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OLTRE LE APPARENZE

 Falsa commiserazione Uno su tre per colpa delle strade Un bavaglio inaccettabile

 Complicità in omicidio? Pericolosa ipocrisia sull'abuso dell'alcol

 

KLICCA IL SONDAGGIO: Sicurezza Stradale: come ridurre il numero delle vittime e dei disabili.

Quante complicità impunite esistono in materia di omicidi stradali?

Ostellato primo in Europa per mortalità stradale?

Vietate quella strada a pedoni e ciclisti

Subito un dipartimento sicurezza stradale

ECCO GLI SOS LANCIATI IL 23/10/2006 DAL COMITATO "F. PAGLIERINI", DALLA ONLUS PU.RI E DAL COORDINAMENTO NAZIONALE CAMPERISTI.

Premessa: Oggi i titoli di giornali e televisioni Italiani trattano con enfasi sensazionalistica alcuni gravissimi incidenti stradali del fine settimana accompagnati dai "consueti" lutti al seguito. ai tempi nostri, il "potere" dell'informazione è enorme, ma troppo spesso ci si dimentica dei doveri correlati. L'apparente censura che le principali testate giornalistiche e televisive riservano ai messaggi di sensibilizzazione, alle segnalazioni ed alle proposte provenienti dalle associazioni più autonome impegnate sul campo, implicano il consumarsi di numerose tragedie evitabili, di cui la disinformazione ne è complice.

In aggiunta al comunicato fantasma lanciato dal Comitato per la sicurezza stradale F. Paglierini, riportiamo in calce un comunicato diffuso dall'Associazione PU.RI (a cui è stato riservato analogo trattamento) ed un appello del Coordinamento Nazionale Camperisti. Questi comportamenti censori nuocciono alla sicurezza stradale, scoraggiano il volontariato più motivato e costituiscono una forma di offesa nei confronti delle vittime e dei disabili della strada.

Comunicato dell'Associazione F. Paglierini di Copparo:

Ringrazio gli organi di informazione ferraresi per l'accoglienza riservata al comunicato di seguito riproposto.

Giusto: occhio che non vede (e non legge) cuore non sente.

Di fronte a queste tragedie, che ora, nella loro dimensione globale, vengono sempre più censurate perchè, come ha dichiarato un assessore provinciale senza mezzi termini: "i chilometri di strade ancora da coprire con guard-rail sono troppi (e le risorse poche)" Lunedì, domani, chiederò alla Procura della Repubblica di Ferrara un incontro con il Procuratore Capo o un suo sostituto, per consegnargli personalmente l'elenco dei morti sulle nostre strade dall'inizio dell'anno fino ad oggi; evidenziandogli che se gli Enti locali non hanno risorse per mettere in sicurezza tutte le strade, non devono neppure vergognarsi di ammettere i propri colpevoli ritardi e, almeno, informare i cittadini dei pericoli.

Luigi A. Ciannilli - Presidente Comitato "F. Paglierini"

 

Testo del comunicato ignorato dagli organi di stampa. "Il Comune di OSTELLATO, 6.712 bitanti al 31.12.2005 (fonte Provincia di FERRARA), sarà con ogni probabilità, se continuerà questo trend anche per i 2 restanti mesi che ci separano dalla fine d'anno, il Comune con il più alto numero di morti per incidenti stradali in Europa nel 2006, sia in rapporto a ogni 1.000 abitanti che a ogni 1.000 veicoli circolanti. E non sarà (questo il dramma), un dato statistico "drogato", proveniente cioè da un grosso incidente stradale con un conseguente numero elevato di vittime, ma un dato "reale" e, per questo, ancor più preoccupante, perchè maturato gradualmente nel corso di questi 10 mesi (come da elenco allegato Vittime strada provincia Ferrara dal 1/1 al 22/10/2006 ) senza che nessuno, finora, da quanto ci è dato sapere, si sia neppure chiesto: COME MAI? PERCHE'?

10 morti sulle strade di un piccolissimo Comune, su 54 vittime che si contano ad oggi: 21 Ottobre 2006, nella Provincia di Ferrara, è la dimensione, reale, ...dell'attenzione che avvolge questo grave problema.

Se così non fosse ci chiediamo infatti cosa ancora impedisca al Sindaco e all'intera Amministrazione di questo Comune di chiedere l'intervento di organi superiori per monitorare e capire perchè ciò stia accadendo e quali rimedi (che esistono, per la miseria!) si dovrebbero urgentemente adottare. Su questo e altri territori.

Cos'altro deve succedere per far superare questa indifferenza? Questa aprioristica arrendevolezza ad un fenomeno che non è irrisolvibile?

Quanti morti ancora bisognerà contare perchè le Istituzioni e le Autonomie locali si confrontino, uniscano le energie e si decidano a risolvere problemi concreti, attuali, prima di simulare ed approntare le difese contro catastrofi apocalittiche che ...potrebbero succedere?

Ieri sera, la notizia anticipata al vasto pubblico da Telestense, della morta di un'altra trentenne su quelle strade maledette, contro un platano, la 54° appunto in Provincia, è stato un altro choc. Questi non sono incidenti stradali determinati solo dalla fatalità, ma veri e propri delitti, che si consumano al minimo errore umano e aggravati dall'incuria, dalla sottovalutazione delle concause scatenanti e, soprattutto, dall'assenza di informazioni che i ferraresi, ma non solo, non ricevono sullo stato di estremo pericolo che tuttora contraddistingue le nostre strade. Lo dimostra inconfutabilmente l'età media dei morti, oltre i 45 anni, che non possono, tutti, insieme, essere considerati degli imprudenti o degli incapaci a stare sulle strade.

Ci chiediamo per esempio, come già, purtroppo, ce lo siamo chiesti altre infinite volte: quanti utenti stradali, soprattutto da noi che abbiamo strade costeggiate da platani secolari, moltissimi ancora privi di protezioni, sanno realmente a quali velocità è testata nei 'crash-test' un'auto moderna, attuale, di valore di acquisto superiore ai 25-30mila euro, fornita di tutti gli accorgimenti per la sicurezza di conducente e passeggeri, se va a sbattere contro una barriera fissa piana, o una barriera laterale o, appunto, contro un palo o un ...platano?

Rispettivamente a 50 Km/h contro una barriera fissa; a 64 Km/h contro una barriera laterale e 29 Km/h contro un palo o un albero !!! (fonte l'Automobile. Aprile 2006)

A chi allora, se non agli Enti locali territoriali e alle Istituzioni, compete il DOVERE di proteggere l'incolumità di utenti, passeggeri e pedoni fuori dall'auto, riducendo non aumentando le componenti di rischio, e, prioritariamente attraverso l' INFORMAZIONE, per attivare la prevenzione?

E se questo non avviene, come non sta tuttora avvenendo, a chi le responsabilità per aver concorso a causare almeno il 50% di quei 754 morti sulle strade ferraresi, dal 1998 a ieri mattina, che, in un silenzio assordante chiedono, implorano anche loro: perchè ci avete uccisi ?

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Testo del comunicato dell'Associazione PU.RI di San Mauro Pascoli, ignorato dagli organi di stampa:

Il 04/10/2006 abbiamo denunciato, anche con documentazione fotografica, una ben individuata situazione di pericolo per pedoni e biciclette, dopo le tante morti di "utenti deboli" avvenuta nelle settimane precedenti sulle strade della Romagna. Nessun giornale ha ritenuto l'argomento degno di attenzione, anche se il messaggio è stato lanciato da un'associazione di familiari vittime della strada. Nei giorni precedenti, sulla cronaca locale di un importante quotidiano, era stata invece pubblicata la notizia riguardante un coniglio ritrovato in centro storico e poi riconsegnato al legittimo proprietario. NO COMMENT. Ecco il messaggio snobbato:

Oggetto: Vietare a pedoni e biciclette l'accesso alla Via Vecchia Emilia. MESSAGGIO DI SENSIBILIZZAZIONE PER L'ADOZIONE DI IMMEDIATI PROVVEDIMENTI INVIATO A QUATTRO COMUNI ED ALLE PROVINCE DI RIMINI E FORLI' (oltre che agli organi d'informazione locale).

Attualmente la supertrafficata strada di accesso all'A14, nel tratto compreso tra la rotatoria "Quattro Strade" ed il casello autostradale "Rimini Nord", si trova nelle seguenti preoccupanti condizioni:

A tutela dell'utenza più debole, proponiamo di vietare l'accesso a pedoni e ciclisti sulla Via Vecchia Emilia, nel tratto compreso tra la località "Quattro Strade" ed il casello autostradale, come già avviene, per ragioni completamente diverse, nelle autostrade e nelle superstrade. Proponiamo altresì controlli più frequenti da parte delle forze dell'ordine (non solo per verbalizzare le infrazioni degli utenti della strada, ma anche per denunciare formalmente le inadempienze degli enti gestori) ed interventi strutturali per una efficace messa in sicurezza dell'intero percorso, quando possibile, o per la realizzazione di una nuova e più moderna strada.

A volte le proposte di buon senso vengono definite "provocazioni", soprattutto quando le sensibilità individuali sono più attente ad altre priorità. Forse si da erroneamente per scontato che certe tragiche esperienze succedano solo agli altri. Per questo motivo ribadiamo che chiunque si trovi nelle condizioni di intervenire per arginare l'emergenza dell'invalidità e mortalità sulle strade ha il dovere civile e morale di farlo, altrimenti si rende complice delle conseguenze. Non piangano le madri ed i padri dopo il verificarsi di tragedie stradali preannunciate, ma urlino prima, pensando che circa il 40% dei morti sulle nostre strade sono da attribuire a cause non direttamente od esclusivamente imputabili a chi guida. Siano consapevoli che in Italia, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave a causa di incidenti stradali. Se necessario, si mobilitino con cortei per invocare ed esigere la tutela della vita sulle strade, come già fanno quando sfilano per dimostrare repulsione nei confronti delle tante barbarie che si consumano nel mondo. Non si disinteressino delle umiliazioni che devono subire le vittime ed i disabili della strada dopo aver sofferto un trauma che sconvolge la vita di intere famiglie, perchè potrebbero loro stessi trovarsi nelle medesime condizioni. Sensibilizzino i vari organismi istituzionali, sindacali, religiosi, politici e civili su questa trascurata emergenza, affinchè non si ceda alla tentazione di mettere la testa sotto la sabbia (come fanno gli struzzi) per allontanare dalle coscienze pericoli, responsabilità ed ingiustizie di vario genere. Neghino il proprio sostegno a quei candidati ed a quei partiti che dimostrano con le loro azioni, al di là delle tante chiacchere e delle tante futili promesse, una scarsa considerazione nei confronti della sicurezza stradale.

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Testo del comunicato del Coordinamento Nazionale Camperisti di Firenze:

Mezzo secolo di lutti e tragedie e solo l'istituzione del Dipartimento di Protezione Civile ha limitato i danni a beni e cittadini.

1951 Alluvione in Calabria 100 vittime Esondazione del PO 89 vittime, 1963 Vajont 1800 vittime, 1966 Alluvione di Firenze 35 vittime, 1968 Terremoto in Belice 300 vittime Alluvione nel Biellese ed Astigiano 72 vittime, 1970 Alluvione a Genova 25 vittime, 1976 Terremoto in Friuli 970 vittime, 1980 Terremoto in Irpinia 2914 vittime, 1985 Frana di Stava 360 vittime, 1987 Straripamento dell'Adda 53 vittime, 1992 Alluvione a Genova 2 vittime, 1994 Alluvione in Piemonte 70 vittime, 1997 Terremoto in Umbria 12 vittime, 1998 Frana e alluvione di Sarno 160 vittime 2002 Terremoto in Molise 30 vittime, ...... 2006 Emergenza rifiuti in Campania ....

Mezzo secolo di lutti e tragedie sulle strade italiane

45.000 morti, 125.000 disabili gravi, 1.500.000 feriti solo negli anni dal 2000 al 2005

Per meglio far comprendere basta dire che I DATI su questa guerra sono raccolti in modo tale che i parlamentari hanno a disposizione i dati 2001!

ricordare che un dato diventa informazione unicamente quando è capace di modificare la probabilità delle decisioni.

Per quanto detto, sono dannose le valanghe di dati che non seguono un progetto specifico e/o che non sono inviate nella prevista scadenza temporale.

I parlamentari e il governo in carica devono prendere atto che

questa è una EMERGENZA da affrontare subito

istituendo il DIPARTIMENTO SICUREZZA STRADALE

Stiamo parlando, per ogni anno, nel nostro paese, di 9.000 morti,

25.000 disabili gravi, 300.000 feriti,

un costo sociale di oltre 33 miliardi di euro,

sofferenze per oltre 600.000 famiglie che avranno un morto e/o un disabile grave.

e anche in questa situazione solo l'istituzione del Dipartimento di Sicurezza Stradale può limitare i danni a beni e cittadini.

Si tratta di una vera GUERRA proprio in ITALIA

OGGI è tuo dovere FERMARLA

Domani potresti essere uno dei morti, disabili gravi o feriti.

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In Italia le condizioni delle strade sono responsabili di un terzo dei decessi.

Il 27/5/2003 giornali e telegiornali nazionali hanno dato la "sorprendente" notizia. Gran parte delle associazioni aderenti al CNOSS si sono costituite proprio a causa di incidenti determinati dalla pericolosità delle strutture viarie italiane, ma le coscienze profumano più di pulito se queste responsabilità vengono viste con ingiustificata "benevolenza". Ecco il comunicato stampa diffuso da una "nostra" associazione:

Lo stiamo dicendo da anni, attirandoci le antipatie di molti enti gestori delle strade. In Italia un incidente mortale su tre è imputabile alle condizioni delle strade. Oggi giornali e televisioni hanno dato la notizia "scoop" con grande enfasi ed apparente sorpresa. Dopo il polverone iniziale, temiamo che alle migliaia di morti ammazzati che ogni anno perdono la vita a causa delle vergognose condizioni delle strade italiane (gli altri) si aggiungeranno altre migliaia di ignari utenti della strada che oggi hanno appreso la notizia con fatalismo e senso di impotenza (da sorteggiare tra noi tutti). Alcune domande sorgono spontanee: Se un incidente mortale su tre è dovuto alle condizioni delle strade, perchè le responsabilità di questi omicidi non vengono quasi mai imputate agli Enti gestori? Perchè le forze dell'ordine o gli altri organismi istituiti per garantire la sicurezza sulle strade non denunciano queste situazioni di pericolo senza attendere che ci scappi il morto?

Non si tratta di "gufare", ma di prendere consapevolezza su ciò che può riservarci il futuro (se non si prenderanno seri provvedimenti). Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi quando non vogliono vedere il pericolo, o fare gesti scaramantici, non serve. In Italia, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mure domestiche per colpa di un incidente stradale. Lo dicono le statistiche, la cui principale funzione è quella di rappresentarci il futuro con "logica" matematica. Forse questo comunicato non si presta all'incremento degli indici di ascolto o di lettura, ma può servire per sensibilizzare le istituzioni interessate e per far crescere una più responsabile cultura della sicurezza stradale.

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Ciò che può nascondersi dietro una falsa commiserazione

Guai a deludere le aspettative. Fino a quando i familiari delle vittime della strada rivestono il convenzionale ruolo di persone a cui potere manifestare (meglio se pubblicamente) sentimenti di commiserazione e buone intenzioni va tutto bene. Quando invece tali aspettative vanno deluse, perchè si ha l'ardire di puntare il dito sulle responsabilità riguardanti la messa in sicurezza delle strade, su altre inadempienze istituzionali o sulle tante ingiustizie del dopo incidente, quelle stesse persone diventano "avversarie", anche per le attività di volontariato che perseguono.

Purtroppo spesso le più dolorose esperienze ai danni delle vittime e dei loro familiari vengono procurate proprio da coloro da cui ci si aspetterebbe maggiore solidarietà, sostegno e conforto. Per saperne di più consultare il link "Umiliazioni" .

Alla faccia della risoluzione delle Nazioni Unite n. 40/30 (1985), nella parte in cui si raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime (anche della strada) con sensibilità e rispetto della propria dignità, adoperandosi per dare loro l'opportunità di esprimere e comunicare l'impatto che il trauma ha causato.

 

Un bavaglio inaccettabile

Il comune e la provincia di Ferrara hanno organizzato un convegno al quale è stato invitato il CNOSS. Ha partecipato ai lavori il dr. Luigi Ciannilli nella duplice veste di presidente dell'Associazione "Paglierini" e di referente del CNOSS. Purtroppo gli organizzatori gli hanno impedito di parlare. A seguito di ciò è stata inviata la seguente comunicazione da una delle associazioni aderenti al CNOSS:

Segnaliamo che il Dr. Luigi Ciannilli, presidente dell'Associazione "Paglierini" di Copparo (FE), ha partecipato ai lavori del vostro recente convegno anche per conto delle altre associazioni aderenti al CNOSS. Giudichiamo perciò un fatto gravissimo non avergli consentito di intervenire pubblicamente.

Se in futuro ci sarà la volontà di coinvolgere "effettivamente" gli organismi no profit che si occupano di sicurezza stradale, faremo il possibile per esprimere utili forme di collaborazione e/o approfondimento da parte dei vari sodalizi aderenti al CNOSS.

In caso contrario vogliate inoltrare i vostri futuri inviti all'associazione "Paglierini", senza però estenderli al nostro coordinamento. Rischieremmo altrimenti di perdere del tempo prezioso.

Ci auguriamo che saprete interpretare con spirito pratico e costruttivo la presente comunicazione, anche negli aspetti più sottintesi. Auspichiamo quindi di poter continuare a ricevere i vostri inviti.

Distinti saluti. Il presidente della onlus PU.RI.

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Troppa ipocrisia e disinformazione sull'abuso di bevande alcoliche

Il 24/04/2005 in occasione del mese della prevenzione contro l'abuso di bevande alcoliche abbiamo ricevuto copia del seguente comunicato:

Già da tempo la nostra associazione si è resa conto che la gente ha tanti problemi e perciò non vuole essere rattristata da messaggi che parlano di famiglie devastate per colpa di chi muore o rimane disabile sulla strada. Ecco perchè stiamo mettendo in discussione il nostro modo di agire. I nostri messaggi dovrebbero essere espressi in chiave più "positiva"? E' sbagliato sensibilizzare la collettività con slogans del tipo: "Vittime della strada, c'è chi prega e chi se ne frega" ; "Tra gli struzzi di Romagna, una strage che urla vergogna"; "La strada è di tutti, difendiamola dai farabutti"; "Una vittima su tre per colpa delle condizioni delle strade" ed altri messaggi simili? Se anzichè dichiarare che in Italia una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche per colpa di incidenti stradali, affermassimo che, in assenza di correttivi, ben nove famiglie su dieci saranno risparmiate da gravi tragedie stradali, il messaggio risulterebbe più efficace? I genitori che nel fine settimana rimangono svegli fino al mattino in attesa del ritorno dei propri figli, sono troppo apprensivi? L'ottimismo è sempre il sale della vita?

A proposito di bevande alcoliche, vogliamo richiamare alla memoria il putiferio che circa un anno fa si scatenò per il disegno di Legge che doveva regolamentare la chiusura anticipata delle discoteche ed il divieto di vendere alcolici dopo un certo orario. Il sindacato dei locali da ballo ed alcune associazioni di commercianti parlarono di proibizionismo e rischio di bancarotta. Il popolo della notte si mobilitò con migliaia di SMS di protesta. Qualcuno denunciò l'incostituzionalità della norma per violazione dell'autonomia decisionale degli Enti Locali. Il quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 13/03/2004 a pagina 27 pubblicò un articolo intitolato: Battuta d'arresto per la legge sulle "stragi del sabato sera". Motivo? La Commissione Finanze della Camera ha chiesto di modificare il testo perchè alcuni divieti di vendita sugli alcolici comporterebbero un minor gettito fiscale. Il disegno di Legge fu poi bocciato con un solo voto di scarto ed alcuni noti personaggi istituzionali festeggiarono con toni trionfalistici l'avvenimento. E la gente cosa ne pensa? Boh! Naturalmente il voto si esprime per molteplici considerazioni, ma molti personaggi contrari alla regolamentazione della vendita di bevande alcoliche hanno poi ricevuto più ampi consensi elettorali.

A nostro parere su certi argomenti esiste troppa disinformazione ed ipocrisia. Non è nostra intenzione provocare ingiustificate apprensioni, risentimenti, sensi di colpa o convulsi gesti scaramantici, però le madri ed i padri non piangano dopo, ma agiscano prima. La consapevolezza sui rischi della strada, assieme ad un impegno personale per ridurli, non sono sinonimo di pessimismo, perchè certe tragedie si possono prevedere ed evitare. Non è ottimista, ma ingenuo chi pensa che certe esperienze succedano solo agli altri. Chi resta indifferente e tace... acconsente, assumendosi precise responsabilità.

Aprile 2005 possa essere il mese della prevenzione e della partecipazione, perchè la vita è bella e va vissuta con gioia, intensità e consapevolezza.

Associazione PU.RI. onlus

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