scaccino FONTE

B 13

SCACCINO
ANNO
1900 circa
DESTINATARIO
“Caciere”
DESCRIZIONE
Lungo bastone di legno, nella parte terminale ha, tutt’intorno, dei rametti medi e grandi che servivano a far girare bene il latte nella caldaia.




SCOPO
Mescolare bene il latte
INFORMAZIONI
Il pastore trasformava il latte in formaggio e in ricotta da solo.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il pastore trasformava il latte in prodotto finito, pronto per essere venduto o consumato, direttamente nell’azienda agricolo-pastorale.

 

scarzola FONTE

B 15

SCARZOLA
ANNO
1930
DESTINATARIO
Pastore
DESCRIZIONE
E’ di legno ed ha una forma rotonda. Da un lato si apre e c’è una cordicella per non far aprire del tutto il legno.
SCOPO
Modellare la forma del formaggio durante la scolatura.
INFORMAZIONI
Quando il latte si era trasformato in formaggio veniva preso e tagliato in piccoli pezzi che venivano premuti con le mani più volte e poi erano depositati nelle scarzole. Qui le forme restavano più giorni, venivano salate e rigirate finchè non erano mature.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il pastore trasformava nell’azienda i prodotti e li vendeva direttamente al consumatore quando erano maturi.

 

fuscelle FONTE

B 16

FUSCELLA
ANNO
1928
DESTINATARIO
Pastore
DESCRIZIONE
Intrecciata a mano ha una forma rotonda che si allarga verso l’alto.
SCOPO
Contenere e liberare la ricotta dal siero.
INFORMAZIONI
Quando il pastore aveva finito di trasformare il latte in formaggio e poi in ricotta, questa veniva messa nelle fuscelle.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il latte era lavorato direttamente dal pastore presso la stessa azienda.

 

merco - marchio FONTE

B 17

MERCO o marchio
ANNO

1900 circa (forse anche prima )
DESTINATARIO
Pastore
DESCRIZIONE
Lunga asta di ferro, in una estremità ha un gancio che la funzione di appendere, nella parte opposta ha un cerchio di ferro su cui sono strutturate in rilievo du lettere: S E
SCOPO
Marchiare gli animali, cioè contrassegnarli per riconoscerli.
INFORMAZIONI
Era uno strumento che veniva arroventato sul fuoco e poi posto sul fianco di un animale per riconoscerne il padrone.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Serviva al pastore per segnare e riconoscere le sue pecore con un sistema che non si poteva cancellare: si contrassegnava la proprietà per riconoscerla se si mescolava con altre greggi o per difenderla dai ladri anche se allora di furti ce n’erano pochi.

 

campanaccio

campanaccio

FONTE

B 18

CAMPANACCIO
ANNO
Prima del 1900
DESTINATARIO
Montone
DESCRIZIONE
Una media campana di ferro. Ha un suono meraviglioso.
SCOPO
Serve per richiamare il gregge insieme al cane ed al pastore stesso.
INFORMAZIONI
Le pecore si allertavano al suono del campanaccio e subito si dirigevano verso la fonte da cui proveniva il suono e si mettevano in fila dietro al montone. Se qualcuna non ascoltava allora interveniva il cane o il pastore.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il pastore nel suo lavoro di raccolta e pascolo degli animali è aiutato da strumenti (campanaccio e bastone) e da cani.

 

“La pecora, Verina,

nel mezzo della via,

belava, richiamava

il cane, che tardava.

…La pecora parlava,

il cane l’ascoltava.

“Ormai sono vecchietta,

…li sa, il pecoraio,

i doni, che ho mandato,

ogni anno, nel mercato!

Ho fatto dieci abbacchi,

tre volte, due gemelli;

poi, il latte, la ricotta,

la lana, la caciotta!”

(da: La pecora e il cane – Padre Bernardino)

 
ombrello da pastore FONTE

B 19

OMBRELLO DA “PECORARO” (pastore)
ANNO
1930
DESTINATARIO
Pastore
DESCRIZIONE
Il manico e la struttura sono di legno. La stoffa è blu e sbiadita. Il bordo finale e la parte centrale è a righe di vari colori. Sul manico è incisa la lettera R
SCOPO
Ripararsi dal sole e dalla pioggia
INFORMAZIONI
Quando il tempo era bello il pastore portava l’ombrello sotto il braccio o a tracolla, se era brutto tempo ci si riparava. L’ombrello è stato riparato.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Oggetti ed animali si marchiavano perché erano preziosi. Il pastore non ha ferie nel suo lavoro, con il sole forte o con la pioggia deve lavorare sempre.

 

Il pagliericcio, povero ombrellaio,

tu lo ritrovi nella scura grotta,

senza finestra e con la porta rotta.

Il cane della villa padronale,

sta più caldo di te, nella cuccetta,

fatta d’abete, come una stanzetta.

Cammini tutto il giorno! Canti e gridi:

“Ombrellaro! Ombrellaro!” Poi la sera,

ritorni in grotta e dici la preghiera…

(da: Povero ombrellaro – Padre Bernardino)

“…E mi divertivo a stare sotto gli ombrelloni dei pecorari, una gente con cui potevi fare quelle chiacchierate sotto la pioggia; io ho detto li farei tutti, non so, capo del ministero delle finanze, una sapienza!”

(Monsignor Ettore Cunial)

 

campanaccio per capo-branco FONTE

B 21

CAMPANACCIO
ANNO
1900 circa
DESTINATARIO
Capobranco delle mucche
DESCRIZIONE
Collare di legno, fatto a mano e fermato con un perno in ferro. Il collare regge una forma a campana che ha il batacchio per suonare
SCOPO
Indicare la strada alla mandria di mucche .
INFORMAZIONI
Quando gli animali erano al pascolo liberi nei boschi o nei campi per non perdersi seguivano il suono del campanaccio.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Anche il cuoio non era sempre disponibile perciò si usano materiali poveri come il legno.

 

“Nella stradetta ripida, col ghiaccio,

mamma vacca suonava il campanaccio;

richiamava la bruna vitellina,

restata dietro, sopra la collina.

La vitellina aveva il campanello,

avuto in dono, dal suo pastorello:

lo suonava e diceva: “Mamma stella,

non temere, sta qui la tua vitella!”

(da: Il campanaccio – Padre Bernadino)

 

FONTE

B 22

TESTIERA CON PARAOCCHI
ANNO
1950
DESTINATARIO
Cavalli
DESCRIZIONE
E’ un oggetto fatto di cuoio e di ferro. Sopra ha una cinta di cuoio e delle corde, ai lati ha due paraocchi. Al centro di ognuno c’è un decoro che ricorda la pupilla dell’occhio.
SCOPO
Non far distrarre i cavalli
INFORMAZIONI
E’ uno strumento che serviva a non disturbare i cavalli così camminavano diritti e non si impaurivano.
RELAZIONI CON LA MACROSTORIA
Il cavallo era davvero importante perché era un mezzo di trasporto per persone e per oggetti.