. In questi mesi, abbiamo ottenuto risultati parziali, ci sono stai andamenti altalenanti, ci siamo resi conto che quanto più alta è l’attenzione dell’opinione pubblica tanto più diminuisce il fenomeno e naturalmente viceversa. Abbiamo formulato numerosissime proposte, di tutti i tipi, abbiamo individuato i le disfunzioni esistenti, ma ci siamo scontrati col muro di gomma della direzione aziendale, assolutamente incapace di accogliere nessuna nostra richiesta, anche le proposte più facilmente applicabili, misure minime senza alcun costo, nulla, non abbiamo intravisto la minima volontà né di affrontare né di risolvere il problema. I pazienti in barella sono il simbolo del’inefficienza degli sprechi, della disorganizzazione del Cardarelli. Per questi motivi un gruppo di militanti dei Cobas ha deciso come azione estrema di fare uno sciopero della fame e della sete ad oltranza per combattere il fenomeno. Quelle azioni che l’azienda mette in atto solo in casi eccezionali noi vogliamo che diventino azioni di normale gestione del Cardarelli. I pazienti hanno diritto ad essere curati in condizioni umane e legali, i lavoratori hanno diritto a lavorare in condizioni dignitose e di sicurezza . I Cobas vogliono raggiungere l’obiettivo che gli interessi prioritari che si devono tutelare in azienda siano quelli dei pazienti e dei lavoratori, che siano eliminati gli spechi e il clientelismo. Con la nostra azione vogliamo mettere definitivamente di fronte alle loro responsabilità le strutture dirigenti ed amministrative, vogliamo che il Cardarelli sia un ospedale di vita e non un pericolo di morte.

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Il Direttore Generale Iovino
sta rottamando completamente
il Cardarelli
Il Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo Italiano.
Lo strumento attraverso il quale si sta attuando questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia, costosissimi e infiniti.
Questi lavori hanno perseguito solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6 camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma Center.
In questi anni si è avuta un abnorme e ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad alcun vantaggio organizzativo e assistenziale.
Per i cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie, tecnici, personale medico.
La quantità enorme di fondi per lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato per coprire carenze di organico e costringere lavoratori obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di personale inoccupato e nullafacente.
Le migliori professionalità dell’ospedale ( sia mediche che infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli.
Il Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli, comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un annichilimento totale e irreversibile.
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Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!!
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in essere un bando di gara per la ristrutturazione della Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta , viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla Rianimazione.
Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora e di chi è costretto a ricoverarsi.
Le condizioni di degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo.
Nella medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo continuare con una serie infinita di denunce già fatte. Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi poniamo il seguente quesito:
I tanti casi di meningite rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e trasmessi alle autorità sanitarie preposte?
Se anche nel Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle? Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate, chiediamo un piano strategico serio che accompagni le ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di ulteriori e inutili unità semplici
Ci appelliamo ai lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro gennaio su queste tematiche

 

Emergenza barelle:
Le proposte dei Cobas
La situazione degli ultimi anni dei pazienti collocati in barella , aggravatasi in maniera drammatica nel mese di Agosto impone di affrontare il problema in maniera forte, chi in questi anni si è sottratto ai suoi compiti istituzionali deve essere inchiodato alle sue responsabilità.
Le proposte del Cobas Cardarelli sono le seguenti:
1. Attivazione reale e seria del servizio C.O.R.E. 118, per la ricerca della disponibilità di posti letto liberi sul territorio della Campania e di Napoli in particolare.
2. Attivazione reale dei terminali informatici di tutte le strutture sanitarie della Campania, deputate a far affluire alla Centrale Regionale i dati relativi ai posti letto e alle emergenze, istituzione di un servizio ispettivo regionale che controlli l’attivazione costante e quotidiana di tali terminali e la veridicità dei dati trasmessi.
3. L’affluenza di ambulanze , pubbliche e private, al Cardarelli non deve avvenire in modo arbitrario, ma deve essere richiesta e concessa , previa disponibilità di posti letto e verifica di disponibilità in altre strutture sanitarie.
4. Attivazione dell’astanteria di Pronto Soccorso del Cardarelli sull’arco delle 24 ore, invece delle 12 ore attuali.
5. Abolizione totale di tutte le attività di intra moenia e di elezione nel D.E.A. del Cardarelli, utilizzare questa struttura in modo esclusivo per le attività di tipo emergenziale
6. Ampliare all’interno del Cardarelli il numero di posti letto destinati alle situazioni di emergenza.
7. Aumento dei posti letto del Cardarelli istituendo almeno altre 2 unità operative di Medicina generale.
8. Istituzione di una struttura di sub-intensiva nella Medicina d’urgenza.
9. Aumento della dotazione di ambulanze per il trasporto dei pazienti sia all’interno dell’azienda sia verso altre strutture.
10. Rafforzare il numero di unità infermieristiche operative destinate all’assistenza diretta dei pazienti recuperando personale collocato in maniera improduttiva ed impropria
11. Massiccio aumento di personale OSS con nuove assunzioni, tale figura professionale è importantissima ed essenziale nell’assistenza dei pazienti ed il Cardarelli ne è quasi completamente sprovvisto.
12. Utilizzare le barelle per il loro scopo naturale, vale a dire il trasporto dei pazienti da un luogo all’altro, disporre il divieto assoluto dello stazionamento prolungato ed incustodito dei pazienti su una barella, in quanto tale stato risulta essere pericolosissimo per l’incolumità fisica ed è lesivo della dignità umana
13. Calcolare il fabbisogno di dotazioni organiche sul bacino di utenza e non sui posti letto in quanto tutto l’ospedale è una struttura di emergenza
14. Istituzione di una vigilanza costante e continua nell’arco delle 24 ore per i reparti a maggiore rischio di aggressioni esterne.
15. Individuare i punti di saturazione dei vari reparti, oltre il quale non è possibile ricoverare pazienti,oltre il quale non si garantisce assistenza e sicurezza, tenendo presente: carichi di lavoro, dotazione organica, diritto alla privacy , ri-spetto norme di sicurezza per pazienti e lavoratori
Tali proposte sono integralmente compatibili con le risorse economiche della Regione Campania e con il bilancio dell’A.O.R.N. Cardarelli e sono le proposte che in questi anni il Cobas Cardarelli ha indicato per la risoluzione del problema barelle. Ma queste proposte sono state ignorate, disattese, boicottate, denigrate dai poteri pubblici deputati ad intervenire, ci siamo trovati di fronte ad un muro fatto di omertà, indifferenza, apatia, cinismo, demagogia che ha affossato sistematicamente tutti i nostri sforzi, sottraendo alle loro responsabilità gli amministratori pubblici del Cardarelli e delle istituzioni Regionali.
Facciamo appello a tutti i lavoratori, ai cittadini, all’opinione pubblica, ai mezzi di informazione, alle forze politiche che ancora credono in un servizio sanitario pubblico ed efficiente di sostenerci in questa battaglia, per inchiodare una volta per sempre i poteri pubblici alle loro responsabilità.
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L’apocalisse del Cardarelli
Dopo mesi di denunce e di battaglie con cui i Cobas hanno coinvolto tutti i mezzi possibili e le istituzioni responsabili, la situazione del Cardarelli già drammatica è ulteriormente peggiorata.
I reparti esplodono di barelle e di situazioni rischiose e pericolose, per i pazienti lo stazionamento in ospedale non rappresenta la risoluzione di un problema di salute, ma rappresenta un aggravio di rischio e a volte addirittura un pericolo per la vita.
Il mese di Agosto ha rappresentato un vero inferno sia per i pazienti costretti a ricoverarsi, sia per i pochi lavoratori che hanno presidiato l’azienda. Quest’anno c’e’ stato un aumento della domanda di prestazioni sanitarie e questo può avere la sua origine nella drammatica crisi economica che investe la nostra città come d’altronde tutto il paese.
La mancanza di risorse economiche disponibili da parte dei cittadini li spinge sempre più verso le strutture pubbliche, ma il processo di privatizzazione in atto riduce sempre di più la possibilità di usufruire di prestazioni sanitarie anche minime.
Le ingenti risorse economiche che pur affluiscono al Cardarelli non vengono finalizzate al miglioramento delle prestazioni sanitarie né tantomeno vengono utilizzate per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori all’assistenza.
Nel Cardarelli tutti i reparti sono sott’organico o addirittura sprovvisti di personale, si tira avanti sobbarcando tutto il lavoro su una o due unità di infermieri e su qualche sporadica unità di OTA, si utilizza una quantità enorme di straordinario sovraccaricando oltre il lecito alcune fasce di lavoratori aumentando a dismisura i pericoli per i pazienti e i lavoratori stessi.
Stanno aumentando i pericoli per i lavoratori sottoposti sempre più spesso a minacce e ritorsioni da parte di un’utenza sempre più insoddisfatta ed esasperata. La maggior parte delle risorse economiche dell’azienda si disperdono in situazioni che non hanno niente a che che fare con la produttività, l’efficienza, l’economicità. Esiste un sistema di potere clientelare e parassitario che assorbe risorse distruggendo l’ospedale e la finanza pubblica.
Il nostro ospedale e’ il simbolo più evidente di una classe dirigente al potere in Campania da vent’anni che è ormai giunta al capolinea, una classe dirigente che ha arricchito ristrette elitè massacrando la città, distruggendo i beni pubblici e creando dei veri e propri inferni come il Cardarel

 

Il Direttore Generale Iovino
sta rottamando completamente
il Cardarelli
Il Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo Italiano.
Lo strumento attraverso il quale si sta attuando questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia, costosissimi e infiniti.
Questi lavori hanno perseguito solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6 camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma Center.
In questi anni si è avuta un abnorme e ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad alcun vantaggio organizzativo e assistenziale.
Per i cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie, tecnici, personale medico.
La quantità enorme di fondi per lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato per coprire carenze di organico e costringere lavoratori obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di personale inoccupato e nullafacente.
Le migliori professionalità dell’ospedale ( sia mediche che infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli.
Il Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli, comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un annichilimento totale e irreversibile.
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Il Direttore Generale Iovino
sta rottamando completamente
il Cardarelli
Il Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo Italiano.
Lo strumento attraverso il quale si sta attuando questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia, costosissimi e infiniti.
Questi lavori hanno perseguito solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6 camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma Center.
In questi anni si è avuta un abnorme e ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad alcun vantaggio organizzativo e assistenziale.
Per i cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie, tecnici, personale medico.
La quantità enorme di fondi per lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato per coprire carenze di organico e costringere lavoratori obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di personale inoccupato e nullafacente.
Le migliori professionalità dell’ospedale ( sia mediche che infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli.
Il Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli, comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un annichilimento totale e irreversibile.
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Medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli :
Pericolo totale!!!!
L’azienda Cardarelli in questi giorni sta ponendo in essere un bando di gara per la ristrutturazione della Rianimazione imposta da NAS e magistratura. Cosa giusta , viste le condizioni della Rianimazione che noi abbiamo ripetutamente segnalato agli organi competenti, ma che fa a pugni con le condizioni in cui versa la Medicina d’Urgenza del Cardarelli e sita solo a qualche piano più in su rispetto alla Rianimazione.
Anche per la Medicina d’Urgenza i NAS hanno prescritto lavori da eseguire per garantire un minimo di sicurezza ai degenti ed ai lavoratori. Ma per questo reparto non si è fatto nulla né è prorgammata alcuna ristrutturazione.
La medicina d’urgenza deve continuare a produrre barelle da vendere politicamente a danno della salute di chi ci lavora e di chi è costretto a ricoverarsi.
Le condizioni di degenza e di lavoro sono arrivate allo stremo.
Nella medicina d’Urgenza non vi sono le condizioni minime per ricoverare pazienti e lavorarci; dalle finestre rotte alle vie d’uscita occupate da decine di barellati, dal sistema di areazione non idoneo al pavimento da rifare. Potremmo continuare con una serie infinita di denunce già fatte. Inoltre in quest’ultimo anno vi sono stati almeno quattro casi di meningite senza alcuna profilassi per i lavoratori né l’attivazione di protocolli di sicurezza generale. Non essendosi attuata alcuna misura di disinfezione ambientale noi poniamo il seguente quesito:
I tanti casi di meningite rilevati in Medicina d’urgenza sono mai stati denunciati e trasmessi alle autorità sanitarie preposte?
Se anche nel Cardarelli dovesse arrivare un caso di meningite batterica come quella veneta , cosa potrebbe succedere ? Quante persone potrebbero contagiarsi in corridoi superaffollati di barelle? Noi Cobas ribadiamo che i lavori di ristrutturazione in Medicina d’urgenza sono necessari quanto quelli della Rianimazione, chiediamo ispezioni serie e non pilotate, chiediamo un piano strategico serio che accompagni le ristrutturazioni che non distrugga l’ospedale mandando allo sbando pazienti e lavoratori, chiediamo ai sindacati dei medici di occuparsi seriamente di queste questioni invece di occuparsi esclusivamente di autoconvenzioni e creazione di ulteriori e inutili unità semplici
Ci appelliamo ai lavoratori, agli infermieri ed OSS, vittime di questo sistema insieme agli ammalati, di mobilitarsi e organizzarsi per addivenire a una giornata di sciopero da effettuare entro gennaio su queste tematiche

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Sospeso sciopero della fame e sete
Il Cobas Sanità incontra l’Assessore Montemarano
Al secondo giorno dello sciopero della fame e della sete, 7.3.07 il Cobas Cardarelli ha ricevuto un invito per un incontro da parte dell’Assessore alla Sanità della Regione Campania Montemarano. Il Cobas Cardarelli ha aderito all’invito che si è svolto negli uffici dell’assessorato presso la seda della Giunta Regionale della Campania. Abbiamo esposto le ragioni della nostra lotta ribadendo l’assoluta contrarietà ad accettare il fenomeno incivile dei pazienti in barella, ritenendolo un reato in quanto viola la dignità umana e il diritto alla privacy, un fenomeno pericoloso per i pazienti come recenti episodi di caduta o di morte confermano, e poi riteniamo sia anche fonte di stress, superlavoro per coloro che lavorano in reparti sovraffollati dove medici, ma soprattutto infermieri non possono espletare in maniera consona e dignitosa il loro lavoro, le loro competenze, la loro professionalità. Abbiamo inoltre ribadito che riteniamo insufficiente un solo medico di guardia per padiglione per i turni notturni, abbiamo ribadito la nostra richiesta di apertura della palazzina ALPI per le emergenze del Cardarelli.Inoltre abbiamo fatto presente all’assessore che tutti i provvedimenti che la Regione ha emanato per combattere il fenomeno barelle nel Cardarelli vengono disattese e in alcuni casi addirittura boicottate.L’Assessore Montemarano ha affermato di condividere la finalità delle nostre lotte, ha illustrato il nuovo piano regionale sanitario per la Campania, ammettendo però che il problema barelle ha una sua specifica urgenza che non può aspettare tempi lunghi e che quindi servono misure immediate. Ha inoltre auspicato, viste le rilevantissime risorse economiche di cui dispone il Cardarelli un’ampliamento della pianta organica in particolare per quelle figure professionali che sono a più stretto contatto con i pazienti. Le misure urgenti che l’Assessore ha preso impegno ad attuare sono un più puntuale servizio ispettivo e di controllo sul Cardarelli per verificare se norme quali quelle di spostare i pazienti in esubero vengano realmente mandati in altre strutture che hanno dato la loro disponibilità, e poi si è impegnato entro pochi giorni a firmare una direttiva per l’utilizzo immediato della palazzina ALPI per le emergenze del Cardarelli.Di fronte a questi impegni il Cobas Cardarelli ha deciso la sospensione temporanea dello sciopero della fame e della sete, il nostro impegno adesso è quello di realizzare concretamente tali progetti

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I sindacati di Stato in difesa del Direttore Iovino
In data odierna le segreterie provinciali dei sindacati CGIL-CISL-UIL-FSI-FIALS-SANOS hanno emesso un comunicato riguardante il fenomeno delle barelle al Cardarelli che sostanzialmente è una difesa totale della Direzione dell’ospedale, una chiusura totale, che rende impossibile qualsiasi azione immediata per la risoluzione di questo problema.
Questi sindacati in sintonia con la Direzione affermano che il fenomeno barelle è causato da:
l’enorme pressione di urgenza che si riversa sul Cardarelli.
La mancanza di un piano regionale e di un servizio integrato per l’emegenza sanitaria.
LE TESI DEI SINDACATI COINCIDONO CON QUELLE DELLA DIREZIONE
I Cobas denunciano invece inefficienze ed incapacità interne all’azienda.
Se c’e’ una pressione di utenza di tipo emergenziale cosa impedisce alla Direzione di destinare un numero di posti letto sufficienti a fronteggiare questa necessita?
Se la disponibilità di posti letto del Cardarelli si aggira intorno alle 1000 unità e se il fabbisogno per il pronto soccorso e l’emergenza si aggira su
Circa 400 posti letto quotidiani, cosa impedisce all’ospedale di organizzarsi in tal senso?
Il Cardarelli deve produrre profitti o assistenza di tipo emergenziale?
Perché nonostante il clamore mediatico nel dipartimento dell’emergenza vengono ancora tenute strutture e reparti non di emergenza? ( intramoenia, elezione)
Cosa impedisce l’apertura della palazzina alpi inutilizzata da 2 anni contenente 2 camere operatorie e circa 40 posti letto?
Una ordinanza regionale impone di tenere il paziente in barella non piò di 6 ore, per quale motivo i sindacati si scagliano contro questa semplice ed elementare direttiva?
La verità è che nel Cardarelli c’e’ un blocco di potere che non vuole smuovere una foglia, perché questo intaccherebbe i suoi interessi, la spartizione di tipo feudale impedisce una più razionale riorganizzazione e per i pazienti non rimangono che le barelle

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IL CARDARELLI E' L'OSPEDALE DELL'EMERGENZA
La nostra azienda si trova in una situazione di assoluta drammaticita’, situazioni che si trascinano irrisolte da decenni sono diventate esplosive perche’ aggravate da fattori contingenti che rendono ingestibile ed insostenibile il tutto. C’e’ una situazione storica riguardante il DEA e il padiglione della medicina interna. Il DEA affronta ogni giorno un flusso di utenti ormai fuori controllo, le chirurgie che affrontano l’urgenza non riescono a far fronte alle esigenze, cardiologie sovraffollate, reparti di medicina con un numero di barelle che supera di gran lunga ogni limite minimo di sicurezza e di decenza. E’ ormai chiaro che i reparti preposti all’urgenza non sono in grado di far fronte a questo stato di cose
IL CARDARELLI E’ VICINO AL COLLASSO!
La situazione non é affrontabile con misure palliative misure minime di riorganizzazione non servirebbero a nulla. Vi è bisogno di una svolta radicale.
BISOGNA CAMBIARE L’INDIRIZZO POLITICO-SANITARIO DELL’AZIENDA
L’emergenza deve essere l’unica attivita’ dell’ospedale.Ogni struttura deve essere utilizzata per ’emergenza.. Le camere operatorie di tutto l’ospedale (eccetto i CER) devono effettuare attivita’ di urgenza. L’elezione in questo contesto puo’ essere svolta solo come attivita’ marginale o residuale. Le strutture dell’emergenza devono essere utilizzate per l’emergenza.Ad esempio l’osservazione Polispecialistica deve funzionare come tale( con una degenza del paziente che non superi le 48 ore come da vecchi protocolli operativi) e non funga da supplenza della Chirurgia d’urgenza( ospitando pazienti operati). Non e’ accettabile che al DEA si faccia elezione con sedute operatorie addirittura prefissate in determinati giorni sottraendo cosi strutture operatorie e posti letto all’urgenza….oppure che vi siano allocati reparti che non rivestono il carattere dell’urgenza come la ginecologia. Tutti i reparti devo farsi carico in egual misura del problema barelle e devono avere una dotazione organica di medici ed infermieri adeguata agli standard dell’emergenza ( anche da un punto di vista economico).
L’utilizzo della palazzina ALPI per l’attivita’ istituzionale deve essere immediata per sanare le situazioni scabrose del padiglione delle chirurgie specialistiche.
L’ attivita’ libero-professionale deve essere dirottata presso strutture convenzionate .Tale proposta la facciamo a malincuore ma purtroppo non possiamo accettare che interessi di categoria abbiano la meglio su interessi di carattere sociale.
UNA COSA DEVE ESSERE CHIARA A TUTTI:
OGNI AMMALATO HA DIRITTO A UN POSTO LETTO!
Ricordando che alla sua venuta il dr.Iovino diede come una delle sue priorita’ la lotta al fenomeno barelle e che un anno fa si é detto incapace di combatterlo chiediamo ad horas l’insediamento della Commissione regionale di controllo sul Cardarelli gia’ deliberata a livello regionale su nostra iniziativa.
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Barelle al Cardarelli:
La morte continua!
Ancora una volta un paziente precipita dalla barella su cui era depositato in X medicina d’urgenza e dopo 3 ore muore. E tutto questo accade in un ospedale dove questa questione è stata da noi denunciata e ripresa da centinaia di articoli giornalistici, trasmissioni televisive, un nostro sciopero della fame, una autodenuncia di 100 infermieri che segnalavano la mancanza di sicurezza solo pochi giorni fa. In un anno e mezzo che stiamo monitorando la situazione abbiano constatato e denunciato la morte di 3 pazienti avvenuta dopo una caduta di barella e decine di cadute fortunatamente risoltesi in maniera meno drammatica. E’ una situazione che definire scandalosa è poco. Una persona malata collocata in barella è un crimine! Su tale constatazione ormai non vi può essere alcun dubbio, noi Cobas lo denunciamo da tempo e lo ribadiamo ancora una volta, non si tratta di malasanità, non si tratta di semplice disorganizzazione, non si può accettare che nei confronti dei barellati vi sia una semplicistica umana pietà, non si può più accettare la demagogica affermazione che i malati di Napoli preferiscono le barelle, non siamo di fronte ad episodi di una cattiva o pessima assistenza sanitaria, qui ci troviamo di fronte ad una questione in cui viene lesa la dignità umana, ci troviamo di fronte a persone malate che invece di ricevere assistenza vengono messe in pericolo di vita.Ormai non ci troviamo più di fronte ad un’emergenza sanitaria, ma ad una vera e propria emergenza civile e giudiziaria, se le autorità preposte e responsabili dell’azienda e della Sanità Campana non sono in grado di affrontare la questione che diano le dimissioni e vadano via. Le inutili commissioni d’inchiesta interne non servono più, come pure le puerili giustificazioni dei nostri dirigenti, l’Assessorato alla Sanità deve prendere decisioni immediate, drastiche, coercitive.Si deve porre fine a questo massacro.Si imponga in maniera autoritaria all’ospedale Cardarelli di non accettare più barelle. Sulle barelle si rischia la vita, un servizio pubblico di assistenza sanitaria non può essere organizzato in maniera tale da mettere a rischio il bene supremo di una persona, la vita stessa, non ci possono essere scopi più alti e nobili da raggiungere. Ogni giorno il Cardarelli ha tra gli 80 e 100 pazienti in barella, ogni giorno al Cardarelli 80 -100 pazienti rischiano la propria vita. E’ giunto il momento di dire basta a tutto cio’
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Il Cardarelli
sta scoppiando di barelle
E’ bastato che noi abbassassimo un attimo la guardia , che i mezzi di informazione ne parlassero un po’ meno ed i produttori di barelle sono tornati all’opera. Il Cardarelli sta letteralmente scoppiando di barelle: la Medicina d’Urgenza ha le barelle fino fuori al reparto, le varie medicine sono piene di barelle nei corridoi. Le disposizioni dell’Assessore alla sanità sulla permanenza in barella per 6 ore sono lettera morta. Le persone vengono messe sulle barelle e trasferite nei vari reparti molte volte senza un minimo di informazione sulla possibilità di essere trasferiti altrove dove c’è posto. Non esiste nessun controllo da parte della Direzione sui tempi di degenza nelle strutture di emergenza.
ORAMAI ABBIAMO LA CERTEZZA CHE LE BARELLE SONO UN FENOMENO VOLUTO !
Il Cobas denuncia con forza tutto questo!
Denunciamo che quando ci sono pazienti in barella nei corridoi:
1)Viene sospesa l’attività assistenziale, L’equipe sanitaria non è in grado di assicurare adeguata assistenza alle decine di degenti nei corridoi. Ogni parametro minimo di sicurezza viene eliminato. Fare il ricovero risulta più pericoloso di dire al paziente che non c’è posto.
In questo momento nella medicina d’Urgenza con decine di ricoverati nei corridoi non viene più erogata assistenza.
Il paziente in barella nel corridoio subisce la violazione della sua dignità umana e del suo diritto alla privacy.
Dopo un anno di morti, denunce ed altro la Direzione Sanitaria di questo ospedale non ha fatto assolutamente nulla.
CHIIEDIAMO CHE L’ASSESSORE MANTENGA I SUOI IMPEGNI E CHE SI ATTIVI IN PRIMA PERSONA PER AFFRONTARE IL PROBLEMA CHE DIVENTA PERSINO DI ORDINE PUBBLICO
Chiediamo che la palazzina ALPI sia attivata immediatamente per far fronte a situazioni di emergenza.
Chiediamo che la Direzione Sanitaria sia effettivamente presente nel DEA e che controlli l’attività delle strutture in modo da attivarsi, gestire le strutture e debellare il fenomeno barelle.
In questo momento il Cobas sta attivando altre iniziative per denunciare la completa mancanza di controllo e gestione dell’ospedale.
CHIEDIAMO A TUTTI I LAVORATORI DI MOBILITARSI PERCHE’ IL LORO SILENZIO IN TALE PROBLEMATICA LI RENDE OMISSIVI DEI LORO COMPITI PROFESSIONALI- COMPLICI DELLA SOSPENSIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA A DECINE DI PAZIENTI(CODICE DEONTOLOGICO E PROFILO PROFESSIONALE) – CORRESPONSABILI DEL FATTO CHE DOVE LAVORANO LE MISURE DI SICUREZZA E DI TUTELA DELLA PRIVACY SONO ABROGATE (dlgs 626/94 e legislazione sulla privacy)
I LAVORATORI INSIEME AI PAZIENTI SONO LE VITTIME PRINCIPALI DELLO SFASCIO DI BARELLOPOLI.E’ VENUTO IL MOMENTO CHE ANCHE ESSI TUTELINO LA PROPRIA DIGNITA’ UMANA E PROFESSIONALE.NON SI PUO’ PIU’ ANDARE AVANTI DI QUESTO PASSO
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Il Direttore Generale Iovino
sta rottamando completamente
il Cardarelli
Il Direttore Generale del Cardarelli Dott. Iovino sta perseguendo un piano sistematico di distruzione del Cardarelli come centro di assistenza pubblica. Egli è l’espressione di un progetto che ha i suoi referenti nel regime politico dominante nel Comune di Napoli, nella Regione Campania, nel Governo Italiano.
Lo strumento attraverso il quale si sta attuando questa distruzione sono i lavori di ristrutturazione edilizia, costosissimi e infiniti.
Questi lavori hanno perseguito solo effetti scenici e di immagine, come il rifacimento del Padiglione dell’amministrazione, i giardini, la segnaletica stradale, il megaristorante, il guscio vuoto della Palazzina Alpi, l’inpupazzamento del Padiglione Palermo, mentre i necessari servizi assistenziali si sono ridotti o sono costretti ad operare in condizioni di assoluto degrado. I posti letto, con la gestione Iovino, si sono ridotti della metà, passando da 2000 a 1000, le camere operatorie sono state smantellate e tutte le chirurgie specialistiche ammassate in un padiglione fatiscente. Chirurgia plastica, Chirurgia infantile, Oculistica, Otorino, Chirurgia vascolare, VI e XVI chirurgia, Gravidanza a rischio, Urologia, Servizio Dialisi operano in un contesto ambientale dove igiene e norme di sicurezza sono a livello zero. Un anno fa si tentò addirittura un’operazione di riduzione di posti –letto in pediatria per predisporne in seguito la chiusura. Ultimamente i lavori di ristrutturazione hanno portato alla chiusura temporanea di 6 camere operatorie dell’Ortopedia. E’ in atto un tentativo di ridimensionamento di una struttura importante come il Trauma Center.
In questi anni si è avuta un abnorme e ingiustificato aumento di coordinatori infermieristici e di Unità Semplici per i medici, frutto di un clientelismo ormai senza più limiti e freni, senza che questo abbia portato ad alcun vantaggio organizzativo e assistenziale.
Per i cittadini l’assistenza pubblica è quasi scomparsa, le liste d’attesa si ingrossano sempre di più e d’altronde sono ridotte a pura parvenza formale, il Dipartimento di Pronto Soccorso è utilizzato solo in minima parte per problematiche di tipo emergenziale, in quel poco che rimane vengono ammassati pazienti in barella in condizioni incivili e disumane. Il Cardarelli è diventato il regno dello spreco con agenzie esterne , ditte, appalti, convenzioni esterne, fantomatici concorsi per improbabili invalidi, un enorme giro d’affari che procura ingenti profitti e lavoro non –garantito. I lavoratori precari, esternalizzati , in affitto diventano una percentuale sempre maggiore della forza-lavoro complessiva, coinvolgendo figure professionali di tutti i tipi, addetti alle pulizie, tecnici, personale medico.
La quantità enorme di fondi per lavoro straordinario che affluisce in azienda viene utilizzato per coprire carenze di organico e costringere lavoratori obbligati da stipendi non adeguati ad effettuare lavori che ne umiliano la professionalità e mettono in serio pericolo, con turni di lavoro stressanti, la loro salute e quella dei pazienti. Contemporaneamente vi sono sacche di autentico parassitismo con un enorme numero di figure dirigenziali e di personale inoccupato e nullafacente.
Le migliori professionalità dell’ospedale ( sia mediche che infermieristiche) sono costrette ad operare in condizioni umilianti o a fuggire dall’azienda. In questo contesto il Dott. Iovino propone la chiusura e la dislocazione provvisoria di un servizio fondamentale dell’ospedale, quale quello dalla Rianimazione. Ove mai questo progetto venisse attuato si arriverebbe alla distruzione completa del Cardarelli.
Il Cobas Cardarelli si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto, riteniamo sia giunto il momento di dire basta alla sistematica distruzione del servizio pubblico, alle pratiche di clientelismo e corruzione , la priorità va data alla salute dei cittadini e la sicurezza dei lavoratori. Il Cardarelli, comunque, rappresenta in modo perfetto lo stato di degrado della sanità in Campania e nel Meridione, incamminata, se non si cambia radicalmente rotta, verso un declino e un annichilimento totale e irreversibile.
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