E' difficile accertare precisamente quando l'arte di fare il torrone sia stata
importata a Tonara. Ciò che appare certo è che la costruzione della ferrovia
Cagliari-Sorgono , alla fine del secolo scorso, ha costituito per i tonaresi
un momento importante di contatto con molti lavoratori del continente
(soprattutto toscani), contatto che ha lasciato molte tracce nell'economia del
paese. Se l'arte é stata appresa da questi uomini o appresa altrove da qualche
tonarese, è impossibile a precisarsi.
Gli informatori sono molto vaghi sulle origini e molti sono convinti che il torrone sia un dolce tradizionale che esisteva in Tonara già prima del 1850. II Casalis non fa menzione del torrone nel suo Dizionario . E' certo, comunque, che alla fine del secolo il torrone veniva prodotto da una famiglia tonarese che ne monopolizzò la produzione e la vendita per quasi un decennio. La famiglia Carta possedeva due grandi caldaie di rame (su keddargiu) nelle quali veniva confezionato il dolce e probabilmente il «segreto» della produzione passo ai parenti più prossimi. Inoltre, la famiglia produceva più torrone di quanto ne potesse vendere da sola e metteva 1'eccedenza a disposizione degli ambulanti che erano interessati a vendere. A partire dal 1910 si contavano mezza dozzina di uomini che viaggiavano a piedi o a dorso di cavallo vendendo torrone, noci, noccioline, campanacci e altri prodotti artigianali nelle varie feste religiose che si svolgevano in tutta 1'isola. Per varie ragioni il torrone era un prodotto ideale per Tonara: degli ingredienti che sono necessari per la sua produzione, il miele e la frutta secca sono prodotti localmente, e gli albumi d'uova erano facilmente reperibili nei paesi vicini. Attorno agli anni '20 venti famiglie avevano, ormai, acquistato le loro caldaie di rame e producevano il torrone a casa. Gli ingredienti venivano mescolati a mano, a fuoco lento (il «vero» segreto per un buon torrone) per molte ore. La preparazione degli ingredienti (pelare e tostare la frutta secca e preparare il miele e gli albumi d'uovo) richiedeva molte ore di noioso lavoro. Normalmente questo lavoro, tipicamente femminile, era svolto da moglie e figlie del torronaio, ma, se necessario, si ricorreva a manodopera femminile all'interno della cerchia parentale o anche a giovani donne retribuite. Durante gli anni '20 c'erano nel paese circa centoquindici ambulanti che viaggiavano e vendevano merci varie nell'isola. Non tutti questi erano venditori itineranti a tempo pieno: molti erano gente estremamente povera che, avendo un piccolo surplus di castagne e frutta secca, li portava in Campidano per lo scambio con prodotti locali. Durante questo decennio, comunque, veniva introdotto il carrettone che contribuì fortemente alla creazione di una vera categoria di ambulanti e torronai in Tonara. I tonaresi , che avevano appreso la carpenteria dai carpentieri toscani venuti a costruire la ferrovia, erano diventati essi stessi produttori del carrettone, essenzialmente un adattamento del vecchio carro agricolo che facilitava i viaggi a lunga distanza. Questa innovazione tecnica consenti ai torronai di assentarsi da casa per periodi più lunghi e comporto di conseguenza un notevole ampliamento del mercato. La crescente produzione costringeva i produttori ad acquistare miele dagli Abruzzi e a dipendere maggiormente dal lavoro retribuito. In questa fase si può individuare il primo momento di sviluppo: il miele prodotto localmente non basta più a soddisfare la richiesta dei produttori, e la manodopera salariata incomincia ad essere impiegata in un modo semipermanente (vengono assunte sempre le stesse persone durante i periodi in cui si lavora).Nel risveglio della crisi postbellica un'altra innovazione tecnica, 1'automobile,superò il carrettone, cosi come il carrettone a suo tempo aveva superato il cavallo.
Si adottò il trasporto meccanizzato e nel giro di pochi anni le macchine
avevano completamente sostituito il carrettone. L'automobile ha talmente
soppiantato quest'ultimo che quei torronai che non si potevano permettere di
comperare un mezzo motorizzato furono costretti a viaggiare con mezzi
pubblici, portando con se le loro merci e un tavolo pieghevole. E' importante
notare, però, che 1'introduzione dell'automobile, pur rappresentando un
cambiamento significativo, un momento di sviluppo, non comporta tuttavia una
rottura, un passaggio qualitativo , dal vecchio al nuovo. Infatti, si assiste
in un primo tempo ad una estensione della capacità di smercio (cioè il
mercato), ma non ad un adeguamento della capacità di produrre (cioè un
cambiamento nei modi della produzione). Col tempo, pero, questa situazione di
squilibrio ha portato inevitabilmente conseguenze profonde anche nell'ambito
della produzione.