Quello che andremo a presentarVi ora, e' senz'altro il caso (per certi versi) piu' interessante di tutto cio' che concerne il m.Verrugoli. Non tanto per gli Ufos quanto per particolari che via via andremo a presentarVi. Resta inteso che presenteremo un quadro riassuntivo di tutta la vicenda e se riterrete opportuno approfondire non dovrete far altro che richiederci ulteriori informazioni . Con questo vogliamo metterVi a conoscenza di un caso appena conosciuto in Italia e sconosciuto nel mondo, caso controverso in quanto se da un lato venne archiviato dagli Organi ufficiali come "Incursore del Varignano", dall'altro lato basta effettuare le piu' elementari fasi di un'indagine per rendersi conto che un'Incursore non puo' essere. Ci si chiede quindi per quale motivo si mette a repentaglio la credibilita' degli Incursori, famosi per l'abilita' nel mimetizzarsi,ritenendo che uno di loro si sia fatto immortalare da una macchina fotografica di un comune cittadino nel buio della notte (20.00-20.30) Sia chiaro che si, e' vero, l'autore della fotografia era un componente del Gruppo spezzino G.O.R.U. (Gruppo Osservazioni Ricerche Ufos), ma e' anche vero che allo stato attuale delle cose l'ipotesi che l'individuo possa essere un extraterrestre rimane molto ma molto esigua, pure per chi scatto' la foto quella sera. |
Monte VERRUGOLI - SP - 13 gennaio 1976. Tre componenti del GORU si recarono a prestare soccorso alla guardia giurata E.A., che smontando dal servizio alla torre SIP (a quel tempo denominazione della societa' telefonica), si trovo' in panne con l'auto. (Precisiamo che E.A. e' figlio di uno dei tre componenti che prestarono soccorso quella sera). Essendo il Verrugoli il loro posto di osservazione, decisero di approfittarne per una breve sosta. Trascorsero circa dieci minuti videro spuntare dai cespugli una sagoma scura, che dopo aver percorso alcuni metri scomparve nel buio. Uno degli avvistatori corse subito verso l'automobile per munirsi di macchina fotografica e fu cosi' che dietro ad altri cespugli un'altro individuo ( o il solito ) comparve e dopo aver percorso alcuni metri si dileguo' . Complessivamente la scena si ripete' per quattro volte. Inutile dire che con la macchina fotografica furono scattate numerose fotografie col risultato di ottenere l'individuo della foto che mostriamo. Particolare importante e' dato dal fatto che il rullino fotografico non fu sviluppato e stampato dai testimoni, bensi' dalla Questura della Spezia avvertita telefonicamente dalla guardia giurata che a sua volta aveva preso servizio al posto di E.A.. In pratica il rullino fotografico era stato nelle mani dei testimoni pochissime ore. Dopo circa un anno al GORU era stato consegnato un pezzo di negativa comprensiva di quattro fotogrammi di cui tre pochissimo esposti e l'ultimo con immortalato l'individuo in questione. Il caso, dopo essere apparso su tutta la stampa nazionale fu chiuso con l'indentificazione del personaggio in un Incursore del Varignano. Ribadiamo che le indagini portano ad escludere l'incursore, come ribadiamo che nessuno sta cercando di dimostrare che sia un extraterrestre, ma stiamo solo cercando di capire chi possa essere stato fotografato quella sera. Non ci riusciremo, ma almeno ci proviamo. E se provassimo a confrontare con un'identikit da noi supposto (vedi menu foto) ....alcuni dettagli sarebbero sconcertanti , a Voi fare i confronti. |
Ed ora il testo originale dal "DOSSIER G.O.R.U." di STELIO ASSO La sera del 13 gennaio 1976, alle ore 19.30, ricevemmo una telefonata dalla Torre SIP (ponte radio telefoni), con cui ci si diceva di un incidente automobilistico avuto da Ermanno Asso (appuntato delle guardie giurate di un Istituto di Vigilanza locale) mentre smontava dal servizio di sorveglianza alla Torre, sul monte. Ci siamo recati sul Verrugoli per provvedere al recupero dell'incidentato. Constatata l'incolumita' personale di Ermanno, gia' che eravamo in zona decidemmo di dare un'occhiata allo spiazzo, dove periodicamente, a seguito dei precedenti fenomeni avvenuti, eseguivano controlli e rilevamenti magnetici e di radioattivita'. Appena entrati nello spiazzo si ebbe la netta sensazione che stesse succedendo qualcosa. Alla nostra destra e cioe' dal lato est si udi' chiaramente modulare come una specie di impulso radio, ma di una strana sonorita'. Ci fermammo un'attimo sorpresi, poi continuammo ad avanzare. A questo punto, ancora un fatto strano: due persone, io e Maria Grazia Asso, furono colpite da qualcosa, Maria sul collo ed io sul braccio destro.Il colpo che ricevetti fu tanto violento che barcollai. Niente era visibile, C.A., che era qualche metro dietro assieme a E.A., scatto' immediatamente una serie di flash verso il lato est della zona. Diciamo subito che queste foto ebbero esito negativo. Il dolore al collo di Maria Grazia Asso passo' quasi subito, mentre quello che presi io si protrasse per cinque mesi e venti giorni, benche' non fosse visibile nessuna ferita ne' ematoma. Detto cio' riprendiamo il fatto. A causa della partenza improvvisa non avevamo caricato in macchina alcuna apparecchiatura, ad eccezione della macchina fotografica con obiettivo fisso. Comunque per precedenti esperienze avute in quella zona, capimmo che l'intero spiazzo si trovava in evidentissime condizioni di "anormalita'". L'aria era perfettamente immobile ed opprimente, il silenzio innaturale, silenzio nel silenzio, nessun rumore di nessun genere, mancavano completamente i rumori notturni caratteristici di tutte le zone di campagna (particolarmente in questa dove sono sempre udibili fruscii provocati dal passaggio di animaletti notturni, insetti, uccelli, i rumori di fondo della sottostante citta'...). Fattore ancor piu' alluccinante, mentre i cespugli e gli alberelli dello spiazzo erano perfettamente immobili, quelli all'entrata erano mossi dal vento; inoltre esisteva una chiara differenza di temperatura, fra l'interno e l'esterno dello spiazzo stesso. Al di fuori la temperatura era vicinissima allo zero, mentre internamente esisteva uno sbalzo di almeno 10/15 gradi in piu' di calore, tanto e' vero che gli indumenti invernali, eskimo, giacconi imbottiti ecc. ci facevano sudare. Continuammo ad inoltrarci nella zona, dopo aver scattato una serie di panoramiche della stessa con macchina fotografica Voitglander-Cls 35 mm. con pellicola Fortepan 34-160 ASA- 24 DIN, obiettivo 55 mm, diaframma 2,8-1,60 mt.3 con flash Rolley. Qualche minuto dopo, mentre sostavamo sul posto, qualcosa in veloce movimento colpi' la nostra vista e scattammo un paio di flash. Mentre commentavamo l'accaduto, circa due minuti dopo, tutti potemmo vedere improvvisamente una sagoma umana, o per lo meno tale, dell'altezza di circa mt.1,70 completamente scura, piu' chiara nella parte superiore, con forse un casco, che si muoveva velocemente ma silenziosamente, come se scivolasse, dirigendosi verso la zona degli alti cespugli a lato del mare, a ovest. Mentre il tipo era ancora visibilmente osservabile e C.A. scattava flash in rapida successione, io ed Ermanno ci lanciammo di corsa verso l'individuo che improvvisamente "scomparve" fra i cespugli. A titolo precauzionale Ermanno estrasse dal fodero la pistola. Con l'ausilio di una torcia elettrica lui ed io frugammo l'intera zona ovest ed il dirupo sottostante. Niente, nessun rumore, nessuna traccia. Nulla era visibile o udibile dal dirupo che degrada a mare verso il paese di Riomaggiore. Ritornammo nello spiazzo e mentre raggiungevamo gli altri dissi a Ermanno di riporre l'arma e di non estrarla per nessun motivo. E fu proprio allora che un altro "individuo" 'comparve', e' la parola esatta, dal centro dello spiazzo e 'scomparve' nei cespugli lato mare, dopo aver percorso veloce e silenzioso il tratto di terreno scoperto. Nuovo rastrellamento, questa volta ad opera di tutti, dopo aver scattato altre foto. Anche questa volta nulla, assolutamente nulla. Erano ormai le 20.15 e decidemmo di andarcene, ed ecco che mentre stavamo per muoverci assistemmo al fenomeno piu' sconvolgente ed allucinante. Sul terreno completamente privo di vegetazione vedemmo gradatamente "comparire", a meno di quattro metri da noi, uno strano individuo. L'essere si stava materializzando iniziando dai piedi, per poi "completarsi" come un "individuo" simile ai precedenti. Il tutto in cinque o sei secondi. L'essere si giro' verso di noi. Potemmo osservarlo in tutti i particolari. Rimanemmo tutti immobili (lui compreso), senza emozioni o paure, ad osservarci reciprocamente. Dopo una decina di secondi l'essere si giro' di fianco e si incammino' lentamente verso la zona ove erano "scomparsi" i suoi compagni. Era come se camminasse leggermente sollevato dal suolo di pochi centimetri, i suoi passi erano regolari ma dava l'impressione di scivolare leggermente. A questo punto non pensammo ad eventuali conseguenze, ad equivoci sulle nostre intenzioni, al pericolo che si poteva correre e ci lanciammo tutti verso di "lui" accerchiandolo. C.A., a circa tre metri di distanza, scattava altri flash. E qui il fatto sensazionale, se qualcosa di sensazionale poteva esserci ancora. L'"individuo" completamente circondato, cosi' come era "comparso" inizio' a scomparire, sempre iniziando dalle estremita' inferiori. Disparve completamente, in mezzo a noi, nel giro di 5/6 secondi. E' perfettamente inutile dire che, di fronte ad un fatto del genere, rimanemmo completamente immobilizzati. Attendemmo ancora una ventina di minuti, poi, visto che non succedeva nulla, ce ne andammo . Ermanno e C.A. erano giunti all'auto parcheggiata all'inizio dello spiazzo, mentre io e Maria Grazia dovevamo percorrere ancora una ventina di metri. Improvvisamente io e lei udimmo distintamente accanto a noi un rumore di piedi invisibili, di passi che strisciavano sull'erba ed un pesante respiro che pareva filtrato attraverso un boccaglio. Questi rumori ci accompagnarono lungo gli ultimi venti metri e si arrestarono al termine dello spiazzo. Rimanemmo ancora una decina di minuti a parlare fra noi, poi risaliti in macchina rientrammo in sede. Erano le 20.50 del 13 gennaio 1976. Per la prima volta, per pura combinazione e non per nostro merito, ma a seguito dell'incidente di macchina di Ermanno Asso, dopo trenta anni di ricerche e di studi, di teorie e di ipotesi, avevamo finalmente veduto con i nostri occhi e fotografato uno di quei "individui". Era la conferma questa della loro "reale" esistenza e delle "loro" infinite possibilita'. Le fotografie scattate in questa occasione sono state sviluppate e stampate. La maggioranza sono scure e confuse, ad eccezione di una, l'ultima, chiarissima. Si tratta della foto scattata a meno di tre metri dall'individuo ultimo comparso. La sua immagine e' chiarissima nei dettagli, e mostra la gamba destra dell'"individuo" gia' in fase di "scomparsa". Possiamo cosi' stabilire con assoluta certezza, come del resto avevamo previsto anche senza la strumentazione, che la sera del 13 gennaio 1976 si sono verificate condizioni di "anormalita'" sul Verrugoli e la fotografia conferma in maniera inequivocabile quanto avevamo potuto vedere. Degli "individui" chiaramente "non terrestri" di cui non e' stato possibile trovare le tracce. A seguito di cio' abbiamo ritenuto doveroso e necessario avvertire le Autorita', come da accordi che erano stati presi in occasione di una riunione avuta con le stesse, nella nostra sede, il 17 gennaio 1974. L'essere qui accluso in fotografia e' stato cosi' da noi 'ricostruito', essendo scura la foto. Casco. Probabile unita' di sopravvivenza (cassetta o zainetto di respirazione). Braccio sinistro dell'individuo piegato. Mano destra dell'individuo visibile.Probabile oggetto in mano dello stesso (si presume: rilevatore localizzatore, analizzatore, trasmettitore di segnali). Mano sinistra visibile (si suppone abbia abbassato la protezione antiriflesso, oppure regoli qualcosa di attinente all'unita' di sopravvivenza che porta sul dorso incorporata nella tuta, o che abbia messo in funzione il dispositivo di "scomparsa". Noi visivamente non abbiamo osservato nessun congegno alla base del casco, a meno che non sia sfuggito alla nostra osservazione. Calzatura a stivaletto formante un tutto unico con la tuta. Gamba sinistra visibile e piegata. Fianco e fondoschiena dell'individuo visibili. Riflesso del flash sul davanti del casco. Protezione mobile visiva antiriflesso. L'individuo, fortunatamente fotografato, e' stato osservato per circa 10/15 secondi. Si tratta di un individuo dell'altezza di metri 1,70-1,75 circa di costituzione robusta. Le sue braccia sembrano leggermente piu' lunghe del normale. La tuta e' composta di un pezzo unico comprendente anche le calzature a stivaletto, sprovvista di qualsiasi legamento visibile o cerniera, non aderente al corpo, come una normale tuta. Il materiale con cui essa era composta era di colore scuro, quasi nero e non rifletteva assolutamente luce. L'individuo camminava silenziosamente, come scivolasse. Sono stati fotografati altri tre individui, a distanze variabili fra i 15-20 metri, del tutto simili a quello della fotografia, anch'essi osservati visivamente. Purtroppo le foto sono molto confuse e mosse e si possono considerare negative agli effetti del risultato.Il giorno 23 gennaio 1976 abbiamo inviato al Questore di La Spezia un rapporto dettagliato su quanto accaduto la sera del 13 gennaio 1976 sul Verrugoli. Al rapporto era allegata una ricostruzione descrittiva della foto, e la foto stessa. Il giorno successivo 24 gennaio siamo stati convocati telefonicamente dal vicequestore e dirigente la Squadra Mobile Dott. R.V.. Ci venne chiesto di recarci in Questura presso il suo ufficio, in quanto, per disposizioni ministeriali, egli doveva inviare il tutto al competente ministero a Roma. Ci richiedeva quindi anche il negativo delle foto. Alle ore 16.30 dello stesso giorno ci siamo recati in Questura consegnando il negativo della foto ed un rapporto aggiuntivo sui controlli del 14 e 17 gennaio. I convocati del gruppo furono C.A., io, Maria Grazia ed Ermanno, quali testimoni oculari. L'appuntato delle guardie giurate Ermanno Asso, essendo in servizio, si presento' la mattina successiva, rilasciando la sua dichiarazione firmata, come gia' avevamo fatto noi altri tre. Come osservatori per il Gruppo GORU erano presenti i signori C.E. e M.G. Per la Polizia erano presenti il Vice Questore Dott. R.V., il Dott. M., (funzionario della Mobile), il maresciallo F. che batte' a macchina le nostre dichiarazioni. Il 25 gennaio tutta la nostra documentazione fu inviata dalla Polizia di La Spezia al Ministero dell'Interno a Roma. Un mese dopo ci furono restituiti il negativo della fotografia dell'individuo ed i negativi delle precedenti fatte in periodi anteriori, anch'essi richiestici per esami di laboratorio. Ci fu fatto vedere il documento di autenticazione di tutte le foto da parte del Laboratorio della Polizia Scientifica. Attualmente presso la Questura di La Spezia si trova custodito un dossier riguardante tutta l'attivita' del gruppo GORU e tutti i rapporti inviati alla Polizia stessa. Tutta questa documentazione e' classificata "strettamente riservata". Ci siamo piu' volte chiesti chi fossero quei quattro "individui". Potevano essere benissimo i componenti di un posto di guardia che rientravano dopo aver fatto il giro della zona. Forse non potevano prendersi la responsabilita' di un contatto. Forse non dipendeva da loro avere una tale possibilita'. Le condizioni e l'ambiente erano ideali per un fatto del genere. Abbiamo analizzato e scartato diverse ipotesi: la "pericolosita'" per noi, la "pericolosita'" per "loro", la impossibilita' di comprensione, la "loro" noncuranza nei nostri riguardi, la "loro" paura; tutte ipotesi che non potevano assolutamente tenere.Infine siamo arrivati ad una ulteriore ipotesi che potrebbe avere anche una certa validita', quella della "proiezione di immagini". Forse qualche veicolo nelle vicinanze stava inviando delle immagini...Prendiamo ad esempio una normale trasmissione TV. Come avviene ? E' una spiegazione un po' alla buona, non me ne vogliano i tecnici. Da una emittente viene trasmesso un segnale o vari segnali su radio-onde che captate da un ricevitore propongono delle immagini su di un "monitor".Si ha la certezza che sono immagini proiettate con radio-onde, di un avvenimento che avviene magari a migliaia di chilometri di distanza. Supponiamo che il "monitor" sia la cima del Verrugoli, la trasmissione non avviene attraverso radio-onde, ma attraverso raggi laser. In questo caso e' pensabile si abbia una immagine tridimensionale che potrebbe dare l'impressione di essere "fisica" o per meglio dire e comprenderci "materialmente e fisicamente presente". Riassumendo: le immagini proiettate a mezzo di raggi laser, anziche' con le normali radio-onde, danno l'impressione di essere perfettamente fisiche, ma in realta' le immagini cosi' proiettate sono immateriali. E' solo un'altra ipotesi... Ed ora l'autentica effettuata dall'Universita' di Genova sul negativo della foto in oggetto E piu' sotto l'articolo apparso sul giornale LA NAZIONE |