LA FAMIGLIA GANI A SEREGNO

Nel 1943 i Gani sfollano a Seregno. Dopo aver abitato i locali posti sopra la tranceria di proprietà della famiglia Mazza si trasferiscono in un edificio popolare al civico 81 di via Trabattoni, la Ca' Bianca, sito di fronte all'ospedale cittadino. Sono ospitati da Luigi Casati, agricoltore. Giuseppe Gani non risiede con i suoi familiari, ma in casa di una figlia sposata del Casati, in via Volta.


La Ca' Bianca di Seregno in una fotografia del febbraio 2003.
L'autore di questa foto e delle seguenti è il Prof. Francesco Mandarano, che ce le ha gentilmente messe a disposizione e che ringraziamo.

I tempi si fanno sempre più duri, le risorse della famiglia, cui nel 1944 sono confiscati i beni milanesi, si stanno esaurendo. Essi dipendono da ciò che Luigi Casati può offrire loro e dalla solidarietà degli abitanti di questa grande casa di cortile. All'esterno della Ca' Bianca, sorta di "mondo a parte, città nella città", come viene definita dall'opuscolo pubblicato in memoria dei Gani dal Comune di Seregno nel 1999, c'è chi si accorge di questa famiglia diversa dalle altre.


Il cortile della Ca' Bianca oggi

Nell'agosto 1944, probabilmente in seguito ad una delazione, Speranza Gani e i figli vengono arrestati da alcuni militi fascisti, che prendono in ostaggio temporaneamente anche tre figlie dei Casati. Giuseppe Gani, avvertito in tempo, riesce a scappare, ma viene catturato durante la notte in località Dosso. La famiglia è incarcerata dapprima nella caserma di Seregno, poi, probabilmente, a Monza; il 20 agosto i Gani vengono trasferiti nel carcere di San Vittore a Milano.

Il 25 aprile 1999 il Comune di Seregno e il Comitato Unitario Antifascista dedicano alla famiglia Gani una lapide e un opuscolo commemorativo, 25 aprile 1999 nel segno di Alberto Gani.


La lapide in via Trabattoni 81 a Seregno