Sul davanti della gonna vi è il grembiule , che in sardo viene chiamata “sa
chinta”, composto da quattro tipi di stoffa diversa riportanti i tessuti della
gonna ,la prima è di panno rosso ,la seconda di seta fiorita, la terza, quella
inferiore, di tessuto prezioso, il tutto, orlato da una striscia di seta nera.
Il grembiule veniva chiuso con una catena d'argento terminante con due ganci
che hanno una forma di cuore, lavorati artigianalmente, con disegni stilizzati
al centro, e impreziositi da pietre dure colorate. I ganci poi, terminano con
un nastro e una guarnizione colorata. Sul capo, le donne di Tonara portano un
ampio scialle che viene chiamato ' su muccadore’ . E' orlato da lunghe frange
e ricamato con un motivo floreale, nella parte che scende sulle spalle. Lo
scialle è fissato al capelli con una spilla d'oro, uno dei pochi gioielli
insieme al bottoni d'oro della camicia e ad uno spillone che adorna il
grembiule. Tanti anni fa le anziane donne, al posto del fazzoletto, usavano il
manto nero che in sardo viene chiamato "su manteddu”; è composto di purissima
lana, è lungo un metro e largo un metro e venti cm che chiudeva sul davanti
con due ganci e scendeva a metà braccio e sulle spalle. Tuttora, il manto nero
non è del tutto scomparso, ma lo usano solo pochissime persone, mentre altre,
lo tengono custodito come ricordo. In occasione di lutto, le donne eliminano
le parti più vivaci, lasciando solo il bianco della camicia e il rosso della
gonna. Le vedove, invece, vestono completamente di nero, ad eccezione della
camicia che resta bianca. Le scarpe, che in sardo venivano chiamate "is
cazzolas artas”, erano di pelle di capretto lucido e arrivavano al ginocchio,
con il tacco alto. Ora si usano scarpe basse con il tacchettino.
II tessuto per la gonna era di orbace fine ottenuto dalla lana della pecora. Il tessuto si metteva nell'acqua per farlo ammorbidire . In seguito veniva appoggiato sopra un foglio di legno di castagno alle cui estremità c'erano 3 o 4 chiodi per parte che servivano per fissare il tessuto e si iniziavano a fare le pieghettine. Una volta eseguita la plissettatura del tessuto, le pieghettine venivano imbastite con lo spago e si lasciava all'ombra per 20-30 giorni . Passato questo periodo di tempo, il tessuto veniva tolto dalla tavola e a questo veniva cucito un panno nero “s’iffertoriu de sutta". Nel davanti del tessuto, o «sa parte ona”, si applicava un'altro tessuto di seta fiorita e "'s’arreffettu” e a questo inserto si applicava un'altro tessuto più lungo che era di seta nera damascata « s’iffertoriu de seda niedda". La gonna veniva infine guarnita nella parte finale da un orlo di seta nera chiamata "orrolliu”. Il tutto veniva plissettato come nella parte atta della gonna. Le pieghettine però sono assenti del tutto nel davanti della gonna, anche perché questa parte sarà coperta da "sa chinta" o grembiule.
Lo scialle è fatto di seta e viene ricamato a punto pieno, un tipo di
ricamo molto antico. Come prima fase si là il disegno con iI bottone bianco e
poi si copre con la seta di vari colori: le foglie sono ricamate con la seta
verde le margherite sono ricamato con la seta celeste,le rose di colore rosso
,le mammole di color giallo.
La camicia viene ricamata nel polsini e con l’ago bisogna effettuare piccolissime pieghettine. I punti impiegati per i ricami sono vari, per esempio punto Intaglio, punto pieno, punto margherita. Poiché sono poche le persone che sanno ricamare. oggi alla camicia vengono applicati del pizzi che vengono acquistati nelle mercerie.