SALA DEL SOLE
L’andamento delle vele è sottolineato da una partitura decorativa in stucco
losanghe includenti agili figurine di aspirazione classica attribuita a
Francesco Primaticcio, artista attivo accanto a Giulio Romano nel cantiere
del Te dal 1526 al 1531.
L’affresco centrale rappresenta il carro del Sole che tramonta già oltre per
metà la cornice del riquadro e il carro della Luna sorgente dal lato opposto
con la parte anteriore dei Cavalli che stupisce per l’audacia della
composizione e degli scorci prospettici, sottolineati da una luce fredda e
radente che “stacca” le immagini contro il fondo del cielo crepuscolare
SALA DEI CAVALLI
In questa sala sono raffigurati sei cavalli ritratti dal vivo dal pittore
Rinaldo Mantovano, uno dei più validi collaboratori di Giulio al Te. Gli
sfondi di paesaggio sono stati variamente attribuiti al Tedesco e a Luca da
Faenza.
SALA DI PSICHE
Nella parete sud del salotto sono rappresentati due mitologici amanti
sdraiati sul letto che giocano con un piccolo genio alato mentre le ninfee
versano acqua lustrale in una patera; il nudo è trattato con colori intensi,
carichi, con un forte chiaroscurato che evoca volumi possenti e sommari.
Sono presenti forti contrasti tra i colori caldi e freddi, nudi bruni,
rosati, pallidi o arroventati.
Negli ottagoni che possiamo trovare sul soffitto sono raffigurate varie
scene della favola di Psiche.
In questa sala la decorazione è giocata sui toni freddi e bluastri del
notturno anche se possiamo trovare altre dipinti con toni vivaci e
“terrestri”.
SALA DEI GIGANTI
Il mito classico narra di come Giove adirato contro i giganti che si erano
ribellati contro di lui e dopo un’aspra lotta li seppelli sotto terra
spostando isole e montagne. In questi archi e architravi crollanti è il
segno del più significativo “crollo”.
Un altro particolare della sala dei giganti è il Vasari nella sua ammirata e
accurata descrizione di questo ambiente.
La decorazione di questa sala presenta decorazioni a stucchi e grottesche.
L’appartamento era stato “inaugurato” in occasione della seconda visita di
Carlo V
a Mantova. Lo splendido soffitto copre uno di questi ambienti attribuito a
Teodoro Ghisi, seguaci di Giulio Romano.
L’appartamento è stato costruito intorno al 1530.