Nelle vicinanze del rio Sisca, lontano dal paese e nascosto alla sua vista, c’è una valle dove il tempo pare si sia fermato. A circa 500 600 metri sul mare ci sono dei terreni ove sono stati impiantati i pochi vigneti del territorio di Tonara. Chi dovesse avventurarsi nella strada sterrata per Massanì , aperta dall’Amministrazione Comunale agli inizi degli anni 80, potrà incontrare , certamente , Austinu e Antoneddu , a cavallo dei loro inseparabili e giganteschi asini . Con caparbietà essi percorrono quotidianamente qualche decina di chilometri per recarsi dal paese al loro podere e viceversa. Incuranti dello scetticismo dei più e dell’aperta critica di qualcuno , si ostinano nel continuare l' attività che hanno sempre conosciuto: lavorare la vigna per produrre il tanto amato nettare.
In autunno, poi, si divertono a smentire i critici che devono assistere alla loro completa trasformazione. Ora che il frutto del loro lavoro è lì tutto il vicinato si trasforma e viene condizionato. Sistemato il camioncino con le botti nella parte alta della piazzetta di "prazza 'e i Gessas", danno il via alla rappresentazione .Si assiste, così, ad un via vai sempre più caotico di persone , ad un attraversamento di pompe ,destinate al travaso del vino nella cantina , al vociare sempre più consistente della compagnia sotto lo sguardo attento dell’amico di famiglia :Vittorio , che non disdegna ,ogni tanto, di assaggiare il prodotto dell'anno precedente : "su binu de Austinu e de Antoni es su prus grassu chi du e siede !". I festeggiamenti si protraggono a tarda notte quando qualcuno, colpito dagli umori di Bacco , comincia a intonare i muttettos. Se nella visita al paese passerete nella via Spano potrete sentire dalla piccola cantinetta il tintinnare dei bicchieri e un continuo brusio : bussate e giudicherete voi stessi se l’opera dei fratelli Sau sia degna di essere continuata.