Il Ben-Essere in Psicologia
La salute mentale e il benessere fisico sono collegati
strettamente tra loro dall' unità corporea che li raccoglie.
Ogni evento mentale trova una corrispondenza nell' ambiente corporeo , sia che riguardi una modificazione del respiro o una contrazione
muscolare.
Ogni attività motoria trova riscontro immediato in una
percezione mentale di tale attività, con una corrispondente sensazione emotiva.
Ogni volta che abbiamo un pensiero o una emozione
possiamo riscontrare un riflesso sul nostro corpo fisico, e ogni volta che noi agiamo
fisicamente riscontriamo una corrispondenza sul campo mentale ed emotivo.
Parlare quindi di benessere in psicologia significa
parlare di uno stato che riguarda sia la sfera mentale sia quella fisica.
Sappiamo che la salute fisica, grosso modo, rispecchia
tre parametri fondamentali , un ampio movimento articolare, una buona tonicità muscolare,
un efficiente apparato cardiovascolare.
Per quanto riguarda l 'aspetto mentale possiamo
definire i seguenti parametri: consapevolezza e coscienza di ciò che accade, possibilità
e capacità di affrontare e risolvere i problemi .
Consapevolezza e coscienza di ciò che accade:
Le scelte che noi operiamo sono figlie
dell'analisi e
delle valutazioni su ciò che ci capita.
E ' di fondamentale importanza quindi avere un 'idea il
più possibile corrispondente al "reale", in modo tale che le decisioni siano
efficaci; il più delle volte la difficoltà nel scegliere nasce da una non chiara visione
di tutto quello che riguarda il problema in questione, occorre poi che ci accorgiamo che
ognuno di noi è abituato a pensare sia in merito all'educazione che gli è stata
impartita, sia utilizzando l'esperienza che si è realizzata finora.
Possibilità e capacità di affrontare e risolvere i
problemi:
Una volta che si è inquadrato il problema nei suoi
vari aspetti, occorre realizzare le situazioni atte al cambiamento , interiore ed esterno,
che portino ad una eliminazione della situazione ansiosa e di stress che ci fa soffrire.
Molte volte questi cambiamenti richiedono tempi lunghi
di realizzazione poiché sono in contrasto o con le convinzioni etiche personali o con le
istituzioni sociali nell'ambiente ove viviamo.
A modo di esempio si possono citare casi come:
- giovani in difficoltà nel passaggio tra
situazione famigliare , in casa e quella indipendente
del vado a
vivere da solo.
- situazioni di percezione individuale rispetto
alla problematica dell'identità sessuale.
- modificazione dell'appagamento della relazione
coniugale o del rapporto di coppia.
- richiesta di adattabilità e di disponibilità
nell'ambito del lavoro professionale.
Per benessere psicologico s 'intende quindi esercitare
una buona capacità di comprensione della situazione che si sta vivendo, utilizzando in
seguito tecniche e comportamenti conformi alla soluzione degli stati di disagio e di ansia
che si vogliono eliminare.
La facilità o la difficoltà di realizzazione del
proprio benessere psicofisico riguarda quindi una capacità di percepire se stessi come un
armonico assieme di sensazioni, emozioni idee e comportamenti, questa situazione deve
essere sempre bilanciata poiché la vita è uno stato dinamico e in continua evoluzione ,
quindi la situazione di stabilità e benessere acquisita oggi, verrà modificata e sarà
oggetto di cambiamento domani, pensiamo al progressivo sviluppo, crescita, maturazione e
invecchiamento del corpo umano, come d'altronde la continua trasformazione della società
con le sue regole e regolamentazioni.
Più
saremo duttili e capaci di orientarci su questi cambiamenti più potremo condurre una vita
sana e soddisfacente.
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L 'energia corporea intesa come unità mente-corpo
In questa unità tratteremo l 'aspetto energetico nella
dualità mente-corpo.
Occorre innanzitutto sapere che il concetto di
nutrimento non va riferito solo alla parte di cibo a cui l 'individuo generalmente si
riferisce; certamente mangiare e bere sono due aspetti fondamentali nella vita di una
persona , ma non sono gli unici elementi che danno alla stessa persona la possibilità di
vivere, sia a livello di sopravivenza sia di qualità della vita stessa.
Banalmente possiamo già affermare che il respiro ha
una sua precisa importanza nella sua forma, non tanto di esistenza, se non respiro, non
vivo, ma nella modalità della respirazione stessa.
I vari tempi della respirazione: inspirazione, pieni d
'aria , espirazione, vuoti d 'aria, danno un precisa successione dei ritmi e dei
significati, sia fisiologici che psichici, al ritmo respiratorio.
Quando inspiriamo immettiamo dentro di noi aria quindi
prendiamo, riceviamo, accumuliamo, la fase inspiratoria inizia il processo respiratorio l
'aria, che immettiamo nel nostro corpo ci dà la possibilità di effettuare gli scambi
gassosi e sopravvivere per un altri minuti, questa è quindi una fase preziosa , utile
arricchente del nostro organismo.
La seconda fase riguarda il mantenimento
dell'aria nei
polmoni e il passaggio tra l 'inspirazione e l'espirazione, questa fase si può collegare
alla possibilità di utilizzare quello che si è incamerato, di godere di quello che si è
riusciti ad ottenere , al soddisfacimento delle proprie capacità e iniziative, e come
quando, dopo una scalata in montagna, si giunge sulla vetta e si ammira il panorama ,
soddisfatti di essere giunti alla meta.
La terza fase, ossia quella della espirazione,
coinvolge il lasciare andare , il liberarsi, il non trattenere quello che dentro di noi
non va, che può nuocerci, il permetterci di lasciar uscire, di separaci da tutto quello
che ormai non ci può essere di utilità.
La quarta fase riguarda l 'assenza di aria o il
passaggio tra l 'espirazione e l 'inspirazione, ossia la mancanza di energia, il nulla, il
vuoto il momento di calma, di quiete, prima di riniziare il ciclo della vita, che come
tutti inizia con l' inspirazione al momento della nascita, e finisce con l 'espirazione.
Oltre ad osservare il nostro comportamento in queste
quattro fasi, è bene anche cogliere la modalità della respirazione in merito al ritmo
respiratorio stesso.
Se pensiamo al ritmo respiratorio come ad una onda
sinusoidale con un suo crescere e decrescere continuo e costante possiamo immaginare una
frequenza di questo ritmo respiratorio;
ora se poniamo attenzione alle nostre emozioni ci
accorgeremo che questo ritmo respiratorio varia sia aumentando di frequenza che
interrompendosi improvvisamente.
Solo un ritmo costante sia nella frequenza che
nell'ampiezza ci potrà dare quella tranquillità e serenità a cui aspiriamo in momenti
particolarmente difficili da affrontare.
Il concetto di nutrimento si collega però anche ad
altri aspetti della nostra vita, per esempio quando ascoltiamo suoni o rumori
particolarmente piacevoli, canzoni, sinfonie , o dannosi e fragorosi tipo martelli
pneumatici o motorini spaccatimpani, queste sensazioni che arrivano a noi tramite le
sensazioni ci influenzano e determinano uno stato d 'animo decisamente correlato con la
percezione sonora.
Ancora la visione di luci, colori, forme, armonie di
linee influenzano chiaramente lo stato d 'animo di una persona, gli architetti che
stabiliscono le forme geometriche sia delle case come degli interni sanno perfettamente in
che modo un colore possa influenzare la psiche, ad esempio nessuno mai colorerà di rosso
sangue le pareti di un ospedale.
Dal punto di vista tattile il nutrimento si concretizza
con le carezze che fin da bambini siamo abituati a ricevere e che sono indispensabili per
una buona e salutare crescita personale e fiducia in se stessi.
Tutti i cinque sensi sono interessati quindi ad più
globale stato di intervento sull'uomo , ma non solo i sensi hanno una funzione di
plasmare la personalità umana, anche i pensieri , le idee che elaboriamo o che sentiamo
dagli altri hanno il potere di influenzarci e determinare il nostro carattere.
Il pensare positivo significa solamente elaborare e
argomentare pensieri e fantasie , dare corpo e raffigurazioni ad immagini che ci
proiettano in un ambiente a noi piacevole, utile benefico , arricchente , entusiasmante,
ricco di speranza e di gioia.
Tutto quello che facciamo e il modo con cui ci
comportiamo viene elaborato e presentato con e una sintesi di noi stessi agli altri, che
poi, inevitabilmente ci rimandano il messaggio.
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L 'osservazione e la comunicazione
La capacità di osservare deriva dalla capacità di
cogliere aspetti e situazioni al di fuori di noi e, dandogli un significato,
poterli
interpretare.
Appare fondamentale nell 'osservare, cogliere aspetti
diversi rimanendo sempre in attesa di avvenimenti nuovi,
al limite sorprendenti , non
stupendoci di nulla ,ma rimanendo disponibili a tutte le informazioni che il mondo esterno
può comunicarci.
Per tale livello di ascolto , sarebbe auspicabile
entrare in uno stadio di attenzione quasi meditativa ossia eliminando il
"rumore" dentro di noi che proviene dai pensieri , sentimenti, emozioni ed
entrare in uno stato di disponibilità a percepire tutto ciò che i nostri sensi possono
trasmetterci.
L 'osservazione dovrebbe anche essere il più possibile
acritica, ossia senza un giudizio di merito,
in quanto dal momento in cui operiamo una
valutazione di tipo critico restringiamo il campo delle possibilità di apprendimento.
Su questi concetti di base si riferiscono i giochi dei
prestigiatori, il pubblico, guidato dalle mani e dalle parole del prestigiatore ,
"s'
impedisce" di osservare realmente quello che accade, cadendo così nell'illusione
della magia.
Un buona capacità di osservazione è la base per saper
leggere la realtà che ci circonda, la spiegazione agli avvenimenti può avvenire solo se
riusciamo a cogliere più informazioni che possiamo e, mettendole assieme,
riusciamo ad
avere un mosaico degli avvenimenti il più attendibile possibile.
In conclusione una situazione resta misteriosa,
inspiegabile, finché il campo di osservazione non si amplia,
quando ciò avviene, è
possibile includere e riconoscere tutto il contesto in cui la situazione stessa si
realizza.
Nell 'affrontare il tema della comunicazione occorre
innanzitutto sapere che si comunica sempre,
ossia esiste costantemente tra le persone una
comunicazione , anche senza che essi stessi vogliano trasmettere qualsivoglia messaggio,
infatti anche la decisione di non voler comunicare è una comunicazione.
La lite tra due fidanzati, se si prolunga a lungo nel
tempo, con un non sentirsi, non vedersi,
non telefonarsi è comunque una comunicazione in
quando informa di questo... non volere comunicare tra loro.
La comunicazione inoltre non si effettua solamente per
via verbale, il passaggio di informazioni tra le persone
avviene in gran parte per via non
verbale attraverso atteggiamenti, comportamenti e gestualità.
Quando entriamo in contatto con una persona conosciuta
alla prima occhiata capiamo se il suo umore rivela ansia,
felicità preoccupazione o
stanchezza, senza parlare la persona , a noi famigliare, ci comunica il suo stato d
'animo.
La comunicazione inoltre si può rinforzare sommando
più veicoli di trasmissione, gli studi pubblicitari hanno la prerogativa di potenziare al
massimo tali canali, infatti qualsiasi spot deve inizialmente catturare l 'attenzione
dello spettatore per poi tenerlo avvinto al suo messaggio con supporti che tocchino l
'emotività, sentimenti, paure, fantasie con immagini veloci e rapide in modo da non
abituarsi, da non annoiarsi.
Per questo motivo occorre che in palestra l 'atmosfera,
attraverso la musica, la luminosità della sala,
i colori delle pareti l 'abbigliamento
del personale, mandi un messaggio chiaro e preciso ai clienti e a tutte le persone
interessate.
Un ulteriore aspetto della comunicazione riguarda la
possibilità di mandare attraverso una stesso canale di trasmissione due messaggi
contradditori per esempio dire ad una persona " vieni qui, mia cara" brandendo
una mazza da baseball e con una faccia adirata, crea nell'interlocutore una possibilità
di scegliere tra quello che si è detto;
"Mia Cara" e il fare minaccioso e
aggressivo.
Se l 'interlocutore aderisce ad una comunicazione deve
ignorarne l 'altra, questa situazione per molti aspetti può creare ansia , angoscia
timori, sfiducia in se stessi.
Esistono inoltre frasi e atteggiamenti manipolativi
come la famosa e terribile frase " mi sono sacrificato per te, questo l 'ho fatto per
te" che ha per sottinteso, "tu ora in qualche modo mi riconosci questo
sacrificio"; ha creato innumerevoli turbe e scompensi affettivi, in quanto il più
delle volte i figli non chiedono ai genitori di sacrificarsi per loro e quindi non
riconoscono il relativo compenso richiesto nei loro riguardi .
Occorre quindi stare attenti alla qualità dei messaggi
che mandiamo e che riceviamo,
una incapacità all'osservazione di ciò che ci capita e
una non chiarezza della comunicazione con le altre persone,
ci può creare non pochi
problemi di relazione che , inevitabilmente si rifletteranno sulla percezione della nostra
personalità.
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La pragmatica della comunicazione umana
L 'Analisi transazionale
Secondo una teoria psicologica in ogni individuo
esistono tre diversi livelli di "personalità":
quella autoritaria che chiameremo genitoriale, quella
matura e democratica che chiameremo adulta, e quella infantile e dipendente che chiameremo
bambina.
In ogni individuo quindi esiste la possibilità di
attivare in qualunque momento della giornata e più volte al giorno una delle tre
caratteristiche.
La figura genitoriale assume connotazioni decisamente
di potere vuole comandare e imporsi sull 'ambiente esterno,non accetta ordini o
indicazioni di alcun genere, è determinato in quello che fa o pensa e il rapporto con gli
altri è decisamente di comando,
per comunicare con la figura genitoriale occorre
accettare o subire le imposizioni che vengono dettate,
è possibile un dialogo solo
mettendosi in una posizione di subordine senza discutere.
La figura di adulto invece assume un ruolo di confronto
con gli altri, non vuole comandare ma neanche essere comandato, desidera dialogare e
decidere con la propria testa e accetta il confronto ed è disposto a cambiare opinione
senza difficoltà, la sua disponibilità al dialogo e al rapporto alla pari, lo porta ad
una non problematica relazione con l 'altra persona.
La figura bambina è caratterizzata da una dipendenza
quasi assoluta dall'altro, la sua posizione la porta ad accettare e a compiere azioni che
altri le dicono di fare , non si impone e accetta la figura più forte assoggettandosi
senza alcuno sforzo, né particolare problema , la sua posizione e quella di accogliere le
istanze e di realizzarle, per sua stessa natura ha bisogno di una figura dominante per
potersi esprimere.
Queste tre figure quindi, coesistono in uno stesso
individuo e, a seconda del momento e delle persone con cui interagisce, può assumere una
delle tre caratteristiche, cambiando anche dopo pochi secondi atteggiamento :
Vediamo ora che tipo di relazione s 'instaura tra due
persone che s 'incontrano.
Chiaramente esiste la persona A, con il suo
atteggiamento e la sua personalità ,
la persona B , con il suo atteggiamento e la sua
personalità,
ed esiste anche C ossia la relazione che esiste tra A e B.
Quando noi valutiamo quindi l 'incontro tra due persone
, dobbiamo considerare sia i due protagonisti,
sia quello che si instaura tra loro , ossia
la relazione, che al di là dei contenuti e delle parole,
si trasmette tra le due persone
stesse.
Alle volte due individui bisticciano e litigano per un
periodo smisurato di tempo, su questioni che se attentamente valutate ,
non
richiederebbero tutto quel tempo ed energia di discussione.
Infatti la problematica non riguarda il merito della
discussione ma il ruolo che ognuno vuole avere nella discussione stessa.
Se l 'individuo A vuole avere l 'ultima parola con l
'individuo B, non importa cosa dice o il significato delle parole,
l 'importante per A
sarà poter essere l 'ultimo a parlare, ora se B accetta questa situazione il dialogo
finisce in breve tempo,
ma se sfortunatamente anche B vuole avere l 'ultima parola, allora
assisteremo ad un vero e proprio duetto ,
interminabile ed esilarante, sulle modalità e sull'inventiva che ognuno dei due contendenti utilizzerà per far zittire l 'altro ed
avere finalmente l 'ultima parola, e questo avverrà finché uno dei due non accetterà la
supremazia dell'altro.
In termini di meta ñ comunicazione possiamo quindi
affermare che quando un individuo stabilisce
una posizione genitoriale può dialogare
tranquillamente con una persona che si mette in posizione bambina,
altrimenti, non avendo
corrispondenza nella comunicazione, ci saranno incomprensioni e disagi, dovuti più al
fatto che non si riconosce il ruolo dell'altra persona, che a una non differente opinione
sui contenuti.
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La
dinamica di gruppo
Quando più persone si uniscono e questa unione è
legata ad uno scopo , una motivazione, un qualsiasi "collante", possiamo dire
che si è formato un gruppo,
Il gruppo per esistere necessita di alcune
caratteristiche peculiari come un il numero dei partecipanti, un leader e l 'escluso.
Senza questi tre elementi non potremmo infatti parlare
di gruppo ma di agglomerato, un insieme, un'adunata.
Il gruppo invece , una volta formato, si struttura in
maniera abbastanza precisa dandosi delle regole e delle limitazioni chiare per cui diventa
noto a tutti i componenti del gruppo le modalità per cui si può contraddistinguere un
componente del gruppo stesso .
Per questo motivo la comunicazione, che deve sempre
passare tra tutti i componenti del gruppo, possibilmente senza essere deformata, ha un
'importanza fondamentale in quanto se qualche componente del gruppo si trova escluso
dall'informazione generale si sentirà tagliato fuori o ignorato dal gruppo stesso con
implicazioni relative alla sua appartenenza, .
Il gruppo ha sempre un andamento molto fluido e
dinamico, infatti a seconda delle situazione in cui si trova a competere potrà scegliere
strategie differenziate, l 'importante è che il leader riconosciuto mantenga il potere e
che soddisfi le motivazioni ad ogni componente del gruppo.
Nell'ambiente sportivo o in palestra il leader del
gruppo è generalmente l 'allenatore o l 'istruttore ,che per la specifica competenza e
per la motivazione di formazione del gruppo stesso ha la responsabilità della
sopravvivenza del gruppo.
Specialmente in palestra l 'istruttore crea un ambiente
specifico al suo modo di insegnare e di condurre l 'attività a cui è preposto, questo
taglio di insegnamento permette agli allievi di identificarsi, o no, con l 'istruttore
stesso .
Tra i vari allievi sui instaura una specie di coesione,
d 'intesa, e partecipazione trascinante sulle proposte dell'istruttore.
Alternare elementi di attività fisica e motoria con
spiegazioni teoriche , permettere agli allievi di sperimentare liberamente movimenti ed
esercizi, per poi commentarli nel dopo lezione, ciò permette agli allievi,
oltre a
sentirsi coinvolti nel gruppo e nell'attenzione del leader, di partecipare sempre come
protagonisti all'attività proposta.
Essere riconosciuti è di fondamentale importanza per
ogni individuo, specie se tale riconoscimento viene fatto dal leader, alla presenza degli
altri componenti del gruppo, occorre quindi incentivare anche tra i membri del gruppo
stesso momenti di relazione
e di scambio emotivo, senza arrivare ad eccessi calcistici tra
i giocatori come dopo aver la segnatura di una rete.
Un gruppo si sfalderà e si scioglierà quando le
motivazioni non vengono più soddisfatte, infatti se all'interno di un gruppo alcuni
componenti non riescono più a trarre benefici o non sono riconosciuti, in qualche modo
identificano la loro partecipazione al gruppo, con elementi di frustrazione e
insoddisfazione , allora attueranno azioni di aggressività e di intolleranza verso il
gruppo stesso, tali atteggiamenti creeranno tensioni.
Se il leader non sarà in grado di sciogliere e
risolvere tali tensioni, si arriverà inevitabilmente ad una scissione o ad un volontario
allontanamento dal gruppo stesso delle persone insoddisfatte.
Occorre quindi verificare periodicamente le individuali
soddisfazioni dei singoli componenti ed avere una continua flessibilità ed inventiva nel
proporre situazioni e soluzioni sempre adatte alle richieste.
Se l 'aspetto carismatico del leader dovesse
offuscarsi, ecco allora che nel gruppo si formeranno altre proposte di nuovi leader, ossia
al riconoscimento di un nuovo capo come elemento fondamentale per poter far sopravvivere
il gruppo.
Per poter condurre un gruppo occorre quindi, oltre ad
avere il riconoscimento dei partecipanti, mantenere la coesione tra tutti, che avverrà
quando le motivazioni dei singoli verranno sufficientemente soddisfatte.
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La prestazione e la performance sportiva.
Affrontiamo ora l 'aspetto psicologico applicato allo
sport, cercheremo di circoscrivere l 'argomento al singolo atleta in quanto, come abbiamo
visto, per parlare di gruppo occorre considerare tutti i componenti di esso e ciò
richiede necessariamente una più ampia indagine conoscitiva di tutti gli aspetti in
questione.
Per migliorare la prestazione di un atleta bisogna
osservare il suo comportamento nelle tre fasi d 'attenzione:
durante l 'allenamento, in
pre-gara e in gara.
Durante l 'allenamento la qualità di vita, intesa come
alternanza veglia sonno, alimentazione, interessi extra sportivi ecc, devono armonizzarsi
e aiutare l 'atleta ad affrontare i periodi di lavoro in palestra e sul campo con un
atteggiamento e una mentalità sempre positivi ed entusiasti.
E ' bene stare attenti quando un atleta affronta un
allenamento non concentrato, svogliato o non motivato, questi sono i casi in cui con più
frequenza si prospetta un incidente, in quanto l 'attenzione dell'atleta non è rivolta
alla prestazione e non solo in qualche modo la rifiuta, ma cerca inconsciamente di porre
termine ad un lavoro che in quel momento non si sente di affrontare.
Sarà cura dell'allenatore in questi casi proporre
attività alternative, anche giochi e sport non specifici, o allenamenti
ideomotori,
comunque qualcosa che abbia sempre una utilità all'addestramento dell'atleta ma che
richiami il suo interesse e possa in qualche modo, convogliare la sua attenzione su
obbiettivi nuovi che possano dargli carica e fiducia tenendo sempre però presente,
sottofondo, l 'utilità finale di queste proposte alternative.
Poiché gran parte della prestazione dipende dalla
condizione mentale dell'atleta ( alcuni testi parlano di un incidenza del 70 per cento,
su un 30 per cento di un 'incidenza fisica), avere la mente libera e senza preoccupazioni
è alle volte più utile che essere al massimo della condizione fisico-tecnica.
La tensione della pre gara, assume aspetti decisamente
articolati, esistono innumerevoli atteggiamenti, convinzioni, modalità di affrontare la
gara, che iniziano nel momento in cui l 'atleta" si sente in gara" e quindi
anche alcuni giorni prima della gara stessa.
Tutte queste modalità sono funzionali a
tranquillizzare l 'ansia e a ricercare fiducia in se
stessi.
Possiamo
affermare che tutte le procedure applicate che funzionano o vanno bene, non esiste
infatti una regola assoluta per tutti, ma se il meccanismo messo moto dall'atleta è
valido per il servizio richiesto, se funziona,
tutto ciò va conservato e richiamato ogni
volta che può servire.
Se invece l 'ansia non riesce a scendere e la tensione
pregara incide negativamente sulla prestazione occorre procedere ad una dissolvenza
graduale di questi meccanismi compensativi ma inefficaci per poter attuare processi più
adatti e ed efficaci.
In che modo? La strada migliore è quella per prova ed
errore, ossia provare varie tecniche e soluzioni e quelle che funzionano ripeterle le
altre abbandonarle, è importante sapere che ad ogni soggetto va applicata una precisa
tecnica che deve essere personalizzata, verificata, modellata sull 'atleta stesso, solo
così può essere utile.
Esistono però delle indicazioni di massima a cui
riferirsi: la prima riguarda la capacità di rilassamento, ossia l 'atleta deve sentirsi
tranquillo disteso e sicuro di sé, questo in base al principio che se una persona è
rilassata non può sentire l 'ansia o non può essere preoccupata, quindi più si riesce a
tranquillizzare, più allontana la preoccupazione.
Il secondo principio è quello della strutturazione
della fantasia e dell 'immaginazione, un esempio può chiarire meglio il principio,
se
percorrendo una strada particolarmente noiosa o faticosa la mia percezione è decisamente
sgradevole e difficilmente sopportabile, posso modificare questa mia percezione se dò un
diverso significato alla strada che sto percorrendo,
ossia immagino che mi sto
allontanando da un pericolo, da una situazione angosciosa ,
oppure mi sto avvicinando a
una meta piacevole e per me interessante o ancora rievoco la stessa strada percorsa
in
momenti o con persone piacevoli, oppure fantastico su altre strade e percorsi più
piacevoli;
tutti questi metodi modificano in qualche misura la
prima percezione noiosa e faticosa,
senza che la strada sia in effetti cambiata, è come
io la vedo, come la vivo che cambia la percezione della stessa strada.
Questi metodi si basano sul principio della
modificazione dei parametri di riferimento, sono tecniche suggestive e modellanti che
agiscono sulla percezione di se stessi.
La loro utilità avviene nel momento in cui si riesce a
trovare la suggestione adatta e il metodo di ricezione e sostituzione migliore.
La fase gara si avvale grosso modo delle stesse
modalità di auto convinzione e determinazione di se stessi, anche qui adattando ogni
singola tecnica sia alla personalità, sia all 'evento preciso su cui si vuole operare.
Se la metodologia è corretta i risultati arrivano,
anche perché tutto ciò porta ad una maggiore conoscenza di se stessi e delle proprie
reazioni sotto stress.
Si articolano scelte atte a migliorare i propri livelli
di prestazione sia nello sport come nella vita di tutti i giorni.
Il principio che nell'atleta bisogna incontrare prima
l 'uomo determina una priorità di interventi,
quando la personalità dell 'individuo
riesce ad esprimersi in modo compiuto ed efficiente articola poi, nella identica maniera,
la sua strategia di espressione nel campo professionale e sportivo, tutti gli interventi
che si possono operare sulla persona ricadono naturalmente sull 'atleta, inoltre gli
interventi sulla persona sono più duraturi e permettono
di essere utilizzati anche nel
tempo futuro non specificatamente sportivo.
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