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E... LE SCARPE RACCONTANO
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Campi di esperienza privilegiati: Il sé e l'altro Lo spazio, l'ordine, la misura Le cose, il tempo, la natura |
Il nostro progetto didattico annuale del 1996/97 è stato improntato sulla conoscenza e il recupero dell’ambiente più vicino al bambino e cioè il quartiere. Nel periodo di marzo-aprile, in occasione della festa del papà, abbiamo programmato una sequenza didattica con l’obiettivo di far conoscere ai bambini alcuni dei mestieri forse più antichi, ma anche poco conosciuti, perché lontani dalla loro realtà socio-familiare (falegname, imbianchino, fornaio…).
Abbiamo pensato di attivare un percorso che, partendo da una storia fantastica, ci permettesse di introdurre stimoli senso-percettivi relativi ad alcuni mestieri che poi avremmo verificato attraverso le uscite nel quartiere e cercato di introdurre in conoscenza. Per fare ciò ci serviva un oggetto comune ai vari mestieri, ma nello stesso tempo discriminante a livello sensitivo- percettivo. La scelta è caduta sulle scarpe… e le scarpe raccontano.
La prima esperienza stimolo "Le scarpe del gigante" (titolo dettatoci dai bambini) è avvenuta nella sezione dei piccoli. I bambini hanno trovato, in un angolo della sezione, sotto un contenitore dei giochi, un paio di grossi scarponi neri (n. 46-47). Superata la fase del timore, gli scarponi sono diventati oggetto di gioco-dramma. È ben presto arrivato un gruppo di "grandi" che ha iniziato a fare le ipotesi più disparate sul proprietario degli scarponi e sulla loro provenienza, imbastendo storie su orchi giganti, principesse rapite, ecc.
Quasi tutti a turno hanno provato a calzare gli scarponi, vivendo emozioni legate alla "propria conoscenza" di quel personaggio immaginario (voce cavernosa, passi pesanti, passi lunghi, ecc.).
Successivamente, a distanza di qualche giorno, quando l’interesse per l’oggetto è scemato, abbiamo preparato il secondo stimolo.
Nella "stanza dello specchio" (laboratorio psico-motorio, drammatico-espressivo) abbiamo lasciato in gran disordine delle scarpe di varie misure e tipologia, alcune "volontariamente" sporche di sostanze quali terreno, farina, pittura, erba, grasso di macchina, ecc. A gruppi i bambini sono entrati nel laboratorio ed hanno cercato prima di mettere insieme le scarpe che risultavano spaiate, poi di associare la forma, le macchie, l’odore al mestiere del proprietario delle scarpe. Sono stati liberi di calzarle, giocando tra di loro, improvvisando scenette di vita quotidiana. In questa fase le educatrici sono state solo attente osservatrici, registrando con carta e penna i comportamenti del gruppo, le frasi dei bambini, gli atteggiamenti nei confronti dell’oggetto.
La rilettura dei dati registrati c’è stata utile per una verifica del percorso programmato e come base di partenza per programmare nuovi obiettivi.
Il percorso ha previsto anche alcune uscite sul territorio, per la ricerca e verifica nell’ambiente delle ipotesi fatte a scuola dai bambini. Siamo andati a trovare il contadino, il pasticcere, il pizzaiolo.
Le insegnanti: Angela Dentico, Sara Terruso e Antonia Turchiano