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la mia scuola di campagna,
era un piccolo santuario, con le zanzare, con le pecore e con questi
quadretti, scritti per i miei alunni, ora grandi, come le querce.....
Sono queste le poesie per i miei scolari di campagna
.
I miei ragazzi rurali, non amano, non ricercano le novità moderne,
lette con fatica e non ritenute a memoria. Io ho scritto soltanto per
i miei ragazzi della campagna
"
Bernardino
Sacerdote e Maestro rurale,
di via Boccea
In questo aspetto della storia di Montespaccato al tempo dei bisnonni
e dei nonni ci piace riportare dei "quadri" di vita scolastica
descritti da padre Bernardino nel suo libro "Maestri
Ragazzi
e Passeri di via Boccea".
"La scuoletta di legno, pitturata
verde, aveva trant'anni di lavoro.
Resta solo il cipresso nell'entrata.
Lo piantarono dodici scolari
di quinta, per ricordo del maestro
caduto con cinquanta militari."
(da: Il cipresso della scuola)
"La maestrina,
questa mattina,
già di buon'ora,
era in campagna.
La verde scuola
di legno, pitturata,
era adornata
con vasi di gerani.
Sei scolaretti,
sei poveretti,
sono arrivati
a piedi, soli,
con tanti fiori,
da dare alla maestra.
Nella finestra
Aperta, c'era il sole.
Tutti i bambini
di contadini;
.. (da: Maestra di campagna)
"La penna stilografica,
per i bambini
dei contadini,
s'è penna d'oro,
è un tesoro!" (da: La penna stilografica)
"Una volta, nell'anno trentacinque,
c'erano sette scuole, a via Boccea,
ci campagna, pulite, col giardino
a quadrati, a rettangoli, a trapezi
fioriti con le rose e le favette.
Erano "Scuole per i contadini",
per i pastori,
La maestra dormiva nella scuola,
aveva la sua cuccetta e la cucina,
arricchita di pane e di ricotta
portata con i fiori di ginestra,
da cinque scolaretti, pecorari,
nati nelle capanne dei Veglianti.
Le maestre restavano sei ore
Al giorno, con i poveri scolari,
la sera con le donne al casolare.
La maestra
.
Trent'anni di zanzare e di missione.
Sono scomparse le scuolette verdi;
sono finiti i figli dei pastori.
C'erano sette scuole in via Boccea!
Pier delle Vigne, ancora in baraccone.
Fogaccia, ora centrale di ricotte
(da: Sette scuole campagnole)
Mio nonno viene a scuola
con me
.
Abbiamo, la mattina,
la stessa maestrina.
Io sono in quarta classe.
Mio nonno fa la prima:
già sa la geografia
d'Italia e d'Algeria.
E' stato in Albania,
Germania e Stati Uniti.
Conosce l'Argentina,
l'America Latina.
Mio nonno legge e scrive
soltanto le vocali.
Ha dodici medaglie
per tante sue battaglie.
Fa i conti con le dita.
Risolve i miei problemi.
Mio nonno fa il pastore.
Lo chiamo professore.
Mio nonno viene a scuola
col vecchio sillabario.
L'aiuto a camminare!
Ha voglia d'imparare!
(da: Mio nonno viene a scuola- Padre Bernardino)
Dal tempo
dei bisnonni ad oggi la scuola è cambiata in modo sorprendentemente
eccezionale !!!
BISNONNI E NONNI |
GENITORI |
NOI OGGI |
Fino agli anni '50 a scuola ci si andava scalzi e il primo che
arrivava doveva avere con sé la legna per accendere la stufa.
Alcuni bisnonni non andavano a scuola perché dovevano
sbrigare le faccende nei campi e in casa. Molti hanno frequentato
soltanto la prima classe. Molti nonni hanno frequentato soltanto
tre anni di elementari. C'erano classi numerose, di soli maschi
con un maestro e di sole femmine con una maestra. Ma nelle scuole
di campagna c'erano anche classi miste sempre molto numerose.
I maestri di un tempo erano più severi e alla mattina ispezionavano
i loro alunni: se erano puliti, tutto andava bene, ma se non lo
erano...attenti alle orecchie, alle mani!!!! C'erano punizioni
a non finire per chi non ascoltava la lezione o macchiava il quaderno
con l'inchiostro...
I nostri bisnonni non avevano la cartella e mettevano il quaderno
(avevano un solo quaderno!) la penna con l'inchiostro e il calamaio
in una sacca di stoffa. Non avevano la colla e la facevano con
acqua e farina. Alcuni nonni avevano la cartella fatta con il
cartone o con il legno.
Quando entrava il direttore ci si alzava in piedi e si diceva
sempre:<< Buon giorno direttore>>.
Le aule dei nostri nonni erano poverissime. I banchi erano di
legno a due a due, in pendenza, col buco per il calamaio dell'inchiostro.
La cattedra era su una pedana.
Alle pareti c'era qualche carta geografica, la foto del Re e il
crocefisso.
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I genitori nati alla fine degli anni '60 e nei primi anni del
'70 andavano a scuola con il pulmino.
Tutti i genitori sono andati a scuola.
I nostri genitori avevano la cartella di cuoio dove mettevano
i quaderni, i libri (di lettura e il sussidiario), l'astuccio
con la matita, la gomma, il temperino, la penna (dagli anni '60
non si è più usata la penna con il calamaio)i colori
pastello. Come noi, avevano i quadernoni, i pennarelli... alcuni
hanno avuto il Tempo Pieno come l'abbiamo noi.
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Oggi soltanto chi abita vicinissimo alla scuola, va a piedi, ma
con le scarpe! Gli altri vengono a scuola con la macchina o con
il pullman.
Per riscaldarci d'inverno, abbiamo i termosifoni e non
dobbiamo portare la legna a scuola.
Oggi c'è l'obbligo di frequentare la scuola fino a 16 anni
. Le classi sono miste e meno numerose.
Oggi gli insegnanti sono meno severi e non danno più bacchettate.
Noi oggi abbiamo zaini coloratissimi in cui mettiamo astucci a
più piani forniti di ogni sorta di penne (anche colorate),
gomme e temperini dalle forme più svariate, matite, pastelli,
pennarelli, pastelli a cera, acquerelli, pennelli, forbici, colla...
Abbiamo numerosi quadernoni, uno per ciascuna materia e ne lasciamo
un po' a scuola per non portare troppo peso in spalla.
Oggi noi abbiamo molti più strumenti per scrivere, velocemente
e senza troppi problemi: matite e biro cancellabili.
Il computer poi ci permette di scrivere e stampare pagine quasi
perfette.
Oggi i banchi mentre oggi sono piani, a forma di tavolino, hanno
le gambe in ferro e il pianale lucido e colorato.
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La scuola dei bisnonni
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Parlando dei giocattoli le nonne e i nonni raccontano che
non c'erano; qualche volta li costruivano loro. S. Lucia portava
le arance o i mandarini, i cachi
. .
Inoltre i bambini e le bambine non avevano molto tempo per giocare
perché dovevano rendersi utili in casa oppure svolgevano
piccoli lavori..."
Un gioco diffuso invece erano le biglie. Le bottiglie della gazzosa,
che non si chiamava Sprite come oggi, non erano di plastica ma
di vetro e per tenerle in pressione erano chiuse da una bella
biglia in vetro. Noi andavamo nelle osterie e cercavamo di prendere
queste biglie dalle casse di gazzosa. Nella nostra immaginazione
una biglia di vetro valeva dieci biglie di terracotta. Chi vinceva
al gioco prendeva le biglie dall'altro; chi perdeva sempre doveva
farsi dare qualche monetina dal papà per ricomprarsele..."
(dai racconti dei bisnonni)
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Molti
contadini e pastori erano analfabeti e firmavano col segno +
... ma
- in
matematica erano bravissimi nel calcolo orale
- chi
sapeva scrivere usava una calligrafia molto curata
Conservazione
della tradizione e della cultura sia a livello familiare sia
nei cicli di produzione
- Festa
per la raccolta
- Festa
per la tosatura
- usare
di tramandare i nomi e tutto ciò che si sa fare ...
Sapere
legato alla produzione
- Conoscenza
delle tecniche e dei tempi relativi all'agricoltura ed all'allevamento
del bestiame
- Tecniche
di lavorazione, trasformazione e conservazione di alcuni prodotti
(farina, latte, lana, cotone,
)
- Conoscenza
del territorio: scelta delle zone ed orientamento nei percorsi
legati alla transumanza ed al pascolo.
- Conoscenza
e cura delle malattie del bestiame e delle persone.
S
c u o la
- Punizioni
e castighi
- QUADERNI
MATITE COLORI gratisdovevano essere consumati completamente
- DOTTORE
a scuola analisi malaria 1936 casi di tifo
Tutte le mattine era distribuito agli alunni un cucchiaio
di olio di fegato di merluzzo.
- MAESTRA:
dormiva a scuola (cucina e cuccetta) - Mangiava pane e ricotta
portati dagli alunni - Sei ore di scuola - Tempo libero con
le donne nei casolari.
- Via
BOCCEA - --- sette scuole ---- pastori e contadini
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