In breve : La voce, un foglio di informazione
tonarese.
La Voce, foglio di informazione della lista per Tonara
Un nuovo foglio di informazione
Nelle edicole del paese,da domenica 19 novembre 2000, i lettori hanno a
disposizione un nuovo giornale di informazione locale: La Voce . Creato dal
gruppo consiliare di minoranza della lista “Per Tonara”,composta da tre membri
del D.S. tonarese , il foglio di 6 pagine grida che “ci siamo anche noi “.
Nelle ” riflessioni paesane “ , espresse nell’articolo di fondo della prima
pagina, l’attenzione, anche del più distratto fra i lettori , cade sulle
pesanti accuse che vengono mosse all’attuale maggioranza consiliare. A noi non
resta che rimarcare l’aspetto curioso della vicenda : la maggioranza attuale è
guidata dal Sindaco che fino a qualche mese fa era a capo ,per due
legislature, di una maggioranza che comprendeva lo stesso D.S . Dal 1975 il
DS-PDS-PCI ha avuto un ruolo di primo piano e con esso , addirittura, gli
stessi membri (salvo uno) che oggi si addolorano tanto per “ il degrado più
totale in cui il nostro centro storico “ è caduto e per gli altri problemi che
il paese ha di fronte. Eravamo convinti che partecipare alla maggioranza
consiliare di un paese significasse governare un paese con responsabilità .
Evidentemente ci sbagliamo. Ma non ci sbagliamo nel dire che non si può
cancellare con un semplice colpo di spugna ciò che si è condiviso ,nel bene e
nel male, con altri per un quarto di secolo .
da LA VOCE : TONARA: OVVERO RIFLESSIONI PAESANE
Abbandonare la propria storia o, peggio, cancellarla, è il segno di degrado
culturale e morale insieme; significa non avere rispetto del proprio passato,
di ciò che esso ha significato, degli insegnamenti che sempre, in qualunque
tempo, può dare. Noi questo siamo riusciti a farlo, cancellare quasi del tutto
la nostra storia e il nostro passato, abbandonando al degrado più totale il
nostro "centro storico" ( e chissà perché ci ostiniamo a chiamarlo ancora
così!), culla della nostra memoria: non più vecchie case ma ruderi pericolanti
e pericolosi, non ristrutturazioni che abbiano rispettato l'impianto
originale, con utilizzo di materiali in linea con le costruzioni antiche ma
miscugli di ogni genere di moderni materiali; non più i vecchi selciati ma al
loro posto strade fatte a "mosaico", nel senso che hanno un po' di cemento, un
po' di asfalto, qualche buca e molta sporcizia. I vecchi ballatoi in legno di
castagno, una volta simbolo stesso dei nostri rioni storici, ora aspettano
solo di cadere. Una grande e unica vergogna. Sembra purtroppo finito il tempo
in cui potevamo andare fieri dei nostri tre storici rioni, simbolo unico di
Tonara, caratteristica riconosciuta e riconoscibile da tutti, per
l'originalità, l'unicità e la risonanza poetica dei loro nomi. Abbiamo
un'altra grande colpa che è quella di aver messo nel dimenticatoio della
nostra mente forse il più grande poeta in lingua che la Sardegna abbia avuto:
Peppino Mereu, nostro sfortunato e dimenticato concittadino. Vi sono paesi in
Sardegna, che addirittura si inventano poeti inesistenti o comunque senza
nessuno spessore culturale, per innalzarli a gloria immeritata e noi, con
nostra grande vergogna, abbiamo quasi cancellato Poppino Mereu dalla nostra
storia. Certo, nel 2001 ricorrerà il centenario della sua morte e in tutta
fretta ci appresteremo a rendergli onore perché allora sarà per noi un
obbligo, ma questo non cancellerà certamente le nostre colpe e la nostra
piccolezza culturale. E' vero, abbiamo costruito tanto e c'è stato poco tempo
per pensare al centro storico, a Peppino Mereu, e men che meno ne abbiamo
avuto per fare cultura, per discutere, per dare dignità intellettuale a questo
paese; poco tempo e pochi soldi anche per pulire le strade, per curare piazze
e giardini (anche se ritenerle tali è già un'esagerazione), per rinnovare
marciapiedi e illuminazione pubblica; poco tempo, infine, anche per ultimare e
rendere fruibili tutte le opere pubbliche di cui disponiamo (per modo di
dire): Campeggio, Ostello, Centro Polifunzionale, Parco Comunale ecc. Non c'è
stato neppure il tempo per dare a Tonara, paese da sempre dell’artigianato e
del commercio, una zona artigianale e dare così il giusto supporto ad un
settore che attraversa serie difficoltà e dove registriamo carenze
preoccupanti di arti e mestieri (eppure se ne parla da decenni e questo doveva
essere sufficiente per qualcuno che invece di ascoltare ha preferito andar via
per investire altrove). Siamo stati e siamo un grande cantiere sempre in
movimento e siamo un grande paese sempre in espansione da nord a sud e da est
a ovest, chilometri di strade e chilometri di condotte idriche e fognarie,
costi enormi per un bilancio esiguo come può essere quello di un paese di poco
più di duemila anime. L'elenco delle nostre colpe potrebbe essere ancora
lungo, ma piangerci sopra non cambia lo stato delle cose: le riflessioni
aiutano ma da sole non sono sufficienti. Per ora ci consoli il fatto che di
questo passo fra non molto avremo anche metropolitana, semafori, autobus,
università, forse l'aeroporto e perché no, campi da golf, piscine e un porto
fluviale: siamo un grande paese; disabitato, sporco e disastrato, ma grande,
tutto l'altro ha poca importanza. Coraggio.