trivella FONTE

B 26

TRIVELLA
ANNO
Primi anni del 1900
DESTINATARIO
Artigiano
DESCRIZIONE
E’ di ferro ed ha un manico di legno infilato in un anello. L’ultimo pezzo è a spirale ed è arrugginito.
SCOPO
Bucare il legno.
INFORMAZIONI
Il manico è fatto artigianalmente. Si fa girare per fare grossi buchi nel legno, nei muri, … Era prezioso come ogni altro ogeetto da lavoro perché se ne trovavano pochi e spesso erano addirittura stati portati dai paesi d’origine
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
L’uomo era un artigiano-falegname e si costruiva gli attrezzi da solo per fare i lavori. Non c’erano ancora trapani elettrici.

 

raspa FONTE

B 27

RASPA
ANNO
Primi anni del 1900
DESTINATARIO
Falegname
DESCRIZIONE
Oggetto composto da due parti: un manico di legno ed una specie di lima, non affilata.
SCOPO
Lisciare il legno.
INFORMAZIONI
Serve per raschiare il legno, il metallo o il cuoio.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Oggi il legno nelle fabbriche si rende liscio con macchine industriali.

 

sega FONTE

B 28

SEGA
ANNO
1950 circa
DESTINATARIO
Contadino e il pastore.
DESCRIZIONE
Manico in legno, termina con un buco per appenderla. ha una lama di ferro sottile, larga, dentata, fissata al manico
SCOPO
Tagliare legno
INFORMAZIONI
Questa sega in particolare serviva per potare la vite.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
questo oggetto ci dice che in Borgata si coltivava anche la vite e che il contadino trasformava da solo l’uva in vino.

 

martello FONTE

B 30

MARTELLO
ANNO
1920
DESTINATARIO
Bisnonno e nonno



DESCRIZIONE
E’ di ferro ed ha un manico in legno. Ci sembra un pappagallo.
SCOPO
Battere i chiodi e togliere i chiodi messi male.
INFORMAZIONI
Indispensabile per il lavoro dei contadini, dei muratori e dei falegnami.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Uno strumento serviva a più tipi di lavoro, magari cambiava leggermente la punta.

 

tenaglie FONTE

B 31

TENAGLIE
ANNO
1800
DESTINATARIO
Maniscalco
DESCRIZIONE
Sono formate da una coppia di leve articolate su un perno. Due bracci sono più lunghi e servono per afferrarle, mentre gli altri due bracci sono più corti e sono chiamate ganasce. Le ganasce si chiudono a cerchio e nella parte finale sono schiacciate.
SCOPO
Aiutare il fabbro a ferrare gli animali
INFORMAZIONI
La ferratura degli zoccoli degli animali serviva a proteggere gli zoccoli dal consumo perché con il trotto, col galoppo o con il semplice camminare si usuravano.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il contadino o il pastore non erano capaci di fare tutti i lavori ed allora occorreva l’esperto fabbro che doveva venire da fuori la borgata.

 

ferro di cavallo FONTE

B 32

FERRO DI CAVALLO
ANNO
1935
DESTINATARIO
Maniscalco
DESCRIZIONE
Il ferro, un po’ arrugginito, ha la forma caratteristica di semicerchio con dei buchi per infilare i chiodi. Alle estremità è leggermente rialzato quasi a formare un piccolo “tacco”.
SCOPO
Ferrare cavalli, somari, muli o vacche se venivano usate per lavorare la terra.
INFORMAZIONI
Il ferro di cavallo veniva messo ai piedi della bestia ossia sugli zoccoli. Serviva per non far consumare le unghie dell’animale e permetteva loro di camminare a lungo e portare pesi senza fastidio agli zoccoli.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
I mezzi di trasporto o da viaggio più usati dai pastori e dai contadini erano ancora gli animali.

 

FONTE

B 22

TESTIERA CON PARAOCCHI
ANNO
1950
DESTINATARIO
Cavalli

DESCRIZIONE
E’ un oggetto fatto di cuoio e di ferro. Sopra ha una cinta di cuoio e delle corde, ai lati ha due paraocchi. Al centro di ognuno c’è un decoro che ricorda la pupilla dell’occhio.
SCOPO
Non far distrarre i cavalli
INFORMAZIONI
E’ uno strumento che serviva a non disturbare i cavalli così camminavano diritti e non si impaurivano.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il cavallo era davvero importante perché era un mezzo di trasporto per persone e per oggetti.

 

 

scarpetta FONTE

B 34

SCARPETTA
ANNO
Primi anni del 1900
DESTINATARIO
Calzolaio
DESCRIZIONE
E’ di ferro, ha tre forme: una è per il tacco, una è per la scarpa da bambino e l’ultima è per l’adulto.
SCOPO
Riparare le suole o rifare i tacchi.
INFORMAZIONI
Il pastore e il contadino erano anche calzolai.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
C’erano pochi soldi e le scarpe si riparavano non solo rifacendo i tacchi ma anche le suole.

 

conocchia FONTE

B 35

CONOCCHIA
ANNO

Prototipo
DESTINATARIO

Donna filatrice
DESCRIZIONE
Lungo bastone di canna. A circa un palmo dalla punta ci sono quattro tagli verticali per formare la “pancia”. Nella parte centrale del taglio si inserivano quattro stecche che servivano a tenere distanziati i tagli.
SCOPO
Contenere la stoppa o altre fibre vegetali o animali.
INFORMAZIONI
L’uomo ha costruito questo strumento di lavoro con il materiale che aveva a disposizione.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
L’uomo aguzzava l’intelligenza per inventare oggetti o strumenti che facilitavano il lavoro manuale.

 

fuso FONTE

B 36

FUSO

ANNO 1930
DESTINATARIO
La donna



DESCRIZIONE
Ha una forma allungata, lavorata sulle punte. Al centro è più spesso. In alto c’è la cocca che serve per accappiare il filo. E’ fatto di legno. Nella parte più spessa è decorato con tre righe.
SCOPO
Filare la lana e altre fibre vegetali
INFORMAZIONI La donna prendeva batuffoli di lana o di cotone e con un movimento veloce delle dita faceva girare il filo e il fuso. Il batuffolo così si trasformava in fili sottili.
RELAZIONE CON LA MACROSTORIA
La filatura e la tessitura di molti prodotti era fatta a mano, in casa, cioè artigianalmente, dalle donne.

 

navetta FONTE

B 38

PETTINE E NAVETTA
ANNO
1800 circa
DESTINATARIO
Donna tessitrice
DESCRIZIONE
Composto da due bacchettine, una superiore e l’altra inferiore, in cui sono inserite tante listerelle di canna che sono i dentini del pettine.
SCOPO
Divaricare bene i fili dell’ordito.
INFORMAZIONI
I pezzi che facevano muovere il telaio erano: la cassa battente che contiene il pettine. Sulla bacchettina inferiore del pettine scorre la navetta , che ha il compito di portare i fili della trama e di intrecciarli all’ordito. Dopo ogni passaggio della navetta i fili della trama vengono premuti contro la parte superiore del pettine.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Oggi il telaio a mano si usa ancora solo quando si devono fare tessuti pregiati o tappeti o arazzi che costano molto. Oggi si usano telai meccanici o automatici. Nei i paesi poveri si lavora ancora al telaio, come al tempo dei trisavoli o dei bisnonni, quando tutti i tessuti che servivano o per l’abbigliamento o per la casa erano tutti fatti a mano seguendo questo processo: coltivazione o allevamento – raccolta o tosatura – pulitura o sbiancatura – filatura – tessitura – tagliatura e cucitura.

 

filaiola FONTE

B 37

FILAIOLA
ANNO
Prototipo
DESTINATARIO
Donna tessitrice
DESCRIZIONE
Una grande ruota scanalata contiene un filo per farlo girare e renderlo fino e uniforme. Alla base c’è una piccola tavola sostenuta da quattro zampe a cui è appoggiata un pedale mobile azionato con i piedi. Il suo movimento fa girare la ruota.
SCOPO
Filare
INFORMAZIONI
Faceva risparmiare fatica alla filatrice.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Oggi la filatola è stata sostituita da grandi macchinari molto complessi che trasformano le materie prime vegetali ed animali direttamente in tessuti.

 

arcolaio FONTE

B 39

ARCOLAIO
ANNO
Prototipo: subito dopo la seconda guerra mondiale (1945)
DESTINATARIO
Donna tessitrice
DESCRIZIONE
Traliccio di legno girevole con tante asticine intrecciate.
SCOPO
Svolgere le matasse di filo e ridurle in gomitoli.
INFORMAZIONI
La tessitrice trasformava la lana, la canapa, il cotone e il lino in filati usando strumenti anche fatti in casa.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
L’arcolaio si usava già dal 1200, durante il Medioevo, e si usa ancora oggi nei villaggi o nelle campagne di alcuni paesi in cui non ci sono ancora le fabbriche.

 

 

 

 

Oggi sono venuti a scuola i nostri nonni per darci delle informazioni sulle fibre tessili e sul vestiario usato ai loro tempi.

 

Fibre tessili


Informazioni
Lino
Le nonne hanno portato una pezza di lino che era di color paglierino. La pianta cresce in un anno, ha dei fiorellini celestini, per frutto ha una capsula a forma di globo. Dal fusto macerato (lasciato a bagno nell’acqua di un torrente o di un fosso) si ricavavano le fibre di lino che venivano filate.

Canapa
La canapa è una pianta alta più di due metri. Essa viene raccolta e legata in piccoli fasci, viene poi messa a macerare in acqua per quindici giorni. Il libro (parte interna) viene liberato dalla corteccia con una “maciulla” che serve per battere la canapa. Con la canapa si fanno tele più grezze usate per i canovacci, per gli asciugamani, …
Cotone Il cotone ha i fiori gialli e solitari. Il filo si ricava dal fiocco di peluria che avvolge i semi.

Lana
La lana si ricava dal vello delle pecore. Il pastore tosa le pecore (taglia la lana che ricopre le pecore) una volta all’anno e la lana ricavata si lava nella fontana comunale. Fatta questa operazione, si fila la lana con un attrezzo chiamato arcolaio. A questo punto il filo era pronto per essere lavorato a mano con i ferri o per essere lavorato al telaio.

 

Destinatario degli indumenti
Informazioni e funzioni



Neonato
Il neonato veniva avvolto con cura nelle fasce tessute al telaio. La trama era ottenuta da fili di cotone fino, mentre per l’ordito era usato cotone più grosso. La fascia era lunga circa due metri e finiva con due fettucce che servivano per fermarla.
Donna Degli indumenti che indossava la donna abbiamo ritrovato solo le sottovesti, le camicie da notte e gli scialli.

La sottoveste di batista era bianca, senza maniche, aveva la scollatura rotonda ed era cucita e ricamata a mano. Nei giorni di festa e nelle grandi occasioni si indossavano sottovesti bellissime con arricciature e piegoline e ricami tutti intagliati, l’orlo era a punto smerlo.

Sopra la sottana la donna indossava la camicia, il bustino e il giacchettino.

La camicia da notte della bisnonna assomiglia ad un vestito largo e tutto diritto. Di lino, era guarnita con tanti merletti fatti a mano e da striscioline di cotone. Aveva le iniziali ricamate con filo da ricamo, era aperta sul davanti ed aveva le maniche lunghe. Il lino con cui era confezionato l’indumento era stato coltivato, filato e tessuto dalla stessa persona che lo indossa.

Uomo
Gli uomini per difendersi dal freddo usavano mutandoni di lana che arrivavano alle caviglie. Questi avevano un elastico in vita e un’apertura fermata da due bottoni. La maglia intima era lavorata ai ferri perciò era molto pesante. Di maglie ce n’erano poche perciò quando si rompevano si dovevano rammendare.
Igiene personale e casa
Per l’igiene personale e per la casa la biancheria era molto preziosa e curata. Abbiamo rintracciato durante la caccia al tesoro:

· Asciugamani

· Federe

· Tovaglie

· Tovaglioli

· Centrini

tutti ricamati a mano e spesso con le iniziali.

I tessuti filati al telaio erano molto grezzi, allora la zia di Francesca racconta che si sbiancavano bagnandoli e ribagnandoli in continuazione. Questo lavoro era molto lungo e per ottenere il bianco desiderato ogni sette o otto “bagnate” veniva fatto un bucato dentro una tinozza di legno con cenere e acqua bollente e poi si ripetevano di nuovo le “bagnature” e “asciugature” sul prato.