A questa comune credenza dei parlanti lo specialista dà senz'altro il suo assenso: dunque Tonara significa propriamente «luogo di tóni-(ri)». ' È da precisare che il tema ton(n)- indicante cime di monti o di colline trova riscontro in altre regioni d'Italia, come hanno segnalato anche i linguisti G. Bottiglioni, G. Alessio e J. Hubschmid; però allo stato attuale degli studi è per ora impossibile approfondire tali connessioni. Per ora sia sufficiente dire che in latino esistevano i nomi personali Ton(n)ius e Tonneius, che W. Schulze, il grande studioso dell'onomastica romana, presenta come di origine etrusco. A prescindere da tutte questo, è chiaro che Tonara è un toponimo di origine nuragica; e infatti vicinissimo al paese esiste un nuraghe diroccato su un cucuzzolo di monte, nel quale sono state trovate delle tombe. Nuova conferma, questa, della destinazione religiosa dei nuraghi, dato che sempre e dappertutto gli uomini hanno seppellito i loro morti vicino ai templi, con l'intento di ottenere per loro la protezioni delle divinità ivi adorate (cfr M. Pittau, La Sardegna Nuragica, Sassari 1980, pp. 91 92). Il villaggio di Tonara è citato molto per tempo nei documenti medioevali sardi: ( precisamente nel Condaghe di S. Maria di Bonarcado nella scheda 98, che risale a primi anni del secolo XIII nelle Rationes Decimarum Italiae - Sardinia n. 364, S Anastacie de villa de Tunare, dell'anno 1341. In queste Rationes, però, è molto notevole il fatto che — quasi sicuramente — venga citato l'attuale rione di Tonara, Ilalà, per ben tre volte (nn. 1358 1617, 1900); segno evidente che in età medioevale il nucleo principale del villaggio era proprio questo. Il villaggio risulta ancora citato nell'atto di pace tra Eleonora d'Arborea e Giovanni d'Aragona del 1388 (Codex Diplomaticus Sardiniae I 846/2: Tonara. E compare anche nella Chorographia Sardiniae di J.F. Fara, del 1584 (p. 75 dell'edizione del Cibrario): oppidum Tonarae della curatoria del Mandrolisài.