Il caso Cennina 1954

 

Da alcuni giornali,compresa la Domenica del corriere,uno dei casi piu enigmatici nel 1954

Il gruppo C.R.U. (Centro ricerche ufologiche) nel 1976 ripercorse il caso andando di persona a interrogare i testimoni dell'avvenimento,

fra i ricercatori coinvolti Emilio Milazzo recentemente scomparso.

2 ottobre 1976 – Intervista effettuata da membri del CRU di La Spezia Emilio Milazzo, Lorenzo Torracca, Fulvio Bonamino e G. Pietro Cattoi. Dell’intervista esiste la registrazione audio. Prima dell’intervista ci fu un breve colloquio con la figlia e la nipote della test, in attesa della Dainelli che al momento era a raccogliere funghi. Alla data dell’intervista aveva 62 anni e quindi ancora molto in gamba.

C.R.U. - “Ci puo' esporre i fatti”?

DAINELLI – “Bene. Veda loro le hanno detto in un modo e chi nell'altro (riferimento alla figlia e parenti) ma erano piccolini. Comunque il punto era proprio lassu' nei poggi alti. Io andavo su presto alla mattina, andavo su a Equi, e ricordo che andavo su per la Madonna Pellegrina con un mazzo di garofani in mano, ricordo che a quei tempi facevano dei lavori per portare la luce montando tralicci e quando vidi quest'oggetto prima d'arrivarci, perché io questo oggetto lo vedevo prima d'arrivarci, arrivai li e due persone mi vennero incontro tutte sorridenti, ma io non capivo nulla, loro mi dicevano delle cose ma io non le capivo".

C.R.U. - “Come le sembrava la pronuncia".

DAINELLI - “Guardi io un capivo nulla".

C.R.U. - “Perché i giornali riportano "LIU' LAI' LAU’".

DAINELLI - "Loro parlavano, ma io un capivo nulla, allora mi presero i fiori e sa in una strada di bosco avevo le calze in mano e le scarpe un credo che avevo le ciabatte, mi si ruppe una calza mi cosarono(?) i fiori e andarono giu'. Fu allora che aprirono uno sportellino piccolo sa, come un finestrino, c'erano due seggiolini uno volto di qui e uno di la', li misero questi fiori e poi mi guardavano tutti sorridenti e mi dicevano mille cose ma io un capivo nulla. Allora io gli dicevo, guardi per piacere la calza me la renda, non posso andare senza, ma loro ridevano, ridevano. Loro non mi capivano, io non capivo loro. Poi venne il mi Colonnello, mi diceva, guarda Rosa saranno stati affari di gomma. Guardi Colonnello quelli non erano affari di gomma, quelli erano persone con un sorriso altro che affari di gomma".

C.R.U. - “Erano piccoli"?

DAINELLI - "Madonnina, cosi', piccoli cosi'". La test mima l'altezza con la mano.

C.R.U. - “Arrivavano appena a un metro"?

DAINELLI - “Ma io dico di no, perché guardi io son piccola e sono stata abbastanza vicino ma insomma a una distanza....e loro erano persone rifinite anziane sa, con una faccia anziana, si, mica in gioventu', con un sorriso, volevano dir le cose, ma io un capivo nulla, niente, niente".

C.R.U. - “Come erano vestiti"?

DAINELLI - "Cavevano quei vestiti tutti giu', parevano sa quei graduati, a me sembravano dei graduati".

C.R.U. - "Parlava di una mantella"?

DAINELLI - "Si, una mantella, come una mantella. Non era giubba, come le giacche da uomo, pero' la manica ce l'avevano, c’avevano la manica che pero' era sma............ (Non si capisce l'ultima parola). (Segue una richiesta di una fotografia. Ma la Test si rifiuta categoricamente).

C.R.U. - "L'altezza dell'oggetto"?

DAINELLI - "Guardi, sara' stato cosi'" e mima con le mani l'altezza.

C.R.U. - "Quindi siamo sul metro e 75. Mentre il diametro nella parte centrale"?

Dopo che la test indica con le braccia il diametro, deduciamo il metro e 70.

C.R.U. - "E finiva proprio a punta"?

DAINELLI - "Si, si. Perché venne anche le' di Cennina, dice che c'era un buchino, quando arrivarono i primi, perché io un ritornai subito, quando arrivai quell'omo dice che c'era un buchino, ma poi arrivarono tante persone, quando arrivai io un c'era piu'. Ma lo sa che passai da imbecille e stupida, madonnina, il giorno dopo si figuri, vennero con una macchina per sentire se ero demente o che".

C.R.U. - "Per quanto riguarda l'oggetto che Le volevano dare"?

DAINELLI - "Era un cosino tondo piccolo cosi'"? E mima con le mani.

C.R.U. - "E' sicura che glielo volevano dare"?

DAINELLI - "Me lo volevano da, ma io non volli nulla. Piu' volte vennero per mettermelo in mano, ma io no".

C.R.U. - "Di che colore era"?

DAINELLI - "Sembrava marrone scuro come foglio pestato. Anche loro presero un affarino tondo e li mi guard............(registrazione confusa) ma che mi fanno questi? Mi avranno fatto un fotografia, ma di certo l'avranno fatta. Parlavano fra di loro ma io un capivo nulla".

C.R.U. - "La calza, Le hanno preso una calza, lo conferma"?

DAINELLI - "Una sola".

C.R.U. - "E una gli e' rimasta"?

DAINELLI - "E una mi e' rimasta. Questi ragazzi dicevano che era tutto illuminato, ma io un vidi nulla. Lo vidi li, rimase li finche' non andai via"?

C.R.U. - "L'oggetto era simile a questo che si vede nel disegno"? (Domenica del Corriere).

DAINELLI - "Si, piu' o meno".

C.R.U. - "Che contatto aveva col terreno"?

DAINELLI - "Figlioli io non lo posso dire. Arrivarono il Maresciallo dei Carabinieri, tante persone, io quando tornai giu' un vidi nulla, mentre anche il Maresciallo vide il buco.

Intervista semplice ad una persona semplice e schietta e solo questo fu sufficiente per stabilire la genuinita' della testimone. Come se non bastasse ci fu un particolare, precisamente una frase e un movimento della test. La Dainelli per l’ennesima volta (le interviste impongono di fare le stesse domande piu' volte) ci raccontava di come lei si rifiuto' di prendere il tubo apparentemente di cuoio che gli omini volevano consegnargli e ce lo disse dispiaciuta, rammaricandosi di non averlo preso: “Magari ci saranno stati dei soldi”, ricordiamoci che la donna era una contadina che si guadagnava da vivere con la fatica e quindi era spontaneo pensare ai soldi. Mentre lo diceva non era rivolta a noi, ma verso il mobile della cucina, quindi lei in quel momento stava pensando ad alta voce senza curarsi di noi. Esiste la registrazione audio che seppur significativa non rende bene l’idea come tutta la scena. I soldi, personalmente non ci pensavo minimamente, fui come preso in contropiede, spiazzato, fu un particolare apparentemente fuori luogo ma allo stesso tempo rafforzo' enormemente la bonta' del racconto della test. La Dainelli dopo 22 anni era ancora pentita (e la cosa la tormentava ancora) di aver rifiutato di prendere “quel cosino tondo piccolo cosi'”. Fu li che capii che la Dainelli raccontava il vero, quell’incontro lei lo visse realmente. Quella frase valse piu di tutta l’intervista. Quindi siamo di fronte ad un incontro con esseri extraterrestri, senza ombra di dubbio? In effetti conscio di un risultato importante (almeno per la mia esperienza) la mia conclusione fu: L’inchiesta sull’atterraggio di Cennina avvenuto il 1° novembre 1954 puo' ritenersi positiva in quanto il contatto diretto con la testimone mi ha permesso (come pure ai miei collaboratori) di verificare in prima persona la credibilita' e sincerita' della testimone. La signora Rosa Lotti Dainelli visse realmente quell’evento. Per quanto riguarda la natura delle entita' da lei incontrate nessun elemento permette di stabilirne alcuna con certezza. Stabilire la natura degli omini di Cennina e' semplicemente azzardato. Classificarli ET, nani scappati da un circo o uno scherzo di qualche burlone e' semplicemente gratuito ….. che piaccia o no. Un centro di ricerca del nord Italia, che a loro dire usano il metodo scientifico, ha chiuso il caso semplicemente con le allucinazioni come se avessero ottenuto una perizia psichiatrica attestante una malattia allucinogena da parte della test. In un'altra relazione sempre della stessa fonte riferita al caso Cennina abbiamo quest’altro commento finale: “……….Purtroppo la mancanza di indagini svolte all’epoca non permette di avere a disposizioni ulteriori informazioni sulla testimone e sul contesto su cui fu divulgato questo racconto. Alcuni punti poco chiari (per esempio le tracce non fotografate) sono sempre presenti, ma la spiegazione piu' plausibile (peraltro non suffragata da elementi concreti) sarebbe unicamente quella del falso o dell’esperienza puramente psicologica”. Da qui si denota la chiara intenzione di classificare sempre tutto con l’identificato, se ci sono dei punti poco chiari (caratteristica del non identificato) allora e' un falso. Si recrimina sulla mancanza di fotografie al buco trovato, cosa che in tanti altri casi ci sono e vengono classificati come cause convenzionali. Cosa ci fa pensare che in questo caso davanti a una foto del buco nel terreno non sarebbe stato classificato tale? Mancano ulteriori informazioni sulla testimone, ma che tipo di informazioni? E’ stata intervistata molte volte da vari inquirenti, noi stessi lo abbiamo fatto, la test aveva 62 anni portati benissimo e si esprimeva in modo piu' che dignitoso chiaro e forte.

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