Salutò la madre e il
fratello e si diresse verso la foresta. Qui giunto, colse alcuni fili
d’erba, li tocco con il talismano e…
- Che tu sia un
cavallo! – disse, buttando il filo più lungo
- Che tu sia un
coltello! – continuò, piegando un altro filo d’erba.
- Che tu sia fucile!
– comandò al terzo filo d’erba.
Immediatamente un
bel cavallo scalpitò davanti a lui ,un coltello s’infilò nella sua cintura e
un bellissimo fucile appeso sulla sua spalla. Mavungum, tutto contento, salì
sul cavallo e partì. Cavalcò per parecchio tempo, finché a un certo punto,
si sentì stanco e affamato. -Talismano mio, mi fai morire di fame? - disse, toccando la pietra. Subito, davanti a
lui, apparve un sontuoso banchetto. Il giovane scese da cavallo, mangiò e
bevve a sazietà, poi tutto allegro riprese il viaggio. Dovete sapere che,
non lontano dal posto dove Mavungun si era fermato a mangiare, c’era una
bellissima città. Essa era governata da un re che aveva una figlia assai
capricciosa. La fanciulla era in età da marito, ma, per quanto già molti
l’avessero chiesa in sposa, ella aveva rifiutato a tutti la sua mano.