Per effettuare un'accurata lavorazione, si impastava l'argilla con le mani e con l'uso di una lama, veniva fatta a pezzi e si impastava nuovamente. Questa lavorazione si effettuava dunque o sei volte. Alla fine si preparava il forno e questa era l'ultima sequenza. Pero, l'argilla doveva avere una forma che si otteneva attraverso uno stampino in legno. Per il mattone non occorreva un grande sforzo, mentre la tegola, che veniva cotta nello stesso forno, richiedeva una lavorazione più accurata. Infatti, per far si che assumesse la tipica forma curva, l'argilla veniva messa sopra una forma in legno che assomigliava ad un cilindro tagliato a meta nel diametro. Per ottenere una buona tegola bisognava pressare l'argilla molto forte sulla formina e, infine, si introduceva nel forno. La fornace è costituita da tre parti. La parte centrale è chiamata "camera di combustione", perché c'é il fuoco, mentre ai lati venivano sistemati i mattoni obliquamente in modo che questi risultassero cotti da ambo le parti. Per introdurre le fascine c'era un buco che poi veniva chiuso per non far disperdere il calore. Si lavorava in continuazione per tre giorni e quattro notti. La notte si controllava ogni dieci minuti. Ogni giorno si producevano 600 tegole e 1000 mattoni.