in breve In breve : Peppinu Mereu il grande poeta tonarese


La rabbia
di Peppinu Mereu
(un intervento di Leonardo Sole)


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Peppino Mereu di Tonara, poeta arrabbiato e tenero, scontroso e romanticamente ribelle, si sentì nella sua breve vita un escluso. Ma, vivendo fino in fondo questa sua condizione, seppe cogliere alcune ragioni profonde della stessa emarginazione storica della sua gente. Molte sue poesie sono diventate popolari, trasformandosi in canti, e oggi è possibile ascoltarle in piazza, nei canti a tenore, in su ballu tundu e in su passu torrau. Era nato nel 1872... Non poté compiere studi regolari (in paese non c'erano scuole). A diciannove anni si arruolò volontario nell'Arma dei carabinieri. Ebbe così modo di frequentare ambienti diversi e di conoscere direttamente alcuni dei mali endemici dell'isola. La sua natura generosa lo spinse a prendere posizione contro i responsabili dello sfruttamento storico e delle ingiustizie quotidianamente subite dai sardi. Cantava nelle sagre paesane misurandosi coi poeti estemporanei e utilizzando la poesia come strumento di conoscenza e di analisi della realtà sociale: un modo di parlare con gli altri e di confessarsi con se stesso ma anche, nei sempre più frequenti momenti di sconforto, sfogo sentimentale e liberazione lirica. Dalla tradizione orale derivò due preziosi elementi, il ritmo fortemente scandito che sottolinea l'autonomia del verso e rende incisivo il messaggio, e la struttura dialogica, che dà alla sua poesia carattere discorsivo e tensione drammatica. Nelle sue opere e sempre presente il «tu» dell'interlocutore, siano gli amici Nanni Sulis e Genesio Lamberti o la famosa fonte di Galusè o la sua Tonara, alla quale si rivolge con epiteti che si addicono a una donna: «O gentile Tonara». In Galusè è la stessa fonte a farsi personaggio, assumendo voce umana: «Gentile signorina... Eo so Galusé, / logu delissiosu de incantu». Questa esigenza di dialogo spiega anche la sua predilezione per l'epistola in terza rima. Poeta sociale quando pochi parlavano di socialismo, Peppino Mereu tomo rabbiosamente al privato negli ultimi tristissimi anni della sua vita, dopo che, congedato nel 1895 per motivi di salute, dovette rassegnarsi a vivere del’aiuto degli amici e quasi d'elemosina, in orgogliosa povertà. Da poeta era ormai giunto alla fine del suo viaggio. Si spense a Tonara l'11 maggio 1901. Ma non aveva gridato in un deserto. La sua eredità venne raccolta da molti.

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