in breve In breve : uno spauracchio si aggira nelle buie sere tonaresi...


Su Maschinganna
un mitico personaggio

C'è un personaggio della mitologia tonarese che sta conquistando gli onori della cronaca. Oltre che nella memoria degli anziani, infatti, esso viene rivisitato da molti autori che nei loro articoli vi fanno, spesso, riferimento. In questa gara di citazioni mitologiche annotiamo i proff. Gino Camboni e Marisa Lallai che nel loro libro "Tonara il paese,la storia,la montagna" a pagina 23 scrivono: " … in sintonia con le leggende del paese che vogliono questi pascoli popolati di diavoli e forze misteriose ,una quercia solitaria ,nella "zona maledetta" di Tracullau, mostra evidenti le ferite prodotte da un fulmine. In passato si sarebbe pensato a su masch'inganna, al diavolo – ammette un anziano pastore – ma a queste cose ormai non ci crede più nessuno." e più avanti a pagina 93 "… sono nate nella solitudine dei pascoli, tra belati e suoni di campanacci,anche le infinite storie sulla presenza ossessiva di su masch'inganna ,il diavolo. C'è persino chi afferma di averlo incontrato."Io credo di averlo visto,quando avevo 13 anni, nella zona di Cherà ,verso Talare, a valle delle cave di Santu Leo – confessa Nino Garau,54 anni, ex pastore- e ricordo bene l'episodio: stavo saltando alcuni muri a secco, inseguito da i cani di Tiu Trincone, quando mi è apparsa una donna , una ragazza madre ,in costume tonarese e mi è sembrato che al posto dei piedi avesse zampe di avvoltoio. In passato , anche tia Marianna Toccori aveva incontrato, sempre a Cherà, unu masch'inganna con sembianze di donna e con ped'e pudda,con zampe di gallina." In un articolo su L'Unione Sarda il Prof. Giorgio Pellegrini nell'affrontare il problema del ritrovamento del pittore Hans Paule rincara : "… Chissà se in quelle selvatiche e godute peregrinazioni si sarà mai imbattuto, il nostro (Hans Paule - ndr ) , nel mitico tiu Boboari, vetusto pastore - l'occhio fisso nel vuoto dell'Aldilà - capace di parlare con i morti, o peggio abbia mai incrociato su masch'inganna, orribile demone silvestre che soleva mostrarsi in guisa di bella giovine tonarese, dalla cui gonna però - vera Baba Yaga barbaricina - sporgevano zampacce artigliate di grifone". Masch'inganna qua, masch'inganna là questo novello Figaro ci costringe ad approfondire la questione. A parte il nome l'aspetto della leggenda su cui tutti concordano è che si trattasse di una donna con le zampe di gallina .Le perplessità nascono sulla descrizione del suo aspetto. C'è chi la descrive brutta e demoniaca ma la maggioranza propende per un aspetto bellissimo e ammiccante . Tutti concordano su un aspetto centrale : le gambe. Dovevano essere lunghe e bellissime da mozzare il fiato a pastori e contadini. Avevano un piccolo difetto , la parte terminale, i piedi, non appartenevano al genere umano. Per questo motivo il masch'inganna curava di nasconderli in vari modi. Il nostro personaggio ha impaurito numerosi pastori e contadini ma non solo. E' stato usato, spesso, per incutere primordiali paure nei ragazzi . Narrano le persone di una certa età che non disdegnasse di visitare le case . Alcuni in presenza di un ospite femminile sconosciuto presero l'abitudine di invitarla ad avvicinarsi al focolare per scaldarsi i piedi e assicurarsi della reale identità umana dell'ospite. La nascita di questo personaggio mitico non è molto antica, comunque non anteriore alla seconda metà dell'ottocento. Nell'ipotesi più credibile la leggenda si è sviluppata a seguito della costruzione della linea ferroviaria nella seconda metà dell'800. Per la realizzazione di questa importantissima arteria di comunicazione furono coinvolte diverse società ed alcune provenienti perfino dall'estero. Una in particolare proveniente dall'Inghilterra introdusse un mezzo di trasporto , celere ,agile e adatto a percorrere anche i tratti impervi e impossibili . Al suo apparire le popolazioni furono intimorite e incuriosite : non avendo mai visto prima qualcosa di simile. Niente di strano , quindi , che a partire da esso nacquero delle esagerazioni , dovute alle sue improvvise apparizioni , magari all'imbrunire , e alla paura del nuovo .Ben presto i racconti si trasformarono in leggenda . L'immaginario collettivo fu colpito dall'elemento più evidente di questo mezzo : le gambe lunghissime. Il mezzo ......... pare che fosse nient'altro che... uno struzzo .