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 Prego, vuol ballare con me? Incontro al quirinale Pantalone e l'insicurezza stradale

 Crash Test ed insidie stradali Associazioni lanciano SOS e proposte concrete da Firenze

La "Class Action" salva la vita Oltre al danno le beffe Sicurezza stradale impopolare

Voto insufficiente per Il Sole 24 Ore Strategie di guerra  Laurea ad Honorem

 Archiviata la denuncia per lo spot di Valentino Rossi Irresponsabile emarginazione

  Rotatorie Killer Esposto per il manifesto "Quattro pirla in meno" Fatalità e risparmio

 KLICCA IL SONDAGGIO: Sicurezza Stradale: come ridurre il numero delle vittime e dei disabili.

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In data 08/09/2008 il quotidiano "Resto del Carlino" ha pubblicato la seguente nota del CNOSS, con la quale si esprimeva solidarietà verso alcune "preoccupazioni" denunciate dal comitato per la sicurezza stradale "F: Paglierini" di Copparo (FE). Il predetto comitato nella mattinata del 05/09/2008 aveva infatti organizzato una manifestazione che aveva suscitato grande interesse da parte dei maggiori organi d'informazione nazionali ( TG RAI, TG Mediaset, testate dei principali quotidiani), poichè riguardante l'attualissimo tema della pericolosità della SS 309 Romea. A fronte di tale energica iniziativa, con la quale si denunciavano le gravissime responsabilità riconducibili all'ANAS ed agli Enti Locali più direttamente interessati, sono stati immediatamente indetti incontri ad altissimo livello per cercare di trovare una soluzione efficace al problema. Purtroppo, come conferma l'articolo sotto riprodotto, alle associazioni di volontariato più attive (e critiche) ancora una volta è stata negata la dignità di interlocutori validi, privilegiando invece la scelta di ballare da soli. . Proprio su questo delicato argomento il CNOSS ha voluto fare conoscere il proprio pensiero esprimendo apprezzamento, riconoscenza e solidarietà nei confronti della meritoria attività svolta dal comitato F. Paglierini.

Se non fosse per le tante tragedie mortali (spesso evitabili) che costellano quella strada maledetta, si potrebbe ironicamente sintetizzare la situazione col seguente tormentone musicale lanciato da Adriano Celentano tanti anni fa: Prego, vuol ballare con me? Grazie, preferisco di no. 

 

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Il 04/04/2008 è stata ricevuta al Quirinale una delegazione dei firmatari del documento redatto al termine dei lavori del 1° Convegno tra le associazioni Italiane aderenti alla Carta Europea della sicurezza stradale, tenutosi a Cento in data 24/11/2007. La delegazione era guidata dal Dott. Luigi Ciannilli, presidente del Comitato per la sicurezza stradale "Paglierini" ed era presente anche l'associazione Pu.Ri, rappresentata dal presidente Dott. Giuseppe Raduano e da due mamme associate. L'incontro con i massimi esponenti della Presidenza della Repubblica è stato schietto e costruttivo nell'identificare possibili ed efficaci strategie d'intervento atte a ridurre il numero delle tragedie stradali in Italia. Ben presto si dovrebbero conoscere gli esiti delle sollecitazioni presentate.

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PANTALONE E L'INSICUREZZA STRADALE: In data 07/08/2007 il CNOSS ha diffuso il seguente comunicato, a commento del Decreto Legge con il quale sono state inasprite le sanzioni a carico dei conducenti che non rispettano il Codice della strada.

Cambia il maestro, ma la musica è sempre la stessa, anche quando si suona a morto per i tantissimi figli, familiari ed amici che, in nome della fatalità o del destino, incontrano la morte od una grave disabilità sulle insidiose strade del Bel Paese.

Il problema dell'incidentalità stradale non può essere affrontato con scelte parziali e di comodo, che, pur di salvare faccia e portafoglio, distolgono l'attenzione dalle proprie responsabilità per scaricarle su altri. Il recente Decreto Legge del Governo è principalmente incentrato sulle sanzioni a carico dei conducenti che non rispettano il Codice della Strada, ma, come con la patente a punti, non appena sarà smaltito l'effetto deterrente del primo momento, le terrificanti statistiche Italiane di mortalità e disabilità stradale torneranno purtroppo ai numeri della vergogna (che nessuno peraltro conosce esattamente, in quanto in Italia si continua a dare i 'numeri' non le 'cifre').

Anche uno sprovveduto capisce che il provvedimento appena varato non avrà costi significativi per il bilancio dello Stato, che anzi conseguirà maggiori introiti dalle sanzioni. Se ci fosse stata la reale volontà di porre fine a questo ignobile massacro, gran parte di ciò che gli utenti della strada pagano (bolli auto, tasse sui carburanti, pedaggi, sanzioni e balzelli vari) verrebbe destinato all'effettivo miglioramento della sicurezza stradale e non a tappare i vari buchi di bilancio.

Perchè si continua a non applicare alcuna sanzione a carico degli Enti gestori delle strade che non rispettano il Codice della strada, al pari degli utenti indisciplinati?

Perchè non si destinano maggiori risorse alle forze dell'Ordine per l'ammodernamento delle dotazioni, per la loro gestione ordinaria (alcune autovetture non vengono utilizzate per carenza di fondi da destinare all'acquisto del carburante o a riparazioni), per l'acquisto di etilometri (si inaspriscono le sanzioni senza preoccuparsi dei controlli), per la riorganizzazione degli organici e delle loro competenze?

Quando si riconoscerà adeguata dignità al valore della vita degli utenti della strada ed all'attività di tutti coloro che perseguono disinteressatamente la riduzione dei numeri della strage ed il sostegno delle vittime e dei disabili della strada?

Invece, con la collaudatissima arte dello scaricabarile, incombenze ed oneri di varia natura vengono scaricati sui cittadini sudditi, sulle discoteche, su una serie di altri operatori comerciali, sulle amministrazioni pubbliche decentrate, sulla Sanità Pubblica, sulle forze dell'ordine e perfino, paradossalmente, su ... chi rimane vittima di un incidente stradale.

Fare in modo che si prenda consapevolezza di questo stato di cose non significa gufare; semmai è complice della strage chi fa spallucce (fino a quando non vive in prima persona una tragedia stradale) o chi fornisce una visione distorta della realtà.

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 CRASH TEST ED INSIDIE STRADALI: Ciò che gli automobilisti non sanno.

Per meglio comprendere le implicazioni pratiche di certi discorsi, è spesso utile metterli in relazione con fatti realmente accaduti. In questo modo anche le esperienze più traumatiche possono tasformarsi in strumenti di prevenzione. Quando si parla di incidenti stradali, le responsabilità vengono quasi sempre ricondotte ad errori umani del conducente, tralasciando ogni altro aspetto. Abbiamo perciò deciso di raccogliere su questa pagina i commenti che ci sono pervenuti da alcuni amici ( in particolare da Tonino Morreale e da Luigi Ciannilli) sull'incidente stradale in cui ha perso la vita il pilota di formula uno CLAY REGAZZONI, le cui capacità di guida sono fuori discussione. Riportiamo la notizia del tragico incidente con le parole di un giornale:

PARMA - Sembra, e la prudenza è d'obbligo in attesa che l'accertamento tecnico lo confermi, che possa aver fatto tutto da solo. Gianclaudio Giuseppe Regazzoni, per tutti Clay, il pilota amatissimo e il volto televisivo notissimo (chi non ricorda il suo sorriso un po' beffardo, nonostante la carrozzella su cui era costretto da 26 anni), se ne è andato guidando, ma in un incidente stradale qualunque, come un automobilista del tutto normale, non un fuoriclasse quale fu. Ore 16 passate da qualche minuto, da solo, a bordo del suo Chrysler Voyager monovolume targato Montecarlo, dove lo svizzero di 67 anni aveva la residenza, stava viaggiando sull'A1 diretto a sud, verso Bologna, quando è arrivato al Ponte sul fiume Taro, in comune di Fontevivo, nel parmense, nei pressi dello svincolo per la A15 Parma-La Spezia. Tempo buono, visibilità ottima, asfalto asciutto. E, soprattutto, velocità del tutto normale, non certo follie stile Formula 1. Non si sa cosa possa essere successo, ma secondo una prima ricostruzione della polizia stradale il monovolume a comandi di guida al volante sarebbe andato a tamponare un mezzo pesante industriale, un Tir insomma, e poi avrebbe proseguito la sua corsa andando a sbattere più volte contro il guardrail. Un incidente fatale, stavolta, non paralizzante come quello del 1980 nel Gp Usa ovest in cui perse l'uso delle gambe. E' l'unica vittima di questo incidente per ora inspiegabile: del tutto in via di accertamento, si dice in gergo..".

Sulla vicenda l'amico Tonino Morreale fa il seguente commento: " Anche questa volta al solito km 101 ci sarà stato un camion che scendeva dalla Cisa (A 15), che immettendosi ha costretto tutti i veicoli della corsia di destra in A1 a spostarsi nella corsia centrale in maniera improvvisa. I veicoli che procedono in corsia centrale o si scagliano subito in terza o si schiantano contro il veicoli provenienti dalla corsia di destra. Tutto ormai consolidato, ormai la dinamica degli incidenti al km 101 è prassi. Certo l'avvallamento che c'era il 15/12/2006 alle 15.40 entrando sul ponte è una variante che può aver contribuito alla perdita di controllo del veicolo, ma la prassi no! Ormai la si conosce. Come sempre nessuno parlerà della responsabilità dell'infrastruttura, cioè il fatto che in quel punto la corsia di accelerazione è cortissima, e che si tratta della fine di un altra autostrada sempre a pagamento, che la corsia di emergenza in quel punto non esiste e che quindi chi proviene dalla Cisa o si butta in corsia di marcia o finisce contro il guard-rail che protegge dal fiume Taro. In quel punto quando è stata fatta la terza corsia doveva essere allargato anche il ponte di almeno due corsie, una per la corsia di accelerazione ed una come emergenza...".

L'amico Luigi Ciannilli fa il seguente commento, dopo aver rilevato che la Chrysler Voyager su cui viaggiava il compianto Clay Regazzoni nelle prove di Crash Test aveva ottenuto il mediocre punteggio di due stelle su cinque:

"Le prove di simulazione EuroNCAP, che determinano il grado di sicurezza dell'auto, sono quattro:

- L'impatto frontale, che avviene a 64 km/h con la metà del musetto su un blocco di alluminio deformabile;

- L'impatto laterale, che avviene con un carrello che colpisce la fiancata a 50 km/h sul lato guida;

- L'impatto laterale al palo, che consiste nel fare scivolare sul fianco l'auto e farla urtare contro un palo a 29 km/h;

- La prova pedone, che si compone di usa serie di test atti a simulare l'effetto di un'auto che colpisce un pedone, sia esso adulto o bambino, a 40 Km/h.

PRIMA DI ACQUISTARE QUALSIASI MODELLO D'AUTO INVITIAMO A CONSULTARE IL SITO http://www.newstreet.it/auto/crashtest.asp o http://www.sicurauto.it/crashtest/index.php PER VERIFICARE SE L'AUTO, PIU' CHE BELLA, E', PRIMA DI TUTTO ...SICURA.

Se queste informazioni "circolassero" di più, assai di più di quanto in realtà avviene oggi, si raggiungerebbe il duplice obiettivo:

1) di tenere informati gli utenti che contro un ostacolo già a 29 Km/h si è a rischio vita;

2) di costringere i costruttori d'auto a competere tra loro su fatti concreti riguardanti "sicurezza" e "confort" e, insieme, agire verso i proprietari e gestori di strade perchè non aggravino, coi loro errori di progettazione o realizzazione di strade, le conseguenze di un incidente stradale a volte, molte volte, anche banale. Come l'auto di due Carabinieri andata a sbattere il 02/01/2007, all'uscita di uno svincolo, contro una "cuspide" di guard-rail sull'A1: La prima e più famosa autostrada d'Italia".

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Il 06/11/2006 abbiamo diffuso il seguente comunicato avente ad oggetto "Statistiche fuorvianti sulla qualità della vita pubblicate dal quotidiano Il Sole 24 Ore": A livello Europeo, l'Italia eccelle sia per l'alto tasso d'incidentalità stradale, che per l'inadeguatezza degli interventi messi in campo per ridurre del 40%, entro il 2010, mortalità e disabilità stradali. Ebbene, di fronte ad un problema di così "vitale" importanza, per il 3° anno consecutivo l'indagine Legambiente - Sole 24Ore - sulla qualità della vita nelle città e province italiane ha completamente trascurato l'incidentalità stradale, con gli enormi costi pagati sia in termini sociali, che in vite umane. Perchè, dopo anni di costruttiva ed utile rilevazione, si è deciso di stralciare la sicurezza stradale dai parametri che influenzano la qualità della vita nelle province Italiane? Perchè si è deciso di non monitorare un aspetto che rappresenta uno dei più importanti motivi di preoccupazione per le famiglie italiane? Apprezziamo l'attenta analisi pubblicata dal quotidiano "Il Sole 24 Ore" sulle singole voci riguardanti la qualità della vita, ma riteniamo fortemente incomplete e pertanto scarsamente rappresentative le "pagelle" conclusive. Pur non godendo di pari autorevolezza, assegniamo perciò a nostra volta un voto insufficiente all'indagine appena pubblicata, auspicando che la redazione del prestigioso quotidiano economico voglia in futuro promuovere un proprio ed autonomo studio sull'incidentalità stradale italiana e sui tanti trascurati aspetti del dopo incidente.

P.S. Rileviamo con piacere che nell'edizione del 18/12/2006 il quotidiano "Il Sole 24 Ore" ha pubblicato un inserto sulla qualità della vita nelle 103 province Italiane, reintroducendo la classifica sull'incidentalità stradale. Siamo convinti che l'autorevolezza dello studio, ma soprattutto le importanti implicazioni d'immagine che lo stesso determina, produrranno risultati estremamente positivi per la sicurezza stradale su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto nelle zone a più alto rischio.

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QUESTO CARTELLO CI SAREBBE ANCORA CON LA "CLASS ACTION"?

Osservate nella foto a sinistra il "vistoso" cartello che dovrebbe preannunciare il pericolo di un ibrido di "rotatoria" su una strada a scorrimento veloce sulla circonvallazione del Comune di Copparo (FE). E' la terza volta che segnaliamo la pericolosità di questa intersezione, progettata male e realizzata peggio. Come già facemmo con altra analoga, sempre nella nostra Provincia e teatro di due sinistri mortali prima di essere corretta e modificata.Ma, finora, in ossequio alla presunzione di infallibilità e immunità delle amministrazioni competenti, nessun intervento è stato messo in atto e neppure siamo stati degnati di una risposta. Finchè, appunto, non ci scapperà il morto.

E' fermo al Senato lo strumento che, come una bacchetta magica, quando sarà varato, darà un altro scossone, come con la patente a punti, facendo calare di almeno il 30% il numero dei morti e feriti sulle strade. Soprattutto nei centri abitati e su strade provinciali e comunali come quella sotto riportata. Chi avrà questa specie di magico potere? Il DDL n° 3085 intitolato: "Disposizioni per l'introduzione dell'azione di gruppo a tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti". Strumento conosciuto e temutissimo soprattutto in America (chiedere alla Philip Morris) e già in diversi Stati Europei con il nome di "Class action", attraverso e grazie al quale si chiamano in causa le responsabilità di quanti finora, soprattutto responsabili di enti locali ed istituzionali, dietro paraventi di ogni genere, l'hanno sempre fatta franca perfino di fronte a crimini stradali che gridano giustizia, per la superficialità con cui non si è proceduto ad dotare ogni possibile precauzione per evitarli.

Comunicato diffuso dal "Comitato Paglierini" di Copparo (FE).

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Il 06/05/2006 diverse e motivate associazioni italiane, impegnate da anni sul fronte della sicurezza stradale, si sono date appuntamento a Firenze il 06/05/2006 per un primo incontro al fine di raccogliere e presentare ai nuovi Parlamentari un documento che suggerisce cosa mettere in campo per contrastare i numeri della strage e cioè i circa 9.000 morti, 25.000 disabili gravi, 300.000 feriti che ogni anno producono le strade italiane. E' stato un incontro molto proficuo e concreto con il quale si sono messe a confronto le diverse esperienza acquisite dalle varie associazioni partecipanti. In fondo alla pagina http://www.perlasicurezzastradale.org/regalare_una_vita.asp si potranno consultare tutti gli interventi che hanno caratterizzato l'incontro denominato FIRENZE S.O.S. (Subito Occorre Sicurezza) e le proposte che ne sono scaturite.

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Comunicato stampa diffuso dall'infaticabile Dr. Ciannilli l'11/07/2005: Dopo aver percorso 6(sei !) chilometri contromano, sull'Aurelia, un'auto è andata a schiantarsi contro un'altra provocando la morte di tutti i passeggeri. 4 morti. E non è la prima volta. Fatalità? Certo, perchè è anche la motivazione che costa meno. Da anni esistono strumentazioni alimentate addirittura ad energia solare, in grado di segnalare e allertare i conducenti in caso di errori di questo tipo. Ma non sono obbligatorie e nessuno le sollecita neppure a trasformarle tali. Se no, come farebbero i "poveri" gestori e proprietari delle strade a provvedere? Sotto a chi tocca.

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SIAMO IN GUERRA: SCACCO MATTO ALLA STRAGE STRADALE

In Italia la sicurezza stradale sta diventando un terreno di conquista sul quale si stanno muovendo, in maniera piuttosto confusa, diversi eserciti. Si mettono in campo strategie, alleanze, rivalità, interessi economici, embarghi ed attacchi preventivi (anche nei confronti di associazioni di volontariato scomode). Come nelle guerre vere ogni giorno c'è un bollettino che riporta le agghiaccianti statistiche di morti e feriti tra gli utenti della strada. Tutti i "contendenti" proclamano di battersi per un ideale nobile: ridurre i numeri inaccettabili della strage stradale in Italia. Come l'Irak insegna, l'arma dell'informazione è diventata fondamentale e per averne l'accesso si scatena spesso una guerra parallela. Su quest'ultimo fronte esiste in Italia una situazione di evidente privilegio per i rappresentanti istituzionali, cosicché la voce delle associazioni di volontariato viene spesso ignorata, anche se ciò può comportare pregiudizio per gli esiti finali della guerra. In questo contesto alcune associazioni hanno deciso di coordinare le proprie attività con un patto di collaborazione (il CNOSS) per rivestire un ruolo più significativo nello scacchiere della sicurezza stradale. Per dare scacco matto alla strage stradale è importante avere una visione generale del gioco e dei pezzi presenti sulla scacchiera, nella consapevolezza che le pedine hanno spesso un ruolo determinante. Ecco alcune riflessioni di tipo "scacchistico":

Ed allora? Non bisogna fasciarsi la testa prima di prendersi la legnata, ma esiste il concreto rischio che tante piccole associazioni di volontariato vengano emarginate dal circuito della sicurezza stradale o che comunque siano destinate a rivestire un ruolo di terzo piano.

In questo scenario, le piccole associazioni non possono fare altro che sviluppare forme di collaborazione tra loro, senza alcun complesso di inferiorità, senza spirito di competizione e senza sottrarsi ad "utili" forme di cooperazione con chi intende perseguire le stesse finalità.

Bisogna essere consapevoli della forza che si potrebbe esprimere unitariamente, dei campi di "specializzazione" a cui si è chiamati per vocazione (ad esempio l'attività di sensibilizzazione nelle scuole), dell'inesauribile energia emanata dai valori in cui affondano le radici delle nostre associazioni.

Questa è l'anima del CNOSS

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 PERCHE' L'ATTIVITA' DELLE NOSTRE ASSOCIAZIONI VIENE IGNORATA OD OSTACOLATA?

Non soffriamo di complessi di persecuzione, ma certi fatti dimostrano che l'attività di volontariato svolta da alcune associazioni impegnate nel fermare la strage stradale viene spesso ignorata o disincentivata proprio dalle istituzioni più direttamente interessate al problema. Probabilmente la nostra attività viene vista con diffidenza e spirito competitivo da numerose strutture pubbliche a carattere provinciale, regionale o nazionale preoccupate per la loro immagine esterna. Come potrebbe altrimenti spiegarsi il rifiuto che viene dato alle richieste di incontro (anche con lettere raccomandate) per affrontare argomenti di "vitale" importanza quali le stragi del sabato sera, l'educazione stradale nelle scuole, la rilevazione tempestiva ed obiettiva degli incidenti stradali e la loro prevedibilità? Su quest'ultimo aspetto, una delle associazioni aderenti al CNOSS ha messo a disposizione dei soggetti istituzionali più direttamente interessati un meticoloso (e dispendioso) lavoro di rilevazione statistica aggiornato settimanalmente. Sulla base di tali risultati si è potuto dimostrare che alcune delle informazioni su cui si basano le scelte per la sicurezza stradale risultano errate. Non si capisce per quale motivo tali rilevazioni ed elaborazioni non vengano fatte dai vari osservatori sulla sicurezza stradale disseminati su tutto il territorio nazionale. L'associazione interessata, non essendo in grado di sostenere all'infinito gli ingenti costi derivanti da tale attività, ha proposto alle istituzioni più direttamente interessate una convenzione per garantire la copertura delle spese vive. Nessuno ha accolto la richiesta, perciò non è difficile prevedere che il caos, i ritardi e la contradditorietà di tanti dati continueranno ad imperversare sulla pelle degli utenti della strada.

Diverse associazioni aderenti al CNOSS hanno recentemente richiesto al Ministero dei Lavori Pubblici di essere inserite nell'elenco delle associazioni con comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale , ai sensi dell'art. 230 del Codice della Strada, allegando una copiosa documentazione al riguardo. Chissà se tale "riconoscimento" potrà poi fare cambiare l'atteggiamento di chi neppure riscontra le nostre offerte di collaborazione. Noi ce lo auguriamo di vero cuore, anche per prevenire possibili sensi di colpa.

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LAUREA AD HONOREM PER VOLONTARI DI EDUCAZIONE STRADALE

Nel Maggio 2005 l'Associazione PU.RI. ha presentato al Parlamento Europeo una petizione con il seguente oggetto:

"La mortalità stradale in Italia è intollerabile, ma l'obbligo d'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole viene spesso disatteso. Paradossalmente non esistono adeguati controlli sull'assolvimento di tale obbligo ed il Ministero delle Infrastrutture sembra scoraggiare l'attività di numerose associazioni di volontariato che vantano comprovata esperienza".

La petizione conclude con la seguente istanza": .... chiede, nell'interesse dell'intera collettività e di quelle associazioni che si battono per fermare la strage stradale, un autorevole intervento del Parlamento Europeo affinchè l'educazione stradale assurga al rango di "effettiva" materia di studio (orario predefinito, valutazione dei risultati ecc...), valorizzando nel contempo la dignità ed il ruolo del mondo del volontariato nella sensibilizzazione del valore della vita propria ed altrui".

Per meglio comprendere il significato della petizione, si precisa che in data 15/03/2004 l'Associazione PU.RI. presentò rituale domanda per il riconoscimento di Associazione con comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, ai sensi dell'art. 230 del codice della strada, ma nonostante la copiosa documentazione di sostegno prodotta, nonostante i ripetuti solleciti e nonostante sia passato più di un anno dalla richiesta, il Ministero delle Infrastrutture e LL.PP. non ha ancora fornito alcuna risposta. Nel sollecito di risposta del 18/01/2005 si affermava: "...Da qualche tempo i "docenti" dell'Associazione sono costretti ad operare con evidente imbarazzo, poichè, ad onta della loro pluriennale esperienza nel campo dell'educazione stradale, la loro attività non è ritenuta valida, ai sensi dell'art. 230 del codice della strada, per l'assolvimento dell'obbligo di insegnamento da parte delle scuole...".

I giovani docenti di educazione stradale dell'associazione (disabili e non) meriterebbero un riconoscimento Ministeriale di benemerenza (già inutilmente richiesto in passato a loro insaputa) e non la colpevole ed umiliante indifferenza istituzionale con la quale si demotivano i loro entusiasmi ed il loro lavoro. Ben diverso è l'atteggiamento che le Istituzioni Italiane riservano ai campioni della velocità o ad altri personaggi noti che potrebbero indurre gli studenti a comportamenti pericolosi per semplice spirito di emulazione. L'importante è creare "gradimento" e ritorno d'immagine con eventi festaioli, nel corso dei quali il personaggio di turno raccomanda più prudenza sulle strade, perchè solo sulla pista esistono certe garanzie per l'incolumità personale. In questi casi gli organi d'informazione commentano con grande enfasi l'avvenimento, raccogliendo i più disparati commenti entusiastici. Tutti si mettono in fila per concedere il patrocinio e l'art. 230 del codice della strada figura perfettamente rispettato e "valorizzato".

Succede sempre più spesso che ad un personaggio noto venga conferita la laurea ad Honorem per meriti correlati all'attività che lo rende famoso, come è recentemente avvenuto per Valentino Rossi e Vasco Rossi. Quanta differenza di considerazione nei confronti di quei poveri "Calimeri" che da anni promuovono lezioni di educazione stradale nelle scuole su base volontaria. Ecco perchè, senza alcuna velleità provocatoria, l'Associazione PU.RI. propone di conferire la laurea honoris causa per la pluriennale attività di volontariato svolta in materia di educazione stradale stradale nelle scuole Italiane a:

All'occorrenza verrà prodotta una significativa documentazione di sostegno per le candidature. I nominativi proposti per l'onorificenza costituiscono una semplice rappresentanza dei tanti volontari impegnati sul fronte della sicurezza stradale, poichè ben più numerosi sono coloro che, con grande merito, meriterebbero il riconoscimento.

P.S. A dimostrazione del bavaglio informativo esistente, nessun quotidiano del Cesenate, in cui ha sede l'Associazione PU.RI, ha ritenuto la notizia degna d'attenzione. Anche se le iniziative messe in campo dall'associazione PU.RI. non fossero state condivise, sarebbe stato corretto e doveroso fare conoscere al pubblico una delle poche voci fuori dal coro.

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ARCHIVIATA LA RICHIESTA DI INTERVENTO PER LO SPOT DI VALENTINO ROSSI

Abbiamo ricevuto la risposta dell'Autorità Garante a seguito della segnalazione inoltrata il 30 Settembre 2003 e integrata il 23 e 29 Ottobre dello stesso anno, se ricorressero le condizioni per far modificare i messaggi pubblicitari testimoniati dal campione di motociclismo Valentino Rossi a favore di una nota marca di birra.

Ci preme ricordare che sullo stesso argomento, con pubblica dichiarazione e come riferito il 5 Settembre 2003 dal Quotidiano Nazionale il Resto del Carlino, è addirittura intervenuto il Direttore Regionale per l'Europa dell'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità): Dr. Roberto Bertollini.

Morale: <<Quando sentirete parlare qualche illustre personalità o personaggio dell'importanza fondamentale della "educazione" e della "informazione" per la prevenzione e la sicurezza stradale, e lo sentirete anche aggiungere che esse si attuano all'interno della "famiglia" e della "scuola" , provate a chiedergli come possono "famiglia" e "scuola" combattere e sperare di avere il sopravvento contro la forza persuasiva dei mezzi di comunicazione>>.

Per completare questo desolante quadro dobbiamo anche rilevare che se i circa 9mila morti l'anno e 350mila feriti, di cui 25mila invalidi a vita, sulle nostre strade, non sono stati sufficienti a far spendere una sola parola di ricordo e di monito, al SS Padre e al Presidente della Repubblica, nei rispettivi discorsi di fine 2003 ed inizio 2004, c'è da chiedersi da chi attendersi un barlume di speranza per arrestare un'immane tragedia, che si rinnova ogni anno, e che perfino le due massime icone della nostra attualità, mondiale e nazionale, hanno, evidentemente, metabolizzato come fatti ormai inevitabili?

Il 2003 non poteva chiudersi in modo peggiore! Per il 2004 non c'è da farsi illusioni !

Comitato per la Sicurezza Stradale "F. Paglierini"

 Ecco un estratto della decisione dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato:

"...L'Autorità pur condividendo la rilevanza delle problematiche evidenziate che sottendono i rilievi mossi con riguardo allo spot in questione...bla...bla...bla.. nella sua ordinanza del 18/12/2003 ha disposto l'archiviazione... poichè non censurabile ai sensi del D. Lgs. n. 74/92"

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 La denuncia all'Autorità garante era stata preceduta dalla seguente corrispondenza intercorsa tra Luigi Ciannilli e Giuseppe Raduano, che presiedono due delle associazioni aderenti al CNOSS:

Caro Luigi, accogliendo l'invito al dibattito sulla risposta fornita da Valentino Rossi, ritengo utile richiamare il tema della discussione riportando integralmente la lettera che hai fatto pervenire al campione motociclistico:

LETTERA APERTA al Campione di motociclismo VALENTINO ROSSI

Caro Valentino,

ci auguriamo vorrai concederci questo modo confidenziale di rivolgerti una nostra supplica. Ti chiediamo, senza fronzoli, proprio come il tuo carattere ti identifica agli occhi soprattutto di milioni di ragazzi, di voler dissociare la tua immagine, l'immagine delle tue glorie sportive, da una birra famosa che stai pubblicizzando e, in futuro, da qualsiasi altro prodotti simile.

Premesso che gli incidenti stradali sono la 4° causa di morte tra la popolazione e la prima nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, indagini e studi scientifici, a tutti i livelli, testimoniano inconfutabilmente che la correlazione tra incidenti ed alcol è già pericolosamente alta e tende a crescere ulteriormente. Grazie ad una specifica ricerca sul fenomeno, condotta nell'ambito di un distretto sanitario dell'Emilia Romagna, è stato riscontrato che il 36% dei ragazzi incidentati aveva assunto alcol prima dell'incidente e che addirittura il 24% di loro era in stato di intossicazione.

Da qui la nostra supplica ad interrompere immediatamente questa pubblicità che riteniamo eserciti un pericolosissimo effetto condizionatore su tanti ragazzi che, per spirito emulativo ed in assenza degli 'spot', non sono come te tutelati e salvaguardati da staff di specialisti che si curano della tua salute e, soprattutto, di garantire continuità alle tue eccelse prestazioni.

Nostro tramite, che ci siamo resi promotori di questa iniziativa, sono dei padri, delle madri e tutti coloro che hanno a cuore il bene di un proprio caro, Valentino, a rivolgerti questo appello. Un appello a favore e per la speranza di recupero di coloro che sono già vittime di questa "moderna epidemia", per lo smodato uso di sostanze alcoliche già in giovane età ma, ancor più, di coloro, degli ancora tanti, purtroppo, a rischio di facile contagio.

Siamo certi che, nonostante le penali che sicuramente il tuo contratto contempla, non farai cadere nel vuoto questo appello. Attendiamo una conferma da te direttamente, mentre ringraziamo il ..................... per l'ospitalità e per essersi assunto il compito di farti giungere, attraverso le sue pagine, questa lettera.

Grazie e infiniti auguri per il conseguimento di sempre migliori traguardi, sportivi e di vita.

Dr. Luigi A. Ciannilli ( Presidente del Comitato "F. Paglierini" - Ferrara) asso_sic_stradale@libero.it

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Considerazioni sulla risposta fornita da Valentino Rossi

In una intervista al "Corriere dello Sport" Valentino Rossi ha fornito alla tua lettera la seguente risposta (in colore rosso), che integro con alcune mie considerazioni (in colore blu):

"Mi dispiace (per l'imprevisto problema da affrontare?), ma per quello non si può fare niente. La Peroni mi segue dai primi passi in moto, hanno creduto in me e finchè vorranno fare pubblicità con me io ci sarò (sembra evidente il tentativo di tirare in ballo un accattivante principio di leale gratitudine, evitando così ogni riferimento al meno nobile valore del denaro). Der resto se facciamo certi discorsi, il 60% della pubblicità non andrebbe fatta (questa affermazione sembra un pretesto per mettersi la coscienza a posto e per farlo si tira fuori dal cappello una percentuale che discredita tutto il mercato pubblicitario. Si tratta del ben noto principio "intanto lo fanno quasi tutti"). E poi, dopo una bevuta di birra non bisogna guidare (questa affermazione è stata "dimenticata" durante lo spot pubblicitario, perchè evidentemente ritenuta di secondaria importanza. Sarebbe una buona idea aggiungerla al messaggio pubblicitario sin da subito in attesa degli sviluppi). I riflessi si appannano e si possono provocare incidenti. E se va bene in quel senso, ti levano i punti della patente (anche queste valutazioni non figurano nello spot e potrebbero esservi inserite, sia per l'utilità del messaggio, che per una più positiva immagine esterna dello stesso Valentino).

Valutazioni personali: Valentino è un campione molto amato dal pubblico e proprio questo è il problema. Quando ho interpellato alcuni nostri associati per raccogliere pareri sull'opportunità di muovere una critica al campione (su questo tema) ho sentito diversi mugugni, perchè Valentino per tantissime persone è un idolo ed un modello. Questo è il punto. Se Valentino avesse una personalità da Pinco Pallino qualsiasi non avrei preso posizione. Mettendo da parte ogni ipocrita modestia, Valentino sa perfettamente di essere una persona autentica, intelligente, carismatica, simpatica, sensibile ed altro ancora. Ha saputo affrontare e superare con determinazione e dignità tantissime prove, sia nella vita che nello sport. Sa perfettamente cosa significa perdere dei cari amici a causa di un incidente stradale. Sa anche che i veri campioni ed i veri uomini sanno riconoscere i propri errori....(omissis) "

Dr. Giuseppe Raduano (Presidente onlus PU.RI.)

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SICUREZZA STRADALE IMPOPOLARE? NO GRAZIE

L'incidente stradale avvenuto ieri (05/10/2004) sulla Pontina, che è costato la vita ad un sovrintendente della Polstrada, ha portato alla ribalta un altro dato sconcertante di questo triste fenomeno, prevalentemente italiano: il nostro Paese vanta, si fa per dire, il più alto numero di vittime stradali non solo tra gli utenti o cittadini ma, addirittura, tra le forze dell'ordine. E, proprio la Polstrada, è quella che registra la più alta incidenza, tra tutte le forze in campo, in questo ulteriore tributo di sangue. Non è un caso. Non può essere un caso. E' l'ennesima dimostrazione scientifica, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto si è indietro, su più versanti, nel contrastare e debellare questa peste del XXI secolo.
Finchè tolleranza e sopportazione continueranno a farla da padrona sarà impossibile ridimensionare il fenomeno. I consumi di alcol e droga, soprattutto tra i giovani, sono in crescendo ma guai a parlare di chiusure di esercizi pubblici oltre una certa ora e guai, nonostante abbia già perso tre amici coetanei sulle strade, a dire, per esempio, a Valentino Rossi di smetterla con certa pubblicità.
Contro la pirateria stradale avevamo, già due anni fa, suggerito di istituire un "registro" per ogni provincia su cui annotare tutte le auto ricoverate presso officine e carrozzerie per qualsiasi ragione e inasprire, fino al punto da revocare la patente, a chi si macchiasse di un simile crimine o ne commettesse sotto gli effetti di alcol e droghe.
Abbiamo anche indicato nelle condizioni pietose di molte strade e della segnaletica stradale, le colpe e le responsabilità di quasi tutti i gestori e proprietari delle arterie, a cui per decenni non è stato rimproverato nulla e a cui sono da far risalire non meno del 40% dei circa 9.000 morti e oltre 350.000 feriti che ogni anno muoiono sulle nostre strade, di ogni ordine e grado. Su quest'ultimo punto, in diverse occasioni, abbiamo fatto appello anche all'azione repressiva per stimolare quella preventiva, rivolgendoci proprio alle forze dell'ordine che quotidianamente sono in 'trincea', affinchè nell'applicare le leggi, tenessero anche nella dovuta considerazione e senza eccezione alcuna, le inadempienze riconducibili ai gestori delle strade e alle istituzioni preposte. Nulla di tutto questo si è verificato finora e si verifica. Ogni volta, di fronte ad una tragedia, si rinnovano la sequela infinita dei luoghi comuni e delle frasi di circostanza pronti, psicologicamente, da parte di chi le pronuncia, già a mandarne giù un'altra.
Bando alle ipocrisie, soprattutto delle istituzioni locali che sono ormai, dalle Regioni, alle Province e ai Comuni, i soli beneficiari di quanto annualmente corrispondono gli utenti stradali sotto varie forme e balzelli, ricevendone in cambio molto ma molto meno di quanto ricevono nel resto dell'Europa.
A chi spetta, allora, se non a queste realtà locali, la competenza di ritornare agli utenti, ai cittadini, con interventi di educazione - informazione - prevenzione e sicurezza quanto ricevono?
Se non sono nè in grado di farlo, come stanno dimostrando inequivocabilmente, nè di organizzarsi e ripartire diversamente le risorse, che tornino allo Stato le competenze da introitare e che sia lo Stato a ridestinarle a Province e Comuni, con obblighi di destinazione e severi controlli e sanzioni in caso di inadempienze.
Perchè, le Regioni, che hanno competenze sui "trasporti" ma su neppure un metro di strade devono continuare ad essere i percettori in assoluto della "tassa di circolazione" mentre Province e Comuni hanno gli oneri di gestione e manutenzione?
La patente a punti e tutte le iniziative promulgate dall'attuale Esecutivo in questi tre anni, rischiano realmente di vanificare i propri effetti deterrenti se altri soggetti, preposti, non si assumono pari impopolari responsabilità o non vengono obbligati a farlo.
Comitato per la Sicurezza Stradale "F. Paglierini"
Il Presidente: Dr. Luigi A. Ciannilli

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ROTATORIE KILLER

 

La rotatoria indicata è stata realizzata nella immediata periferia della Città di Ferrara. Contrariamente a quanto adottato in altri Paesi dell'Ue (non esiste, purtroppo, a tutt'oggi una normativa univoca) la realizzazione di questi manufatti dovrebbero alleviare i flussi di traffico di due intersezioni stradali con pari intensità di percorrenza. Nel caso in questione non solo questa indicazione non è stata rispettata ma è stata addirittura peggiorata, consentendo agli utenti che si immettevano nella "rotatoria", percorrendo l'arteria principale e addirittura, come si può rilevare, ad un limite di velocità assurdo: 70 Km/h !!! di godere di diritto di precedenza rispetto ad altro o altri veicoli che già si trovassero all'interno della stessa rotatoria. Questa aberrazione, progettuale e realizzativa, in meno di due mesi, ha provocato due morti: una ragazza di 16 anni e un ragazzo di 15. Dopo le numerose e vibrate proteste, anche del Comitato "Paglierini", che ha denunciato questi due crimini annunciati e messo in guardia su ciò che sarebbe accaduto se quella rotatoria fosse stata lasciata nelle stesse condizioni per l'imminente periodo invernale, con le nebbie della zona, è stato deciso dall'Amministrazione Provinciale di chiuderla e ...ridisegnarla e modificarla.

In basso a sinistra la rotatoria Cona-Contrapò (FE) dove, prima delle modifiche, persero la vita due ragazzi minorenni in ciclomotore in due diversi incidenti. Sull'asfalto sono ancora visibili le tracce della vecchia segnaletica orizzontale, con la quale chi si immetteva nella rotatoria godeva di diritto di precedenza. Nella foto al centro si può notare il successivo inserimento del segnale di "dare la precedenza" inserito dopo gli incidenti mortali. Sempre a Copparo, nella foto di destra, la sconcertante segnalazione che incontra chi si immette in rotatoria. C'è da rabbrividire, ma nonostante tutto chi progetta e realizza strutture così micidiali gode ancora di una sostanziale impunità.

 

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ESPOSTO CONTRO IL MANIFESTO IDEATO DA OLIVIERO TOSCANI

Il 04/02/2005 l'Associazione PU.RI. (Punto Riferimento familiari vittime) ha presentato alla Procura della Repubblica di Rimini il seguente esposto contro il manifesto ideato da Oliviero Toscani per la Regione Emilia Romagna. Il manifesto aveva l'obiettivo dichiarato di ridurre gli incidenti stradali in cui sono coinvolti i giovani ed al punto 2.8 (Risultati conseguiti) della scheda "Regionando 2002" della Regine E.R. si sostiene di avere raggiunto l'obiettivo. Da un dossier sulla qualità della vita pubblicato dal quotidiano "Il Sole 24 ore" nel Dicembre 2003 risulta che la Regione Emilia Romagna ha il più alto tasso di mortalità stradale in Italia. Il P.M. ha richiesto l'archiviazione del procedimento, ritenendo non sussistenti ipotesi di reato.

AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DEL TRIBUNALE DI RIMINI - ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI BOLOGNA

Il sottoscritto Giuseppe Raduano, residente a ...., nella veste di genitore di vittima della strada e di legale rappresentante dell'Associazione "PU.RI." Onlus - Punto Riferimento familiari vittime- con sede a S. Mauro Pascoli, Via Vanoni 3, avente lo scopo di prevenire gli incidenti stradali e dare sostegno alle vittime ed ai loro familiari, espone quanto segue:

Dal 11 al 14/11/2004 si è tenuto a Rimini il Salone Internazionale della sicurezza stradale, denominato SISS e promosso dall'ACI. Nel pomeriggio di Mercoledì 10/11/2004 la manifestazione non era ancora aperta al pubblico, ma il sottoscritto si trovava nei padiglioni espositivi per seguire i lavori di allestimento dello stand dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada, di cui è responsabile per la provincia di Rimini. Assieme a .... ha notato che nello stand della Regione Emilia Romagna erano esposti tre manifesti (uno dei quali su base luminosa) che mostravano un'auto accartocciata con la didascalia: "220 cv, 230 km/h da 0 a 100 in 5,7 .... modello 4 pirla in meno". Il sottoscritto ha avvicinato un incaricato della regione Emilia Romagna per manifestare il proprio disappunto, facendo anche rilevare di essere il padre di una giovane vittima della strada. Lo scortese interlocutore, anzichè prendere atto di quanto potevano provare i familiari di vittime della strada, ha rifiutato di prendere in considerazione qualsiasi possibilità di rimozione dei manifesti, tessendo invece lodi in favore di Oliviero Toscani, quale ideatore geniale di un manifesto che stava dimostrando la propria utilità per il semplice fatto di provocare attenzione e discussioni. Dopo avere fatto rilevare che il proprio figlio aveva perso la vita come "trasportato", che era offensivo sentirlo definire "pirla", che dalla foto del manifesto si desumeva che in un unico incidente avevano perso la vita quattro persone, di cui tre trasportate, e che in Italia più della metà delle vittime della strada perde la vita per colpa di altri, il sottoscritto si è allontanato provando tanta amarezza. Aveva infatti maturato la convinzione che le offese arrecate alle vittime della strada, attraverso quel manifesto, non erano da attribuire ad un lapsus, ma che si era invece voluto deliberatamente procurare l'offesa per richiamare la curiosità e l'attenzione dei visitatori, mettendo in secondo piano ogni altra considerazione. Nella tarda mattinata di Venerdì 12/11/2004 alcuni familiari di vittime della strada hanno manifestato il proprio sdegno all'ingresso dello stand della regione Emilia Romagna. Di fronte all'ennesimo rifiuto di rimozione, si è sviluppata un'accesa discussione ed è stato chiesto l'intervento sia delle forze dell'ordine che degli organizzatori della manifestazione. I posters contestati sono stati infine rimossi.

Per documentare quanto sopra esposto, il sottoscritto allega:

  1. Foto dello stand della Regione Emilia Romagna durante la manifestazione SISS di Rimini.
  2. Estratto dello Statuto della onlus PU.RI, attestante gli scopi associativi.
  3. Scheda sintetica dell'attività svolta dall'associazione PU.RI.
  4. Copia dell'interrogazione scritta presentata in Consiglio Regionale su caso oggetto di esposto.
  5. Descrizione del progetto educativo denominato "Modello quattro pirla in meno".
  6. Copia della pubblicazione presente sul sito web del comune di Modena.
  7. Copia di articoli dei quotidiani " La Repubblica 19/11/2004" e "Il resto del Carlino 4/12/04".

Non è compito del sottoscritto individuare quali reati possano essere imputati a chi, mettendo in secondo piano, rispetto ad altri interessi, le rimostranze dei familiari di vittime della strada, ha ideato e/o realizzato e/o divulgato il manifesto da cui ha preso spunto il presente esposto. Il sottoscritto rileva però che:

Il sottoscritto si sente in dovere, nei confronti delle vittime e dei loro familiari, di sollecitare linee di indagine, contando sul loro sviluppo. E' infatti evidente che il solo avvio di procedimenti conoscitivi spingerebbe certi soggetti ad una più attenta valutazione delle proprie azioni e degli effetti che le stesse esplicano sulla collettività, con particolare riferimento ai soggetti più svantaggiati. Si chiede perciò di accertare se siano presenti elementi di reato doloso o colposo perseguibili d'ufficio nei comportamenti di tutti i soggetti che hanno concorso nella ideazione e/o realizzazione e/o diffusione del manifesto denominato "Modello 4 pirla in meno", con facoltà di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale. Il sottoscritto chiede infine di essere avvisato, ai sensi dell'art. 408 comma 2 e 3 c.p.p., sulle determinazioni che l'autorità giudiziaria andrà ad assumere in ordine all'esercizio dell'azione penale.

In data 26/03/2005 è stato notificato il provvedimento emesso l'11/03/2005 dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Rimini, con il quale è stata richiesta l'archiviazione del procedimento a carico di Oliviero Toscani per il reato di cui all'art. 595 CP, perché il fatto non sussiste.

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OLTRE AL DANNO LE BEFFE :INTERVENGA IL PARLAMENTO EUROPEO

L'associazione Motociclisti Inc...olumi ci ha fatto pervenire il seguente appello, che ben volentieri pubblichiamo:

Al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti

Al Parlamento Europeo

Onorevoli parlamentari, scrivo in accordo all'impegno della Associazione Motociclisti Incolumi (www.motociclisti-incolumi.com), in difesa della salute dei motociclisti e di tutti gli altri utenti della strada compresi i pedoni, dato che la salute è, fra i diritti dei cittadini, il più importante.

Con la presente vorrei sottolineare la necessità di provvedimenti, da parte vostra, per un obbiettivo urgente, indicato dalla stessa Comunita Europea e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità come obiettivo prioritario: diminuire la incidentalità e la lesività sulle strade italiane.

Gli incidenti stradali (come quelli aeronautici, navali, sul lavoro o domestici) sono dovuti, in oltre il 90% dei casi, al comportamento umano. Con questo termine però si fa riferimento unicamente agli errori di chi è alla guida, distogliendo così l'attenzione dagli errori progettuali o dalla insufficiente "riserva di sicurezza" insiti nelle infrastrutture a cui vanno attribuite pesanti responsabilità soprattutto per le conseguenze: il danno alla salute.

E' fin troppo conosciuto lo stratagemma di evidenziare le responsabilità e le inadempienze degli altri per nascondere le proprie; questo è esattamente ciò che fanno molte amministrazioni (comuni, province, regioni, enti statali) che hanno vari interessi, ma non la salute dei cittadini.

Mentre vi sono normative europee (oltre alla legge 626) a cui devono attenersi scrupolosamente le ditte costruttrici di veicoli, di caschi (ma anche di elettrodomestici e giocattoli) e vi sono regole a cui devono attenersi i cittadini per non incorrere in spiacevoli conseguenze, nessuna normativa garantisce agli utenti, uno standard di sicurezza moderno riguardo la progettazione e la attuazione delle infrastrutture.

La EN1317 non regolamenta l'operato di amministrazioni che riescono a scaricare le proprie responsabilità per strade costruite all'insegna del risparmio e spesso della truffa! Poi basterà porre numerosi segnali di pericolo, segnali di lavori in corso (lasciati anche per mesi) e limiti di velocità per non rispondere di eventuali danni alla salute dei cittadini. Ma non è tutto: è risaputo che "il guadagno aguzza l'ingegno" così le stesse amministrazioni, dopo aver progettato infrastrutture con uno standard degli anni "50" (a fronte di tasse di circolazione ben aggiornate e frequentemente doppie, dato che la maggior parte dei motociclisti hanno anche un auto) riescono "furbescamente" a trarne anche un guadagno e risanare il proprio bilancio (incapaci di farlo altrimenti) piazzando le autovelox dove rendono di più: su quelle stesse strade costruite e mantenute con standard di sicurezza che dovrebbero essere dichiarati "fuori-legge"!

Oltre al danno sulla pelle, anche la beffa!

La EN 1317 porta un numero infausto per gli utenti delle strade italiane e lo dimostrano le cifre recenti: oltre 8.000 vittime all'anno ma, per la esperienza che abbiamo, possiamo dire che oltre il 50% di esse, soprattutto con veicoli a due ruote, non sono dovute al numero 13 o al 17, bensì alla incontrollata corsa al risparmio sulla qualità di strade sottodimensionate e sulla successiva incosciente "disposizione" di ostacoli fissi (guard-rail senza protezione, segnali di pericolo, lampioni, muri a spigolo, alberi) posizionati ai margini ed in traiettoria di fuga delle curve. Fattori di rischio creati ancora oggi per rimanere nel futuro.

Nelle competizioni di auto e di moto (il miglior laboratorio dove ricerca di tecnologia e sicurezza vanno di pari passo) da anni gli ostacoli fissi sono stati eliminati dai circuiti ed i risultati sono incredibili: cadute o fuoripista a 300 km/h senza conseguenze.

In Italia, per queste assurdità infrastrutturali, ogni anno perdono la vita oltre 1000 motociclisti e 2.000 automobilisti!

In attesa di una risposta concreta al problema la Associazione Motociclisti Incolumi,come Chiunque faccia ricerca sulla Salute continuerà a denunciare questa incoscienza, colpevole di tante vittime.

Cordiali saluti . A.M.I. (www.motociclisti-incolumi.com)

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