INDAGINI DEL G.O.R.U.

Bonassola ( La Spezia ) 14 Dicembre 1995

 

Dal GIORNALE DEI MISTERI N.330 APRILE 99

 

Bonassola 1995: quando gli Ufo lasciano al buio

Il caso di IR2 avvenuto a Bonassola nel 1995 alla luce dell'indagine del G.O.R.U.

La sera del 14 dicembre 1995, i cieli di Bonassola, in provincia di La Spezia (Liguria), sono stati teatro di un evento ufologico di estremo interesse: l'avvistamento di un oggetto volante luminoso che procedeva con moto irregolare più un black-out elettrico nella zona da esso sorvolata. Del fatto si è parlato largamente sulla stampa locale e nazionale1, nonché nella puntata del 5 febbraio del programma Italia in diretta, a cura di Alda D'Eusanio, andata in onda su Rai 2 alle ore 16:00. Il motivo per cui ci accingiamo a parlare di questo caso nonostante gli anni trascorsi è che è giunto di recente in redazione il rapporto dell'indagine effettuata in data 11 gennaio 1998 da alcuni componenti del gruppo G.O.R.U. (Gruppo Osservatori Ricerche Ufo) di La Spezia: Emilio Milazzo, Enrico Galantini e Giuliano Lodola. Testimoni principali di questo singolare evento sono stati tre ragazzi: Massimo De Franchi, artigiano di 25 anni residente a Bonassola, la sua ragazza Valentina Lagaxio, studentessa di 17 anni, e l'amico Claudio Dominici, pizzaiolo di 26 anni. Così il De Franchi ha raccontato la vicenda: Stavo accompagnando la mia fidanzata a casa; abita in località Reggimonti. Erano passate da poco le 22:00, e lungo la strada (la Statale 332, ndr) ci siamo fermati per stare qualche minuto insieme. Ad un tratto con la coda dell'occhio scorgo una luce bianca proprio dietro quegli alberi; faccio notare la cosa anche alla Valentina e, dopo aver messo in moto l'auto,dirigo verso gli alberi per osservare meglio. Nel frattempo sopraggiunge con il suo motorino Claudio; transitava di lì per andare a casa, a Lavaggiorosso. Anche lui aveva notato la luce. Dopodiché, assieme a Claudio ci siamo recati in un punto che ritenevamo migliore per osservare la luce; avremo impiegato circa 30 secondi per arrivarci. Nel frattempo l'UFO aveva preso a camminare posizionandosi sulla cima del monte Grumo (689 metri, ndr), ad un'altezza che sinceramente non saprei valutare,ma che ritengo debba essere stata molto bassa". A questo punto il De Franchi si accorge del fatto che la luce non risulta essere affatto compatta. "Questa si presentava come tanti finestrini - ha raccontato lui stesso agli inquirenti - anche se adesso non ricordo bene quanti fossero, ma il numero in altezza era maggiore del numero in larghezza e tutto l'insieme ci dava l'impressione che l'Ufo avesse una forma rettangolare. Ripeto che è stata solo un'impressione perché in teoria la sua forma poteva anche essere rotonda o qualsiasi altra; in pratica non vedevo la forma, ma la deducevo. Quello dei finestrini, inoltre, era un colore simile a quello delle lampade al neon".

Nel frattempo, sopraggiunto sul monte Grumo, l'oggetto luminoso "ha iniziato una lenta discesa verso il mare seguendo il profilo del monte stesso. Arrivato in fondo in prossimità di una casa gialla ha appena accennato una retro-marcia, quindi è partito come un sasso verso il mare, in direzione di Genova". Come riferito in seguito dai testimoni, l'impressione che hanno avuto è che sia stata la stessa presenza della casa a provocare l'abbandono da parte dell'oggetto dell'intenzione di proseguire e quindi il brusco cambiamento di direzione. Il commento degli inquirenti su questo punto è stato il seguente: "Se l'impressione avuta dai testimoni è esatta possiamo affermare, con le dovute riserve, che il supposto pilota ha desistito nel continuare la traiettoria iniziale non perche ostacolato dalla costruzione in questione, ma perché, presumibilmente, ha voluto evitare un 'centro abitato'. Spostandoci dal punto di osservazione e dir igendoci verso il mare per osservare meglio la vallata, infatti, ci siamo accorti, con lo stupore dei testimoni, che guardando da un'altra prospettiva la costruzione (casa gialla) questa risultava essere l'edificio più alto di un paesino, Reggimonti". Nel corso dell'intera esperienza, durata dal minuto al minuto e mezzo, i testimoni non hanno udito alcun rumore, il che comunque è comprensibile vista la distanza stimata dall'oggetto: un chilometro e mezzo o forse più. Riferendo le sensazioni provate il De Franchi ha detto: "Al momento ero solo curioso e nient'altro. Dopo aver accompagnato la mia fidanzata Valentina a casa e quindi ritornando a Bonassola ripensavo, cercando di capire, cosa potevo aver visto e solo allora mi sono reso conto che tutto ciò poteva avere qualcosa di anormale. Una tremenda paura mi ha assalito; sono arrivato al bar 'Del Moro' di corsa raccontando ai presenti cosa avevo visto. Si sono preoccupati per la mia agitazione e soprattutto per avermi trovato il volto sbiancato. La loro incredulità è stata poi smorzata dal fatto che li ho invitati a seguirmi per far vedere loro un alone o chiarore di colore rossastro che era rimasto nella vallata dopo che l'Ufo era volato via e che era visibile dal paese. Era simile alla luce che può causare un incendio, molto più lieve ma simile. Possono testimoniare in molti che l'hanno potuto osservare. Tornando sul posto in compagnia di altri abbiamo tentato di avvicinarci al chiarore, sempre rimanendo in strada, per osservare meglio - al buio, infatti, era sconsigliabile avventurarsi nella boscaglia. Ma man mano che proseguivamo la distanza che ci separava dall'alone era sempre la stessa.

 

Il testimone MASSIMO DE FRANCHI

Facevi una curva credendo di esserci sopra e questo era sempre alla stessa distanza; sembrava che si allontanasse". I testimoni sono rimasti ad osservare lo strano fenomeno per un ora e mezzo circa, dopodiché, pur permanendo il chiarore rossastro, sono rientrati nelle proprie abitazioni andando a dormire. Tra le persone accorse vi erano Renata Daneri, 65 anni, titolare del bar "Del Moro", Federica Bernardin, Enrica (di Levante) e Patrizia (di Lavagna); la signora Daneri ha descritto il fenomeno come una "lunga coda luminosa che faceva impressione; un po' pallida nella parte più vicina e di un rosso fuoco in lontananza". Un chiarore piuttosto anomalo, quindi, che non deve necessariamente essere messo in relazione con il fenomeno dell'oggetto luminoso, ma la cui natura sembra sfuggire ad una immediata identificazione; il De Franchi, del resto, interrogato sulla possibilità che potesse essersi trattato di un incendio, ha risposto: "Lo escludo nel modo più assoluto in quanto un incendio di quella portata l'avremmo certamente notato e conseguentemente il giorno dopo si sarebbe saputo, senza contare che avrebbe lasciato delle tracce. No, un incendio è impossibile". Stando a quanto riportato dai giornali, inoltre, un ulteriore testimone della strana vicenda sarebbe stato lo studente diciassettenne Stefano Martini, residente a Poggio di Bonassola; andando casualmente a chiudere la finestra di camera, poco dopo le 22:30, questi sarebbe stato attratto da un insolito bagliore e avrebbe scorto chiaramente un corpo luminoso che solcava velocemente il cielo lasciandosi dietro un alone. "Ho pensato ad un elicottero, istintivamente - ha dichiarato ai giornali - Poi, ragionando, mi sono reso conto che sarebbe stato troppo veloce, che avrei dovuto sentire il rombo del motore e che non poteva spargere un fascio di luce così spropositato. In seguito, quando ho saputo della storia di Massimo, ho ricollegato l'episodio". Oltre all'apparizione dell'oggetto luminoso e allo strano chiarore rossastro, un'altra circostanza estremamente significativa avvenuta quella sera è stato il blackout elettrico che ha interessato un'ampia zona costiera estesa da La Spezia a Chiavari. Vi è stato lo spegnimento improvviso di luci e televisori, più inspiegabili smagnetizzazioni di segreterie telefoniche; in un caso avvenuto a Bonassola e riferito dal De Franchi, addirittura, un televisore si sarebbe spento per poi riaccendersi spontaneamente su di un canale diverso da quello sul quale era precedentemente sintonizzato. Secondo i giornali, inoltre, contemporaneamente al black-out sarebbero state segnalate altre "strane luci" alle spalle di Chiavari. Un componente del gruppo G.O.R.U., Claudio Ambrosiani, essendo dipendente dell'ENEL presso il Centro Operativo di La Spezia, ha potuto sottoscrivere una dichiarazione nella quale conferma l'avvenuto oscura-mento elettrico. "Il sottoscritto Claudio Ambrosiani, quale Capoturno al Centro Operativo Enel della Spezia, può confermare che il 14 dicembre 1995 ci fu un abbassamento di tensione nella linea a 132 Kv che alimenta Levanto e che passa dietro le alture di Bonassola. (...) Il personale addetto alle linee AT, intervenuto dopo non poche per plessità, constatava che un tratto di linea aerea, nei pressi di un portale, si era danneggiato al punto da staccarsi tecnicamente, dicasi rottura di un "collo morto", e così pure il portale era stato interessato da una scarica. Questo era molto strano perché normalmente ciò viene causato da un contatto accidentale di pianta di alto fusto, di oggetto estraneo o da scarica atmosftrica, tutte possibilità da non prendere in considerazione perché il tempo era ottimo e piante nelle vicinanze non erano presenti... ". Questi gli elementi del caso, sul quale gli inquirenti del G.O.R.U. hanno espresso le seguenti conclusioni: "Stabilire che cosa ha sorvolato il monte Grumo è un compito arduo. E da escludersi, prendendo per certi sia la dinamica che il modo di manifestarsi delle luci, che l'oggetto possa essere stato un velivolo convenzionale tipo aereo, elicottero o mongolfiera. Quest'ultima è stata presa in considerazione dai testimoni stessi e subito scartata per la disposizione dei finestrini e per la velocità con cui si è dileguata; stesso discorso per il pallone sonda. Non possiamo pronunciarci sulla questione dei velivoli sperimentali, in quanto, come semplici ricercatori, non ne abbiamo le competenze. In conclusione, riteniamo di non avere gli elementi per stabilire cosa abbia sorvolato quella sera il monte Grumo".

Federico Rosa

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