PATERNO' ATTUALE

Oggi Paternò è un vivace centro agricolo commerciale legato, per vicinanza, alla città di Catania da un'ampia superstrada. Superato il periodo post bellico delle due grandi guerre che hanno listato a lutto parecchie famiglie paternesi e creato danni notevoli alla città, la comunità ha saputo reagire con una certa solerzia ma senza raggiungere quell' autosufficienza nel campo lavorativo. La disoccupazione rimane uno dei problemi che più tristemente attanagliano la vita economica della città che rimane legata essenzialmente ad una economia agricola e artigianale-commerciale.Manca quasi del tutto il settore industriale di trasformazione. Nei periodi post bellici il nord Europa e anche gli Stati Uniti sono stati i poli di attrazione per dare un posto di lavoro sicuro ai nostri giovani e molte famiglie paternesi hanno vissuto delle rimesse degli emigrati. Numerosa è, per esempio, una nostra comunità di emigrati a Milano. E' proprio a Milano, cuore economico dell'Italia, che negli anni 60 si pone in luce nella storia borsistica di piazza Affari il paternese Michelangelo Virgillito, il classico immigrato in cerca di fortuna e di lavoro. Anche oggi è ricordato come uno dei più noti "rialzisti" capaci, all'epoca, di influenzare l'andamento degli scambi commerciali e che legò il proprio nome ad aziende come la Liquigas e la Lanerossi Vicenza. Dato saliente del Virgillito, cattolicissimo, è che ad ogni affare devolveva parte dei guadagni in beneficenza facendo così spuntare in Italia diversi asili e orfanotrofi a suo nome. Non c'è chiesa a Paternò che non porti il nome di Virgillito quale benefattore per interventi di restauro e tutela. Alla statua della Madonna della Consolazione donò una corona d'oro e brillanti di grandissimo valore. Esiste tutt'ora, a Paternò, una fondazione intitolata a Michelangelo Virgillito che si occupa dell'assistenza dei poveri secondo la volontà del noto defunto benefattore, presidente attuale è il prevosto don Salvatore Alì. Due sono i settori che non sono mai riusciti a decollare in città:l'industria e il turismo. Eppure in apparenza tutte le carte sembrerebbero in regola, certamente la mancanza di infrastrutture non ha aiutato il decollo industriale ma anche una certa mentalità individualistica e diffidente ha reso difficile la nascita del settore. Per il turismo le cose si complicano; non è sufficiente il grande tesoro storico e artistico, le Salinelle, le acque ferruginose la vicinanza col l'imponente Etna se poi sono in affanno i servizi essenziali di costante decoro ,sicurezza e fruibilità. L'oro dei paternesi rimane l'agricoltura specie con gli agrumi,buona la produzione e ottima la qualità ma in questi ultimi anni la concorrenza dei paesi nord africani ha reso difficile il settore. In Italia, Paternò è conosciuto come il paese delle arance. Ma dove il paternese dimostra tutta la sua fantasia e la sua creatività è nel campo alimentare e specialmente in quello dolciario. I dolci e i gelati sono superbi sapori da ammaliare anche i palati più raffinati. Saranno gli ingredienti sani, l'aria frizzante che sa da Etna e di mare o forse l'acqua da sempre apprezzata anche dai forestieri a dare a queste leccornie locali quel tocco di prelibatezza che riesce sempre a renderle inimitabili. Famose le "Lune" di Natale, le cassatelle, i panzarotti e poi il dissetante latte di mandorla, ma anche un solo caffè, cremoso al punto giusto,diventa soddisfazione e voglia di tornare. Vive sono le tradizioni religiose, commovente quella del venerdì santo con l' Addolorata che segue il Cristo morto e la festa della patrona S.Barbara, il 4 dicembre, che vede un ricco cerimoniale che dura quasi un mese. Per l'8 settembre, festa di Maria Bambina, si ripete una fiera di antica tradizione che di recente si svolge all'interno dei giardini pubblici Moncada.

 

Via Vittorio Emanuele

 

 

 

 

 

Aranceti

 

 

 

 

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