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 Fac simile di denuncia pericoli strade; Perchè non si adotta la tecnologia del tunnel sicuro?

 Uniamoci contro gli omicidi impuniti; Delitto omissivo e bollini di conformità per strade

 Farsi uno spinello e mettersi alla guida. TV diseducativa ; Cronaca di quattro vite spezzate

Suggerimenti ed offerta di collaborazione ;  Sicurezza a prova di imbecille

  KLICCA IL SONDAGGIO: Sicurezza Stradale: come ridurre il numero delle vittime e dei disabili.

 Il 6/4/2004 ci è pervenuta la seguente richiesta di divulgazione, che ben volentieri abbiamo accolto: Sono un Maresciallo dei Carabinieri in servizio in una Stazione in Provincia di Chieti. Devo farvi una segnalazione che penso interessi tutti, chi come Voi è stato distrutto dalla scelleratezza e chi ha fortunatamente solo a cuore la nostra sicurezza. Da parecchi anni seguo la notissima trasmissione " LE IENE " su Italia1 trasmissione che, dopo aver riso e scherzato, ci mostrava le magagne e i tarocchi di molte persone e dei truffatori ( da ricordare il servizio sulla vendita di ciclomotori rubati tramite articoli sui giornali ). Tale trasmissione è tra le mie preferite, come per molti altri giovani e non, ma qualche tempo fa, non troppo per dire il vero, (circa 2 mesi ) hanno mandato in onda un servizio che, da utente e controllore delle strade, mi ha sconvolto. In pratica, a ridosso della discussione della recentissima Legge FINI sulle droghe leggere, hanno mandato in onda un servizio della Iena "Vicky" che si poneva l'obiettivo di dimostrare che fare uso di droghe leggere non creava dei mostri o dei delinquenti. Per raggiungere il loro scopo, hanno deciso di passare una giornata con il gruppo musicale ARTICOLO31, che da sempre si è dimostrato, diciamo così, favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.
Ad un certo punto del servizio, hanno fatto vedere i cantanti che si svegliavano e facevano quello che facciamo tutti la mattina, colazione bagno ecc ecc..... Poi il Cantante, DjAx se non sbaglio, ha detto che si andava a fare uno spinello e dopo pochissimo tornava in onda asserendo che si era appena fatto uno spinello.
Bene, dopo pochissimi minuti da questo spinello, e quindi SOTTO L'EFFETTO DELLO SPINELLO, è stato mandato in onda il cantante che, IN BARBA AD OGNI POSSIBILE EDUCAZIONE STRADALE E CON ENORME SCELLERATEZZA, si metteva alla guida della propria macchina e per le strade di una grande città, penso Milano, raggiungeva gli studi di registrazione per cantare. In Pratica hanno fatto vedere che, guidare dopo aver assunto della droga leggera ( o alcool è lo stesso) è una cosa normale e si può fare...
MA DICO SIAMO IMPAZZITI ???
Dopo tutti gli sforzi per l'educazione stradale, l'accortezza alla guida ecc ecc .. le campagne contro ,l'alcool e le stragi del sabato sera, quanti ragazzi neopatentati potrebbero avere ricevuto un cattivo segnale da questo servizio ??
Indignato ho mandato una email molto simile a questa sia alle IENE che a STRISCIA LA NOTIZIA chiedendo quanto meno di fare una precisazione... Sino ad oggi niente e in questa stessa data ne ho mandato una simile all'A.S.A.P.S. (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale). Pregherei quindi questa associazione di prendersi carico di questa mia segnalazione, per renderla maggiormente pubblica possibile e condannare e censurare l'eccessiva leggerezza ( o il dolo ) di quel servizio, con le stesse forme di pubblicità che loro hanno dato a una pratica talmente STUPIDA E CRETINA da poter mettere seriamente a repentaglio il lavoro delle Associazioni come la vostra e lo sforzo di chi come me, ogni giorno, cerca di far rispettare le Leggi del nostro Stato. Un saluto a tutti e un sincero abbraccio a tutti Voi.

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Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione un punto di vista su quella che per me è una cosa inaccettabile e contro la quale la mia coscienza si ribella senza permettermi mediazioni di sorta: le morti sulle strade.
La domanda che mi pongo e che, attraverso Voi, pongo alla classe dirigente del nostro paese è questa: come si può accettare che in Italia ci siano 7/8.000 vittime ogni anno per incidenti stradali? E' una strage indicibile al cui confronto guerre e catastrofi diventano "cosette"! Secondo me, la questione viene affrontata al rovescio, se vista nell'ottica di una società che si definisce evoluta e civile. Infatti, evidentemente tutti quei morti sono considerati, nell'immaginario collettivo, una specie di tributo, di sacrificio, che la comunità deve all'attuale modello di sviluppo e, quindi, si accettano come inevitabili e si interviene a valle del problema per limitare i danni. E' inspiegabile per me, senza il concetto di sacrificio, il fatto che per vittime causate in altri contesti si mobilitino opinione pubblica, mass media e fior fiori di intellettuali e per quelle della strada si può dire che tutto tace pur in presenza di proporzioni numeriche da brivido. Se fosse vero che la vita, per la nostra civiltà, è un valore assoluto da tutelare senza cedimenti, il discorso dovrebbe completamente ribaltarsi e diventare: I MORTI SULLE STRADE NON CI DEVONO ESSERE. Da questo semplice principio consegue che mezzi e strade devono essere costruiti in modo che anche nella situazione più sfavorevole di incidente la vita sia sempre salvaguardata. Oggi non è così, evidentemente. Al contrario noi accettiamo di fatto che, utilizzando normalmente automezzi e strade, mettiamo la nostra vita nelle mani di "altri" e ne minimizziamo il rischio quasi come se non ci riguardasse: è incredibile. Io penso che in nessun'altra situazione persone di intelligenza media, non costrette da motivi eccezionali, farebbero lo stesso, eppure per gli spostamenti su strada è cosa accettata da tutti, non ci turba ed è oltretutto difficile da mettere in discussione. Il grave problema, su cui sorvoliamo tranquillamente, è che, purtroppo, gli "altri" si trovano nelle condizioni psicologiche, emotive, di salute, ecc., più diverse e continuamente variabili e, per questo, del tutto INCONTROLLABILI: questo è quello che non va. E' per questa incontrollabilità che il sistema così com'è non funziona e gli interventi a favore della sicurezza incidono così poco sul numero delle vittime.
Non è ragionevole pensare che la vita è salvaguardata solo quando, tra i tanti, milioni, non ce n'è nemmeno uno che sgarra. Nella sostanza, invece, pretendiamo di fondare e realizzare la sicurezza sulle strade sul presupposto che tutti gli utenti, indistintamente tutti e sempre, si comportino in maniera ligia alle regole, attenta, rispettosa verso gli altri e ben presente a se stessi: E' UNA VANA PRETESA. Vi prego di riflettere con attenzione su quanto ho appena espresso, è il punto focale del ragionamento.
Ribaltiamo allora il discorso! Che la sicurezza invece di dipendere, com'è attualmente, dalla condizione utopica di "TUTTI GLI UTENTI SEMPRE PERFETTI", sia demandata ai costruttori di automezzi e ai costruttori di strade e sia piuttosto "A PROVA DI IMBECILLE", questa è la soluzione. Così il sistema funzionerebbe perchè l'operato dei soggetti responsabili può essere tenuto COSTANTEMENTE SOTTO CONTROLLO e perchè le variabili introdotte dagli utenti non inciderebbero sulle conseguenze degli incidenti.
Naturalmente questo significa pensare ad un altro modo di muoversi, a cambiamenti profondi nel modo di produrre e quasi quasi ad un altro modo di vivere e forse di concepire la vita stessa col tutt'altro che trascurabile risultato che 7/8.000 persone ogni anno continuerebbero a stare con noi. Certo ci vuole coraggio a immaginare cambiamenti di tale portata, ma pensandoci bene gli investimenti necessari per adeguare strade e mezzi a nuove regole di sicurezza totale, riguardando le due industrie trainanti dell'economia italiana: l'auto e l'edilizia, potrebbero dare l'avvio ad una nuova rinascita economica del nostro paese, forse addirittura estendibile a tutto l'occidente. Sarebbe una bella scommessa per la politica. Danilo Di Mambro

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FAC-SIMILI DI RICHIESTA PER MESSA IN SICUREZZA DELLE STRADE

Esistono situazioni di pericolo che mettono a rischio l'incolumità degli utenti della strada. Esistono anche casi di segnaletica stradale ingannevole di cui nessuno sembra preoccuparsi. In questi casi bisognerebbe porsi un interrogativo che molti Enti gestori delle strade sottovalutano: in caso d'incidente cosa succede? La risposta è ovvia: gli Enti gestori delle strade assumono precise responsabilità che vanno valutate tenendo conto di eventuali circostanze aggravanti, come ad esempio la presenza di specifiche segnalazioni alle quali non viene dato alcun seguito. Per salvaguardare la nostra ed altrui incolumità, suggeriamo a chiunque interessato di presentare formale segnalazione con richiesta d'intervento. Alleghiamo a titolo esemplificativo alcune istanze da adattare alle specifiche circostanze.

 Segnaletica ingannevole: Denuncia al sindaco  Buche stradali: Denuncia al sindaco

Insidie stradali: Denuncia al Ministero dei trasporti

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Oggetto: pericolo per segnaletica stradale ingannevole.

Nella mia qualità di presidente dell'Associazione intestata (o di utente della strada) comunico che nello svincolo della SS 16 Adriatica uscita S. Mauro Mare (provenienza da Cesenatico) esiste una grave situazione di pericolo consistente in un cartello stradale che indica la possibilità di svolta a sinistra per raggiungere il Centro Commerciale. Tale possibilità è invece preclusa e chi non conosce la viabilità locale si trova improvvisamente in una situazione di incertezza che può risultare estremamente pericolosa. Trattasi quindi di segnaletica ingannevole, poichè spesso è motivo di pericolose manovre da parte di tanti automobilisti che imboccano il senso vietato. Allego la copia di un nostro recentissimo comunicato stampa, che è stato parzialmente riportato sulla cronaca locale dei quotidiani "Corriere di Romagna" e "La Voce" in data 27/07/2005 (oppure una fotografia della segnaletica ingannevole). La invito, nella Sua qualità di Ufficiale di Governo e/o di pubblico Ufficiale, ad intervenire provvedendo con tutta urgenza a rimuovere la detta situazione ovvero, ove la rimozione non sia di Sua competenza, a darne notizia all'Ufficio competente. Resto in attesa di Sua assicurazione e comunque di riscontro e Le invio intanto i migliori saluti.

* Nel caso specifico, dopo pochi giorni la segnaletica è stata modificata. 

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Oggetto: pericolo per buche presenti sul manto stradale.

In qualità di presidente dell'Associazione intestata (o di utente della strada) comunico quanto segue, affinchè, nella Sua qualità di Ufficiale di Governo e/o di pubblico Ufficiale, intervenga con tutta urgenza per rimuovere la detta situazione ovvero, ove la rimozione non sia di Sua competenza, a darne notizia e sollecito all'Ufficio competente. Abbiamo appreso che a ...... è in corso una raccolta firme per mettere in sicurezza le strade, con particolare riferimento alle tante buche presenti sul manto stradale (oppure "si allega una fotografia che dimostra la situazione di pericolo denunciata"). Si ritiene utile segnalare al riguardo un commento tratto dal sito http://cnoss.135.it :

" Chi dovesse incappare o è già incappato nella triste disavventura di avere un incidente a causa di buche sulle strade mal segnalate o non segnalate affatto sappia che con sentenza n° 2963 del 29 Marzo 1999 la terza sezione civile della Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune di Desio (MI) che, appunto, si rifiutava di riconoscere le proprie responsabilità verso un utente incappato in una di queste buche. Sulla cronaca di Rimini del quotidiano Il Resto del Carlino del 29/5/2004 si legge che il direttore dell'AMIA è stato condannato a sei mesi per omicidio colposo, nonostante l'assicurazione della società avesse già provveduto a risarcire i familiari della vittima. Il caso riguarda il decesso di P.B. Mentre si trovava alla guida del proprio ciclomotore, la ruota anteriore si trovò davanti uno scalino dell'asfalto a causa di un rattoppo sull'asfalto che aveva lasciato un repentino dislivello. La conseguente caduta provocò il decesso (avvenuto dopo circa 15 giorni dall'incidente). L'AMIA aveva precedentemente segnalato la necessità di un intervento straordinario per la messa in sicurezza, ma l'intervento non fu mai eseguito. Secondo il Giudice, il direttore dell'AMIA sarebbe stato obbligato a controllare che la manutenzione ordinaria non provocasse situazioni di pericolo e per questo motivo ha emesso una decisione di condanna per omicidio colposo. Con altra sentenza n. 13974/2005 la Corte di Cassazione stigmatizza l'apodittica convinzione che nel centro cittadino la velocità particolarmente moderata consenta comunque l'avvistamento di una buca, non evidenziando il fatto che comunque l'utente della strada faccia proprio affidamento sulle buone condizioni del manto stradale proprio perchè si trova in un centro cittadino e non in un luogo disagevole. Inoltre la Corte ha contestato la motivazione del giudice di prime cure in quanto non ha tenuto conto delle risultanze probatorie acquisite agli atti di causa, alla cui disamina il Giudice non può sottrarsi... diversamente opinando risulterebbe impossibile il "controllo logico" della decisione".

Si riporta al riguardo anche un estratto del D.L.tivo 267 / 2000 (Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale):
- Il sindaco, quale ufficiale del governo, sovraintende allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto.

- Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità' dei cittadini;

- per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica. Ove il sindaco non adotti i provvedimenti di cui al comma 2, il prefetto provvede con propria ordinanza.

Resto in attesa di Sua assicurazione e comunque di riscontro e Le invio intanto i migliori saluti.

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(Modello predisposto dal Coordinamento Nazionale Camperisti)

RACCOMANDATA

Preg. Direttore della Divisione VIII

Direzione Generale per la Motorizzazione

Dipartimento per i trasporti terrestri

Ministero dei Trasporti

36, via Caraci Giuseppe

00157 ROMA

 

Preg. Questore di ...................................... (inserire il Questore della provincia in quanto presiede l'organo accertatore)

Preg. .......................................................(inserire se di vostra conoscenza il gestore e/o responsabile della strada)

 

..l.. sottoscritt .... ............................................................................................

nat ... il ........................................... a .....................................................................

residente in .................................... via/piazza ............................ Numero civico .......

posta elettronica ................................................... telefax ................................................

 

il giorno ................................................................... circa alle ore ............................

proveniente da ...................................................

e diretto a .............................................................

nel comune di .............................................................

in provincia di ............................................................

stavo percorrendo ......................................................................................................

(autostrada a pedaggio, autostrada gratuita, Strada Statale, Superstrada, Strada Provinciale, Strada Comunale, Strada vicinale, altro)

precisamente .............................................................................................................

(nome della strada, numero della strada, denominazione della strada, altro............................................... )

alla altezza del ........................................

(chilometro, numero civico, altro)

 

riscontrando la seguente insidia stradale:

 

01) stato della strada ....................................................................

(cunette non segnalate, pietrisco, dosso pericoloso, solchi, buca, frana, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, effetto aquaplaning, liquidi scivolosi sulla sede stradale, oggetti abbandonati sulla sede stradale, passaggio di animali non segnalato, altro)

 

02) presenza di dissuasori ...................................................

(troppo alti, troppo ripidi, deformati, mal segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

03) presenza di cordoli .............................................................

(deformati, mal segnalati, poco visibili, sdrucciolevoli, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

04) presenza di segnaletica stradale orizzontale .....................................................................

(poco visibile, troppo liscia, troppo spessa, confondente, non prevista dal Codice della Strada, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

05) presenza di segnaletica stradale verticale .........................................................

(poco visibile, coperta da vegetazione, con supporto inadeguato, in posizione errata, confondente, priva sul retro dei dati previsti all'articolo 77 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada e in particolare essendo prescrittiva della ordinanza istitutiva, non prevista dal Codice della Strada, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

06) presenza di barriera ......................................

(inesistente, danneggiata, pericolosa, non raddoppiata, inutile, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

07) presenza di curva ...........................................

(non segnalata, senza visibilità, con visibilità limitata, con illuminazione laterale confondente, con sede stradale con poca aderenza, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

08) presenza di incrocio .........................................

(difficile da percepire, con segnaletica che impone di fermarsi per comprenderla, con scarsa visibilità, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

09) presenza di tombino .......................................................

(deformato, troppo profondo, scivoloso, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

10) presenza di spartitraffico .......................................................

(con scarsa visibilità dei catarifrangenti, vegetazione invadente, segnaletica con scarsa visibilità, illuminazione scarsa, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

 

11) presenza di lavori in corso ........................................

(sospesi ma con limitazioni in atto, mal segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, con avvisatori di velocità non previsti dal Codice della Strada, cunette non segnalate, pietrisco, dosso pericoloso, solchi, buca, frana, altro)

 

 

Per quanto sopra, ..l.. sottoscritt ....

chiede alla Direzione VIII del Ministero dei Trasporti

ai sensi dell'articolo 45 del Codice della Strada, un tempestivo intervento per ripristinare la sicurezza stradale nella strada oggetto della presente segnalazione,

chiede al Questore

l'invio di agenti accertatori per verificare lo stato della strada e l'esistenza della insidia segnalata;

chiede al gestore della strada

un tempestivo intervento per ripristinare la sicurezza stradale, ricordando che, in caso di incidente con morti e/o feriti a causa di detta insidia, invierà istanza/denuncia alla Autorità Giudiziaria chiedendo di accertare l'esistenza obiettiva di pericolo o di insidie della strada, dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli utenti (Cass. Civ., Sez. III, 14 marzo 2006, n° 5445, che individua il generale obbligo della P.A. di predisporre tutte le cautele necessarie atte ad evitare insidie esistenti non solo sulla sede stradale, ma anche nelle banchine laterali; nonchè la precedente importante Cass. Civ., Sez III, 4 Giugno 2004, n° 10654, che ha ritenuto la P.A. obbligata "a far sì che il bene demaniale non presenti per l'utente una situazione di pericolo occulto, cioè non visibile e non prevedibile, che dia luogo al cosiddetto trabocchetto o insidia stradale").

A presto leggervi, ..........................................................

(firma leggibile)

 

.......................... , ......................... 2006

(luogo e data)

ECCO PERCHE' PER SALVARE UNA VITA

è INDISPENSABILE CHE L'UTENTE DELLA STRADA

SEGNALI UNA INSIDIA STRADALE.

IL DANNO PER INSIDIA STRADALE E LA RESPONSABILITA' DELL'ENTE PROPRIETARIO DELLA STRADA.

In caso di incidente cagionato da insidia stradale, per poter affermare la responsabilità dell'Ente proprietario e/o concessionario della strada, l'attore deve provare non solo che l'eventus damni sia riferibile ad un pericolo oggettivamente non visibile e soggettivamente non prevedibile, ma anche che l'insidia si trovava sulla carreggiata da tempo sufficiente a rendere esigibile un intervento di messa in sicurezza da parte dell'Ente proprietario e/o concessionario della strada. Tale posizione è quella assunta dal Tribunale Civile di Varese nella sentenza n. 149/2005, concernente una fattispecie di danno da insidia stradale causato dalla presenza di una macchia d'olio sulla carreggiata. Il dispositivo di tale sentenza - ultima di una lunga serie - non conferisce alcuna certezza assoluta ad una fattispecie che è stata ed è tuttora molto controversa, di cui sia la stessa giurisprudenza che la dottrina non hanno tuttora raggiunto una interpretazione univoca. Difatti, basta citare come esempio la sentenza n. 5965 del 3 marzo 2004 del Tribunale di Milano che, nel valutare un contenzioso per incidente stradale causato dalla presenza di una macchia d'olio, si è pronunciato rilevando che in tali casi si applica l'art. 2051 c.c, relativo alla responsabilità di colui che ha la cosa in custodia - nella specie l'ente gestore dell'autostrada in cui è avvenuto il sinistro - e che in mancanza di prova del caso fortuito, e proprio il gestore della strada a rispondere dei danni a colui che ha subito l'incidente. Viceversa, non è andato a buon fine il tentativo di un autotrasportatore di farsi riconoscere da una società autostradale, una richiesta di danni subito causati da una macchia di gasolio presente sul fondo stradale. Nel caso in esame, il Tribunale di Monza con sentenza n. 116/04, non ha ritenuto sussistere alcun tipo di responsabilità a carico della concessionaria, in quanto, l'evento che ha provocato il danno non rientrerebbe tra quelle situazioni di pericolo strettamente correlate alle pertinenze dell'autostrada. Difatti, nel caso in esame, il Tribunale ha stabilito che l'evento dannoso - la chiazza di gasolio - era inevitabile ed imprevedibile, essendosi verificato prima che l'ente potesse rimuoverlo o quanto meno segnalare la situazione di pericolo. In sintesi, la parte ricorrente non è riuscita a dimostrare che l'evento dannoso fosse presente molto tempo prima rispetto a quando si è verificato l'incidente; in tal modo non è riuscito a comprovare una assunzione di responsabilità dell'ente proprietario della strada per l'imperizia o la negligenza, per non aver provveduto in tempi rapidi a rimuovere la macchi di gasolio. Quindi, in base alle sentenze sopra citate, non è assolutamente consolidato l'indirizzo secondo il quale l'utente che subisca danni in seguito all'utilizzazione della strada pubblica, può invocare a sostegno delle proprie pretese risarcitorie, unicamente la disciplina di cui all'art. 2043 c.c.; norma di chiusura dell'ordinamento posta a tutela del generale principio del nemienm ledere. Ma trova, tuttora, ancora applicazione a tali fattispecie la presunzione aggravata di responsabilità sancita dall'art. 2051 c.c. che regolamenta la responsabilità del custode per i danni cagionati dalle cose in custodia.

Presupposto indispensabile dell'art. 2051 c.c. è il rapporto che lega il custode alla cosa che ha cagionato il danno. In base a tale norma infatti, custode è colui che avendo la gestione della res ha la possibilità nonché l'obbligo di prevenire in ogni momento che la stessa possa arrecare danni a terzi. In virtù di tale rapporto parte della giurisprudenza nonché della dottrina, ha attribuito a carico del custode una presunzione iuris tantum di responsabilità, con la conseguenza che in tali ipotesi per il danneggiato è sufficiente provare il mero nesso causale fra cosa e danno, rimanendo egli esonerato dalla dimostrazione della colpa del custode. Quest'ultimo potrà eventualmente liberarsi da tale presunzione fornendo la prova liberatoria che il danno è ascrivibile al caso fortuito e cioè ad un evento naturale o umano oggettivamente imprevedibile e non controllabile, idoneo ex se a provocare l'evento.

L'interpretazione di cui sopra potrebbe- quasi certamente - non applicarsi nel caso in cui venissero coinvolti gli enti proprietari e/o concessionari di strade pubbliche senza l'obbligo di pagamento di alcun pedaggio. Difatti, tali soggetti non possono considerarsi custodi di esse nell'accezione sopra specificata. La notevole estensione della rete stradale pubblica, impedisce infatti al proprietario e/o concessionario di esercitare su di esse quel potere gestionale che costituisce il presupposto imprescindibile della custodia sancita dall'art. 2051 c.c.

Chiarito quanto sopra, è evidente che la disciplina di cui all'art. 2051 c.c. per questa tipologia di strade, non può trovare applicazione in materia insidia stradale, ma solamente la più generale responsabilità di cui all'art. 2043 c.c., norma di chiusura dell'ordinamento posta a tutela di tutte le situazioni che non siano disciplinate da norme speciali, con tutte le conseguenze sul piano probatorio che ne conseguono. Il danneggiato da insidia stradale infatti, dovrà provare oltre al nesso causale fra la strada e l'evento, anche la responsabilità dell'Amministrazione proprietaria e/o concessionaria della strada dell'"eventus damni", ogni qualvolta che l'insidia generatrice del danno era oggettivamente non visibile e soggettivamente non prevedibile.

Un discorso diverso si dovrebbe affrontare per le cosiddette " strade con pedaggio" - per es. le autostrade -. Difatti la sentenza n. 298 del 13 gennaio 2003 della Corte di Cassazione, ha riconosciuto il "pedaggio stradale ", nella sua natura giuridica, un contratto e non un tributo. Tale interpretazione, quindi, obbligherebbe il fornitore del servizio - inteso come obbligo nascente dal contratto - a fare tutto quanto è in suo potere affinché il cliente possa utilizzarlo al meglio, dimostrando di aver agito correttamente nei casi di emergenza. Il presupposto logico-giuridico a sostegno di tale interpretazione, è quello che il pedaggio costituisce la controprestazione del servizio costituito dalla messa a disposizione del proprietario e/o concessionario della strada a pagamento, nell'ambito di un rapporto sillagmatico.

Alla luce della posizione sopra esposta, quindi, potremmo affermare che, in caso di danno provocato da insidia stradale nelle tratte a pagamento, dovrebbe essere riconosciuta la responsabilità degli enti proprietari/concessionari sia ai sensi dell'art. 2043 c.c, che ai sensi dell'art. 2051 c.c, nonché l'inversione dell'onere della prova a carico degli stessi soggetti, con la conseguente ed inevitabile esclusione dell'obbligo da parte del ricorrente di provare la non visibilità ovvero la non prevedibilità dell'insidia stradale.

Posto quanto sopra, suggerisco comunque a tutti i soggetti interessati ad instaurare un contenzioso per danno da insidia stradale, di valutare attentamente la sussistenza dei seguenti tre requisiti di fondatezza della domanda : tipologia di strada; natura, visibilità, prevedibilità dell'insidia e tempo trascorso fra l'insorgere dell'insidia e l'incidente.

 P.S. Un'associazione aderente al CNOSS ha fatto protocollare presso il Comune responsabile una comunicazione con la quale si evidenziavano alcune gravi situazioni di pericolo. Trattandosi di "incidenti" prevedibili, l'associazione si riservava di consegnare una copia del documento protocollato ai futuri malcapitati che avessero sofferto danni materiali o personali nei luoghi segnalati, affinchè una eventuale loro azione di responsabilità nei confronti dell'Ente gestore delle strade potesse avere maggiori possibilità di successo. Perchè non fare la stessa cosa?

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 Non conosco esattamente le vostre iniziative e quindi può darsi che stia per dire delle cose scontate e per questo mi scuso in anticipo. Sono un comune cittadino cui stanno a cuore il bene e la giustizia della gente e che spesso mi rammarico perchè poco o nulla si faccia (perlomeno in apparenza) per fermare o almeno ridurre la strage che quotidianamente si verifica sulle nostre strade. Convengo che il problema sia complesso e per niente di facile soluzione, però dopo aver riflettuto a lungo sono arrivato alla conclusione che alla base di tutto, per migliorare il sistema "uomo-macchina-strade-norme" e quindi la sicurezza, ci sia la presa di coscienza del problema da parte di una fetta sempre più larga della popolazione. In altre parole non dico che non serva migliorare il sistema viario o la sicurezza intrinseca delle macchine così come avere un codice della strada sempre più incisivo, ma semplicemente che alla base di tutto ci debba essere una crescita culturale nel senso più largo della parola, intorno all'argomento. Perchè innanzitutto tale cultura diventi essa stessa non solo il viatico di un sempre maggior rispetto delle regole, ma diventi la spinta per un costante e progressivo miglioramento del sistema. Cioè è la gente che deve domandare sicurezza alle istituzioni e non viceversa. E' la gente che deve chiedere con forza che si facciano strade sempre più sicure, mezzi tecnologicamente sempre più avanzati, regole sempre più incisive ecc.....

Allora proprio perchè il problema è della mancanza di educazione, il popolo "ignorante" non può spingere sulle istituzioni perchè promuovano la sua educazione in quanto esso non si rende conto di essere "ignorante": Ma allora che fare? Evidentemente tocca ai pochi eletti, che si rendono conto del problema, a farsi carico di promuovere per conto del popolo questa crescita di cultura. C'è anche da dire che a ben poco servirebbe scrivere dei buoni libri in quanto pochissimi (in percentuale) sarebbero i lettori, così altrettanto poco (forse in po' di più) potrebbero fare giornali. Un notevole contributo potrebbe arrivare da un diverso codice della strada basato più sulla prevenzione e meno sulla repressione. Quello che a mio avviso rappresenta un valido mezzo educativo è sicuramente il mezzo televisivo, dato che raggiunge una percentuale di popolazione ben più ampia e lo fa con un coinvolgimento estremamente più pesante.

Detto questo uno si domanda come mai già questo non accada, come mai la collettività nel suo insieme non investa in campagne educative permanenti visto che non ci sarebbero dubbi sul ritorno (anche considerando solo gli aspetti economici !) per minor incidentalità conseguente. In altre parole mi chiedo perchè le aziende private investano per pubblicizzare i loro prodotti, il ministero della salute sta investendo in una campagna per educare la gente a non fumare e a mangiare meglio e a fare esercizi fisici per risparmiare sulla sanità e viceversa perchè tutte le sere, soprattutto alle ore di massimo ascolto, non si vedano sketch che facciano capire alla gente quali sono gli errori più pericolosi e che purtroppo causano più vittime? Perchè non si cerca di far apparire come un modello virtuoso quello di chi rispetta le regole: portare il casco, allacciare le cinture, rispettare i limiti di velocità , attraversare sulle strisce, ecc? Credo che questo alla BBC (e non solo) venga già fatto.

C'è anche da dire che a volte le cose non sono proprio semplici ed intuitive e perciò vanno spiegate. Io, che pure sono una persona di una certa cultura (sono ingegnere), ho una certa età (59 anni), ho scoperto solo da poco tempo il perchè su un largo viale di alcuni chilometri che collega due cittadine vi fosse il limite di 50 KMm orari. Evidentemente il motivo è per facilitare l'immissione dei veicoli provenienti dai molti incroci con strade secondarie che si affacciano sul viale stesso. Sono convinto che il quasi generale non rispetto dei limiti di velocità che si osserva sia spesso dovuto a ignoranza di cosa comporta il non rispetto degli stessi.

Sarei lieto di conoscere la vostra opinione su quanto ho espresso e su cosa si stia facendo o si pensi di fare in merito. Mi dichiaro altresì a disposizione per poter dare il mio modesto contributo per la causa

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Scusandomi per l'impedimento alla partecipazione di questo interessante argomento e soprattutto per una più che giusta causa passo a darvi una mia opinione a proposito...

Mi chiamo Manuel ho 22 anni e credo di poter essere l'unico,oltre ovviamente a Sara diretta malcapitata protagonista, testimone di un grave incidente successo la mattina del 25 Luglio 2001 sulla statale 16 all'altezza dell'uscita di Villamarina....

Premettendo che non ero nella macchina delle vittime e che non posso sapere cos'è accaduto in quei minuti, voglio far luce su altri aspetti..Molti giornali, autorità e altri mezzi di comunicazione attribuiscono sempre più frequentemente alcol, sostanze stupefacenti e velocità agli incidenti mortali che spesso riguardano ragazzi giovani.

Negli ultimi anni sono stati presi duri provvedimenti su queste concause, limiti di velocità, patenti a punti, limite di orario e di età per la distribuzione di alcol all'interno dei locali pubblici(per altro non ancora ben gestite,dato lo scarso risultato,come posso testimoniare,dato che sono frequentatore di questi luoghi.); ma non abbiamo mai provato ad esaminare un incidente come un destino,come qualcosa che nessuna di queste concause ha contribuito e x cui non si sa la ragione...

Era un martedì e lo ricordo bene, io e Alessandro ci siamo sentiti più volte durante il giorno x questa serata,inizialmente ero titubante, la mancanza di voglia ed il fatto che il giorno dopo dovevamo recarci al lavoro mi lasciavano molto indeciso, ma alla fine accettai. Sapevo che con noi sarebbero venute Sara, Tamara, Valentina e Francesca, quattro ragazze conosciute durante l'estate. Ragazze molto solari, socievoli e molto mature quando si affrontavano argomenti seri nonostante la loro giovane età...

Ci trovammo tutti insieme alla "piazzetta", nostro solito posto di ritrovo, potevano essere le undici e un quarto circa..Ci dividemmo per fare le macchine, valutando chi quella sera avrebbe dovuto guidare, infatti nel gruppo, c'era e c'è tutt'ora l'impegno di chi guida di non assumere niente che possa danneggiare la guida, questo non vuol dire che gli altri passeggeri si devono sbronzare o stare male, ma è una responsabilità che il guidatore si assume per avere un occhio di riguardo in più...

All'incirca alle undici e mezza siamo partiti, io ero insieme ad altri tre amici, Alessandro con le ragazze e c'era un'altra macchina di nostri amici con noi.. Dopo una breve sosta per far benzina, ci siamo diretti verso la discoteca L'Altro mondo studio di Rimini..

Appena arrivati io ed Alessandro siamo andati a prendere la nostra consumazione, dato che il locale non era ancora pieno e si girava bene, poi ci siamo diretti alla pista da ballo...Chi ha ballato tutta la sera chi si fermava x prendere una boccata d'aria e chi girava x il locale la serata procedeva tranquilla..

Incontrai Alessandro mentre stavo facendo un giro e vedendolo turbato e conoscendolo molto bene dato i 12 anni trascorsi a girare assieme chiesi spiegazioni...Apro una piccola parentesi, dopo una storia durata circa due anni con una ragazza di nome Mariangela, Alessandro cominciò a frequentare Francesca, ragazza adorabile x quanto la conoscessi e x come lui mi parlava di lei..

Quella sera Alessandro e Francesca avevano discusso, probabilmente una divergenza di opinioni o non so cosa; chiesi ad Alessandro se me ne voleva parlare ma mi rispose che era tutto a posto, tutto sistemato..Avevo visto che non era così lo capivo dal suo sguardo, ma conoscendo anche Alessandro, ragazzo orgoglioso e un po' permaloso ero convinto che aveva solo bisogno di "sbollire" un po' la tensione...

Le ragazze avevano un orario da rispettare e considerando il tempo di viaggio, verso le due e quaranta circa si ritrovarono x partire, come mio solito andai ad accertarmi che andasse tutto bene, le ragazze erano tutte tranquille e sorridenti e anche Alessandro lo era e vedendolo uscire mano nella mano con Francesca capii che tutto era risolto, ma siccome la prudenza non è mai troppa lo avvicinai e gli chiesi se era tutto a posto e lui con il suo solito sorriso mi rispose: "si Manuel tutto ok, noi andiamo ci vediamo domani" e a quel punto li salutai.

Dopo venti minuti circa ci avviammo verso casa anche noi, fuori pioveva forte, mano a mano che ci avvicinavamo a casa la pioggia diminuiva di intensità, all'altezza di Villamarina scorgemmo i lampeggianti dei pompieri e si sentivano ancora in lontananza le sirene dell'ambulanza, immaginammo subito qualcosa di grave, ma quello che non immaginavamo è chi era coinvolto in quell'incidente, Luca il conducente dell'auto sulla quale ero intravide il numero di targa dell'auto e mi chiese di osservare, era la targa di Alessandro, incredulo cominciai a chiamarlo x cellulare, ma non rispondeva e provai anche nei telefoni delle ragazze ma nulla, a quel punto tornammo in dietro, arrivati sul luogo i pompieri ci placarono, e dopo insistenti richieste ci diedero qualche informazione sulle vittime e la disperazione ci avvolse, i teli bianchi stesi a terra sui corpi, i vestiti che scorgevano a mala pena sotto di essi, furono la conferma di ciò che speravamo non fosse vero, i teli erano solo tre e ricevute informazioni dai gentilissimi vigili del fuoco ci recammo all'ospedale Bufalini dove erano gli altri due ragazzi...

Dopo qualche scambio di informazioni col medico, ci disse che Francesca era già in sala operatoria, in gravissime condizioni e che aveva un 20%di possibilità di salvarsi, poi chiedemmo di Sara e molto gentilmente il medico a due di noi, io e Luca ci fece entrare nella stanza dov'era x accertare che fosse lei, era stesa su quel lettino tutta incubata, io rimasi pochi istanti poi uscii incredulo, Luca scambiò qualche parola col medico e ne risultò che aveva più speranze di farcela che Francesca ma che era gravissima...

L'arrivo dei genitori, le loro parole, i loro pianti sono cose che non si possono dimenticare e più passava il tempo più ci rendevamo conto che era successa una strage, per tre giorni non ho dormito un minuto e per tanti altri ho avuto quelle immagini impresse negli occhi...

Ora vogliamo parlare di alta velocità, di alcol, di sostanze stupefacenti, facciamolo, ma non su questo caso, erano ragazzi tranquilli, sereni e molto prudenti, difatti molte volte era Alessandro a guidare l'auto x la sua bravura e tranquillità nel maneggiarla.. Quella sera un qualcosa dentro quell'auto non è andata, mille spiegazioni ho cercato di darmi, ma non so, una distrazione, un colpo di sonno, penso che questo non lo potremo mai sapere..

Se solo una volta proviamo a pensare che il caso o qualche fenomeno della natura non ha permesso ad Alessandro il controllo della macchina bè allora capiremmo che quel pilastro di cemento della segnaletica è stato fatale per i ragazzi, ricordando che un oggetto in movimento quando sbatte contro un muro viene raddoppiata la velocità di impatto, anche se i ragazzi fossero andati ipoteticamente ai settanta km orari, con il bordo dell'aiuola che ha fatto da trampolino alla macchina e non ha permesso la frenata avrebbero avuto uno scontro pari a 140 km orari e probabilmente si sarebbero spenti ugualmente...Tutte le ipotesi sono possibili e immaginabili, ma perchè appigliarsi sempre al non buon senso dei giovani, all'irresponsabilità o ad altro..

Mi permetto di dire che probabilmente se al posto di quel pilone o se solo quel pilone fosse stato protetto ora non saremmo qui a ricordare questo tragico episodio, ma non solo questo perchè non indurre i bar a non dare più alcolici dopo una certa ora della notte o a limitare le consumazione dei clienti nei luoghi pubblici, questa si chiama coscienza, che va contro i mercati che va contro le vendite ma che può salvare qualche vita in più.... Grazie Manuel. ......

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  LA TECNOLOGIA DEL TUNNEL SICURO

Ricerche condotte da enti americani e svedesi hanno ormai individuato le tecnologie per rendere ogni galleria sicura: ora sta all'Italia recepirle

 

Quando si sente parlare di sviluppo tecnologico, la prima cosa cui si pensa sono le conseguenze negative che esso ha sul nostro mondo: inquinamento, sfruttamento delle risorse, divisione sociale... Eppure non si può né si deve dimenticare che tale sviluppo tecnologico ha avuto come prima conseguenza l'innalzamento della vita media. I progressi di medicina, igiene, fisica, chimica e di tutte le scienze ci permettono ogni giorno di godere di un benessere impensabile fino a 50 anni fa. Tale progresso è ormai esteso a tutti i campi, compreso quello della sicurezza stradale. Basti pensare all'introduzione dei semafori automatici o dei guardarail o ancora dei pannelli distanziometrici anti-nebbia.

Tuttavia possiamo ritenere tutto ciò sufficiente ?

Le statistiche ANAS parlano chiaro: l'Italia è il paese con più chilometri di strade in tunnel d'Europa.

Il problema della sicurezza nelle gallerie stradali è abbastanza noto: il ricordo e il dolore per le 39 vittime nell'incidente del Traforo del Monte Bianco nel 1999 è ancora troppo vivo per potersene dimenticare. O almeno, così dovrebbe essere.

La messa in sicurezza di una qualunque galleria stradale viene effettuata attraverso la risoluzione di due problemi:

Al primo problema si sono dedicate molte ottime menti, italiane e straniere, che hanno ormai individuato i criteri per realizzare un impianto di ventilazione capace di amministrare i fumi di un incendio in ogni situazione e per ogni galleria più o meno lunga (basti pensare che i migliori impianti sono realizzati proprio nei trafori la cui lunghezza media supera i 10 km).

I risultati di tutte queste ricerche (progetto "EUREKA" in Svezia, progetto "MEMORIAL TUNNEL" in USA...) sono confluiti in una serie di raccomandazioni pubblicate dalla PIARC, che è la più importante associazione mondiale nel settore gallerie.

Per quanto concerne le dotazioni antincendio, il problema è relativamente più semplice: basterebbe dotare ogni galleria di estintori, pulsanti SOS, uscite di sicurezza.

Si può affermare senza dubbio perciò che dal punto di vista della scienza e della tecnica l'uomo sia già arrivato al punto di poter realizzare una galleria veramente sicura.

Dal punto di vista giuridico la situazione è in corso di evoluzione: diversi paesi possiedono già una rigida normativa sulle dotazioni minime di sicurezza che ogni galleria deve possedere.

In Europa il 30/12/2002 è stata votata una proposta di direttiva europea (n°769) che regolamenterà in maniera ferrea la sicurezza del settore a partire dal 2010.

Quello che potrebbe far storcere il naso a molti, è che invece in Italia non esiste alcuna normativa, ma solo qualche indicazione generica peraltro poco seguita.

Per meglio comprendere la gravità di questo fatto, è doveroso fare un esempio.

La direttiva 769 stabilisce tra le altre cose che ad essere dotato di impianto di ventilazione dovrà essere ogni tunnel di lunghezza superiore ai 700 m. Questo perché diversi test hanno dimostrato quali possono essere le conseguenze sulle persone imprigionate nel tunnel in assenza di esso.

L'autostrada A12, che collega Genova a Livorno, è una delle vie di comunicazione più trafficate d'Italia, soprattutto da mezzi pesanti provenienti o in viaggio verso quello che è uno dei più importanti porti Italiani.

Nel tratto da Genova fino a La Spezia i tunnel di lunghezza superiore ai 700 m sono diverse decine; quelli dotati di impianto di ventilazione solo due.

Questo è un fatto su cui vale la pena di riflettere.

La domanda che ci si può porre perciò potrebbe essere questa:

Se ci sono le tecnologie e ci sono le normative, cosa manca per adeguarsi al resto del mondo ?

E la risposta potrebbe essere: la volontà di investire in sicurezza.

Infatti, inutile nasconderlo, la messa in sicurezza dei tunnel stradali italiani comporta un enorme investimento in denaro, senza contare il disagio arrecato dai cantieri sulla rete viaria.

Purtroppo, come quasi tutti i problemi di sicurezza, ci si trova anche qui a dover dare un prezzo alla vita umana. E chi dovrebbe investire il denaro, forse preferisce rischiare finchè sarà possibile.

Soltanto che a rischiare, è sempre la gente comune, quella che nulla può.

L'autore dello studio può essere contattato all'indirizzo email: federico.bertamino@libero.it

P.S. Il 04/06/2005 si è consumata una tragedia preannunciata nel Frejus. Altri omicidi stradali che mettono in luce l'incapacità ed il menefreghismo di chi è tenuto ad intervenire senza indugio a tutela dell'incolumità degli utenti della strada. E' UNA VERGOGNA CIVILE CHE RESTA QUASI SEMPRE IMPUNITA. Dopo avere letto il link "Perchè non si adotta la tecnologia del tunnel sicuro?", già presente sul sito http://cnoss.135.it da diverso tempo, è difficile controllare la rabbia e l'indignazione per l'irresponsabile disinformazione propinata dai principali organi d'informazione

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 E gli altri responsabili? Bisogna unire gli sforzi per fermare la strage.

Indignazione, esecrazione, condanna per l'ennesima vittima della strada, un ragazzino di 15 anni, in provincia di Brescia, falciato da un pirata della strada che poi si dà alla fuga. E non sarà, purtroppo, l'ultima! Dopo i riflettori e i fiumi di inchiostro su tutti i giornali, domani sarà tutto finito, dimenticato: sotto un altro. Anche in questa circostanza l'attenzione si è incentrata ancora una volta, totalmente, sull'investitore. Sulle irresponsabilità di chi compie simili atti ignobili, sulla benevolenza del nostro codice penale e, di conseguenza, la lievità delle pene rispetto al crimine commesso.

Ma qualcuno ha notato, dai pochissimi fotogrammi mandati in onda dai telegiornali che hanno riferito l'accaduto, in che condizioni è la segnaletica, orizzontale e verticale dove si è verificato l'incidente?

Quando, oltre che per i "pirati" e non pirati, si cominciano ad invocare provvedimenti seri e perfino restrittivi anche per quegli amministratori pubblici e quei dirigenti tecnici, preposti alle manutenzioni delle strade che, non poco, "contribuiscono" a gettare nello strazio migliaia di famiglie ogni anno? Quando, le numerosissime associazioni sorte spontaneamente in questi anni in tutta Italia, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla drammaticità del fenomeno, decideranno di costituirsi e ritrovarsi in una "federazione" per promuovere, prioritariamente, centri di assistenza legale a livello nazionale con lo scopo preciso di portare nelle aule dei Tribunali i primi responsabili di tanti lutti: i proprietari e gestori delle strade?

Comitato per la Sicurezza Stradale "F. Paglierini" - aderente C.N.O.S.S.

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 DELITTI OMISSIVI E BOLLINI PERIODICI DI CONFORMITA' PER LE STRADE

(Estratto da una comunicazione del Coordinamento Nazionale Camperisti : http://www.coordinamentocamperisti.it)

Visto che prosegue il dramma di 1 morto ogni ora sulle strade rimaniamo ancora stupiti perchè non fa notizia, non buca come dicono i tecnici della comunicazione. Buca un suicidio, buca la figlia che spara al padre, bucano le Lecciso ma non bucano i 24 morti sulle strade di ogni santo giorno dell'anno. Per quanto sopra, è bene chiarire che la colpa, in parte, di questa giornaliera strage non è di tutti ma:

1) la colpa è da addebitare a coloro che hanno il potere agire ogni giorno per una corretta e completa informazione. Occorre dare notizie giornaliere, alla pari di un bollettino di guerra, ma non per elencare i morti ma, grazie proprio alla radio che arriva anche dentro i veicoli che circolano, ripetendo ai guidatori che loro guidano benissimo ma i gestori delle strade non sono bravi in egual modo ed in alcuni punti si rischia la vita per una cattiva progettazione e/o manutenzione della strada, pertanto, occhio alla strada. Chiarire ai guidatori che se vedono un punto pericoloso, una segnaletica confusa, devono partecipare attivamente alla Sicurezza Stradale inviando una e.mail, un fax e/o una lettera al Sindaco del luogo in modo che, se lo stesso non si attiva per ripristinare quanto previsto dal Codice della Strada, in caso di incidente con morti e/o feriti, rischia una istanza / denuncia alla Autorità Giudiziaria per accertare l'esistenza obiettiva di pericolo o di insidie della strada, dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e i danni subiti dagli utenti. È necessario comunicare perchè ogni mezzora di corretta trasmissione potrebbe salvare un vita, pertanto, a chi lavora nell'informazione la responsabilità di attivarsi o meno.

2) la colpa è da addebitare al Governo in carica perchè non attiva sanzioni amministrative immediate verso il gestore della strada che non mette in sicurezza la strada di sua competenza. La Direttiva del Ministero Lavori Pubblici, 24 ottobre 2000 (Gazzetta Ufficiale n. 301 del 28 dicembre 2000) "Direttiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l'installazione e la manutenzione" è il micidiale elenco del "NON FATTO" ma è rimasta lettera morta perchè i gestori non sono puniti come lo è il cittadino che non rispetta i dettami del Codice della Strada.

3) la colpa è da addebitare ai parlamentari perchè, trattandosi di una emergenza nazionale, è loro dovere sollecitare pubblicamente ed istituzionalmente un accordo strategico bipartisan sulla sicurezza stradale per la costituzione del Dipartimento per la Sicurezza Stradale al fine di superare le diverse competenze che oggi ostacolano ogni fattiva azione. La colpa è da addebitare ai parlamentari perchè non si tratta con la vita umana e non si deve dimenticare che ogni giorno che passa comporta 24 morti sulle strade italiane.

SPESSO MORIRE IN UN INCIDENTE STRADALE E' PARIFICABILE AD UNA MORTE "BIANCA" PER EVITARE UN MORTO OGNI ORA. Per rendere chiara l'azione da intraprendere ecco tre esempi.


Questi casi sono riconducibili ad un quadro normativo ben preciso e definito, che individua ruoli e compiti dei vari soggetti interessati e ne definisce meticolosamente le responsabilità.

1. Incidenti sul lavoro: un morto a Fano, sequestrato il cantiere 29 gennaio 2002-Incidente mortale oggi a Fano all'interno dell'ex zuccherificio: un operaio di 41 anni, Michele Bonocore di Torre Annunziata, è morto cadendo da un'impalcatura di circa 7 metri mentre stava smantellando le strutture dello stabilimento chiuso da alcuni anni e ora in fase di ristrutturazione. L'operaio, sposato con tre figli, viveva a Fano con la famiglia ed era dipendente della ditta fanese Pivaro che si sta occupando dei lavori di sistemazione dell'ex zuccherificio. Bonocore era stato assunto da circa 20 giorni con contratto a tempo determinato e, a quanto risulta, aveva poca esperienza del settore. Sulle cause dell'incidente stanno indagando carabinieri e magistratura che ha disposto il sequestro del cantiere. Da quanto è stato appurato, nessuno dei colleghi si è accorto di quanto stava accadendo.

2. 07/05/2003 - CRONACA / NERA Sicurezza: cantiere sequestrato a Malles. Operazione "sicurezza nei cantieri" in alta Venosta. I carabinieri della stazione di Malles, coordinati dal maresciallo Lucio Benacchio, assieme ai funzionari dell'Ufficio Tecnico della Sicurezza della Provincia Autonoma di Bolzano, hanno effettuato un servizio congiunto. Tra il comune di Malles, e le frazioni di Laudes, Planol e Clusio, sono stati passati al setaccio 8 cantieri edili. Sono stati segnalati all'autorità giudiziaria, un geometra di Bolzano, un ingegnere di Silandro e un imprenditore edile di Malles, per non aver adeguatamente controllato l'applicazione delle normative in tema di sicurezza sul lavoro nei cantieri. Segnalazione alla magistratura poi, per due carpentieri a legno, uno di Malles e uno di Sluderno. Infine è stato sequestrato preventivamente anche un cantiere dove si stava effettuando uno scavo a rischio.

3. Napoli 8/04/2002, quartiere Soccavo, muoiono due bambini di 2 e 4 anni .... era il 17 Aprile 2002, la mamma, Elisa Nardelli, è costretta a scendere dal marciapiede, perché una campana per la raccolta differenziata del vetro le ostruisce il passaggio con il carrozzino. Con lei i due figli, Marco, un bimbo di due anni che porta seduto nel passeggino, e Flavia di 4 anni e mezzo, attaccata al carrozzino. Ma non appena sulla strada, un'auto li investe. Una tragedia. Sia per la famiglia Catalano, sia per quella dell'investitore, Fabrizio P. 19 anni, che era in auto con la madre, in via Giustiniani, a Soccavo. Non correva come rivelano le testimonianze e come risultato poi dai rilievi effettuati dalla Polstrada, non appena c'è stato l'impatto, s'è fermato per capire che cosa fosse accaduto e per prestare soccorso alle vittime, ma neanche lui si era reso conto della gravità della situazione....

Morti sulla strada che non sono oggetto di una "626". L'Istituto Superiore di Sanità per il 2002 registrava 9.000 morti per incidenti stradali ma questi morti sulla strada non sono stati oggetto di una normazione attenta sia alle responsabilità soggettive del guidatore e sia alle responsabilità della "proprietà" e/o del gestore di quella strada.

Riepilogando, per i primi due casi interviene una specifica legge, conosciuta come la legge 626/94, che identifica i soggetti, attori del contesto di applicazione in maniera inequivocabile, come pure ne definisce ruoli e responsabilità.Nel terzo caso, sicuramente, se fosse accaduto in un ambito privato e/o lavorativo, in applicazione della legge 626/94, come minimo, le autorità avrebbero disposto il sequestro del cassonetto e forse anche dell'area dove era stato posizionato, ma soprattutto, avremmo ben definite le figure responsabili coinvolte come di seguito in similitudine riportato:

· il lavoratore / utente della strada,

· il Datore di Lavoro / Ente proprietario- gestore della strada,

· gli organi di controllo ASL-PISLL / Organi di Polizia.

Bene, ci domandiamo perchè nel caso di incidente stradale non vi è una norma che indaghi per comprendere le responsabilità di chi ha posizionato quella campana per la raccolta differenziata nonchè gli eventuali agenti della Polizia Municipale che non hanno steso il verbale di rimozione vedendo quel cassonetto quotidianamente in posizione pericolosa.

Come in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, la Legge 626/94, che riconosce, in caso di incidente sul luogo di lavoro, la responsabilità diretta ed oggettiva del Datore di Lavoro, quale proprietario del luogo (dove appunto viene svolta l'attività lavorativa) o del bene, viene chiamato a rispondere d'innanzi al Giudice in prima persona, è indispensabile individuare un preciso percorso legislativo che sulla linea della citata legge 626/94, in caso di incidente, richiami i proprietari ed i gestori delle strade alle proprie responsabilità, attivando quando necessario, idonee sanzioni e ove il caso sia reiterato e la responsabilità accertata, commini esemplari e giuste pene detentive.

E' indubbio che in fatto di Sicurezza Stradale, esiste una responsabilità soggettiva dell'utente della strada come pure una responsabilità oggettiva di chi è proprietario dell'infrastruttura che ne custodisce e ne garantisce la sicurezza, perciò è auspicabile giungere a delle procedure capaci, in caso di incidente, di fotografare la reale situazione ambientale ed il contesto nel quale è avvenuto l'incidente, prendendo in esame il tratto antecedente (almeno 500 metri prima) il momento dell'impatto.

INDAGINI E DELITTO OMISSIVO

Una procedura che oltre a codificare un protocollo di modalità di rilievo delle dinamiche dell'impatto, come avviene nei luoghi di lavoro quando intervengono le autorità a seguito di un incidente, metta in essere tutta una serie di indagini volte ad accertare inadempienze e difformità presenti in relazione agli standard minimi di sicurezza (Segnaletica difforme o assente, carenze strutturali, manto stradale consunto o inadeguato, illuminazione carente o peggio ancora assente, ecc. ) e preveda d'ufficio in maniera automatica, per l'ente gestore della strada, una tempistica certa per l'adeguamento in termini di sicurezza, pena la chiusura della strada o la comminazione di adeguate sanzioni amministrative. Essendo già passati 12 anni dal varo del Nuovo Codice della Strada è il momento che i cittadini e le Associazioni segnalino i punti critici al gestore di una strada perchè, qualora non intervenga, si attivi il DELITTO OMISSIVO in caso di nuovo incidente con morti e feriti.
E' necessaria una legge che, come avviene in materia di Sicurezza nei Luoghi di lavoro, imponga ai gestori precise cadenze temporali di manutenzione delle infrastrutture, con obbligo della pubblicazione del calendario di manutenzione programmata ed individui percorsi certi e figure professionali competenti per la verifica periodica della messa a norma dei tratti di competenza. E' indispensabile che si passi da una progettazione attenta al risparmio ad una progettazione che privilegi la qualità rispetto al prezzo nelle dotazioni tecniche e logistiche della sicurezza stradale (esempio: l'asfalto drenante che da solo eliminerebbe moltissimi incidenti).

ANALOGAMENTE ALLA MESSA IN SICUREZZA DEI VEICOLI CON I BOLLINI DI REVISIONE E' IL MOMENTO CHE TALE VERIFICA ED ATTESTAZONE DI CONFORMITA' VI SIA PER LE STRADE.

Sia nel quadro della normativa europea e subito a livello italiano, il nostro Governo si deve attivare per l'istituzione di un "Bollino" (attestato rilasciato da parte di un ente certificatore sovrannazionale) per la "certificazione delle infrastrutture e delle dotazioni tecniche e logistiche della sicurezza stradale". Un bollino da inquadrare in un percorso di revisione periodica (triennale) che preveda, per i casi più gravi e conclamati, la chiusura del tratto stradale non conforme fino alla sua messa in sicurezza. Serve una legge capace di indirizzare il concetto di "architettura" verso il concetto di "sicurezza".


I tecnici, oggi, troppo spesso, non elaborano progetti adeguati, specialmente in ordine alla correzione del possibile errore dell'utente della strada. Per questo occorre rivedere i requisiti minimi di progettazione delle nostre strade, alzandone gli standard, per favorire la progettazione e la realizzazione di infrastrutture in favore delle disabilità, estendendo il termine a tutti, perchè quando percorriamo una strada sulla quale insistono evidenti carenze come: segnaletica insufficiente, illuminazione inadeguata, fondo stradale sconnesso ecc... , siamo tutti vittime delle inadeguatezze strutturali e perciò veniamo tutti colpiti da disabilità, diventando automaticamente ed inconsapevolmente delle potenziali vittime, non tanto del possibile errore umano, quanto delle pesanti negligenze e responsabilità di coloro che sono chiamati a garantire la sicurezza dei cittadini.

Roberto Tronconi

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