Don Pasquale Vegliante - 08-03-03 - Riccardo Affinito |
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Don Pasquale Vegliante è stato Vice Parroco di Telese negli anni 50,quando era Parroco Don Mario Goglia.
Lo ricordo come un uomo buono, mite, paziente e nello stesso tempo risoluto, energico pieno di vitalità, dotato di una notevole forza fisica che gli proveniva, lui diceva, dalle sue origini contadine.
I suoi presepi, che preparava sul lato sinistro della vecchia Chiesa, sotto il colonnato, erano delle vere e proprie opere d’arte; vi si potevano ammirare cose strabilianti per quei tempi, come i pastori giganti, laghetti con le papere che nuotavano e fiumi che scorrevano. L’antenato del presepe vivente.
Interpretava il suo modo di essere prete un po’ “all’antica”, nel senso che se non andavi in Chiesa, veniva lui da te. E così accadeva che nel bel mezzo di una partita a tressette al bar, Don Pasquale arrivava “all’intrasatta”, ti pizzicava e ti portava in Parrocchia a recitare le preghiere.
Altre volte, specialmente nelle sere d’inverno, quando le famiglie si riunivano intorno al focolare, lui si presentava avvolto in un mantello nero tipico dei preti e, dopo aver gradito qualche cosa, recitava il Rosario insieme a tutta la famiglia.
Dotato di un notevole talento musicale, suonava magnificamente il pianoforte, l’organo e la fisarmonica.
Era anche un compositore; alcune litanie che si cantavano alla fine del Rosario erano sue composizioni, così come alcune canzoncine destinate ai ragazzi come, ad esempio, “ Geppino il ciuchino “ che faceva così:
E Geppino è un bel ciuchino, tutto vispo e sbarazzino, ma è carino, è Geppino.
Tutto furbo nel mantello, è un magnifico asinello, ma è carino, è Geppino.
Ihòò!, ihòò!, Geppino canta ogn’or così. Ihòò!, ihòò!, è il canto di Geppin.
Si adoperò con ogni mezzo per diffondere la musica e lo sport tra i giovani e in questa ottica, organizzava corsi pomeridiani di canto e di musica, oltre che nell’ambito della Parrocchia, anche presso la Scuola Media e la Scuola Elementare, a beneficio non solo degli studenti, ma di chiunque avesse voglia di apprendere la musica.
Quanto allo sport, Don Pasquale realizzò “ncopp’ ‘o lavuozzo”, (sarebbe quel luogo ove adesso c’è la statua di Padre Pio) un piccolo centro sportivo, con l’ausilio dei giovani dell’Azione Cattolica e di qualche commerciante di buon cuore che offrì gratuitamente i materiali occorrenti.
Era denominato “lavuozzo” perché dalla parte della strada che conduce alla sottostazione, si era verificato uno sprofondamento che, con la pioggia, si riempiva di acqua e diventava un laghetto.
Questo centro sportivo era composto da un campo di pallacanestro lungo il lato che costeggia Viale Minieri e da un campo di pallavolo dall’altra parte, realizzato con una rete mobile che, abbassandosi, diventava una rete da tennis.
Per segnalare la enorme portata sociale di quell’opera, io potrei qui elencare un centinaio di nomi di giovani ( di allora ) che hanno usufruito di quelle strutture, in pratica la maggior parte di quelli nati dagli inizi degli anni 30 alla fine degli anni 40.
Don Pasquale poco dopo fu chiamato ad altri incarichi e quell’opera, costruita con tanto amore e sudore, rimase abbandonata a se stessa cosicché piano piano le strutture si deteriorarono e, di quel centro, non rimase più nulla e quello spazio venne utilizzato da noi ragazzi per giocarci a pallone, il famoso “ campetto “.
Tuttavia i fatti e la storia rimangono impressi nella memoria ed essi ci ricordano che la pallacanestro, la pallavolo ed il tennis sono nati a Telese, verso la fine degli anni 50, “ncopp’ ‘o lavuozzo”, grazie all’opera e all’impegno di un prete.
I primi tornei di pallacanestro cittadini furono organizzati lì e, a sostegno delle mie tesi, allego una fotografia della squadra che vinse il primo o il secondo torneo.
In quel luogo, un miracolo è già avvenuto; lo operò tanti anni fa Don Pasquale Vegliante trasformando, con la pala ed il piccone, un pezzo di terreno abbandonato ed incolto in un piccolo centro sportivo per giovani.
Non so se quella piazza ha già un nome, ma qualora non l’avesse, io non avrei alcun dubbio, la chiamerei: “ Piazza Don Pasquale Vegliante”
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